Fanfic su artisti musicali > Green Day
Segui la storia  |       
Autore: GreenNightmare    18/06/2013    7 recensioni
La vita. I problemi. La rabbia.
Le feste. Le sbronze. Le fughe.
2011. Una nuova generazione di punk fiorisce al Gilman, piena di voglia di urlare, di pogare, di scandalizzare la società perbenista che li circonda e sembra volerli soffocare.
Loro sono Sallie, Joe e Larry. E poi Joey. E poi Ramona ed Estelle-Desirée, Max, Travis e Cole. I Green Day e gli Emily’s Army.
Questa è la storia raccontata in prima persona da lei, Sallie Sander, quindicenne punk che sfugge alle grinfie di una vita che teme e rincorre invece le sue chimere e la sua libertà. E poi, incappa nell’amore.
E poi fugge, inciampa, si rialza, va sempre avanti. Perché, come le hanno insegnato tre persone particolari,
non è finita finché non sei sottoterra.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Lo so, lo so, avevo promesso che sarei stata più puntuale, ma questi ultimi due mesi sono stati di fuoco a scuola, e penso che tutti quelli che frequentano o abbiano frequentato le superiori lo sappiano almeno quanto me. Mi dispiace! 
Con l'estate, sarò sicuramente più puntuale -nonostante i corsi di recupero, i progetti folli, la patente e le altre mille cose che voglio fare- .Ho già scritto il capitolo 52 che molto probabilmente pubblicherò la settimana prossima, quindi non odiatemi, vi prego :3
Spero vi piaccia questo capitolo, io ci ho messo tutto il mio cuoricino :3
GreenNightmare





14 luglio 2011

Joe è scappato.
Fuggito, scomparso, sparito, perduto, andato.
Scappato.
Mi aveva avvertita. E io non gli ho dato ascolto. Non credevo dicesse sul serio. Non lo ritenevo possibile: Joe, l’unica cosa che mi era rimasta qui…
Scappato.
Il suo addio, un biglietto lasciato a Christie Road probabilmente stanotte, mentre Nancy dormiva:
Non cercatemi. Non so quando tornerò. Mi spiace, Sal. Davvero.
Ho riconosciuto la sua calligrafia, la sua scrittura spezzata e incerta.
Sono rimasta immobile un quarto d’ora buono con quel foglietto di merda in mano, cercando dicapire; ma cos’altro c’era da capire? Niente. Semplicemente, se n’è andato anche Joe. Come papà, come Steve, come Larry. Come Joey. Ma io credevo che almeno lui non mi avrebbe mai abbandonata.
Non è la prima volta che Joe prende e se ne va, certo; quante fughe ha fatto, quante fughe abbiamo fatto, insieme? Ma eravamo sempre stati complici in quelle che alla fine erano solo bravate senza senso, prive di significato. Nessuna di quelle cazzate aveva mai avuto la nota definitiva e solitaria di questa. Mi ha abbandonata.
“Continuare a fuggire non ti salverà, Joe!” Ho gridato all’aria stantia e silenziosa del primo mattino, appallottolando rabbiosa quel maledetto biglietto, e ho sentito le mie parole perdersi nell’eco che rimbalzava tra i muri di Christie Road.
“E’ andato a cercare suo padre.”
Mi ero quasi dimenticata della presenza sileziosa di Nancy, in piedi proprio accanto a me. Mi sono voltata verso di lei e ho visto che mi scrutava con i suoi occhi scuri e penetranti.
“Tu ne sai qualcosa?” Le ho chiesto, sventolando gli addii stropicciati di Joe. Lei non si è scomposta nonostante il mio tono aggressivo:
“Stava cercando informazioni su suo padre da un pezzo. E ora che le ha trovate, non è difficile immaginare dove sia andato.”
Mi sono appoggiata al muro e lì mi sono lasciata scivolare fino a sedermi per terra. Ero così stanca, e non avevo più parole.
“Hai intenzione di seguirlo?” Le ho chiesto, tanto per dire qualcosa.
“Lui ha detto di non cercarlo. Se mi avesse voluta con lui, lo saprei.”
Aveva gli occhi segnati da cerchi profondi, violacei, ed era pallida. Continuava a mordersi il labbro inferiore.
“Devo trovare un posto dove dormire” ha detto improvvisamente, dopo altri minuti di intenso silenzio.
“Come?” Le ho chiesto, cadendo dalle nuvole. Non avevo la più pallida idea di cosa diavolo parlasse.
“Non ho chiuso occhio, queste notti, e so che Joe veniva qui mentre credeva che dormissi, a controllare che non mi succedesse nulla di male. Per questo non ho mai avuto problemi a dormire qui da sola, anche se Joe naturalmente non sapeva che io sapevo. Ma ora non voglio più stare qui.”
“Oh.”
Non sapevo cosa dire. Era così ovvio, cazzo; dopotutto, non era normale che una ragazza dormisse tutte le notti in un vecchio parcheggio abbandonato, e mi sono chiesta, con una certa vergogna, come mai non ci avevo pensato io stessa al fatto che quello potesse essere un luogo pericoloso per una ragazza sola e indifesa.
“Vedrai che ti troveremo un’altra sistemazione.”
Mi sentivo annebbiata, fuori dal mondo. Era come se fosse morto qualcuno; come quando era morto mio padre. Il silenzio e la lucidità di Nancy mi facevano sentire ancora più sola. C’era un sole fortissimo, che picchiava come non mai sulle nostre teste, eppure avevo freddo; tanto, tanto freddo.
Non c’è fuoco che possa scaldarti quando hai freddo dentro.
 

*

 
Poco più di un’ora dopo, io e Nancy ci trovavamo a uno dei tanti Speedy Pizza di Berkeley, appoggiate al bancone in attesa delle nostre pizze al salamino con salsa ultra piccante (ottima colazione quando un amico ti abbandona improvvisamente, ti rimette in sesto) in compagnia di Billie Joe, Mike e Tré. Tutti e quattro ascoltavano il nostro racconto, esterrefatti, mentre il ragazzino brufoloso alla cassa origliava di nascosto e arrossiva ogni volta che lo guardavo.
“Ti ospiterò io, Nancy” Ha detto subito Mike quando abbiamo finito di parlare; ho sempre pensato che lui provasse un affetto tutto particolare per la ragazza, credo per via della sua storia, perché forse gli ricorda le condizioni in cui ha vissuto lui in gioventù, anche più dure di quelle in cui ha vissuto Billie, mille volte peggiori in confronto all’infanzia di Tré.
“Estelle è in vacanza con Ramona” ha continuato. “Potrai prendere la sua stanza.”
D’un tratto ho sentito una fitta di senso di colpa mentre Nancy ringraziava Mike per la sua generosità; pensavo a Estelle e Ramona. Da quando Joey è partito, ci siamo completamente perse. Forse è per via di tutte queste cose che sono successe, tutta questa serie di storie; o forse è perché io sono fatta così da sempre, lascio andare le persone, le amicizie, i ricordi, finché questi non spariscono in una nuvola di fumo. A parte Joey.
Joey non l’ho mai dimenticato, non l’ho mai lasciato andare, nemmeno per un secondo.
“… Vicino a Crescent City, a nord, sai, Sal?”
“Eh?” La voce di Tré mi ha risvegliata di colpo dai miei pensieri cupi, ma lui evidentemente mi aveva letto nel pensiero:
“Dicevo che stamattina Billie ha sentito Joey, e pare che ora siano nei dintorni di Crescent City, a nord della California.”
“Ah si?”
“Si. Una figata. Si staranno divertendo come pazzi, eh Bill? Io me lo ricordo, il nostro primo tour. Sempre sbronzi. Sempre a distruggere le cose e suonare, eh Billie? Quanti casini. Ci ho perso la mia verginità, in quel tour. Aida, si chiamava. Aveva venticinque anni più di me. Era italiana, vero, Billie? Indimenticabile. A volte me la sogno ancora.”
“Ma non avevi perso la verginità su una vecchia brandina di Christie Road?” Gli ho chiesto, confusa.
“Si raccontano molte leggende a proposito della verginità di Tré Cool” si è inserito Billie Joe con un sorrisetto sarcastico. “La mia preferita è quella secondo cui tanto tempo fa, quando aveva ancora la palla destra, in una mattina di primavera Tré si sia sdraiato in un campo fiorito e si sia fatto impollinare dalle api.”
“Me lo ricordo, quel giorno. Un giorno perfetto.” ha sorriso Tré con aria folle. Io, Nancy e gli altri ci siamo stretti nelle spalle scuotendo la testa. Siamo ormai rassegnati alle quotidiane idiozie di Tré.
“Comunque” ha ripreso Billie Joe “Sembra davvero che il tour stia andando magnificamente. Dovrebbero arrivare a Portland –” Si è interrotto con l’arrivo delle nostre pizze. Tré ha tirato un urlo di gioia davanti alla sua: peperoni, salsiccia, pancetta, patatine, zucchine, wurstel e formaggio. Era una sua invenzione che aveva letteralmente sbigottito il tizio brufoloso alla cassa, che l’aveva guardato come si guardano i pazzi.
Ci siamo seduti su una panchina in un parco poco distante con le nostre pizze, e Billie Joe ha ripreso il discorso.
“Dicevo, dovrebbero essere a Portland il dieci o l’undici agosto e lì staranno una settimana circa prima di ripartire per Berkeley, anche se lungo il viaggio di ritorno si fermeranno ancora per fare concerti. Dovrebbero essere qui per i primi di settembre.”
Ho deglutito. Settembre?
Non so se ce la farò ad aspettare così a lungo, mi sono detta disperatamente.
Quasi mi avesse letto nel pensiero, Billie Joe mi ha porto qualcosa; sembrava un volantino.
Sopra, c’erano stampate tutte le date che gli Emily’s Army terranno quest’estate con i relativi luoghi, compresi i nomi dei locali.
“In caso possa servirti” ha detto solo.
 
Cosa ci faccio ancora qui?
Ci sto pensando, maledizione. Ci sto pensando.
 
Sallie
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Green Day / Vai alla pagina dell'autore: GreenNightmare