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Autore: Nimel17    18/06/2013    5 recensioni
In molti riconoscono che in Once Upon A Time capita una sfiga dopo l'altra. Il 99% della popolazione mondiale attribuirebbe la colpa a Rumpelstiltskin, che ha insegnato la magia a Cora, Regina, ha creato la maledizione....
Ma se la colpa di tutto fosse di un'altra persona?
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il tavolo della sala comunale di Storybrooke era piuttosto ampia e rotonda.  Il sole stava tramontando e la gente lì seduta era piuttosto nervosa.

C’erano seduti tutti i personaggi importanti del mondo delle fiabe: il principe David con Snow, la loro figlia Emma, la Salvatrice, seduta vicino a Baelfire Gold, Henry, Cappuccetto Rosso, sua nonna, Brontolo, la Fata Turchina, Archie, Regina, abbracciata a Killian Jones, un posto vuoto, poi il principe Thomas con Ella, Geppetto con il figlio Pinocchio, il semi gigante Anton, Belle e infine Rumpelstiltskin, che si ritrovava vicino a David. 

Snow guardò eloquentemente il marito, che si schiarì la voce e si alzò.

“Dichiaro aperta la seduta.”

Archie gli passò una lista.

“Allora, i qui presenti abitanti della Foresta Incantata vorrebbero lamentarsi di esser stati maledetti e trasferiti a Storybrooke per ventotto anni, senza memoria della loro identità.”

Gli occhi si spostarono insistentemente verso Regina, che appariva imperturbabile come al solito.

“Avevo un ottimo motivo per scagliare quella maledizione.”

Snow abbassò la testa. Il rimorso per aver parlato a Cora del segreto di Regina non l’aveva mai abbandonata del tutto.

“La vostra cara principessa, quando era una bambina, stava rischiando di morire per un cavallo imbizzarrito. Io la salvai.”

Quasi tutti i presenti emisero un verso d’incredulità.

“Suo padre si mise in testa di sposarmi per ricompensarmi, e mia madre accettò per me. Io amavo già uno stalliere, Daniel e decidemmo di scappare insieme, ma la cara Snow ci sorprese. Io la implorai di non dire nulla a mia madre e lei me lo promise.”

Gli occhi di Regina erano freddi, nonostante Killian le accarezzasse una spalla con fare rassicurante.

“Ma lei non mantenne la promessa. Ci tradì a mia madre, che sotto i miei occhi strappò il cuore dal petto di Daniel e lo ridusse in polvere.”

David si alzò, sbattendo i pugni sul tavolo.

“Credeva solo di aiutarti, Regina! Voleva solo non farti perdere tua madre, che ne sa una bambina di psicopatiche omicide?”

“Non importa il perché lo fece. Il risultato non cambia.”

Cappuccetto Rosso intrecciò le dita guantate di rosso sul tavolo e chiese la parola.

“Ma allora, non si potrebbe dire che la colpa di tutto ciò è di Cora?”

Emma sospirò.

“Era certamente un gioiellino. Ci ha prese in giro per parecchio nella Foresta Incantata, mentre tentavamo di tornare a Storybrooke.”

Archie annuì.

“Mi ha tenuta lei prigioniero sulla nave, o almeno, sua era l’iniziativa.”

Regina sibilò.

“Non osate gettarle la colpa di ogni cosa perché è morta e non può difendersi, patetici pezzenti!”

Belle appariva preoccupata, mentre Rumpelstiltskin sembrava uno spettatore disinteressato, forse un po’ divertito dalle reazioni dei presenti.

La Fata Turchina si alzò anche lei e sollevò una mano per riportare il silenzio. 

“Cora può difendersi, se lo desidera.”

Rumpelstiltskin socchiuse gli occhi a quelle parole e Regina non si degnò neanche di guardare la fata mentre scattava in avanti.

“La magia non può riportare in vita i morti.”

“No, ma ne possiamo evocare lo spirito per un lasso di tempo limitato.”

Tutti si guardarono, confusi, ma la madre superiora piazzò intorno alla sedia vuota delle candele e pietre grezze, poi levò due volte la sua bacchetta, depositando sul posto libero della polvere di fata. 

In pochi secondi, dal terreno comparve lo spirito della defunta Cora, con il tailleur e i capelli sciolti di quando era morta. Belle sentì Rumpelstiltskin al suo fianco irrigidirsi e si sentì stringere il cuore.

Sapeva che lui amava solo lei, ma sapeva anche che Cora era stata una parte importante del suo passato, tanto da depositare una rosa rossa sulla sua tomba.

“Oh, perché mai mi avete invocata? Problemi a tenere saldo il regno? Rimpianti inconfessabili?”

Snow la guardò bene in faccia, la coscienza pulita.

“Vogliamo darti la possibilità di difenderti.”

“E da cosa, di grazia?”

“Di aver dato inizio a tutto. Se tu non avessi ucciso Daniel, Regina non sarebbe diventata malvagia, non mi avrebbe odiata così a lungo, tutti noi saremmo ancora nella Foresta Incantata, Hook non sarebbe arrivato a Storybrooke a causare tanto male.”

Cora attese educatamente che terminasse di parlare, poi scoppiò a ridere, gettando la testa all’indietro con un gesto che sia Regina sia Rumpelstiltskin trovarono dolorosamente familiare.

“Oh, ma certo.”

Evitò di rispondere all’accusa, ma i suoi occhi si fissarono gelidi su Belle, poi su Killian e Regina.

“Vedo che alla fine non hai dato ascolto alle mie parole, figliola. L’amore è una debolezza, ma se anche non fosse così, è troppo basso persino per te metterti con un pirata che ti tradisce continuamente con il pavimento e che viene messo al tappeto da chiunque respiri.”

Killian arrossì, ma Regina non disse niente. Sapeva meglio che non discutere con la madre.

“Inoltre, mi dispiace sgonfiarvi questa vostra piccola bolla di certezze, ma la colpa non è neppure mia.”

David alzò gli occhi al cielo.

“E di chi sarebbe, allora?”

“Ma di Rumpelstiltskin, naturalmente.”

Un silenzio di tomba accolse le sue parole. Belle stava per alzarsi, indignata, ma lui la trattenne. Le labbra erano atteggiate in un sorriso sarcastico e non sembrava neppure un po’ preoccupato.

Cora continuò.

“Lui mi ha insegnato la magia. Lui ha persuaso Regina a spingermi oltre lo specchio, mandandomi nel Paese delle Meraviglie, dove diventai la regina di cuori. Lui ha insegnato la magia anche a mia figlia, l’ha raffinata come si fa con un metallo grezzo per farla diventare ciò che è ora. Lui ha ucciso Milah, la compagna di Hook, ed è per questo che lui cerca vendetta. La maledizione è stata preparata da lui.”

Baelfire lanciò al padre un’occhiata addolorata. Una parte di lui voleva difendere il genitore, ma l’altra gli ricordava fin dove poteva spingersi il Signore Oscuro.

Belle non era stata altrettanto contenuta.

“Tu! Come osi…? Tutto quello che ha fatto l’ha fatto per ritrovare suo figlio! Tu puoi dire altrettanto? Persino da morta devi rovinargli la vita?”

Rumpelstiltskin le posò una mano sul braccio.

“Ti prego, Belle. Quello che Cora ha detto è vero. Le ho insegnato la magia, l’ho fatto anche con Regina, ho contribuito a cancellare in lei quello che c’era di buono, ho ucciso Milah e ho creato la maledizione che ci ha portati qua, ma non ho fatto nulla senza motivo.”

Killian strinse i bordi della sedia con la mano buona. 

“Non hai scuse per avere ucciso Milah, coccodrillo.”

Rumpelstiltskin lo raggelò con uno sguardo e all’improvviso diventò chiaro a tutti i presenti che quell’uomo poteva diventare il Signore Oscuro da un momento all’altro.

“Mi spiegherò meglio. Detesto ripetermi, ma io ho sempre un motivo perfettamente valido, almeno per me.” 

Fece un gesto verso Bae.

“Immagino che tutti sappiate, a questo punto, che quel ragazzo è mio figlio. Ebbene, è per proteggere lui che sono diventato il Signore Oscuro. Lasciandolo andare, ho commesso il più grande errore della mia vita, così ho passato trecento anni cercando di raggiungerlo nel mondo senza magia.”

“Scagliando una maledizione?”

“E chi vi ha dato i mezzi per spezzarla? Chi ha fatto in modo che Emma diventasse prodotto del Vero Amore?”

Tutti tacquero e lui sorrise.

“Come pensavo. Tutto quello che ho fatto è stato per trovare Bae.”

Granny alzò la balestra.

“E quello spettro che ha distrutto mezza città?”

David lo fissò.

“Non hai mai dato spiegazioni per quello. Con Emma e Snow scomparse, nessuno te le ha più chieste, Rumpelstiltskin.”

“Quella era una faccenda personale tra me e Regina, per aver tenuto rinchiusa Belle per più di ventotto anni, prima in una prigione e poi in un sotterraneo adibito a manicomio. Non vedo come possano essere affari vostri.”

Belle abbassò lo sguardo, imbarazzata d’esser stata tirata in ballo dopo il suo scatto di poco prima.

Killian Jones infilzò il tavolo con l’uncino.

“E che scuse hai per aver strappato il cuore a Milah, coccodrillo?”

“Milah non era altro che una grandissima egoista.”

“Come osi… solo perché eri un codardo…”

“Ho lasciato il campo di battaglia perché una veggente mi aveva detto che ero diventato padre, e non volevo che mio figlio crescesse senza padre, come era successo a me. Se questo fa di me un codardo, allora lo sono. Ma Milah, come ben saprai, pirata, non apprezzò il mio gesto e mi rese la vita un inferno e nemmeno cinque anni dopo è fuggita con te.”

“E per questo l’hai uccisa?”

“L’ho uccisa perché non una sola volta si era preoccupata di chiedere come stesse Bae.”

“Ha sempre rimpianto di averlo lasciato…”

“Oh, infatti in dieci anni ha spedito moltissime lettere sincerandosi se suo figlio fosse vivo, morto, chissà dove. Non voglio giustificare il mio gesto, ma all’epoca ero diventato da un anno Signore Oscuro e non avevo ancora imparato a controllare il male che mi era entrato dentro.”

Belle gli strinse la mano e gli occhi di Snow erano molto commossi. Bae lo guardava come se non lo avesse mai visto prima. Tutto il tempo passato ad odiarlo per averlo abbandonato, non lo aveva mai capito fino in fondo… aveva fatto tutto per lui, e lo aveva ripagato comportandosi come un bambino viziato. 

“E comunque, non è nemmeno mio padre è la causa di tutto.”

Tutti gli occhi si puntarono automaticamente verso Bae.

“La colpa di tutto… ricade sul duca che ha arruolato i quattordicenni nella Guerra contro gli Orchi. Se non l’avesse fatto, mio padre non sarebbe diventato il Signore Oscuro per proteggermi e… e tutto il resto che avete già sottolineato.”

David stava per protestare, ma Snow gli afferrò la mano e annuì.

“La riunione è conclusa. Il vero colpevole è il duca.”

  
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