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Autore: I Fiori del Male    19/06/2013    8 recensioni
Marie Grandier e il generale Jarjayes sono rimasti soli nel palazzo, soli col triste ricordo dei due giovani che lì avevano vissuto la loro breve vita. Poi un giorno Marie trova il coraggio, per la prima volta dalla morte di André, di entrare nella sua stanza, e così ....
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MEMORIE DI ANDRE GRANDIER
Capitolo IV – Sulla tomba

 
Ringrazio tantissimo voi Miriade, Sb83, Tetide, Dalmata, Teschietta e 38kili, che avete letto e recensito la mia storia, e vi dedico questo, che è l’ultimo capitolo e, si spera, il migliore.

Un tempo il generale Jarjayes non l’avrebbe perdonata per aver preso la carrozza senza il suo permesso, ma oggi Marie non è affatto spaventata da questa probabilità. Pur avendo approfittato delle ore di riposo del generale per fare ciò che stava facendo, sapeva che se anche gli avesse chiesto di usare la carrozza lui, nelle condizioni in cui si trovava, non avrebbe battuto ciglio. D’altronde, gli acciacchi dell’età non le avrebbero permesso di arrivare ad Arrès in alcun altro modo.

Perché stava andando lì? Semplice, riteneva fosse giusto continuare a leggere quelle memorie presso il luogo dove si trovavano i protagonisti di quella storia eterna: Oscar e André, sepolti insieme nell’ennesimo dei luoghi della loro infanzia.

Le colline di Arrès, in quella giornata di primavera, erano in fiore. Gli alberi erano folti, tutto attorno a Marie parlava di vita anche lì dove si conservava la memoria di due giovani morti, come se in realtà il loro sacrificio stesse servendo a nutrire la terra che li aveva visti crescere. Un pensiero romantico che aiutava Marie a non soccombere di fronte alla vista di quell’unica lapide, posta sotto l’albero dove si arrampicavano da bambini, un albero di ciliegie che amavano saccheggiare tutte le primavere. Sulla fredda pietra era scritto ciò che erano stati, amici, compagni di battaglia e amanti di un amore breve ed intenso strappato loro via dalla rivoluzione, ma era scritto anche ciò che non erano stati, perché accanto al nome di Oscar era scritto il cognome Grandier.

Lì Marie lesse le pagine scritte da André quando era ormai diventato soldato della guardia, pagine che forse, anzi quasi sicuramente era stato Alain a riportare in casa Jarjayes.

“sono un soldato della guardia, ora. Lo sono perché Oscar è diventata comandante di questo reggimento e, anche se ha detto di non aver bisogno di me, so di essere l’unico in grado di proteggerla perché le sono stato posto affianco da bambino a questo scopo. Qui nessuno vuole che la mia Oscar prenda il comando, perché nessuno la conosce. Credono tutti che si tratti di una donnicciola, ignari del fatto che se decidesse di misurarsi con loro alla spada non ce ne sarebbe uno in grado di batterla. Fa quasi ridere, come situazione.

Fa un po’ meno ridere che qui tutti mi fissino. Devono aver capito fin da subito che conosco Oscar già da un bel po’, inoltre sono l’unico per ora a non oppormi ai suoi ordini, fatto che parla da se. Ma in fondo non sono venuto qui per fare amicizia, solo per starle accanto. . . . .

. . . . . oggi mi hanno preso a botte tutti insieme, hanno scoperto che sono l’attendente di Oscar e pensano che io sia un nobile venuto a giocare ai soldati, quando non sono affatto nobile e non ho alcuna intenzione di giocare. Quando si sono fermati è arrivato Alain, credo di aver detto qualcosa a proposito di Oscar e del tenente Girodelle, visto che poco prima era passata mia nonna a dirmi che aveva chiesto la mano di Oscar al generale, e io di certo non l’avevo presa bene. Credo di averlo fatto perché Alain si è messo a ridere e mi ha detto di aver capito tutto. Poi ho perso i sensi, non so cosa sia accaduto dopo . . . . .

Marie continuò a leggere imperterrita, ripercorrendo memorie di fatti a lei conosciuti e sconosciuti, accaduti presso le camerate della guardia o a casa o durante le pattuglie, pezzi della vita di André che ruotava costantemente attorno a quella di Oscar e di tutti i personaggi che negli anni si erano affacciati alla loro vita, cose che voi lettori già sapete, sentimenti che voi stessi avete vissuto con loro facendoli vostri pur provenendo da un’epoca lontana e in parte dimenticata. Man mano che le poche date scritte da André si avvicinavano inesorabilmente agli ultimi giorni, Marie sentiva il suo volto inondarsi sempre più di lacrime e la sua voce spezzarsi e affievolirsi, fin quando giunse alle ultime righe delle memorie di André, che si sforzò di leggere a voce alta e ferma, come a volerle fare arrivare a Oscar, come a volerle ricordare a suo nipote:

“ Oggi, e domani, e il giorno dopo ancora combattiamo insieme, Oscar. Combattiamo con tutte le nostre forze, così vinceremo e potremo vivere i giorni che restano chiamandoci marito e moglie, come sarebbe dovuto essere da sempre, come sarà per sempre.”

 
                                                                                                                                                                         * * * * * * * * * * *
 
                                                                                                                                                                                  EPILOGO

Marie rientrò in casa quando si stava ormai facendo buio, avendo cura che il generale, di nuovo seduto nel salone e intento a fissare il fuoco crepitante nel camino, non si accorgesse di nulla. Ripose i fogli in camera di suo nipote, proprio dove li aveva trovati, e prima di andare a coricarsi fece il giro della casa per controllare che in sua assenza tutto fosse rimasto al proprio posto. Fu così che si ritrovò in camera di Oscar, poiché si era resa conto di aver compiuto un’indelicatezza, lasciando la porta semiaperta. Vi entrò nuovamente e si perse nei suoi pensieri guardandosi attorno, proprio come aveva fatto quella stessa mattina, ma i suoi occhi notarono , stavolta, qualcosa di nuovo che le fece avere un tuffo al cuore:

C’era un foglio sulla scrivania di Oscar.

I polsi di Marie presero a tremare. Dentro di lei si fece strada per un attimo l’assurda idea che Oscar, sentendo le parole che lei aveva letto sulla sua tomba, fosse tornata e avesse lasciato un messaggio. Comunque fosse, Marie sentiva di dover leggere anche quel foglio, qualunque cosa vi fosse scritta.

La scrittura di Oscar era molto più elegante e disciplinata di quella di André, anche i termini utilizzati erano diversi e denotavano una cultura che suo nipote, pur leggendo spesso e niente affatto costretto, non possedeva perché non ne aveva bisogno.

La data risaliva a qualche giorno prima della rivoluzione, l’ultimo giorno in cui Oscar si era concessa di tornare a casa, l’ultimo giorno che lei e suo padre l’avevano vista viva.

“ Padre,

oggi che vi scrivo per la prima volta so che potrebbe essere l’ultima, poiché la rivoluzione avanza e poiché sono malata di tisi, cosa che voi non saprete fin quando non leggerete ciò che vi scrivo. Vi ringrazio per aver tentato di regalarmi la vita che mi spettava, così facendo mi avete aperto del tutto gli occhi, ma rendetevi conto che semmai riuscirò a sposarmi non sarà con altri che con André. Egli è l’unico che desidero al mio fianco, nulla importa che non sia nobile di casta, voi sapete che senza dubbio lo è d’animo e in un uomo non cerco altro. Sappiate che io non vi ho mai odiato per come avete scelto di educarmi, per la vita che mi avete imposto, poiché mi avete concesso privilegi che nessun’altra donna di Francia, nemmeno la regina, ha mai potuto vantare. Sappiate quindi anche che se cercate un perdono esso vi è già stato concesso, o meglio non è mai servito.

Marron,

Siete stata sempre gentile con me, non sarò mai in grado di ringraziarvi abbastanza per gli sforzi che fate nel mantenere ogni giorno la casa nel suo splendore e nel sopportarci, me mio padre ed André. Mi avete vista crescere e rimarrete nella mia mente sempre come una seconda madre.

Mio André,

Senti anche tu la rivoluzione avanzare? Se mi conosci abbastanza saprai che non ho alcuna intenzione di combattere contro il popolo francese. So che i miei soldati appoggeranno questa causa, poiché sono figli del popolo. Tu resterai al mio fianco? Se accetti allora . . . . .

Marie arrivò alle ultime parole, e quando le lesse sorrise, mentre il filo rosso legato a Oscar e André, in esse, si faceva più tangibile che mai.

 
. . . . allora oggi, e domani, e il giorno dopo ancora combattiamo insieme, André. Combattiamo con tutte le nostre forze, così vinceremo e potremo vivere i giorni che restano chiamandoci marito e moglie, come sarebbe dovuto essere da sempre, come sarà per sempre.”
 
                                                                                                                                                                                            FINE.
 
   
 
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