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Autore: Maharet    19/06/2013    5 recensioni
La scomparsa di una persona cara é sempre un duro colpo, soprattutto se l'incertezza sul suo destino impedisce di guardare avanti. Sono passati cinque anni dalla scomparsa di Alec, e ormai solo le due persone a lui più vicine non si rassegnano a crederlo morto. Ma a volte nemmeno la morte riesce a recidere legami così forti, e forse la speranza di Magnus e Jace non é del tutto vana...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Credo che questa storia meriti una breve premessa. E' la mia prima long su SH, nata per caso da un dialogo con Terry (sì, è anche colpa tua!) sui possibili futuri sviluppi dei nostri adorati Malec. Ho inserito l'avvertimento "What if?" in quanto, come avrete modo di capire dal prologo, il punto di partenza é un grandissimo cambiamento per Alec. Non sarà lunghissima (una quindicina di capitoli, più o meno) e ormai é quasi interamente scritta, quindi conto di pubblicare con una certa regolarità.

Tutte le mie storie sono dedicate a Min, la mia dolcissima compagna di role, ma questa lo è in modo particolare. Perché mi spinge a scrivere sempre qualcosa di diverso, e ha sufficiente fiducia in me da bastare per tutte e due.




Alec aprì gli occhi nel buio, un’ondata di panico a chiudergli la gola in una morsa. Avvertiva i pesanti pali di frassino, intagliati a forma di croce, che gli avevano posizionato intorno come se fossero conficcati nella sua stessa carne. Percosse con violenza il coperchio della bara, sopra di lui, ma nonostante la forza dei suoi colpi non si mosse di un millimetro. Una voce nella sua testa lo avvertì che, con tutta probabilità, era stata inchiodata.

Prima che avesse il tempo per abbandonarsi allo sconforto, tuttavia, il pesante coperchio fu divelto con un fragore assordante e lanciato chissà dove, aprendogli la nuova prospettiva di un cielo plumbeo, luna e stelle nascoste da pesanti nuvole cariche di pioggia. Un uomo imponente, probabilmente lo stesso che l’aveva appena liberato, era intento a sradicare le croci, gettandole lontano quasi con noncuranza.

Se anche non avesse scorto l’esile figura bionda alle sue spalle, lo sguardo fisso e vitreo dell’uomo gli avrebbe confermato senza ombra di dubbio che si trattava dello schiavo di un vampiro. Maureen si avvicinò quasi danzando, lo sguardo insieme giovane ed antico che ricordava, una scintilla di follia in fondo agli occhi azzurri.

-        Ben svegliato, amico mio…

Mormorò con voce acuta e cristallina, tendendogli la mano. Alec la allungò contro la sua stessa volontà, mentre il sorriso della vampira si tingeva di una tenerezza inaspettata, il genere di sorriso che una madre riserva ai proprio figli e a nessun’altro. Seppe, in quell’istante, di appartenerle.

Lei lo trasse in piedi in silenzio, lasciandogli tutto il tempo di scrutare il proprio corpo incuriosito, scoprendo con apprensione che i marchi erano scomparsi. Non si era trattato di un sogno, dunque. Aveva creduto di morire, ma non era la morte che aveva a volte agognato. Percorse con le dita il proprio corpo, scoprendolo più duro di quanto ricordasse, e liscio come seta, senza più traccia delle cicatrici che vestiva come una seconda pelle.

Il tocco delle sue stesse mani riportò alla sua mente il fantasma di altre carezze, ed il cuore ormai immobile si strinse dolorosamente al centro del suo petto. Magnus aveva amato molti vampiri, nella sua vita. Gliel’aveva detto lui stesso. Una, in particolare, l’aveva persino incontrata. Ma era diverso. La loro natura era probabilmente una delle cose che l’avevano attratto, di cui si era innamorato. L’Alec che aveva amato, invece, era uno Shadowhunter, e non avrebbe potuto esserlo mai più.

Eppure, se lui fosse riuscito ad amarlo comunque, la sua immortalità non sarebbe più stata un ostacolo, tra loro. Avrebbero potuto passare tutta l’eternità insieme… scosse la testa per allontanare quei pensieri illusori, mentre la mano di Maureen si posava sul suo braccio, forse per riportarlo alla realtà. Stavano passando alcuni umani, il profumo dolce del loro sangue gli solleticò le narici e fece snudare spontaneamente i suoi canini, che gli ferirono il labbro inferiore.

Simon era riuscito a dominarsi, quando era stato trasformato. Certo, aveva quasi ucciso Maureen, che allora era solo un’innocente ragazzina umana, ma ce l’aveva fatta. Avrebbe fatto lo stesso e, quando si fosse sentito pronto, sarebbe andato da Magnus. La speranza, in fondo, è sempre l’ultima a morire, si disse seguendo la vampira verso quella che sarebbe diventata la sua nuova vita.da PensieriParole
   
 
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