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Autore: Debbie    03/01/2008    12 recensioni
- A che pensi? – mi chiede all’improvviso
- A te – Occacchio! E mo’ che mi invento? Arrossisco di botto, poi aggiungo – Cioè no, non pensare male, non a te come ragazza, ma … ma… che sei cresciuta! –
Mi guarda con fare omicida per circa tre secondi, ed io mi sento morire. Hermione, ti scongiuro, non mi fissare così…
- Tutti crescono, Ronald – risponde, con un pizzico di ironia. Poi aggiunge – E non ti preoccupare, non pensavo male: lo so che per te non sono una ragazza… -
Un pomeriggio assolato alla Tana, la casa deserta, ed una conversazione strana. Come succederà poi? Leggete!
Eccomi qui, con la mia prima one-shot. L'idea nasce da un sogno che ho fatto, particolarmente carino ;-)
Spero vi piaccia, non è chissà cosa, ma penso non sia proprio male male... Me lo lasciate un commento? Thanks!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bene bene.. Chi non recensirà verrà colpito da maledizioni varie... Ghgh...
Dai scherzo, am che vi costa spendere 5 minuti del vostro tempo per fare felice una povera "autrice"?' Accetto di tutto ;-)


All or Nothing
Non voglio compromessi...


Apro lentamente gli occhi, la luce mi da fastidio… Mi metto a sedere, la coperta dei mitici Cannoni cade, ma non me curo. Anzi, controllo l’ora, ed è tardi. Anzi, tardissimo. L’una meno dieci.
Oh porca puffola.. A quest’ora mamma avrà già sclerato!
Corro in bagno, mi lavo veloce, mi vesto e scendo in cucina… però è strano, c’è un silenzio irreale in questa casa. Mi giro intorno, come per avere una panoramica del tutto, ma davvero non c’è nessuno. Niente biglietti, niente di pronto x saziare la fame del piccolo Ron…
Imbronciato, esco. È caldo, caldissimo, tipica giornata di fine Luglio. Mi viene in mente che tra poco sarà il compleanno di Harry, e non ho idee per il regalo. Sbuffo, cammino senza una metà, calciando qua e là un povero sassolino, che ha avuto la sventura di trovarsi sul io cammino.
Poi la vedo… Hermione. Sorrido, e la fisso, come sempre quando so che non mi vede. Mi ero dimenticato che alla Tana c’era pure lei. Come diavolo ho fatto? Mi do del malato mentale, poi le vado incontro.
Mi avvicino, e noto che è addormentata. A pancia in giù, sulla mia amata amaca, con indosso solo il costume. È più forte di me, le sfioro la schiena con le dita. È un contatto lieve, delicato, ma lei si volta comunque, con un sobbalzo.
- Ron! Ma sei matto?-
- Io… Cioè, no… Scusa!- sbotto, imbarazzato, sento le orecchie andarmi a fuoco… lei forse le nota, perché porta lo sguardo proprio su di loro (dannazione!), ma sorride
- No scusa tu – mi guarda negli occhi, potrei sciogliermi – è che hai le mani fredde! –
Che stupido che sono… Non ho pensato che con lo stare al sole potesse essersi infuocata la pelle… Sorrido, sembro anche mezzo stupido, poi mi riscuoto.
- Ah si infatti… Pensavo no… che potessi aver bisogno della crema solare! –
Tadaaa! Sono troppo forte… Ho trovato una scusa anche stavolta, mi amo da solo!
Lei mi guarda, un po’ perplessa, poi scoppia a ridere. Si volta, e si mette seduta. Non dice niente, si limita a fissarmi… Ed io la fisso di rimando, è mi ritrovo ancora a pensare a quanto sia piccola in confronto a me, di quanto mi piacerebbe proteggerla, farla dormire con la testa sul mio petto…
- A che pensi? – mi chiede all’improvviso
- A te – Occacchio! E mo’ che mi invento? Arrossisco di botto, poi aggiungo – Cioè no, non pensare male, non a te come ragazza, ma … ma… che sei cresciuta! –
Mi guarda con fare omicida per circa tre secondi, ed io mi sento morire. Hermione, ti scongiuro, non mi fissare così…
- Tutti crescono, Ronald – risponde, con un pizzico di ironia. Poi aggiunge – E non ti preoccupare, non pensavo male: lo so che per te non sono una ragazza… -
Lo dice con un tono così rassegnato, che mi mette i brividi. No Hermione, che hai capito? È vero, tu per me non sei una ragazza, sei la ragazza! Abbozzi un sorriso, ed allora io faccio per parlare, ma mi fermi, una mano sulla bocca – No Ron, non dire niente. Non voglio addentrarmi in discorsi potenzialmente imbarazzanti… -
E ti ridiscendi, chiudi gli occhi, e mi ignori. Mi siedo per terra, sotto l’amaca, scervellandomi su come farmi perdonare, ma niente. Il mio cervello è in stand-by, come sempre quando ci sei tu. Ma che mi fai??
Certo che è caldo… la maglietta mi si è tutta appiccicata al torace, e mi da fastidio
- Herm? -
- Si? – vai Ron, che ti ha risposto! – Che ne dici di un bagno?- mi tiro su in piedi, e ti guardo. Apri gli occhi, sembri pensarci, poi sorridi furba – Si e no. –
Oddio, perché fa così? Ma si diverte tanto?
- Ehm… perché si e no? – chiedo, realmente spiazzato, sembri idiota. Cioè, lo sono già, ma così tolgo ogni dubbio.
- Si, perché ho voglia di fare un bagno, ci pensavo da prima. No, perché è lontano, e non ho voglia di camminare fin là…-
Un sorriso sornione mi illumina il viso. E dov’è il problema? Senza darle il tempo di dire altro, o di fare nient’altro, la prendo tra le braccia, e lei, per non cadere, è costretta ad allacciare le sua mani dietro al mio collo. Sia lodato Merlino! Si agita per un po’, ma non riesce a liberarsi… D’altra parte sono più forte di lei, più alto, e alla fine capisce pure lei che si deve arrendere. Mormora un lieve – Grazie – ed il mio cuore va in fibrillazione, al sentire il suo respiro così vicino al mio.
È un po’ arrossata anche lei, adorabile… Poi arriviamo, con mio profondo dispiacere. La scendo delicatamente, e lei corre subito in direzione dell’acqua fresca, tuffandosi. Un’infinità di spruzzi mi colpiscono, impreco sotto voce, è gelata! Ma non mi ha sentito, quindi le sorrido, e togliendomi la maglietta, mi tuffo.
Un paio di bracciate e le sento di fianco. Iniziamo un lotta sott’acqua, e poi sopra, mi sale sulle spalle, cerca di mettermi la testa sott’acqua, e poi l’afferro per un braccio, e le faccio il solletico…
Continuiamo così per un po’, non saprei dire quanto, ma è bellissimo… ha il fiatone, mi fa l’occhiolino e nuota verso la riva. La vedo aggrapparsi la bordo del laghetto, ed altrettanto faccio io, raggiungendola. È appoggiata sui gomiti, sorridente, bagnata. Bellissima, come sempre, ma se possibile di più.
- Senti Herm – faccio io, per non stare in questo silenzio – dove sono gli altri? -
Domanda legittima, la casa era vuota. Aggrotta la fronte per una frazione di secondo, poi risponde - Non te l’ho detto? Ginny è con tua madre, dovevano fare delle spese… hanno chiesto se volevo andare con loro, ma sai, non avevo voglia. Harry ed i gemelli sono a giocare a Quidditch e…- ti interrompi, arrossendo furiosamente. Sorrido, che mi nascondi, Herm? - E?? - La esorto io, curioso…
- Senti, non ti arrabbiare, ok? - premette, e faccio segno di no con la testa - Mi aveva detto che dovevo mandarti da loro, se ti avessi visto, ma ti giuro, ti giuro che mi sono dimenticata! - mi guardi, come ad aspettarti ua sfuriata. Ma non verrà. Pensi davvero che preferisca giocare a Quidditch che passare un pomeriggio con te? Ok, a volte te l’ho lasciato intendere, però…
- Di’ la verità: mi volevi tutto per te, è? - rido, ma tu non lo fai. Anzi, se possibile sei ancora più rossa di prima. Balbetti qualcosa, che io non capisco. - Dai, non fa nulla. Non avevo voglia di giocare, con questo caldo… -
Sembri sollevata, e rimani in silenzio per un po’. Che ci avessi preso prima, a dire in quel modo? Che veramente volesse stare con me, e non me lo avesse detto apposta? Maddai Ron, che fantasticherie vai pensando… E’ impossibile, assurdo... E poi mi viene in mente quello che ci siamo detti all’amaca, il tuo tono, rassegnato, ma anche triste… Decido di parlarne, se sarà imbarazzante, pazienza.
- ‘Mione? - ti volti verso di me, mi guardi con quegli occhi che tanto adoro… non dici nulla, lo prendo per un invito ad andare avanti - Senti, a proposito di prima, del fatto di essere una ragazza…- E qui mi fermo, hai sgranato gli occhi, quasi spaventata. Ma non demordo - Ti volevo dire che bè… io… Per me sei una ragazza! -
- Grazie, Ron. - sorridi appena, ma mi rendo conto che ciò che ho detto non era quello che volevo realmente dire. Ci riprovo - Cioè… è difficile… Herm, per me sei una ragazza, una bellissima ragazza . Ok, siamo entrambi rossi come peperoni. Mi fissi incredula, mi sento strano, poi domandi - Dici… Dici sul serio? -
- Mai stato più serio in vita mia - Sorrido, rincuorato. In fondo non mi ha urlato contro, è un buon segno, no?
Sorridi anche tu, sembri quasi contenta. O forse è la mia testa, che fa tutta da sola. Ancora una volta continui a tacere, eppure mi sento armato di un insolito coraggio, e proseguo. Un po’ titubante, ma proseguo…
-E se ti dicessi che mi piaci? - la butto lì, quasi ironico, dentro però tremo…
Rimani interdetta per un attimo, poi ti riprendi e rispondi, ironica - Penserei che mi stai prendendo in giro -
Mmm, no, non voglia arrendermi proprio adesso. Anche se in forma teorica, le ho detto che mi piace!
- E se ti rispondessi che dico sul serio? - Ti mordicchi un labbro nervosa. Non vuoi cedere, eh?
- Ti chiederei come ti piaccio. - oddio, che vuoi dire? Mi gratto la nuca, non ho capito quello che intendi
- Cioè? - sorridi teneramente, come una mamma che spiega per la milionesima volta la stessa solfa al bambino. Herm, io però non sono un bambino, è solo che non sono bravo in queste cose.
La tua voce è un sussurro, ma la percepisco immediatamente - Voglio dire, se ti piaccio come ti piace una bambina a 13 anni, è qualcosa di più profondo, di più…- ma non lo sai neanche tu, vero? Però ho capito quello che vuoi dire, anche se non ho idea di come risponderti. Cioè, l’idea ce l’ho, ma è troppo. Troppo per me, rischio l’infarto. Faccio un sospiro lungo, lunghissimo, come a voler prendere più ossigeno possibile, e poi lo dico.
- Mi sono innamorato, di te. - E stavolta non c’ è nessun condizionale a coprirmi, niente, questa è la pura verità. Ti guardo, e quello che vedo quasi mi spaventa. Un lampo di felicità attraversa i tuoi occhi, che ora però sono incredibilmente tristi. Non capisco…
- Non mi basta -
Cosa, non ti basta? Io? Quello che ho? Aiutami, sto impazzendo… la mia espressione è interrogativa, sono nel panico, e credo che tu lo capisca, perché riprendi a parlare. La tua voce è seria, composta, da donna. Non ci sono tremolii vari, nulla di tutti ciò. Mi fisso sui tuoi occhi, e ti ascolto, attento.
- Ron, a me non basta. Io non mi sono innamorata dite,io ti amo. - - Tutto di me ti ama: questi capelli, questi occhi, queste mani. E amo tutti di te: il fuoco dei tuoi capelli, il mare dei tuoi occhi, i tuoi pettorali, la tua buffa camminata…- Sorridi per un attimo, mentre io mi sento in paradiso. Hai gli occhi bassi, non mi guardi più, avverto un piccolo singhiozzo. Hai abbassato le tue difese, so che ti è costato tanto. Vorrei dire qualcosa, ma riprendi a parlare, così taccio-
- Capisci adesso perché non mi basta che tu sia innamorato? Io non voglio compromessi, ormai ho imparato ad accettare questo amore, è una parte di me, e se non posso averlo come voglio io, allora non lo voglio per niente.-
Alzi lo sguardo, incontri il mio. - O tutto, o niente.-
Come sei decisa, quasi ti invidio. Ora hai le lacrime agli occhi, cerchi di ricacciarle indietro, e questo tuo sforzo mi fa sorridere. Mi abbasso su di te, il mio pollice va ad asciugare una di quelle gocce salate che, ribelli, ti sono sfuggite, poi ti bacio. Come se fosse niente, come se fosse tutto perfettamente naturale, poggio le mia labbra sulle tue, leggere, fresche, vellutate, e ti assaporo. Non mi respingi, anzi ti avvicini un po’ più, ma alla fine è la tua testa che vince - Non è questo che voglio. -
Lo so, tu non vuoi un semplice bacio, vuoi me. Lo so, ora lo so per certo. Il mio cuore scoppia, la mia testa pure, però mi sento così felice che potrei toccare il cielo con un dito
- ‘Mione, tu lo sai quanto sono testardo, infantile, immaturo. Sai quanto abbiamo litigato, sai quante ce ne siamo dette, quanto ti ho fatto piangere. Scusami, perché il mio era solo un modo per poterti stare vicino, senza imbarazzo, o nient’altro. C’ho messo una vita per capirlo, perché sono stupido, ma adesso ne sono più sicuro che mai.- mi avvicino nuovamente a quelle labbra, e ti sussurro quello che epr anni ho taciuto, anche a me stesso - ti amo.-
E poi ti bacio, non resisto. Ed è la cosa più bella che abbia mia fatto, più bella di volare, del Quidditch, delle abbuffate di Natale, di qualsiasi cosa. Sei unica, ed il saperti finalmente mia mi sembra un sogno, ma per favore non svegliatemi. Con la lingua premo un po’ sulle sue labbra, a cercare un varco che subito si spalanca, ed è un turbinio di sensazioni nuove, mai provate. Le nostre lingue si intrecciano, si accarezzano, si cercano, già esperte, come se non avessero mai fatto altro. Ci muoviamo in sincronia, senza staccarci, le mie mani sui tuoi fianchi, le tue tra i miei capelli, come ho sognato tante notti. Alla fine ci stacchiamo, sorridenti, ci guardiamo negli occhi, senza dire nulla. Non so quant’è durato, il nostro primo bacio, ma so già che non me lo dimenticherò mai.
Ora mi guardi, e divertita esclami - Che ne dici di uscire dall’acqua? Non ne posso più…- con un saltello sei fuori, e ti sono dietro. - Torniamo alla Tana? - chiedo, ed annuisci con la testa. Ti prendo la mano, e ci incamminiamo verso casa. Non parliamo, ognuno perso nei proprio pensieri. Nei miei, neanche a dirlo, ci sei tu, Hermione. Tu, e tutte le cose che voglio fare con te. Guardare le stelle la notte di San Lorenzo, dormire abbracciati, insegnarti a volare...
Ed in questo, non ci accorgiamo di Harry e di Fred e George, che maliziosi si sussurrano - Ecco perché non è venuto a giocare...-

Ora che siete giunti qui, me lo lasciate un commentino? Vi pregooo!
  
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