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Autore: CherryBlossomHime97    19/06/2013    7 recensioni
È tempo di SasuSaku! Questa storia è una raccolta di fic tutte inspirate a delicati momenti di convivenza tra l'ultimo del suo Clan e la giovane Kunoichi. Leggere, dai toni soffici e romantici in perfetto stile Uchiha per vivere insieme a loro tutto ciò che un amore così difficile può offrire.
Dal 1* Capitolo:
- Ti prego possiamo tenerlo?-
-Assolutamente no-
- Ma è così carino! Come puoi avere il coraggio di lasciarlo fuori ad una strada?-
- Mi chiedo come faccio ad avere la pazienza a non lasciare fuori te ad una strada!- Ma Sasuke si rese conto che l’ultima frase gli sarebbe costata caro quando vide gli occhi di Sakura spalancarsi offesi. Probabilmente l’avrebbe mandato a dormire sul divano per un bel po’. Vivere con quella donna era una vera fregatura, non erano sposati eppure era lui, il padrone di casa , a dover dormire sul divano quando lei aveva qualche motivo per essere arrabbiata.
** è gradita una recensione, per sapere cosa ne pensate :D
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Dedicata a te, che credi ancora in loro due.


Convivere, per Sopravvivere Insieme.


 

 Nello stesso momento in cui Sakura aveva imposto a Sasuke la sua presenza aveva capito che non sarebbe stata una cosa facile. Forse difficile tanto quanto dargli la caccia per anni, combattere la Quarta Guerra Ninja,  convincerlo a combattere, a tornare, a rimanere, a ricostruire tutto, e a vivere . Ma mai avrebbe immaginato il grado di isteria che poteva raggiungere l’ultimo Uchiha davanti a questioni del tutto banali e non.

 
 

 Chiusi in un Armadio.

- Potresti evitare di comprarmi vestiti nuovi?- chiese con stizza il padrone di casa, il sopracciglio lievemente arcuato.
- Potresti evitare di ostinarti nell’indossare sempre vestiti uguali, anche quando usciamo?-
-No-
-Allora no – sorrise Sakura, stesa sul sofà di villa Uchiha a leggere comodamente un libro.
Non si ricordava bene la prima volta che lei e Sas’ke avevano usato il “noi”, fatto sta che adesso era un pronome quasi accettato dal compagno e loro due erano quasi una coppia. E convivevano civilmente insieme, o quasi.

Sasuke sbuffò, visibilmente irritato.
- Che ti costa farti gli affari tuoi?-
-Nulla, ma ad esempio avresti potuto evitare di indossare la solita divisa da Jonin alla cerimonia di elezione di Naruto come Hokage- continuò Sakura.
-Tsk, stupido dobe che diventa Hokage- mormorò.
Sakura trattenne una risata a stento –Saresti potuto diventarlo anche tu, se non avessi distru…- ma si interuppe, meglio non dirlo esplicitamente.
Questa frase, se possibile peggiorò ulteriormente l’umore dell’uomo che preferì un dignitoso silenzio e si ritirò nella sua camera da letto, al piano di sopra. Anzi la loro. Sasuke doveva ammettere che tre anni fa, quando dopo esser ritornato al villaggio era stato condannato ad una sorveglianza strettissima aveva davvero creduto di impazzire: il dobe aveva fatto i salti mortali per essere il suo tutore, e lo era diventato. La cosa andò avanti per poco, perché benché Naruto erail suo migliore amico la loro convivenza era stata impossibile. Insomma, lui controllato dal dobe! E quando Villa Uchiha aveva rischiato il crollo a causa dei continui Chidori e scazzottate varie, Tsunade aveva ritenuto opportuno sostituire l’Uzumaki. Visto che non c’era nessuno che avesse voglia di dormire nella stessa casa con Sasuke e la sua katana, per forza di cose era stata scelta Sakura.
Il problema era che Sakura anche a fine della condanna, circa un anno fa, non era andata più via. Non che la cosa gli dispiacesse, s’intende.
 
Ora se possibile, l ‘Haruno era ancora più insopportabile di Naruto, e lui si rasserenava mentalmente dicendosi che non l’uccideva solo perché era bello tornare a casa dopo una missione e trovare la cena in caldo, e la sera dormire con una donna non era male, soprattutto se questa era Sakura. La sua Sakura. Forse l’amav- no, certo che no, che sciocchezza.

- Credo che fissare l’armadio non ti aiuterà- constatò Sakura , che aveva deciso di seguirlo in camera. Sasuke era buffo seduto sul letto con gli occhi fissi sull’armadio in un’espressione di sfida. –Perché non te ne provi qualcuno? Hanno anche il ventaglio dietro, come piace a te-
-Non usare questo tono, non sono un bambino –
-Non comportarti come tale allora- disse rassegnata.
 Sasuke si voltò per incenerirla con lo sguardo. Sakura non potè fare a meno di trovarlo incredibilmente tenero. -Le persone normali indossano vestiti comuni quando escono fuori casa, tu sei stato abilitato da poco a farlo dovres-
-Io non sono una persona normale- la interruppe brusco, la voce si era fatta ad un tratto gelida.
Sakura tremò lievemente. Iniziò a torturasi le mani. Era sempre difficile stare accanto a Sasuke. Era imprevedibile ed in un attimo l’ambiente familiare e caloroso che riusciva a costituire veniva annientato dal gelo che ancora abitava quelle iridi scure.  – Non dire così…-
-Che dovrei dire allora? Sono stato rinchiuso qui mentre il mondo fuori si riprendeva. Ed ora quando cammino per le strade la gente del villaggio mi evita, è schiva, ha paura. Quando vado in missione sono libero dai loro sguardi, ma quando sono qui quegli stessi sguardi rianimano tutti i miei fantasmi, e mi ricordano che si, fanno bene ad avere paura di me, per tutto quello che sono stato-. Sasuke sembrava improvvisamente stremato, stanco, come se il pronunziare quelle parole l’avesse affaticato fisicamente.

Sakura non era del tutto certa di cosa rispondere, si sedette sul bordo del letto, e appoggiò la testa sulla sua spalla, di lato, contemplando il vuoto insieme a lui. Il tempo passava, ma la loro relazione aveva sempre avuto bisogno di tempo. Tempo per conoscersi davvero ed accertarsi. Tempo per imparare cosa dire, cosa fare, tempo per capirsi. E Sakura ci riusciva, Sakura sapeva capirlo davvero, perché forse quando fissi il  buio tanto a lungo questo diventa inesorabilmente una parte di te, ed arrivi a comprenderlo.

 – Indossare la divisa da jonin ti fa sentire partecipe a questo mondo, un suo difensore, un vero eroe che svolgendo il proprio compito salva il villaggio ogni giorno- mormorò atona, arrivando ad una verità che era solo un’ ombra del denso buio che si portava dentro Sasuke.
-E che non ha più bisogno di essere salvato- la voce dell’uomo era quasi una preghiera.
-Siamo uomini, tutti hanno bisogna di essere salvati- Sasuke non parve per nulla soddisfatto da quella misera risposta, così Sakura continuò  – Forse se tu iniziasti  a considerarti più umano e meno eroe, sarai considerato più umano e meno assassino- 
Non era sicura di comprendere neppure lei il significato delle sue stesse parole  – è normale voler fare tutto giusto, dopo aver fatto tutto sbagliato. Ma in questo mondo non devi essere per forza un eroe o un traditore, puoi essere anche una di quelle persone che si svegliano ogni mattina consapevoli che non tutto andrà bene, ma ci proveranno comunque. Un uomo che ricorda ogni cosa del suo passato, perché senza il suo passato non sarebbe qui adesso, uno di quelli che si domandano se nel pomeriggio pioverà perché avrebbero voluto tanto organizzare una scazzottata allegra con gli amici giù in giardino. Un uomo che sta nel mezzo-
-Credi davvero che possa raggiungerlo?-
-Il mezzo, dici? La normalità?- Sakura parve pensarci un attimo, seria, poi alzò la testa e gli bisbigliò all’orecchio – Te lo prometto, Sa’ke-kun, ce la farai-

L’Uchiha sorrise, lui li vedeva ancora i fantasmi, ma probabilmente avrebbe potuto chiuderli nell’armadio al posto dei suoi vestiti nuovi.
 
 

Una nuova razza d’Uchiha.

- Ti prego possiamo tenerlo?-
-Assolutamente no-
- Ma è così carino! Come puoi avere il coraggio di lasciarlo fuori ad una strada?-
- Mi chiedo come faccio ad avere la pazienza a non lasciare fuori te ad una strada!- Ma Sasuke si rese conto che l’ultima frase gli sarebbe costata caro quando vide gli occhi di Sakura spalancarsi offesi. Probabilmente l’avrebbe mandato a dormire sul divano per un bel po’. Vivere con quella donna era una vera fregatura, non erano sposati eppure era lui, il padrone di casa , a dover dormire sul divano quandolei aveva qualche motivo per essere arrabbiata, inoltre non sapeva neppure fare le faccende di casa senza lamentarsi o cucinare bene e se non fosse per il fatto che lui riusciva sempre a spegnere le pentole in fiamme, Villa Uchiha sarebbe già andata a fuoco da un pezzo.

Sakura continuava a tenere in braccio il piccolo batuffolino bianco come la neve, gli occhi verdi fissati in quelli neri del cucciolo.
–Credo che lo chiamerò Katon-
- Cosa? Non puoi dare il nome del Fuoco a quel coso!-
- Questo coso è il nostro nuovo cucciolo e posso chiamarlo come mi pare-
- Nostro? Mi sembra di averti appena non dato il permesso di portarlo con noi-
- Bene, allora ho appena deciso di disubbidirti, cosa farai?- Sakura lo guardava con aria ti sfida. Ma quando aveva imparato a tenergli testa così?. Deciso comunque a mettere fine a quella situazione assurda, si avvicinò a Sakura e , prendendola di sorpresa, gli sfilò il cucciolo da braccio e lo posò a terra. Questo cacciò qualche sottile abbaio, molto simile ad un pianto. La ragazza non ebbe neppure il tempo di arrabbiarsi che si ritrovò a mezz’aria, in braccio a Sasuke con il viso contro il suo petto, in una posizione che in un altro contesto sarebbe parsa romantica, ma che adesso la faceva solo infuriare perché ne limitava i movimenti. L’ Uchiha iniziò a camminare verso casa, fortunatamente non troppo distante da lì, dando le spalle al cucciolo.

-Sas’ke lasciami subito! Lasciami ho detto!-
-Ho appena deciso di disubbidirti, cosa farai?- disse l’Uchiha con tono di scherno. Sakura sbuffò.  Si giro quel tanto che bastava per inquadrare il cucciolo che piangendo era fisso sul marciapiede.

-Katon! Katon!- urlò la donna, in un tentativo assurdo di farsi capire.
-Ma dai, neanche Akamaru deve aver capito la prima volta il suo nome- sorriedeva apertamente Sas'ke, certo del suo trionfo.
Ma Sakura perseverava, cercava di urlare più forte che poteva e di invitare con gli occhi il cucciolo a seguirli. Stranamente il batuffolo iniziò a muovere incerti passetti, muovendosi verso  la figura di Sasuke che si allontanava sempre più. Lo faceva in modo silenzioso, quasi avesse capito l’intera situazione.

Una volta dinnanzi Villa Uchiha, decidendo che il suo comodo viaggio tra le sue braccia era durato anche troppo, l’uomo lasciò andare la donna piuttosto malamente, ma fu estremamente sorpreso quando questa, invece di entrare subito in casa ed iniziare una delle sue solite sfuriate, si affrettò alle sue spalle e si chinò a raccogliere qualcosa sul vialetto del giardino. Qualcosa che era rimasto li ad attendere sul vialetto del giardino. Dannato cane.

Sakura si girò soddisfatta verso di lui,sorridendo beffarda con Katon stretto tra le braccia. –Non sei contento Sas’ke-kun? Ha già imparato la strada di casa!- .

Sasuke sorrise rassegnato. Se quel coso era abbastanza furbo da seguirlo senza farsi scoprire era degno di essere una specie di Uchiha.






*Angolino - ino- ino autrice 
Ciao ragazze! Ecco qui una cosa in cui non mi sono mai cimentata prima, una raccolta di brevi fic, per quetso vi prego salvatemi è non lanciatemi nulla *\*
Ultimamente mi sentivo piuttosto ispirata e sarà che amo alla follia le SasuSaku, sarà che prego ogni notte i Kami affinchè Kishimoto un giorno faccia vivere davvero Sakura e Sasuke insieme, non ho perso tempo e mi sono messa all'opera! 
Mi farebbe tanto piacere sapere cosa ne pensate... susu una recensione piccolina non costa nulla a nessuno, anche se è negativa!
Credo che aggiornerò moooolto presto! Sul serio tanto ora che è finita la scuola non ho molto da fare, a parte vagare per casa fingendo di essere una ninja ;)

p.s: ho inserito il giallo perchè non escludo che più in là qualche bacetto più appassionato se lo scambieranno ! *\*
Alla prossima!



Flyonclouds.


  
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