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Autore: manubibi    19/06/2013    1 recensioni
"Sulla parete a sud del loro rifugio di legno nel deserto sono cresciute lunghe dita e grosse foglie di edera, come se le bizzarre forme di vita di Gunsmoke stessero cercando pian piano di riappropriarsi del nulla che precedeva l'arrivo degli esseri umani, loro e le loro follie, la distruzione e il caos. O forse è solo negligenza, troppo tempo passato fuori dalla casa senza curarsi di ciò che c'è dentro, troppo tempo ad infilarsi in faccende che non li riguardano."
Piccola fic post-serie su Vash e Meryl.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Sulla parete a sud del loro rifugio di legno nel deserto sono cresciute lunghe dita e grosse foglie di edera, come se le bizzarre forme di vita di Gunsmoke stessero cercando pian piano di riappropriarsi del nulla che precedeva l'arrivo degli esseri umani, loro e le loro follie, la distruzione e il caos. O forse è solo negligenza, troppo tempo passato fuori dalla casa senza curarsi di ciò che c'è dentro, troppo tempo ad infilarsi in faccende che non li riguardano.
Meryl apre un occhio assonnata, guardando le ombre dell'edera che disegnano arabeschi sul pavimento contro la luce delle Lune, per poi voltare lievemente lo sguardo quando dei leggeri rumori metallici come di catene risuonano dalla stanza frontale. Sospira leggermente, guarda in silenzio l'orologio verificando l'ora tarda e sbadigliando, si alza e barcolla ancora assonnata verso la stanza di Vash.
Lui siede voltandole le spalle, sul letto, la schiena nuda e le coperte gettate oltre la testata. Meryl stropiccia gli occhi sapendo istantaneamente che dev'essere stato un incubo, e sarebbe pronta a voltarsi e tornare a letto se la sua voce non la chiamasse con una nota di fragilità.
«Meryl...»
«Cosa succede, Vash?» Chiede, sospirando ma avvicinandosi subito.
«Knives...» Mormora l'altro, probabilmente ancora immerso in un brutto sogno.
«Knives è morto, Vash. Va tutto bene.»
«Sì.»
Meryl fa per andarsene di nuovo, ma Vash continua a chiamarla, questa volta più supplichevole, cosa insolita. Di solito, anche quando si sente instabile, Vash lo sa nascondere bene, Meryl ci si era abituata e l'aveva accettato come forma di difesa.
«Vash, se ti senti in colpa-» Comincia lei, sedendosi accanto a lui.
«... Non mi sento in colpa» La interrompe, guardando in basso, il suo cappotto rosso sulle ginocchia, mentre giocherella con le fibbie. «Ho sognato quello che sarebbe potuto succedere, invece. Ho sognato che riuscivo a salvarlo.»
Meryl gli dedica uno sguardo triste e sospira. «Knives è morto molto prima che tu lo potessi rivedere.»
Vash tace, lo sguardo spento e le labbra che tremano appena.
«Vash?»
«Sì, hai ragione. È solo che... Ho sbagliato troppo, ho ucciso troppe persone, sono stanco di portarle tutte sul cuore» Risponde lui, passando le dita fra i capelli che ora si sono allungati e ricadono un po' in tutte le direzioni.
Meryl avverte una stretta di dolore nel petto, l'espressione si fa triste e le sue braccia circondano il collo di Vash, mentre le sue labbra sussurrano ciò che vuole dirgli da tanto.
«Ti amo lo stesso.»
Vash si volta verso di lei, gli occhi pieni di vecchiaia e dolore, ancora più malinconici perché no, l'amore potrebbe renderla qualcosa di totalmente sbagliato, soprattutto se è innamorata di lui.
«Meryl...»
«Non mi importa cosa ti dica la tua coscienza, perché tu sei buono e se hai ucciso delle persone lo hai fatto per un bene superiore...!»
«Sono un fuorilegge, Meryl.»
«Non mi importa! Se tu avessi lasciato vivere Knives ora io non sarei qui, Milly non sarebbe qui, nessuno sarebbe più qui! E se tu avessi lasciato vivere tutte le persone che sono morte per colpa tua, tutti noi saremmo morti al posto loro! Wolfwood è morto fidandosi di te, e adesso negare la validità di quello che hai fatto renderebbe inutile anche tutta la sua fiducia. Evita di dire queste cose di fronte a Milly, va bene?» Dice lei con convinzione, alzandosi e torreggiando su di lui con tutto il buonsenso che può.
Vash lascia trasparire un malinconico e piccolo sorriso non convinto, prima di posare il cappotto con cura sul comodino. Dopotutto, forse Meryl ha ragione o forse no, ma sicuramente averla accanto è un bene, e se il passato tornerà a battere cassa almeno riuscirà a proteggere lei, loro.
«Va bene» Risponde infine, alzando lo sguardo su di lei con la luce che passa attraverso l'edera ad illuminargli gli occhi. «Non una parola con Milly.
Meryl rimane a guardarlo mentre allunga una mano per chiederle silenziosamente di dormire con lui, e infine sospira cedevole, accettando l'invito.
«Se mi metti le mani addosso ti uccido.»
Vash sorride e le passa una mano attorno alla vita sentendosi un po' più leggero. «Neanche un bacio?»
«Sulle labbra» Contratta lei, premendo le mani sul suo petto, rabbrividendo per il calore del suo corpo sotto la coperta.
«Sulle labbra» Dice lui annuendo, abbracciandola e lasciandole un bacio leggero, stringendosi contro il suo corpo come se in fondo fosse lui ad aver bisogno di protezione.
La notte passa e le ombre stagliate sul pavimento cambiano con le ore e col passare delle Lune davanti alla finestra, Meryl le osserva con le dita che passano fra i capelli di Vash, che dorme sereno fra le sue braccia.
   
 
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