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Autore: alix katlice    20/06/2013    8 recensioni
( Tate/Violet ♥)
Quindici capitoli per quindici lettere dell'alfabeto, ognuna raccontante un missing moments della loro storia.
A - Attimi.
B - Bellezza.
C - Cadere.
D - Distruzione.
E - Elastico.
F - Fiore.
G - Gelido.
I - Illusioni.
L - Libertà.
M - Mamma.
N - Non conoscersi.
O - Occhi.
P - Parole.
R - Regalo.
S - Sogno.
[...]
p.s: qualcuno si sarà accorto che i capitoli dovevano essere diciannove (penso): lo pensavo anch'io, è solo che più leggevo questa fan fiction e più mi rendevo che su loro due non avevo null'altro da dire, -almeno non qui in questa storia e modalità. Grazie mille per chi ha seguito questa raccolta!
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tate, Langdon, Violet, Harmon, Violet, Harmon
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Attimi.
Non è di questo che è fatta la vita? Schegge. Ritagli. Attimi.

 

 
Missing Moment ambientato nella 1x01
 

Non è di questo che è fatta la vita? Schegge. Ritagli. Attimi. Valgo meno perché ne ho pochi o il fatto che siano pochi li rende più importanti?
Li proteggo quasi si trattasse della mia stessa vita.
Forse è così.
 
-Cit. Dentro Jenna
(Mary E. Pearson)

 
 
La maggior parte dei fantasmi della Murder House credeva che Tate non sapesse di essere morto.
Al contrario di ciò che pensavano, lui aveva compreso la sua situazione alla perfezione, e sfruttava questo dato a suo piacimento.
La cosa su cui avevano ragione era che non ricordava completamente il suo passato.
I ricordi arrivavano a momenti: due minuti prima non sapeva chi avesse procurato a Larry il suo volto sfigurato, due minuti dopo ne era più che cosciente.
La sua vita era costellata da attimi che gli sfuggivano dalle mani come sabbia.
 
***
 
Questa stanza.
Tate la ricorda come fosse stato ieri: erano entrati gli agenti in nero e, dopo che lui li aveva provocati e aveva afferrato una pistola, gli avevano sparato addosso.
Era morto così, proprio in questa stanza.
Perché?
È buio, fuori dalla finestra.
Il suo sguardo corre al pavimento.
Lui. Morto. Sangue che scorre, urla, pianti.
Si stropiccia gli occhi già lacrimanti: gli fa male non sapere il perché della sua morte.
Insomma, non può aver fatto qualcosa di così brutto, no?
Non lo ricorda, non ci riesce.
Si batte un pugno sulla testa per cercare di farla funzionare, per farle capire che gli serve quel dato per ricollegare il tutto della sua vita, per colmare quel vuoto che sente.
Niente.
Perché?
Sbuffa, un sospiro impercettibile: forza dell’abitudine, lui non ha bisogno di respirare per vivere.
Poi il suo sguardo corre al letto.
Violet Harmon dorme.
Questo è normale, tutte le volte che lui entra nella sua stanza lei dorme: non ha ancora il coraggio di venirla ad osservare di giorno.
Questa volta però c’è qualcosa che la turba: si agita nel sonno, rigirandosi nel letto, facendo cadere le coperte a terra. Tate non si avvicina.
Violet Harmon ha paura di qualcosa, dopotutto. Lei che gli era sembrata così forte, invece ha un punto debole.
- Non voglio – mugola.
Cos’è che non vuole?
- Smettila. Smettila, mi fa male.
Tate riesce a dimenticare per un momento il suo attimo di vita perduto: Violet Harmon sta sognando, e non deve essere qualcosa di piacevole.
Si avvicina lentamente, e si siede sul letto: la osserva lamentarsi, strizzare gli occhi, fino a che non se ne accorge.
Sta piangendo.
Una piccola lacrima scivola sulla sua guancia, poi un’altra, e un’altra ancora.
Violet Harmon, così forte all’apparenza, piange.
Le sfiora con il pollice la guancia bagnata, poi passa alle labbra secche, e sfiorando il mento scende con il dito fino all’attaccatura del collo.
È fredda Violet Harmon, particolarmente fredda per essere viva.
Si sveglia, e si tira a sedere di colpo.
Tate si rende invisibile: non deve vederlo in camera sua, seduto sul suo letto, all’una di notte.
Violet Harmon passa il braccio sugli occhi, asciugando le lacrime. Poi si alza e si dirige verso il bagno: prima di uscire dalla camera afferra un astuccietto nero.
Tate la segue, attento a non colpire niente mentre cammina.
Violet Harmon entra nel bagno e fa per chiudere la porta: Tate riesce a infilarsi dentro prima che la mano della ragazza possa toccare la maniglia. Gli passa vicino, e riesce a sentire il suo odore.
Vorrebbe tanto allungare una mano e sfiorarle il viso.
Lei tira fuori dall’astuccio una lametta di un temperino, e Tate capisce cosa sta per fare.
Rimane a fissare incantato la lama che taglia la pelle, le goccioline rosse che macchiano il bianco del lavandino, il viso impassibile di Violet Harmon.
Perché sono morto?
E ricorda.
Una pistola. Uno sparo. Corpi morti, lui che fischietta.
Una carneficina.
Attimo di vita ritrovato grazie al sangue di Violet Harmon che scorre. L’immagine del braccio della ragazza rimane impressa nella sua mente anche quando lei tira giù la manica del pigiama e si siede a terra, le spalle al muro.
Violet Harmon non piange.
Il suo sangue rimane sul lavandino, a certificare il fatto che questa notte è stata in bagno, si è tagliata e ha espiato la sua colpa.
Tate vuole tenere per se questo piccolo frammento di vita: vuole ricordarlo.
Quando Violet Harmon esce dal bagno per tornare a letto, Tate prende al suo posto la lametta contenuta nell’astuccio nero.
Forse lo aiuterà a non dimenticare.
 
 
[697 parole]
 

 

Note:
“I sentimenti devono essere sempre in libertà. Non si deve giudicare un amore futuro in base alla sofferenza passata.” P. Coelho
Frase del titolo.





_________________________________________
Spazio di Alice:
Ho messo l'avvertimento OOC perchè penso di essere andata fuori dal personaggio con loro due, ditemi voi se dovrei tenere l'avvertimento oppure toglierlo ^^
Allora, non ho molto da dire, se non grazie.
Grazie a te che hai letto e a te che continuerai a leggere, accompagnandomi in questa nuova avventura!
Baci :*
Alice.
 

  
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