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Autore: myscandalousromance    04/01/2008    6 recensioni
Alice fugge poco prima del suo matrimonio e la sua vita cambierà in meglio grazie all'incontro con i My Chemical Romance.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gerard Way, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premetto che non conosco ne Pete (meglio così) ne i My Chemical romance (male, molto male ;__;). Questo è frutto della mia fantasia malata e..basta, insomma buona visione. Emh, lettura cioè.

I don't love you

Non sono sicura di volerlo sposare. Anzi, non voglio proprio, ma devo, perché lui mi ama, ed io avevo promesso a mia madre che avrei sposato qualcuno che mi amasse per davvero.
E lui dice di amarmi. Dice di voler passare la sua vita con me. Ma io non lo capisco proprio. Non ci vediamo quasi mai, e le poche volte che ci vediamo mi costringe a stare a casa con lui, anzi che uscire insieme, perché non vuole che ci vedano insieme, non vuole che i giornali sappiano più del lecito di noi.
Perché lui non è uno qualunque; lui è Pete, Pete Wentz, Fall Out boy.

L’ho conosciuto due mesi fa e sin da subito ci siamo messi insieme; non so perché ho fatto questa pazzia, ma oggi, al giorno del mio matrimonio con lui, mi rendo conto che non lo amo, non lo ho mai amato, non amo niente di lui: non amo il suo viso, troppo scimmiesco; non amo il suo modo di fumare: odio quando mi sputa il fumo in bocca; non amo la sua gelosia morbosa, possessiva, per colpa sua ho perso tutti i miei amici, o quasi: è completamente all’oscuro del fatto che di nascosto messaggio con Rosalie, la mia migliore amica dai tempi del colera, quindi sin dalla notte dei tempi. Lei non ha mai capito le mie scelte, ma le ha accettate, facendo tutto il possibile per vedermi.
I miei pensieri confusi vengono interrotti da Ashley, la migliore amica di Pete, che è appena entrata nella stanza. Perché lui può avere un’amica e io no?
“Tutto bene?” mi dice lei accarezzandomi i capelli. Sembra così tesa, così triste. Mi guardo allo specchio. Ho già il vestito addosso.
Mi stringe.
Ha voluto che indossassi quello, perché era di sua madre. Io volevo indossare quello della mia. Non voglio sposarlo.
Vorrei poterne parlare con lei, ma non mi sembra la persona adatta.
“Si. Tutto bene” le rispondo mentre una lacrima mi tradisce. “Scusa, è l’emozione” cerco di trovare una giustificazione a tutto, e forse ci riesco; mi sorride. Poi va fuori lasciandomi di nuovo sola nel mio oblio.
E’ ora.
Mi alzò in piedi, tremante esco dalla stanza e mi dirigo da Crystal, la mia damigella che ho conosciuto solo ieri, ovviamente l’aveva scelta Pete. Io devo solo dire “SI” e il suo lavoro finisce li.
Ad un certo punto qualcuno mette le mani sui miei occhi. “Chi sono?” mi dice con una voce allegra, familiare, troppo familiare.
Mi volto.
Non ci credo.
E’ lei.
E’ la mia Rose.
La abbraccio fortissimo. Sto per chiederle perché è qua ma lei capisce il mio sguardo, come sempre, e mi spiega subito. “Mi ha chiamata una certa Ashley stamattina. Mi ha detto che potevo venire, ed eccomi qua, di fronte a te che ti invito a mandare a puttane tutti e coronare il tuo, anzi, il nostro sogno.”
Cazzo, il nostro sogno, me l’ero quasi scordato. Due settimane fa ricevetti una lettera da parte del team dei My Chemical Romance, la nostra band preferita. Ma che preferita, la migliore al mondo secondo noi. Pete non me li aveva mai presentati, secondo lui avrebbero influenzato negativamente la mia vita. Tutte stronzate. Sta di fatto che quando dissi a Pete che avevano preso me e Rose per il loro tour in giro per il mondo, era completamente impazzito. Mi aveva dato uno schiaffo dicendo che ero solo una puttana, dicendo che non avrei mai fatto nulla di simile e che la mia vita era con lui, solo con lui. Non so perché non lo ho ancora mollato.
Mi cade una lacrima in viso mentre ricordo. Rose accende l’i-pod e mi mette una cuffia nell’orecchio.

I don’t love you, like I did yesterday.

Gerard ha ragione.
Io non amo Pete come lo amavo ieri, anzi, non l’ho mai amato.
Non so che fare.
Vorrei lasciarlo ma da sola non credo di poterci riuscire. Rose sta ferma li, a guardarmi. Lei ha già capito tutto. “Vai. Io ti trovo un lavoro intanto.” La abbraccio. Non voglio farlo da sola. Ho paura. Ho bisogno di lei.
“Vieni con me, ti prego”
Mi prende per mano e andiamo alla ricerca di Pete. Sono certa che andrà su tutte le furie.
Passo davanti a qualche invitato, sorpreso di vedermi così presto. Di solito la sposa si fa aspettare. Guardandomi capiscono subito che c’è qualcosa che non va, ma nessuno si fa avanti.
“Dov’è Pete?” chiedo a Patrick. Non mi è mai stato simpatico, odio la sua voce, canta malissimo dal vivo. Per registrare l’album hanno dovuto correggere un sacco di cose per colpa sua. Mi guarda finalmente, sembra imbarazzato. “Emh, ecco.” Si mette una mano sulla nuca. Si guarda intorno. Perché non vuole dirmelo? Mi sta nascondendo qualcosa. Lo sento. Seguo il suo sguardo che si posa prima sugli altri della band, che a loro volta si voltano tutti verso l’auto delle nozze. “Potevi dirmelo subito che era li, deficiente” gli dico liberandomi di una delle tante croci che porto da due mesi.
Rose ed io ci avviciniamo alla macchina.
“Che strano, i vetri sono appannati” constata Rose mentre con una mano pulisce quello posteriore.
E li accade l’imprevisto. Pete e Ashley, nella macchina del mio matrimonio. Scopavano. Li guardo, immobile.
“Adesso gliene dico quattro” dice Rose incazzata più di me mentre bussa nel finestrino.
“alla buon ora Pete” gli dico tra le lacrime.
Tutti si sono avvicinati, tutti sapevano.
Tutti tranne me, e Rose.
I due si staccano subito. Pete si rimette in fretta i pantaloni ed esce dall’auto. “Scusami, amore scusami.” Mi dice prendendomi il viso per le mani. Lo guardo, una lacrima mi riga il viso seguita da tante altre. E’ strano, ma mi viene da ridere. Lui sorride a sua volta, pensa che io ho capito, e in realtà ho capito, ho capito tutto.
“Mi hai perdonato?” mi chiede posando il suo sguardo sul mio. Scoppio a ridere; una risata sarcastica, forse, liberatoria. Mi allontano da lui, che notando il mio gesto non sorride più. Adesso parlo io Pete, fammi dire tutto quello ce ho dentro. “Io sono stata due mesi con te Pete. Mai una carezza, mai una parola sincera. Mi hai rinchiusa in una cupola senza via d’uscita. Per te in due mesi ho perso tutti i miei amici, tutta la mia famiglia, non ho mai vissuto in questi due mesi. Tu e la tua gelosia morbosa. Poi proprio oggi, ti trovo con quella sgualdrina”e sottolineo la parola sgualdrina in modo tale che possa ferirla, che possa farle capire che quello che penso di lei, oggi, lo ho sempre pensato.
E’ arrabbiato, lo vedo.
Non vuole che parli di lui con gli altri.
Ma tutti devono sapere che persona è.
“Non datele retta. Mi ama, è solo gelosa!” dice lasciandomi stupita un'altra volta. E’ così bravo ad arrampicarsi sugli specchi. “Senti, scimmione smettila di dire stronzate, guarda che lei voleva lasciarti all’altare!” gli dice Rosalie sputando tutto il veleno che ha dentro.
Lui si avvicina a lei con fare aggressivo. Patrick lo tiene. “Smettila” gli sussurra all’orecchio ma non tanto a voce bassa da non farlo sentire agli altri.
Lo guardo un’ultima volta.
Poi gli dico addio.

Sono libera.

  
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