Premetto che non conosco ne Pete (meglio così) ne i My Chemical romance (male, molto male ;__;). Questo è frutto della mia fantasia malata e..basta, insomma buona visione. Emh, lettura cioè.
I don't love you
Non sono
sicura di volerlo sposare. Anzi, non voglio proprio, ma devo,
perché lui mi
ama, ed io avevo
promesso a mia madre
che avrei sposato qualcuno che mi amasse per davvero.
E lui
dice di amarmi. Dice di voler passare la sua vita con me. Ma io non lo
capisco
proprio. Non ci vediamo quasi mai, e le poche volte che ci vediamo mi
costringe
a stare a casa con lui, anzi che uscire insieme, perché non
vuole che ci vedano
insieme, non vuole che i giornali sappiano più del lecito di
noi.
Perché
lui non è uno qualunque; lui è Pete, Pete Wentz,
Fall Out boy.
L’ho
conosciuto due mesi fa e sin da subito ci siamo messi insieme; non so
perché ho
fatto questa pazzia, ma oggi, al giorno del mio matrimonio con lui, mi
rendo
conto che non lo amo, non lo ho mai amato, non amo niente di lui: non
amo il
suo viso, troppo scimmiesco; non amo il suo modo di fumare: odio quando
mi
sputa il fumo in bocca; non amo la sua gelosia morbosa, possessiva, per
colpa
sua ho perso tutti i miei amici, o quasi: è completamente
all’oscuro del fatto
che di nascosto messaggio con Rosalie, la mia migliore amica dai tempi
del
colera, quindi sin dalla notte dei tempi. Lei non ha mai capito le mie
scelte,
ma le ha accettate, facendo tutto il possibile per vedermi.
I miei
pensieri confusi vengono interrotti da Ashley, la migliore amica di
Pete, che è
appena entrata nella stanza. Perché lui può avere
un’amica e io no?
“Tutto
bene?” mi dice lei accarezzandomi i capelli. Sembra
così tesa, così triste. Mi
guardo allo specchio. Ho già il vestito addosso.
Mi
stringe.
Ha voluto
che indossassi quello, perché era di sua madre. Io volevo
indossare quello
della mia. Non voglio sposarlo.
Vorrei
poterne parlare con lei, ma non mi sembra la persona adatta.
“Si.
Tutto bene” le rispondo mentre una lacrima mi tradisce.
“Scusa, è l’emozione”
cerco di trovare una giustificazione a tutto, e forse ci riesco; mi
sorride.
Poi va fuori lasciandomi di nuovo sola nel mio oblio.
E’ ora.
Mi alzò
in piedi, tremante esco dalla stanza e mi dirigo da Crystal, la mia
damigella
che ho conosciuto solo ieri, ovviamente l’aveva scelta Pete.
Io devo solo dire
“SI” e il suo lavoro finisce li.
Ad un
certo punto qualcuno mette le mani sui miei occhi. “Chi
sono?” mi dice con una
voce allegra, familiare, troppo familiare.
Mi volto.
Non ci
credo.
E’ lei.
E’ la mia
Rose.
La
abbraccio fortissimo. Sto
per chiederle
perché è qua ma lei capisce il mio sguardo, come
sempre, e mi spiega subito.
“Mi ha chiamata una certa Ashley stamattina. Mi ha detto che
potevo venire, ed
eccomi qua, di fronte a te che ti invito a mandare a puttane tutti e
coronare
il tuo, anzi, il nostro sogno.”
Cazzo, il
nostro sogno, me l’ero quasi scordato. Due settimane fa
ricevetti una lettera
da parte del team dei My Chemical Romance, la nostra band preferita. Ma
che
preferita, la migliore al mondo secondo noi.
Pete non me li aveva mai presentati, secondo lui avrebbero
influenzato
negativamente la mia vita. Tutte stronzate. Sta di fatto che quando
dissi a
Pete che avevano preso me e Rose per il loro tour in giro per il mondo,
era
completamente impazzito. Mi aveva dato uno schiaffo dicendo che ero
solo una
puttana, dicendo che non avrei mai fatto nulla di simile e che la mia
vita era
con lui, solo con lui. Non so perché non lo ho ancora
mollato.
Mi cade
una lacrima in viso mentre ricordo. Rose accende l’i-pod e mi
mette una cuffia
nell’orecchio.
I
don’t
love you, like I did yesterday.
Gerard ha
ragione.
Io non
amo Pete come lo amavo ieri, anzi, non l’ho mai amato.
Non so
che fare.
Vorrei
lasciarlo ma da sola non credo di poterci riuscire. Rose sta ferma li,
a
guardarmi. Lei ha già capito tutto. “Vai. Io ti
trovo un lavoro intanto.” La
abbraccio. Non voglio farlo da sola. Ho paura. Ho bisogno di lei.
“Vieni
con me, ti prego”
Mi prende
per mano e andiamo alla ricerca di Pete. Sono certa che
andrà su tutte le
furie.
Passo
davanti a qualche invitato, sorpreso di vedermi così presto.
Di solito la sposa
si fa aspettare. Guardandomi capiscono subito che
c’è qualcosa che non va, ma
nessuno si fa avanti.
“Dov’è
Pete?” chiedo a Patrick. Non mi è mai stato
simpatico, odio la sua voce, canta
malissimo dal vivo. Per registrare l’album hanno dovuto
correggere un sacco di
cose per colpa sua. Mi guarda finalmente, sembra imbarazzato.
“Emh, ecco.” Si
mette una mano sulla nuca. Si guarda intorno. Perché non
vuole dirmelo? Mi sta
nascondendo qualcosa. Lo sento. Seguo il suo sguardo che si posa prima
sugli
altri della band, che a loro volta si voltano tutti verso
l’auto delle nozze.
“Potevi dirmelo subito che era li, deficiente” gli
dico liberandomi di una
delle tante croci che porto da due mesi.
Rose ed
io ci avviciniamo alla macchina.
“Che
strano, i vetri sono appannati” constata Rose mentre con una
mano pulisce
quello posteriore.
E li
accade l’imprevisto. Pete e Ashley, nella macchina del mio
matrimonio.
Scopavano. Li guardo, immobile.
“Adesso
gliene dico quattro” dice Rose incazzata
più di me mentre bussa nel finestrino.
“alla
buon ora Pete” gli dico tra le lacrime.
Tutti si
sono avvicinati, tutti sapevano.
Tutti
tranne me, e Rose.
I due si
staccano subito. Pete si rimette in fretta i pantaloni ed esce
dall’auto.
“Scusami, amore scusami.” Mi dice prendendomi il
viso per le mani. Lo guardo,
una lacrima mi riga il viso seguita da tante altre. E’
strano, ma mi viene da
ridere. Lui sorride a sua volta, pensa che io ho capito, e in
realtà ho capito,
ho capito tutto.
“Mi hai
perdonato?” mi chiede posando il suo sguardo sul mio. Scoppio
a ridere; una
risata sarcastica, forse, liberatoria. Mi allontano da lui, che notando
il mio
gesto non sorride più. Adesso parlo io Pete, fammi dire
tutto quello ce ho
dentro. “Io sono stata due mesi con te Pete. Mai una carezza,
mai una parola
sincera. Mi hai rinchiusa in una cupola senza via d’uscita.
Per te in due mesi
ho perso tutti i miei amici, tutta la mia famiglia, non ho mai vissuto
in
questi due mesi. Tu e la tua gelosia morbosa. Poi proprio oggi, ti
trovo con
quella sgualdrina”e sottolineo la parola sgualdrina in modo
tale che possa
ferirla, che possa farle capire che quello che penso di lei, oggi, lo
ho sempre
pensato.
E’
arrabbiato, lo vedo.
Non vuole
che parli di lui con gli altri.
Ma tutti
devono sapere che persona è.
“Non
datele retta. Mi ama, è solo gelosa!” dice
lasciandomi stupita un'altra volta.
E’ così bravo ad arrampicarsi sugli specchi.
“Senti, scimmione smettila di dire
stronzate, guarda che lei voleva lasciarti
all’altare!” gli dice Rosalie
sputando tutto il veleno che ha dentro.
Lui si
avvicina a lei con fare aggressivo. Patrick lo tiene.
“Smettila” gli sussurra
all’orecchio ma non tanto a voce bassa da non farlo sentire
agli altri.
Lo guardo
un’ultima volta.
Poi gli
dico addio.
Sono
libera.