"Jill, stasera hai da fare?" mi chiese Andrew per telefono. "Ehm... no, perché?" "Ti va di venire a cena qui da me? Ci sono anche Nate, Jack e Rachel" "okay, si, perché no".
Passai il resto del pomeriggio a provare e riprovare vestiti su vestiti per decidere cosa mettere.
Insomma, Andrew e io stavamo insieme da sei anni, ci eravamo conosciuti al college e da allora non ci eravamo più allontanati l'uno dall'altra, tranne quando lui aveva qualche impegno con la sua band. Erano grandi, facevano musica fantastica e si, se lo meritavano tutto quel successo, eccome. Speravo sempre che diventassero famosi in tutti il mondo. Chi lo sa, magari un giorno lo saranno.
Quella sera andai da lui. Non era ancora arrivato nessuno, infatti ero io che ero in anticipo. Andrew venne ad aprirmi la porta. Disse "ehi, sei bellissima, come sempre dopotutto" e mi baciò. Arrossii. Mi faceva sempre i complimenti eppure ogni volta continuavo ad arrossire. "Sono in anticipo, chiedo perdono" mi scusai, e lui iniziò a ridere. "Quindi, visto che sei qui, potresti aiutarmi a finire di preparare" "tu mi sfrutti troppo" "oh no, devi solo apparecchiare". Sorrisi. Era così... perfetto, Andrew. Era quel tipo di ragazzo che non ti lascerebbe andare per nulla al mondo. Era il tipo timido di cui non si interessa mai nessuno, ma quando lo conosci ti si apre un mondo nuovo. La sua fantasia, la sua voce, i suoi occhi, la sua dolcezza. Amavo ogni singola cosa di lui, così tanto. Eravamo molto simili, dopotutto. Io ero timida, forse anche più di lui. Ero chiusa, introversa. Non avevo mai fatto amicizia facilmente. Ma da quando avevo conosciuto Andrew ero più sicura, sapevo che c'era qualcuno al mio fianco pronto a tutto per me, ed ero gratificata da questo. Lo amavo più di qualsiasi altra cosa e no, non avrei mai smetto di farlo.
Preparammo tutto e quando fu pronto ci rilassammo un po' sul divano, abbracciati. Andrew era sempre bollente, in inverno, in estate. Era un... termosifone. Il mio termosifone personale, si. E per me che avevo sempre freddo era perfetto. Stavamo lì, a chiacchierare del più e del meno quando arrivarono gli altri. Quei ragazzi. Li amavo tutti, ognuno di loro aveva un posto nel mio cuore. Avevo avuto una fortuna inimmaginabile a trovare amici come loro.
Jack e Nate erano fantastici, e con Andrew formavano la band perfetta. Tre è il numero giusto, no? E poi c'era Rachel. Era stata la mia migliore amica per tantissimo tempo. Potevi parlare di tutto con quella ragazza, aveva tutti i pregi di questo mondo.
Mangiammo e tutti fecero dei complimenti sulla cucina di Andrew. Rachel esclamò "cucini meglio di mia nonna!" e tutti iniziarono a ridere.
L'avrò già detto mille volte, ma quei ragazzi erano magnifici. Trovavano sempre il modo di farti ridere, anche nel peggiore dei casi.
Restammo a scherzare sui vecchi capelli lunghi e incolti di Nate e Jack per quasi tutto il resto della serata, finché Andrew non si alzò e disse "aspettate, devo fare una cosa". Tutti fecero "ooooh!" e Nate disse "era ora!". Li guardai sorpresa, sapevano qualcosa di cui io ero all'oscuro. Magari volevano farmi qualche scherzo, o magari rivelarmi che in realtà erano tutti alieni venuti dallo spazio per conquistare il mondo tramite la loro musica. Ci si doveva aspettare di tutto da quei tre. Guardai Rachel che mi sorrise. "Tu sai qualcosa che io non so, vero?" iniziò a ridere. "Oddio" e iniziai a ridere anche io. "Non fatemi ridere, altrimenti mi viene male" disse Andrew.
Si girò, mi guardò negli occhi e disse "Jill..." pensai tutto quello che si potrebbe immaginare davanti ad una persona che sta in piedi davani a te, che ti guarda dritto negli occhi, che sta per dire qualcosa di importante (almeno penso) e tu non hai la più pallida idea di cosa si tratti. "...ecco..." "dai Andrew!" sussurrò Jack da dietro. Lo guardai un attimo e poi tornai a guardare gli occhi di Andrew. Aveva uno sguardo così penetrante, amavo i suoi occhi. "Allora... stiamo insieme da sei anni. Io sto benissimo quando mi trovo al tuo fianco ed ecco, ti amo più di qualsiasi altra cosa, più dell'aria che respiro" okay, sicuramente avevo gli occhi rossi e quasi mi scendeva una lacrima. Feci un piccolo sorriso. "voglio passare il resto della mia vita con te, quindi..." si infilò una mano nella tasca interna della giacca e ne tirò fuori una scatoletta blu notte. Si inginocchiò davanti a me, la aprì e disse "mi faresti l'onore di diventare mia moglie?" Rimasi a bocca aperta. Non me l'aspettavo, ma era tutto quello che volevo. "Mi faresti l'onore di sopportarmi per il resto della vita?" Iniziai a ridere e dissi "si, si e ancora si". E boom! Nate aveva appena stappato una bottiglia di vino. Stava pronto. Iniziarono ad applaudire e Jack urlò "viva gli sposi!". Cretino, con affetto. Andrew mi mise l'anello al dito e mi abbracciò più forte che mai. "Ti amo", gli dissi. "Anch'io", rispose. Poi mi baciò. "Voi sapevate già tutto, vero?" Dissi a quei tre che sotto sotto sapevo che sapevano. "Ovvio!" rispose Rachel. Iniziai a ridere. La mia vita era perfetta. Avevo un fidanzato perfetto, tre amici perfetti. Non ero mai stata più felice di quanto lo fossi quella sera, in quel momento. Andrew mi aveva chiesto di sposarlo e io gli avevo risposto di si. Tutto quello che volevo, tutto quello che avevo sempre sognato si era realizzato. E me l'aveva chiesto in quel modo così dolce. Non avrei potuto chiedere di avere una persona migliore di Andrew al mio fianco. Ora, in quel momento, prima di allora, per sempre.