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Autore: fallintooblivion    21/06/2013    10 recensioni
MOMENTANEAMENTE SOSPESA.
«Ti hanno scaricata?» mi chiese una voce roca all’improvviso. Sussultai e mi girai, ritrovandomi faccia a faccia con due occhi verdi che mi scrutavano senza battere ciglio.
«Pessimo modo per rimorchiare una ragazza» sbadigliai, e sul suo viso si formò un ghigno compiaciuto.
Si avvicinò a me. «Come ti chiami?» mi sussurrò all’orecchio.
Rimasi come ipnotizzata dal suo sguardo, e la sua vicinanza mi mise in soggezione. «Mi chiamo Ellie.»
«Io sono Harry.»
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Chapter one: Accidents
 

Ecco, di nuovo. Stava succedendo ancora. Come quasi ogni giorno, Louis, il mio migliore amico, aveva suonato al mio campanello, mi si era buttato addosso in un abbraccio e aveva iniziato a piangere.
«Non ce la faccio più, Ellie.» Eravamo distesi sul mio letto, con un sacchetto di patatine e un barattolo di Nutella a tenerci compagnia. «Mi manca, mi manca da morire» continuava a ripetermi, alternando un mastichiccio ad un singhiozzo. «Devi capirmi, lo vedevo tutti i giorni. Non lo posso sopportare, io… io lo amo, Ellie, lo amo dai tempi delle medie.» Mi guardò con quei suoi occhioni azzurri gonfi di lacrime, ed io non potei fare altro che abbracciarlo.
«Lo so, Lou, lo so.»
Louis era gay. Gay e profondamente innamorato di un ragazzo che conosceva da cinque anni, ma che lo vedeva come un fratello maggiore. Lui soffriva un sacco, ma nonostante tutto approfittava della forte amicizia che li legava per stargli accanto. Adesso quel ragazzo era partito, si era spostato a nord per studiare canto con uno degli insegnanti migliori del Regno Unito. Non avevo mai sentito la sua voce, ma Louis diceva che tutte le volte riusciva ad entrargli nel cuore con prepotenza. E lui l’adorava.
«Sono sicura che gli manchi anche tu.» Gli sorrisi dolcemente, cercando di tranquillizzarlo. 
«Lo spero.» Mi sorrise anche lui, ma tristemente.
«Quando torna? Alla fine delle vacanze estive, hai detto?»
«Non lo so, io… lo spero, in quel caso mancherebbe davvero poco. Però mi aveva detto che forse si sarebbe fermato di più.» Ritornò ad ingozzarsi come prima.
«Ma dai, pensaci: deve tornare, c’è la scuola!» esclamai dopo averci pensato un po’ su.
«Ma Ellie, ha un futuro come cantante, chi se ne frega della scuola!» Mi guardò sbuffando, e poi si rivolse verso il soffitto. «Sono davvero un egoista se spero che torni in fretta. Cazzo, stiamo parlando del canto, il canto è la sua strafottutissima passione.»
«Non sei egoista, Lou, sei soltanto innamorato» gli dissi, nonostante non sapessi a pieno cosa significasse. Non ero mai stata innamorata di qualcuno, non in quel modo almeno. Le mie erano state soltanto cotte di poca importanza. Sì, ero stata con un ragazzo, Jake, per quattro mesi, ma quando lui mi piantò perché non ero minimamente intenzionata a farmi sverginare nel bagno piccolo e sudicio del suo migliore amico - nel giorno del suo compleanno, inoltre - non ci rimasi nemmeno troppo male.
Mi sorrise, stavolta in modo sincero. «Grazie, Ellie. Solo tu mi fai tornare il buonumore.» Mi abbracciò con dolcezza, e rimanemmo così per tutta la sera.
 

__________

 

Mi svegliai di soprassalto, probabilmente dopo aver fatto un incubo. Mi misi a sedere sul letto, con la testa rivolta verso il pavimento e gli occhi chiusi, e presi a sbadigliare, iniziando a stiracchiarmi. Aprii un occhio, e afferrai il cellulare da sopra il comodino.

Da: Louis
Dove ti sei cacciata? Sei in ritardo di più di mezz’ora!

«Oh, merda» imprecai alzandomi di scatto. L’avevo completamente sc
ordato, dovevo uscire con Louis e Min, e invece, come al solito, non avevo sentito la sveglia.
Scesi di corsa le scale dopo essermi lavata e vestita, e mi legai capelli in una coda.
Sul tavolo della cucina trovai un biglietto: “La colazione, è nel microonde. Xx, mamma ”.
Come sempre, anche quella mattina era uscita presto. Presi i toast ancora tiepidi e li imburrai rapidamente, per poi afferrare la borsa e uscire di casa.
Iniziai a correre, con un toast in bocca e il cellulare in mano, mentre tentavo di scrivere un messaggio.

A: Louis
Perdonatemi, sto arrivando!

Sapevo che non appena arrivata Min mi avrebbe uccisa, dato che lei aspettava quel giorno da un sacco, visto che con noi ci sarebbe stato anche Wren, il ragazzo che le piaceva.
D’altronde, era anche un modo per far distrare Lou, che, ne ero sicura, non smetteva di pensare al ragazzo che amava.
Finalmente arrivai al luogo dell’appuntamento. «Oddio, ragazzi, vi chiedo umilmente perdono!»
«Non so se sono disposta a concedertelo» disse Min, rivolgendomi uno sguardo duro.
Louis sospirò. «Dai, Min, sappiamo com’è fatta. Sarebbe stato strano se fosse arrivata puntuale.» Mi guardò ridacchiando piano.
«Davvero, mi dispiace.» Guardai la mia amica, e lei sbuffò rassegnata.
«Lo so, lo so. Che palle, non ti resisto proprio.» Mi abbracciò ridendo appena.
«E adesso? Dove sono gli altri?»
«Ho parlato con Wren, loro sono già in centro, dobbiamo raggiungerli» disse Louis controllando l’ora sul cellulare. «E sono già le dieci.»
«Muoviamoci allora!» Min iniziò a camminare, e Louis ed io la seguimmo.
Arrivati in centro, trovammo Wren e altri due amici seduti al tavolo di un bar. Lui iniziò ad agitare le braccia per farsi vedere, e noi li raggiungemmo subito.
«Ellie!» Wren mi venne ad abbracciare stringendomi forte.
«Mollami, sei appiccicoso» sputai in tono secco.
Lui ed io eravamo stati compagni di classe alle elementari, e alle medie si era preso una cotta per me: me l’aveva ripetuto più e più volte, ma io non l’avevo mai preso seriamente.
Ovviamente, Min non ne sapeva niente, ma ero sicura del fatto che fosse stata solo una cotta passeggera: lui era sempre stato un Don Giovanni.
«Allora, cosa posso offrirti, dolcezza?» mi chiese Wren sedendosi accanto a me.
«Un bel niente, ho già mangiato» sospirai. «Perché non offri qualcosa a lei invece? Guardala, sta morend
o di fame» gli dissi parlando della mia migliore amica.
Lui si girò verso di Min. «Ma certo» sorrise, e sapevo che lei si stava sciogliendo solo a guardarlo.
«Okay, Mindy. Ti va se ci dividiamo un frappè?»
«Intendi… intendi tu ed io?» Le sue guance erano in fiamme.
Wren annuì e le sorrise ancora una volta: che idiota, aveva capito che Min pendeva dalle sue labbra e aveva iniziato a fare il cretino.
«Va bene… va bene allora!» gli rispose lei, cercando di non dare a vedere il suo entusiasmo.
Si alzarono entrambi dirigendosi verso l’entrata del bar. Wren mise un braccio attorno alle sue spalle, poi si girò verso di me e mi fece l’occhiolino.
Confermo, che idiota.
Il resto della mattinata trascorse abbastanza tranquillo: Wren non la smetteva di fare battute stupide e senza senso, alle quali solo Min rideva. Louis non la finiva di messaggiare, e sapevo perfettamente con chi. Quando giunse l’ora di andare, Lou e Wren si alzarono per andare a pagare. Ovviamente, quel distratto del mio amico lasciò il cellulare sopra il tavolo.
Questo, ad un certo punto, vibrò. Sapevo che non avrei dovuto farlo, ma la curiosità era troppa: lo presi e lessi il messaggio, che diceva: “Lo so, amico. Mi manchi anche tu. Ma, fidati, qua è… wow. Indescrivibile. Mi sento a casa”.
«Che stai facendo?» mi chiese Louis spuntando da dietro con uno sguardo che uccideva.
Sapevo quanto odiasse che leggessi le discussioni con il suo lui, le riteneva qualcosa… di suo.
Come se mi stessi mettendo in mezzo in qualcosa che non mi riguardava.
«Io… mi dispiace.» Non avevo scuse.
«Ridammelo» sussurrò a denti stretti, strappandomelo praticamente dalle mani.
Non dissi niente, e abbassai la testa sospirando.
Wren guardò prima me e poi Louis, scuotendo appena il capo.
«Mindy, posso accompagnarti a casa?» disse rivolgendosi a Min, che subito annuì.
«Mi dispiace Ellie, ci vediamo domani.» Mi lasciò un bacio sulla guancia, salutò tutti con un cenno della mano, e poi salì sul motorino insieme a Wren.
«Andate piano!» urlai: su quel motorino ci ero salita, e lui non sapeva regolarsi.
Wren rise appena, e sfrecciò sulla strada, con Min che si teneva stretta a lui.
Dopo aver salutato gli amici di Wren, anche io e Lou ci incamminammo verso casa.
Lui non disse una parola per tutto il tragitto, e neanch’io: sapevo che se avessi parlato avrei finito per dire qualcosa di sbagliato peggiorando la situazione.

 
__________


Ero stesa sul letto, con le cuffie nelle orecchie e il cellulare in mano, aspettando la risposta di Min al mio ventesimo messaggio. Sbuffai e chiusi gli occhi. Dove diavolo si era cacciata? Ero pronta a scommettere che si era fermata a mangiare con Wren in qualche ristorante italiano.
Sentii la porta di casa sbattere, e qualcuno salire rapidamente le scale. Mia madre entrò in camera mia, col fiatone.
Mi tolsi una cuffietta. «Sembra che tu abbia appena scalato il K2» dissi ridendo.
«Ellie, devo dirti una cosa… non ti piacerà.» Sospirò con aria corrucciata.
«Spara.»
«Ho appena parlato con la madre di Mindy…» si schiarì la voce. «Ha avuto un incidente.»

 





                                                                       





larrysfeels

Salve a tutti, e benvenuti nella mia nuova fanfic.
Non è la prima che scrivo, nè la prima che pubblico su EFP, ma non ricordo più la password del vecchio account, e ho deciso di aprirne un altro.
Che dire, spero che vi piaccia, insomma, il primo capitolo forse è un po
 banale, ma la storia dovrebbe migliorare col tempo... forse. 
Detto questo, buona lettura e grazie. 

 

Baci, Lauren.

   
 
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