Note: queste tre drabble mi sono venute credo inconsciamente dopo il profondo odio (e subito dopo il rimorso) provato nei confronti di un bambino che ha avuto la brillante idea di mettersi a strillare alle sette del mattino. Continuo a pensare che non potrò mai essere madre, butterei di sotto il mio bambino in stile Giunone, ma bando alle ciance. Questo era solo per farvi capire che leggete a vostro rischio, ecco.
La prima è ambientata nel terzo/quarto anno, quando i tre cercavano di diventare Animagi, e Remus li vede. La seconda dopo il quinto anno (dopo la cretinata di Sirius, per intenderci, per questo quella frase da parte di Remus). La terza credo si capisca ._. *impreca mentalmente contro la Rowling*. Bene, se leggete questo sclero, che ne dite di lasciare un commentino? ^^" Ché io pubblico (non scrivo, pubblico) per ricevere pareri, mica per altro.
 

I
Dal buco della serratura si intravedono tre ragazzi seduti a gambe incrociate.
Come una sanguisuga affondata avida nella carne, una lunga coda lucida frusta nervosa l’aria.
«Avanti, puoi fare di meglio!»
Il ferro scrostato e rugginoso fa prudere le palpebre, le ciglia si ripiegano e bruciano gli occhi.
Lacrime bollenti solcano e scavano le guance. Unghie – artigli – sul legno, schegge dolorose nelle dita.
Cosa state facendo? Un sussurro che si confonde con il grattare sulla porta.
«Cosa state facendo?» Stavolta è un urlo; un fiotto di sangue nella gola.
E poi mani, sulle tue spalle. Né paura né disgusto nei loro occhi. Solo affetto.

II
Il Lupo si avventa con un balzo sul ragazzo a terra.
Le zanne schioccano, e la bestia prova una gioia selvaggia nel vedere la preda tremare. Terrore da sbranare.
Sulla tempia la vena pulsa, e il sangue che scorre è linfa vitale. Per il ragazzo, per il Lupo. Cerca di artigliarlo, bramoso, ma quello si scosta fluidamente dalla presa.
«Avanti, puoi fare di meglio!»
Improvvisamente sotto le zampe c’è un grosso cane nero.
«Cosa stai facendo?» Un latrato, una risata.
E poi corna che ti trattengono, mentre ritorni umano. Nei tuoi occhi, rabbia.
«Un altro dei tuoi scherzi idioti e vedrai che finirai per essere ammazzato» sibili inviperito.

III
«Avanti, puoi fare di meglio!»
Il grido ti riscuote, tante volte l’hai sentito.
Un altro dei tuoi scherzi idioti e vedrai che finirai per essere ammazzato. Ti eri pentito subito di quelle parole, ma il rimorso rende incancellabile il ricordo.
Cosa stai facendo, Sirius?
Non fai neanche in tempo a gridare; questa volta sono le tue, di mani, a trattenere, quando vorrebbero solo uccidere.
È un altro dei tuoi scherzi idioti, Sirius?
Su, cosa stai facendo?
Esci fuori da quel velo, Sirius, il tempo degli scherzi è finito.
È un altro dei tuoi scherzi, vero?
Vero, Sirius?
«Se n’è andato.»