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Autore: telesette    21/06/2013    0 recensioni
[Un sogno per domani]
Gli ultimi pensieri di Trevor McKinney, poco prima della sua morte in totale abnegazione e altruismo...
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Un sogno per domani ( Pay It Forward ) è un film drammatico del 2000, diretto da Mimi Leder ed ispirato al libro La Formula del Cuore di Catherine Ryan Hyde.
La storia è quella di Trevor, un bambino di undici anni, intelligente e sensibile ma con una vita difficile. Vive con la madre, una ex-alcolizzata di nome Arlene, in un modesto quartiere di Las Vegas e teme ogni giorno il ritorno del padre ( uomo violento e anche lui alcolizzato ) nel quale non ha mai visto un minimo di affetto né di calore umano.
Un giorno Trevor, da una domanda del suo professore Eugene Simonet, idealizza un modo per cambiare il mondo: compiere delle buone azioni, offrendo il proprio aiuto a tre persone diverse che, a loro volta, aiutino altrettante persone in difficoltà...
"Passa il Favore", secondo l'esempio illustrato da Trevor, prende vita e si espande a macchia d'olio fino a raggiungere le più grosse città statunitensi. Indagando sul fenomeno apparentemente inspiegabile di tanta bontà, un giornalista risale al primo anello della catena iniziata dal piccolo Trevor e decide di intervistarlo. Le cose sembrano mettersi bene per il ragazzo che, oltre a vedere il suo "sogno" prendere vita, intravede la possibilità di una vera famiglia nella storia d'amore tra sua madre e il professor Eugene. Purtroppo il terzo favore di Trevor è anche il motivo del suo destino infausto: per difendere un compagno vittima di un pestaggio, il ragazzo viene accoltellato e muore senza che sua madre né Eugene possano fare nulla per impedirlo. Alla notizia della sua morte, tutto il paese si recherà davanti alla casa di Trevor per commemorarlo, lasciando intendere che il suo esempio non andrà perduto con lui.

 

 

Può la morte cambiare le cose? 
( immagini tratte da internet )

 

Dicono che morire sia facile come addormentarsi.
Basta veramente poco, per interrompere la vita, anche la lama di un temperino se conficcata nel punto giusto.
Quella non ho neanche avuto il tempo di sentirla.
L'unica cosa che ho avvertito è stato dopo, quando il coltello era già affondato dentro e subito estratto, e il sangue aveva preso a fluìre dalla ferita aperta.
Stavo morendo e non me ne rendevo neanche conto.
Non riuscivo più a vedere.
Non riuscivo più a sentire.
Ciò che fino a un attimo prima era percezione, nello spazio di pochi istanti, stava svanendo assieme al rosso rivolo denso tra le mie dita.
E poi nulla.
Il mio corpo non sentiva più nulla.
E' così, dunque?
E' questo che succede, quando si desidera che una cosa sbagliata diventi giusta?
Non stavano picchiando me, in quel momento, ma ciò non significa che avessero il diritto di farlo.
Io volevo solo che non lo picchiassero, che lo lasciassero stare, perché il loro comportamento era sbagliato.
Avrebbero ucciso lui, se non mi fossi messo di mezzo?
E dopo di lui, chi altro?
E poi quanti, e quanti altri ancora?
Perché un pugno, un coltello o una pistola dovrebbero dare il diritto di togliere la vita a qualcuno?
E' giusto questo?
E' giusto voltare lo sguardo e dire: "non sono affari miei", oppure "speriamo che non capiti a me"...
Probabilmente qualcuno leggerà queste righe e penserà che sono un esaltato.
Diranno che sono uno stupido, che volevo solo mettermi in mostra, e che sono morto in un modo idiota.
Diranno che quel coltello ha fatto bene a togliermi la vita, perché me la sono andata a cercare.
Questo e altro diranno del mio gesto, perché è più facile dire così.
E' più facile accettare che questo sia il mondo, e nessuno può cambiarlo, nemmeno un'idea.
Oggi è toccato a me.
Ieri è toccato a un altro e domani capiterà lo stesso ad un altro ancora.
E la gente continuerà a dire che è "normale", che non si può cambiare il mondo, e che l'altruismo è un comportamento da sciocchi.
Può la mia morte fare la differenza?
La morte di un ragazzino di undici anni, tra tutti coloro le cui vite vengono ingiustamente spezzate ogni giorno, può cambiare il modo di pensare delle persone?
Tanti sono morti e altrettanti li hanno dimenticati.
La società ci ha insegnato a dimenticare.
Dimenticare per convincersi, per accettare che il mondo va bene così com'è, e convincersi che certi discorsi sono solo da poveri esaltati.
Io ci ho provato.
Sembrava semplice, troppo semplice forse, non lo so...
Ero convinto che fosse la cosa giusta.
Che tutti, chi più chi meno, avrebbero apprezzato e condiviso la mia idea.
Volevo il "mondo perfetto"... o piuttosto un mondo che non puzzasse di merda?
Non sono un Santo.
Non pretendo di dire agli altri cosa devono fare.
Nessuno deve fare niente, se non è lui/lei a volerlo.
Fare del bene alle persone, così come far loro del male, è una scelta... e come tale si può intendere.
Io ho inteso operare una scelta: aiutare un amico in difficoltà.
Potevo voltarmi e far finta di niente, potevo lasciare che se la prendessero solo con lui, ma non l'ho fatto.
Non è un commento che voglio, né sentirmi dire "bravo" da qualcuno, e neppure il ringraziamento di chi ho aiutato.
Non è per avere qualcosa in cambio, bensì per dare qualcosa.
Io non volevo morire, ma non volevo neppure che un mio amico morisse.
Non è giusto che la gente muoia così, senza che importi a nessuno.
Non è giusto voltare le spalle agli altri, anche se si ha paura.
La paura non deve dominare il cuore, è il cuore che deve dominare la paura.
Questa pagina non è niente, paragonata a tante altre storie ben più tristi e dolorose, ma è la mia storia.
Io volevo solo aiutare.
Volevo un mondo diverso: dove le persone si aiutano gli uni con gli altri, e dove le cose brutte non succedono perché non le lasciamo succedere.
Mi chiamo Trevor, Trevor McKinney.
O meglio, mi chiamavo così.
Domani non ricorderai neppure di avere letto il mio nome, o forse sì, in ogni caso non saranno le mie parole a cambiare il tuo pensiero.
Tu hai la tua vita da vivere, e nessuno ti regalerà mai nulla.
Nessuno ti aiuterà né tu dovrai aiutare qualcuno... o fare la mia stessa fine.
Ma se un domani sarai scontento, di questo mondo e di quello che ti circonda, ricorda che anche tu ne fai parte.
Aiutare qualcuno è una scelta, non è un obbligo, e perché dia i suoi frutti devi desiderarlo.
Io l'ho fatto!

FINE

   
 
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