Di bacchette e di potere
Capitolo Uno
Nuove battaglie

 
 
 
 
 




«Non lo sa, Madonna Coco, che fissare con insistenza il vuoto non è in alcuna maniera sinonimo di sanità? »
Leyra spalanca gli occhi, sconvolta, e cerca di non esprimere tutti i sentimenti che le stanno vorticando su e giù per lo stomaco.
«Credo che non dovrebbe chiamarmi Coco, Messere Riario. Mi infastidisce, soprattutto se detto da uno come la sua persona.» Il suo sorriso è tagliente, affilato e insidioso, tanto da farla rabbrividire, e i suoi occhi sporgenti gli conferiscono un aria che la mette in soggezione. Deglutisce. Girolamo Riario non la umilierà in questo modo, mai.
«E come mai, Madonna Coco» continua imperterrito, ridendo sotto i baffi « si aggira per i corridoi tutta sola?»
Leyra chiude gli occhi e fa un profondo respiro, prima di scoccargli un’occhiata di profondo disgusto.
«E come mai, Messer Riario» ribatte, portando le mani ai fianchi « tiene tanto a ricevere uno Schiantesimo?»
Girolamo inizia a ridere, inizia e non intende fermarsi; porta le mani alla pancia e si china leggermente se riuscire a frenare la ridarella che lo pervade, mentre Leyra se ne sta là, impalata, a nascondere il rossore.
«Trovo sconveniente ridere in questa maniera.»
«Trova sconveniente anche a me?»
La ragazza finge di pensarci, portando un mano sotto il mento e scrutandolo a fondo.
«Sì, trovo sconveniente anche lei.»
Detto questo, Leyra gira i tacchi e corre via, tuttavia Riario la segue – maledette siano le sue lunghe gambe – e le è vicino in poco tempo, ancora sorridente, ancora divertito.
«Scappa, Madonna?» chiede, sfrontato.
«Non lo vede?»
Lui ride.
«Da me?»
«Secondo lei, da chi?»
«Così mi offende.»
«Così mi irrita.»
Riario le si ferma davanti e le blocca la strada verso la Sala Grande.
«Cosa vuole ottenere?» esclama la ragazza, sbuffando.
«Cosa pensa che voglia ottenere?» chiede lui con scherno.
«Mi prende in giro?»
«Lo ha detto Vostra Signora, non di certo io.»
Leyra ringhia.
«La detesto.»
«Mi è parso il contrario, invero.»
« Se non la smette di importunarmi, le arriverà uno Schiantesimo.»
«Non arriverà.» sussurra Girolamo, sogghignando « Madonna, lei è troppo prevedibile.»
Leyra si guarda in giro, a destra e poi a sinistra, poi punta di nuovo lo sguardo sulla figura sottile di Riario.
Ci pensa su, e i suoi sono minuti di silenzio, ci pensa a lungo e con lucidità. Poi lo dice.
«Stupeficium!»
 
 

   ***

 
 
«Bianca?» 
«Dimmi, Leyra.»
« Ecco… ho schiantato il ragazzo che mi piace. Dici che ho sbagliato?»
La De’ Medici alza lo sguardo dal libro di Incantesimi e la osserva con stupore. «Tu hai – sul serio?»
Leyra annuisce.
«Schiantato.»
«Sì.»
«Con uno Stupeficium.»
«Bianca, credevo che il concetto ti fosse chiaro.» Leyra si porta le mani ai fianchi e piega la testa di lato. «Ho schiantato Girolamo Riario nel mezzo della Sala d'Ingresso e l'ho lasciato li.» si lascia cadere su una sedia, mentre l'amica ancora la guarda senza sapere se ridere o disperarsi.
«Non credo sia tanto grave.» replica alla fine, scuotendo la testa.
«Il professor della Rovere cercherà di uccidermi.» dei sonori crack risuonano nella Sala di Ritrovo di Tassorosso, e Bianca sa che sono le dita di Leyra che scrocchiano. Lo fa in ogni momento della giornata, con una frequenza di due o tre minuti tra un crack e l'altro.
La De’ Medici scuote la testa. «Dovrebbe scoprirlo.»
«Lo scoprirà.»
«Dici?»
«Riario non si lascerà scappare l'occasione.»
«Riario non dirà mai che è stata una donna a schiantarlo.»
Leyra fa una smorfia, senza essere particolarmente convinta.
In quel momento, Vanessa e Nico attraversano il passaggio, chiacchierando amabilmente, e, messo piede in Sala Comune, posano lo sguardo sulla sconsolata.
«Ciao, Leyra.» la salutano entrambi, con un lieve tremito della voce. « Ciao.»
La ragazza, d’altro canto, sospira affranta, perché lo sa – oh, se lo sa – che quando quei due fanno così è perché ci sono guai in vista. Brutti, bruttissimi guai in vista,
«Come stai? Ti vedo in buonissima salute, amica mia.» continua, balbettando, Vanessa, che si dondola leggermente come a voler volare via. Nico dietro di lei, la guarda affranto.
«Non sono sicura di volerlo sapere ma via l’ago, via il dolore, no?»
Bianca, ritornando al suo libro, ridacchia.
«Non credo che ne sarai contenta, Leyra.»
«Meglio non esserlo, che non sapere.» ribatte, facendo segno a Vanessa di sputare il rospo.
La rossa tentenna.
«Oh, andiamo! Leyra, non agitarla e non agitarti! Non sarà nulla di grave. Sicuramente quel “buonuomo” del Professor De’ Medici starà progettando una prova a sorpresa!» esclama Bianca, sbattendo il libro sul tavolino.
«Meglio se non ti fai vedere a lezione, domani.» confessa la rossa, con aria preoccupata.
«Perché?» lo stomaco di Leyra si contorce.
«Il Papa ha trovato Riario schiantato nel Salone d'Ingresso. Ha detto che sei stata tu.»
Leyra sorvola sul sopranome – cosa riescono a inventarsi gli studenti per un po’ di odor d’incenso! – e sbatte la testa contro il tavolo, nel vano tentativo di provocarsi un danno cerebrale. Poi si volta verso Bianca e le lancia un'occhiataccia piena di rancore.
«Domani sarà una giornata indimenticabile.» commenta la De' Medici, mentre l'amica desidera solo che il terreno le si apra sotto i piedi.
 


















 

Angolo Autrici - perché, sì, siamo in due.

E' una pazzia, una totale pazzia. Ma fatta, giuringiurello, con assoluta serietà e con tanta voglia di divertirsi.
Spero tanto che ci seguirete in quello che stiamo per fare e che ci darete utili consigli.
Continua ad essere una pazzia anche con le scuse, dite? Può darsi ma noi l'amiamo come idea ed è per questo che la continueremo.
Amore per tutti!



Eagle e _Coco