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Autore: Julia of Elaja    22/06/2013    0 recensioni
Corte di Elaja.
A poche settimane dalla sconfitta del malvagio tiranno secolare Abu e dall'insediamento dei quattro re, l'isola di Elaja si ritrova a vivere la tanto agognata pace.
Eppure un nuovo nemico si muove silenzioso nell'isola e l'ha colpita in gran segreto proprio nel suo cuore, nella capitale. Alla corte dei quattro re.
La vittima?
La regina suprema, Julia.
OS ispirata dalla canzone "Radioactive" degli Imagine Dragons.
Genere: Avventura, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Le avventure dei quattro re'
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Elaja, capitale dell'omonima isola.
Il palazzo reale, riportato finalmente al suo antico splendore grazie al lavoro di settecento persone, tra architetti, maghi e streghe, fate e ninfe, pullulava quel giorno di gente.
Venivano da ogni dove dell'isola, le persone; c'era chi aveva viaggiato per intere settimane pur di giungere quel giorno ad Elaja.
Alcuni avevano cavalcato i loro puledri sino allo sfinimento, altri invece si erano avvalsi della loro facoltà di volare. Altri ancora avevano preferito il teletrasporto.
E in quel glorioso giorno centinaia, forse migliaia di persone si erano ritrovate ad Elaja.
Una voce maschile, chiara e forte, si levava a parlare a quella moltitudine; sulla grande scalinata di ingresso del palazzo, otto giovani uomini e donne stavano in piedi e fissavano la folla.
A parlare era un ragazzo dalla chioma bionda e fluente, con un'imponente corona sul capo, in lamina d'oro e tempestata di rubini, un lungo mantello amaranto a coprirgli le spalle e i suoi migliori vestiti addosso.
Aveva preso parola da appena qualche minuto, ma il suo era un discorso abbastanza breve; dopo aver ringraziato il popolo per averlo accettato così benevolmente e per aver decretato, assieme al resto della corte, che lui divenisse il re supremo, Eragon concluse con un'ultima frase:
"Elaja è ora entrata nello splendore, quello che ai tempi di re Jorlax abbondava e che Abu il tiranno ci aveva portato via. Si apre una nuova epoca per la nostra isola e per il nostro regno; e io, non posso far altro che gioirne con voi e dirvi: Sì, benvenuti nella nuova era!".
Il fragore assordante degli applausi aveva invaso l'intera città; Eragon sorrise benevolo al suo popolo, poi si voltò alla sua destra e allungò una mano verso la sua splendida moglie.
Julia, raggiante, gli sorrideva, fiera e splendida nella sua bellezza.
"Direi che hai fatto centro" commentò lei ridendo, per poi stringere la sua mano in quella di lui e avvicinarglisi di più.
E alzando assieme le braccia, con le mani strette l'una nell'altra, esultarono assieme al popolo.
Ai loro lati gli altri sei re applaudivano entusiasti; Edmund, fissando il volto splendente della sua amata Maryanne, pensò a tutto quello che gli era accaduto. Se già essere re di Narnia gli era parsa una cosa assurda, avere ora una seconda carica concomitante di regnante lo aveva davvero definitivamente scosso. Ma ne era felice; aveva una moglie giovane e bella, di cui era davvero innamorato. Maryanne ora aspettava un figlio da lui, che di lì a pochi mesi sarebbe venuto alla luce. Le cose non potevano andare meglio, per loro.
Spostando lo sguardo incrociò gli occhi di sua sorella Susan, che applaudiva compostamente al fianco di suo marito, Bowlish; si sorrisero a vicenda e e in più lei gli rivolse un occhiolino: doveva essere davvero molto felice anche lei!
"Ehi, finiscila di fissare tutti uno per uno" scherzò qualcuno affianco a lui, tirandogli un pizzicotto "Piuttosto, fissa me, che sono un gran bel fusto".
"Nix" rise Edmund, voltandosi alla sua sinistra per incrociare due occhi divertiti del giovane re "Sempre il solito modesto".
"Oh, ma è per questo che il popolo mi adora; guarda come mi applaudono!" scherzò quello in risposta, indicando la folla immensa che continuava a esultare per i suoi re.
"Nix, sei davvero un idiota" una giovane ragazza, che Nix teneva stretta al suo petto, ridacchiò sommessamente. Aveva lunghi capelli crespi e anche lei, come tutti gli altri, indossava sontuosi abiti e una corona tempestata di quarzo rosa.
"Hermione Granger" cominciò Nix con finta serietà "Mi stai dando forse dell'idiota? Oseresti ripeterlo ancora?".
Ma lei si limitò a ridere ancor di più: "Perché, se dovessi insultarti di nuovo, cosa accadrebbe?".
"Potrei ordinare la tua decapitazione" continuò lui, arricciando il naso in una smorfia.
Ma la ragazza, in tutta risposta, si schiarì rumorosamente la voce, indicando l'enorme pancia che era decisamente visibile nonostante il vestito molto largo.
"Ah, giusto; tu porti mio figlio in grembo" Nix batté una mano sulla fronte.
"Sei davvero un idiota, ha ragione Hermione" intervenne Maryanne.
Edmund scosse il capo, divertito; era tutto finalmente come avevano sempre sognato.
Ad Elaja le cose andavano bene, per la prima volta dopo centinaia di anni.
Erano stati due secoli passati nel buio, sotto il controllo di un folle che stava letteralmente distruggendo l'isola e ogni suo abitante; ma ora Elaja tornava al suo antico splendore, il palazzo reale si ergeva nuovamente in tutta la sua bellezza, con i suoi vasti giardini ben curati che accoglievano le centinaia di persone lì presenti per il discorso di insediamento dei re.
Julia si fece più vicina ad Eragon: "Andiamo" gli disse con dolcezza, mentre assieme agli altri si dirigevano all'interno del palazzo.
Fissava estasiata suo marito, suo fratello e i suoi due cugini con i loro coniugi: erano davvero diventati i re dell'isola di Elaja, proprio come quell'antica profezia della ninfa Dedale aveva predetto.
"Cosa migliore non poteva capitarci" pensò sorridendo raggiante al marito, entrando nel loro immenso castello.
Ogni cosa sembrava perfetta, quel giorno; persino le nuvole in cielo che ogni tanto coprivano il sole sembravano essere allegre e festose.




"La luna è alta nel cielo".
La voce calda di Eragon si rivolse alla sua amata, che lo aspettava nel letto, pronta ad appagarlo ancora tra quelle lenzuola.
"Allora è proprio vero che il tempo corre, quando si ama" lei gli sorrise, rivolgendogli un'occhiata languida.
"Ci siamo coricati che era appena sera" continuò la ragazza, tirando le lenzuola sul suo corpo nudo "E invece adesso è già notte".
Notte.
Alcuni saggi narravano che la notte portasse consiglio, altri invece ribattevano che il buio era la luce dei forti.
Per Julia il buio era un amico, l'aveva aiutata durante quella terribile battaglia di poche settimane prima; al solo pensiero un brivido la pervase tutta.

"Sapevo che ce l'avreste fatta a raggiungermi".
Abu fissava con rabbia i quattro cugini schierati fianco a fianco, le spade sguainate e graffi sanguinolenti sul volto.
"Veniamo al dunque: voi volete il mio trono?" aveva chiesto, con espressione sprezzante e irrisoria sul volto, i lunghi capelli corvini sudici di sangue di chissà chi.
"Non è il momento di parlare, questo!" aveva urlato Nix "Vogliamo solo la tua testa!".
"Ormai sei finito" urlò Bowlish.
Rideva, Abu, rideva una risata malvagia, da brividi.
"Questa notte la mia testa rimarrà salda sul mio collo, statene certi!" aveva risposto "Io piuttosto direi che sarete voi a fare una brutta fine".
Silenzio: Julia e Maryanne si scambiavano occhiate preoccupate e decise al tempo stesso; era notte, notte fonda, dalle finestre nemmeno la  tenue luce lunare riusciva ad entrare e illuminare appena i loro volti, poiché le nuvole avevano coperto il cielo; solo il fuoco nel camino rischiarava di poco la grande Sala del Trono.
Il buio era stato loro complice quella notte: erano riusciti a penetrare nel castello e sbaragliare qualsiasi tentativo di difesa, avevano ucciso Frezeer, il più temuto tra i capi dei battaglioni, avevano sguainato le spade e le avevano affondate nel petto di molti, ma avevano dovuto farlo: era per una giusta causa.
Dovevano ammazzare il tiranno.
E il buio li aveva aiutati a non farsi notare, mentre silenziosamente si avvicinavano al castello: infine i quattro cugini erano riusciti ad arrivare alla Sala del Trono, dove Abu aspettava il loro assicurato arrivo.



Julia ricordava ancora vividamente tutto quello che era successo nel buio di quella notte: avevano rischiato il tutto per tutto, ma ce l'avevano fatta. Avevano ucciso il tiranno e liberato Elaja da quella minaccia. Erano diventati i re dell'isola, come la ninfa Dedale aveva predetto secoli prima.
La vita era serena, ad Elaja.
Eppure qualcosa stonava, in quell'atmosfera di pace: Julia avvertiva una presenza, poco lontana, che soffriva.
Una voce raggiunse le sue orecchie: era un canto triste, malinconico, denso di paura e dolore.
Ma chi era?
"Eragon"
Ma suo marito, steso al suo fianco, era già perso nel mondo dei sogni; Julia, così presa dai suoi pensieri e dai suoi ricordi, non si era resa conto che lui aveva preso posto affianco a lei, sul loro immenso letto.
"Non senti anche tu questa voce?" continuò la ragazza, nonostante il suo amato non desse alcun cenno di risposta "Qualcosa non va, Eragon".
Lo scosse leggermente: "E tu falla andare" mormorò allora lui in risposta, voltandosi dall'altra parte e continuando amenamente a dormire.
Julia scosse il capo, sospirando: non poteva rimanere lì indolente a quel richiamo. Doveva pur fare qualcosa!
Si alzò dal letto, allungò un braccio e riuscì in quella semioscurità a trovare una veste da indossare; infilatala, si precipitò fuori dalla sua enorme camera da letto, lasciando persino la porta aperta per la fretta.
Qualcuno, non molto distante, era in pericolo di vita; chiunque fosse, quella persona stava soffrendo.
E lei non avrebbe sopportato un minuto di più quel dolore: doveva aiutarlo, a qualsiasi costo.



Eragon aprì gli occhi: qualcosa aveva turbato il suo sonno.
Era un presentimento: qualcosa di terribile stava per succedere, o forse stava già accadendo. Ma cosa?
Si voltò su un fianco per osservare sua moglie dormire tranquilla, lei era capace di donargli la serenità che aveva perduto sin da bambino.
Ma lei non c'era.
Non era lì con lui.
"Julia?".
Balzò fuori dal letto: il cuore prese a battere più velocemente. E se quel presentimento terribile riguardasse proprio lei?
"Julia, sei qui?".
Ma la porta della loro stanza da letto era aperta; Julia doveva essere in giro per il Castello, dunque.
Forse era uno dei suoi soliti attacchi di insonnia; le capitavano spesso, a causa dei brutti ricordi della grande battaglia. Quando le accadeva, era solita girare per i giardini del castello.
Ma improvvisamente gli sovvenne in mente che lei gli aveva parlato, poco prima, facendo riferimento a qualcosa che non andava... 
"Dannazione" mormorò a denti stretti; cos'altro gli aveva detto?
Il dubbio che Julia fosse uscita dal castello si isinuò meschino in lui; come avrebbe potuto rintracciarla?
Poi si fermò per un attimo a riflettere: cosa gli aveva insegnato Vegeta?

"A localizzare le auree" si disse.
Dunque prese un gran respiro per tranquillizzarsi, si  concentrò e cercò di localizzare l'aura di sua moglie: dov'era andata?
"Trovata!".
Ed eccola; era fuori dal castello,
 nella foresta... non era molto lontana, ma sembrava stranamente debole, anzi a malapena la percepiva.
Cosa le stava accadendo?
Corse via, diretto verso le stalle, tre piani più sotto, dove riposava il suo cavallo.
"Voi! Venite con me!" urlò rivolto a quattro guardiani che facevano la ronda.
Dieci minuti dopo erano fuori, nel buio della notte, diretti nel cuore del bosco.
Eragon aveva ancora presente l'aura di Julia, la percepiva, seppur debolmente.
"Spronate i cavalli" urlò rivolto alle quattro guardie "Dobbiamo essere più veloci!".
Ma qualcosa cambiò all'improvviso; un urlo atroce, di dolore e di paura, si era levato non molto distante da lì.
Ed era la voce di una donna.
I sensi all'erta, Eragon con il batticuore cavalcò più veloce che mai diretto verso quel punto; "Julia!" urlava terrorizzato, perché era più che certo che ad urlare fosse stata lei.
In quel momento, inaspettatamente, l'aura di Julia tornò alla sua piena potenza, investendolo; era impossibile! Fino a pochi istanti prima era quasi impercettibile, nonostante la vicinanza...
Correva con il suo cavallo, le quattro guardie appena dietro di lui, l'espressione tesa e pronta a qualsiasi cosa; perchè il buio può ingannare, nel buio si nascondono le insidie.
Del buio Eragon non si fidava e non si era mai fidato.
"Julia!".
Si fermò appena in tempo per non travolgerla: lei era lì, davanti a lui. E a quanto pareva, stava anche bene.
La giovane donna si voltò a fissarlo; sembrava turbata. "Eragon" sussurrò, allungando le sue mani verso lui.
"Perché hai urlato, Julia?" urlò quasi lui, preoccupato "E perché sei uscita dal palazzo in piena notte? Hai idea dello spavento che io ho...".
"Credevo ci fosse qualcuno qui che fosse in pericolo" lo interruppe lei, accalorata "E ho sentito anche io quell'urlo, di certo non era il mio!". Si fermò e prese un respiro; "Ma non ho trovato nessuno. Qui c'è solo la foresta".
"Avresti dovuto avvertirmi che eri uscita dal castello! Mi hai fatto preoccupare!" continuò lui spaventato e adirato.
Ma lei gli rivolse un sorriso sghembo, freddandolo con uno sguardo che mai, mai prima d'allora, lui le aveva visto; "Lo terrò a mente. Ora, andiamo?".
Eragon la fissò stranito; aveva forse avuto un'allucinazione, o in lei c'era qualcosa di diverso?
Forse nello sguardo, forse nel tono di voce, forse nella camminata sicura e ancheggiante... eppure sì, avrebbe potuto giurarlo che qualcosa era cambiato in quei pochi minuti in cui lei si era allontanata. 
Ma lui lo sapeva bene, che il buio è ingannevole... il buio confonde le idee.
"Allora? Andiamo!?" Julia insistette, posando una mano su un fianco del cavallo bianco di Eragon e tamburellandoci sopra, impaziente.
Senza proferire parola, Eragon l'aiutò a montare, poi prese le redini e, sotto lo sguardo altrettanto stranito delle quattro guardie, tornarono indietro verso il castello.

Bisogna stare attenti al buio della notte.
Il buio inganna e raggira.
Il buio aveva attirato Julia in trappola.
E ora lei era lontana, troppo lontana perchè Eragon potesse salvarla,
 i
n quel carro che viaggiava veloce verso il castello Nero.
Lontana, troppo lontana perché suo marito potesse udire il suo richiamo silenzioso.

"Eragon?".
"Dimmi".
Il ragazzo avvertì un forte profumo di fiori che lo costrinse a voltarsi; si ritrovò sua moglie completamente nuda, seduta sul loro letto, che si sfiorava provocatoriamente sospirando e gemendo.
"Perché non vieni qui e mi fai tua?".
In un momento di lucidità, Eragon avrebbe intuito subito che Julia non era in sé; quando mai era stata così disinibita, così vogliosa? Certo, ogni notte facevano l'amore ma mai e poi mai si era mostrata così svergognata e poco pudica davanti a lui.
Ma quel profumo così intenso aveva annebbiato i suoi sensi; la sua bellissima moglie chiedeva di essere posseduta da lui, e non se lo sarebbe fatto ripetere due volte.

Il buio inganna alcuni e fa da complice per altri.
Il Signore del Buio ora aveva ciò di cui necessitava, e presto, molto presto, avrebbe avuto il controllo dell'intera isola di Elaja.
Così voleva e così sarebbe stato.
Da sempre e per sempre.







N.d.a.

Salve!
Questa OS è uno spoiler del secondo capitolo delle avventure dei quattro re, serie originale scritta da me medesima (u.u) e che sto pubblicando su EFP.
Se vi ha incuriositi, consiglierei di leggere la prima storia della serie, che trovate sul mio profilo e si intitola "Le avventure dei quattro re", così da chiarirvi meglio chi sono i protagonisti e come mai ci troviamo con Eragon, Hermione e Edmund e Susan Pevensie come regnanti di questa isola.
Per adesso, dunque, vi lascio questa OS come "antipasto" , perché la seconda storia della serie è davvero una bomba! ;) Non posso assolutamente aggiungere altro, solo sperare di avervi intrigati e incuriositi con questa piccola anticipazione!
Alla prossima!

Julia of Elaja
   
 
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