AUTUMN NIGHT
La nebbia avvolgeva la Wolf Pack Island.
“Ammazza Lina Inverse”.
Xelloss Metallium si trovava al cospetto della sua
superiora, Zelas. La Dark Lady era in piedi davanti a lui e reggeva in mano una
sigaretta; Xelloss a quell’ordine sussultò. Sapeva bene che prima o poi sarebbe
giunto; ma l’aveva comunque colto impreparato; nonostante aveva cercato di
farsene una ragione, dopo tutti quegli incontri di Zelas, Dynast, Dolphin. Ecco
di cosa dovevano discutere: di ammazzare Lina. Per la prima volta trovò
irrespirabile quell’aria densa di fumo di sigaretta. Serrò i pugni delle mani;
poi disse con voce sommessa “Sarà fatto…” e scomparve nell’oscurità.
La stessa oscurità avvolgeva la Dark Valley, situata
nell’estremità ovest del regno di Raltirg; la notte era resa ancora più cupa
dal novilunio e dal cielo velato di nubi; solo di tanto in tanto l’oscurità
veniva squarciata dai lampi di un temporale in lontananza, accompagnati dal
sordo rumore dei tuoni. Un freddo vento proveniente da nord scompigliava le
fronde degli alberi secolari che ricoprivano la parte occidentale della
vallata, lasciando solo di rado posto a piccole radure. Una di queste era
illuminata dalla fioca luce di un fuoco che proiettava tetre ombre sui cespugli
circostanti. Lina Inverse osservava immobile il tremolio della fiamma; era
seduta per terra, le ginocchia tirate al petto e le braccia attorno ad esse; il
suo corpo era scosso dai brividi, ma non avrebbe saputo dire se erano dovuti al
freddo pungente di quella notte autunnale, o a quella strana inquietudine che
la turbava. Osservò Gourry; lui dormiva tranquillo poco più in là, o almeno
così sembrava; era strano, ma la sua presenza non riusciva a tranquillizarla.
Poggiò il mento sulle ginocchia, il suo sguardo cadde sulle sue mani modellate
dall’Arte; si chiedeva fino a dove sarebbe potuta arrivare con la sua magia,
mentre il suo volto teso veniva colpito dalla fioca luce del fuoco. Intanto
degli occhi color ametista la stavano osservando dalla boscaglia; Xelloss pensò
che era incredibile come gli esseri umani potessero in qualche modo presagire
il momento della loro fine; e pensò che doveva essere terribile avere un simile
pensiero per la testa. Una folata di vento sconvolse i suoi capelli viola; il
demone decise finalmente di agire; aveva già atteso troppo a lungo. Mosse
qualche passo in avanti, uscendo dalla vegetazione; Lina si accorse della
presenza di qualcun’ altro; voltò il capo, e vide Xelloss in piedi poco lontano
da lei; la sua sagoma era sinistramente avvolta da una strana luce verdastra.
La maga deglutì: che ci faceva lì Xelloss?
“Sono qui per ucciderti…” esclamò Xelloss quasi
rispondendo alla sua domanda; lei sorrise ironicamente, alzandosi in piedi “Mi
dispiace, ma non credo che sarà tanto semplice…Xelloss.”
“Temeraria come al solito, eh…Lina-san” anche Xelloss
sorrise, chinando il capo stranamente dimesso; poi continuò, quasi mormorando a
se stesso: “Questo è quello che ho più apprezzato di te in questi anni…”
Lina scrutò il demone davanti a lei; il Priest intanto
continuava a fissare il suolo ai suoi piedi serrando il pugno delle sue mani;
il silenzio che li avvolgeva veniva interrotto solo dal fruscio delle fronde
degli alberi mosse dal vento. Quando finalmente si decise ad alzare lo sguardo,
disse con tono amaro:
“Ma questa volta il tuo coraggio non potrà servirti…
Questa volta non è un gioco, Lina. E nemmeno il suo aiuto potrà servirti a
qualcosa!”
Lo sguardo del demone si posò su qualcuno dietro la
maga. Lina non ebbe nemmeno bisogno di girarsi per capire di chi si trattava.
Gourry avanzò lentamente fino a porsi tra lei e il demone, impugnando l’Hikari
no ken:
“Non so cosa tu voglia dire; ma di una cosa sono certo:
finché sono in vita non potrai torcerle nemmeno un capello”.
Lina si morse le labbra: non voleva che Gourry venisse
coinvolto in quella faccenda… Non voleva che si facesse del male a causa sua.
Intanto la pioggia scendeva violenta, mentre i lampi
squarciavano il cielo scuro, illuminando la Dark Valley; subito seguì il
fragore di un tuono, che ricoprì la risatina sadica di Xelloss.
“Illuso! Credi di poter fare qualcosa contro di me… con
quel misero giocattolo…!”, esclamò indicando l’Hikari no ken; Gourry aumentò la
stretta sulla sua spada: sapeva bene che con quel “misero giocattolo”, come lo chiamava
Xelloss, avrebbe potuto sconfiggere anche i demoni più potenti. Intanto Xelloss
continuò, sollevando lentamente il braccio e raccogliendo dell’energia magica
nella mano:
“Sai, quasi mi fai pena! Assisterai impotente alla fine
della tua cara Lina!”. Appena ebbe finito di parlare dalla sua mano partì un
fascio di energia diretto contro Gourry; Lina urlò al giovane: “Gourry,
spostati di lì!”
Gourry non diede ascolto alle parole dell’amica e cercò
di respingere l’attacco del demone usando la spada come scudo. Per qualche
istante sembrò resistere, ma poi man mano lo scudo si indebolì, mentre schegge
di energia gli graffiavano il volto; poi cedette del tutto, e venne
scaraventato contro un albero. Il biondino tossì del sangue e cercò di
rialzarsi piantando le mani per terra; ma si rese conto che stava lentamente
perdendo il controllo delle sue braccia. Una forza misteriosa lo stava
sollevando a mezz’ aria, mentre sentiva gli arti come serrati in qualche catena
invisibile. Cercava di liberarsi in tutti i modi, ma ogni suo sforzo era
inutile. Vedendo il giovane dimenarsi, Xelloss esclamò: “ E’ inutile,
Gourry-san! Rassegnati, non potrai mai liberarti da quella presa!”, poi il si
voltò verso Lina e mormorò: “Ed ora a noi due, Lina Inverse…”
Lina si voltò a Xelloss, lo fissò immobile, i muscoli
tesi, i capelli scossi dal vento. Incrociò il suo sguardo; lui avrebbe voluto
che lì, accanto a lui, ci fosse stato un qualche artista divino, capace di
cogliere nella sua opera il desiderio di combattere che ardeva in quegli occhi
color rubino, unito alla consapevolezza che quello sarebbe potuto essere il suo
ultimo combattimento; la pioggia fitta, e l’oscurità, che sfumavano i contorni
del suo corpo; per rendere in qualche modo eterno, o almeno più duraturo,
quello che stava per distruggere con le sue stesse mani.
Non voglio ucciderla!
Sorrise amaramente; lo sfiorò l’idea di non obbedire
alla sua master; allontanò quasi spaventato questi pensieri dalla mente, si
obbligò a pensare allo scontro; i suoi occhi si ridussero a due fessure
luminose; sparì. Lina rimase ferma, silenziosa. Spostava continuamente gli
occhi a destra e sinistra, attenta a qualsiasi movimento nell’aria. Anche
Gourry, sospeso a mezz’aria, osservava silenzioso l’ambiente circostante.
“Lina, in alto!”, urlò vedendo un punto luminoso in
aria.
Lina immediatamente alzò lo sguardo, vide la luce, poi
avvertì una forza crescere accanto a lei: si voltò, vide il demone accanto a
lei, le mani puntate al suo fianco.
Gourry vide una luce accecante provenire dalle mani di
Xelloss, Lina come inghiottita da essa: una fragorosa esplosione risuonò nella
foresta, sollevando una gran quantità di polvere. Quando lo spadaccino riaprì
gli occhi accecati dalla luce di prima, a mala pena riuscì a distinguere nella
polvere la sagoma di Xelloss, e Lina, inginocchiata per terra poco lontano da
lui; una chiazza di sangue bagnava il terreno ai suoi piedi. Quando vide
Xelloss che avanzava verso di lei, fece un balzo indietro ed urlò unendo i
palmi delle mani: “Ora tocca me, maledetto bastardo! Elmekia Lance!!” . Xelloss
creò immediatamente uno scudo protettivo attorno a lui. Lina intanto vide
l’Hikari no ken che era caduta a Gourry poco lontano da lei; corse a prenderla,
e si lanciò contro il demone, cogliendolo di sorpresa. Xelloss non fece in
tempo a scansarsi e venne ferito al braccio destro dalla lama della spada. Il
demone indietreggiò reggendosi la ferita e tenendo gli occhi fissi su Lina, che
impugnava l’arma di fronte a lui.
Ora si trovava nei guai: come aveva potuto dimenticarsi
di quella maledetta spada? Doveva trovare il modo di togliergliela di mano- e
subito: conosceva l’abilità della giovane con la spada; e sapeva che poteva
essere pericolosa. Vide Lina partire nuovamente all’attacco, scansò il colpo,
poi una lama scura si materializzò nelle sue mani.
“Combatti, Lina!”, urlò buttandosi all’attacco contro la
maga, che bloccò il colpo con la spada. Il demone continuava a fare pressione,
Lina sentiva i muscoli delle braccia farle male, potenziò con un incantesimo la
lama dell’arma, riuscì a respingere il demone, che poi continuò ad attaccare
con una serie violenta di colpi. Lina non riusciva ad evitarli tutti, si
limitava ad indietreggiare; intanto la pioggia continuava a scendere e si
mischiava al sangue che le usciva dalla ferita. Non poteva andare avanti così:
si decise ad attaccare, deglutì, e si lanciò di corsa contro il demone. Xelloss
aspettò che la maga arrivasse a breve distanza da lui e scomparve di colpo.
Lina si fermò, avvertì la presenza del demone dietro di lei, si girò, vide i
suoi occhi color ametista, poi sentì un dolore lancinante alla spalla destra,
Xelloss ne estrasse la spada insanguinata. Lina cadde in ginocchio, reggendosi
la spalla con la mano, ma non lasciò andare la spada; tossì del sangue, si
asciugò le labbra col dorso della mano, alzò lo sguardo verso Xelloss, si
lanciò nuovamente all’attacco. La spalla le faceva male, non riusciva a muovere
bene il braccio, i suoi colpi non erano più precisi, andavano a vuoto. Infine
Xelloss le afferrò il braccio col quale reggeva la spada.
“Lasciami andare!”, urlò Lina cercando di liberarsi
dalla stretta del Priest. Il demone per tutta risposta, strinse ancora di più
il braccio, mentre del sangue gli colava tra le dita. La giovane maga strinse i
denti per il dolore, poi Xelloss le sussurrò, avvicinandosi all’orecchio:
“Lascia la spada se non vuoi che te lo spezzi”.
Lina poteva sentire il respiro del demone sul collo,
guardò l’impugnatura dell’arma, la mano livida, la stretta di Xelloss, il
sangue che continuava a colare… Chiuse gli occhi per il dolore, si costrinse a
riflettere, a trovare un modo per giocarla al demone. Un’idea le balenò nella
mente. Lasciò cadere lentamente la spada.
Più oscuro del crepuscolo…
Il demone sorrise compiaciuto.
Più rosso dello stesso sangue…
Ma mentre lasciava andare il braccio della giovane, si
sentì afferrare a sua volta il braccio… vide gli occhi di Lina scintillare…
possibile che…
DRAGON SLAVE!!
La maga urlò, Xelloss fu preso in pieno
dall’incantesimo, una fortissima luce rossa avvolse la foresta, un boato
risuonò nell’aria…
Lina ansimava vistosamente, cercava di riprendere fiato,
ma dov’era Xelloss? Sentì uno spostamento d’aria dietro di lei, si voltò, e
vide il demone scendere lentamente a terra, il lato sinistro del corpo quasi
totalmente lacerato. Cadde in ginocchio, reggendosi la ferita; ansimava,
nonostante fosse un demone, tenendo gli occhi ametista fissi a terra, guardando
le piccole macchie scure che lasciavano le gocce di sudore che gli scendevano
dal viso. Cercò di riprendere fiato, di vincere il dolore, sollevò lo sguardo
verso Lina, la fissò negli occhi color rubino, si sentì accendere di rabbia:
come aveva potuto ridurlo in quello stato, lei che era solo un essere umano?
Lui, un demone, ridotto in quello stato… da un essere umano! Aveva avuto ordine
di ucciderla ed ora, per colpa di uno sciocco sentimento- un sentimento umano!-
stava rischiando di morire egli stesso! Si alzò lentamente in piedi, rigenerò
il braccio, raccolse dell’energia magica nelle mani, poi si lanciò velocissimo
contro Lina, urlando: “Morirai, per quello che mi hai fatto!”.
La giovane maga vide il Priest arrivarle contro come una
freccia, non ebbe il tempo di scansarsi, venne colpita in pieno da Xelloss, che
la scaraventò contro un albero. Lina all’impatto tossì del sangue, lui
continuava a scagliarle contro colpi di energia magica; Lina vedeva Xelloss lì,
davanti a lei, ma non poteva fare niente per muoversi, per evitare i suoi
colpi….
“Lina, Linaaa!!” sentiva le urla di Gourry in lontananza,
non voleva morire, voleva stare vicino a Gourry, sentire il calore del suo
corpo, il battito del suo cuore… Xelloss la stava uccidendo, la stava
uccidendo, non era possibile, non era giusto, sentiva le forze venirle meno….
Non voglio…
La vista le si annebbiò.
Non voglio…
Sarebbe svenuta e poi… la fine!
LoN, ti prego, aiutami, non voglio, aiutami, ti prego!
Era finita, era finita, la fine di tutto…
No.
Non era ancora giunto il momento.
Xelloss si allontanò ansimando da lei. Perché? Si sentì
mancare, cadde a terra con un tonfo, lasciando il tronco dell’albero
insanguinato. Poggiò una mano a terra, reggendosi il ventre con l’altra, vomitò
del sangue, chiuse gli occhi per il dolore, poggiò la fronte a terra. Lottava
con tutte le sue forze per non svenire, le mancava il respiro, provava un
dolore terribile alla pancia, mentre continuava a tossire sangue. Cercò di
riprendere fiato, di calmare il dolore con un incantesimo… Non ce l’avrebbe mai
fatta, contro Xelloss, il loro era uno scontro impari…
Il demone intanto si avvicinò a lei e sussurrò: “ Non
dirmi che sei già stanca… Su, rialzati!”.
Lina si alzò sui gomiti ansimando, pensando ad un modo
per sconfiggere Xelloss, anche se era impossibile… si alzò in piedi
traballando, ora cosa poteva fare….
“L’Hikari no ken”, sembrò mormorale una voce nella
mente. Mosse gli occhi a destra e
sinistra per cercarla, ma non la vedeva da nessuna parte. Possibile che fosse
andata distrutta con il Dragon Slave di prima?
“E’ questa che cerchi?”
Xelloss. La spada era sospesa a mezz’aria davanti a lui.
Istintivamente tese il braccio per prenderla, ma essa scomparve nel nulla. Il
demone sorrise.
“E’ la tua fine.”
Lina deglutì serrando i pugni, lo sguardo fisso per
terra. Non ce la faceva più a combattere. Ma non poteva dargliela vinta così
facilmente. Fissò i suoi occhi in quelli del demone.
“Sei un vigliacco… ma non avrai la mia vita tanto
facilmente!”
“Dimostramelo!”.
Dalle mani del Priest partì un fascio di energia, Lina
riuscì a scansarlo, rispose a sua volta con un Elmekia Lance, ma era debole, i
suoi incantesimi avevano perso potenza… Aveva bisogno di tempo…tempo per
raccogliere le sue energie…tempo per castare un incantesimo in grado di mettere
Xelloss fuori combattimento una volta per tutte. Ma venne scaraventata a terra da
un colpo di energia; ansimò, alzandosi sui gomiti. Vide Xelloss in piedi
davanti a lei, con una mano puntatale contro.
“Addio!”, mormorò Xelloss, pronto a scagliarle contro un
incantesimo. Lei vide la magia raccogliersi nel palmo della mano di Xelloss, strinse
gli occhi in attesa del colpo. Ma sentì qualcuno urlare nella foresta.
“LA TILT!”
Seguì un’esplosione, il gemito di Xelloss… Aprì
lentamente gli occhi: vide il demone reggersi una spalla ferita, qualcuno
avanzare nella polvere… Zelgadis? Sorrise riconoscendolo, tirò un sospiro di
sollievo, si lasciò cadere a terra.
Xelloss osservava torvo la chimera, sanò la spalla e
disse: “Lurido verme, come ti sei permesso…?”
“La prossima volta ti colpirò in pieno, demone!”,
rispose Zelgadis; poi si diresse verso Lina, si inginocchiò accanto a lei,
l’aiutò a sedersi.
“Guarda come ti sei ridotta…”.
Lina rispose sorridendo “E’ un vero piacere rivederti,
Zel…ti…” venne interrotta da un colpo di tosse. Portò una mano alla bocca,
mentre il sangue le colava tra le dita. Zelgadis scosse il capo, la riadagiò a
terra, cominciò a castare il recovery. Lina riprese fiato e continuò “Ti
ringrazio, Zel… ti devo la vita…”.
“E’ una fortuna che sia passato da queste parti… Ho solo
saldato uno dei miei debiti!”, sorrise Zelgadis. Poi si voltò verso Xelloss,
che stava avanzando verso di loro.
Lui lo guardò torvo “Come ti sei permesso di
intrometterti, stupida chimera!”, esclamò scagliandogli contro una sfera di
fuoco; Zel riuscì ad evitarla, l’incantesimo andò a infrangersi contro un
albero, incendiandolo; Xelloss continuò ad attaccare, lanciando un fascio di
energia. Zelgadis lanciò un La Tilt, i due incantesimi si scontrarono a
mezz’aria neutralizzandosi a vicenda; si sollevò un gran polverone, quando si
diradò Xelloss era scomparso. Zelgadis si guardò intorno allarmato, poi vide un
fascio magico venire contro di lui, fece
un balzo per scansarsi, ma l’incantesimo lo colpì di striscio ad un fianco.
Cadde a terra, del sangue usciva dalla ferita, resistendo al dolore si alzò su
un gomito ed allungò l’altro braccio, incominciando a scagliare una serie di
colpi contro il demone. Xelloss riuscì a scansarli tutti abilmente, poi venne
fermato da forze misteriose che uscirono dalla terra. Si sentì prendere alle
caviglie, poi venne sbattuto a terra; Zel gli si avvicinò, gli puntò una mano
alla testa, e scagliò una serie di colpi. Il Priest urlò, poi Zelgadis si
fermò, aspettando che il demone si rialzasse; cominciò a prenderlo a pugni in
faccia e sulla pancia, Xelloss sputò del liquido nerastro, poi puntò la mano
contro il ventre della chimera: improvvisamente si materializzò l’Hikari no
ken; il demone la conficcò nel ventre di Zelgadis, che si piegò in avanti,
emettendo un gemito di dolore e sputando del sangue. Xelloss si liberò
dall’incantesimo, e mollò un pugno a Zel che finì a terra ansimando: la spada
lo aveva trafitto da parte a parte, ai suoi piedi si formò una chiazza di
sangue. Il demone avanzava verso di lui, deciso ad ucciderlo, Zelgadis lo
osservava ansimando… Cosa poteva fare?
Ma una voce risuonò nella radura.
“Fermo!”
Lina Inverse era circondata da un alone di energia
negativa, che confluiva in una lancia scura che reggeva in mano… Il Laguna
Blade?! No, non era possibile, dove aveva preso tutta quella energia, doveva
fermarla a tutti i costi… Xelloss si lanciò di corsa contro di lei. Lina,
vedendolo arrivare, trattenne il fiato…
Non aveva ancora finito di castare l’incantesimo, e non
poteva scansarsi per evitare il demone… Avrebbe dovuto usare una versione non
perfetta del Laguna Blade… Avrebbe funzionato? E poi, dopo, non avrebbe più
avuto forze sufficienti per combattere. Ma intervenne Zelgadis, che lanciò un
Ice Arrow contro il mazoku, immobilizzandogli le gambe. Xelloss si voltò con
gli occhi indemoniati contro la chimera.
“E’ con me che stai combattendo, ora!” esclamò Zel,
reggendosi la ferita con un mano. Xelloss si liberò del ghiaccio che lo
imprigionava e, quasi dimenticando Lina, si lanciò contro la chimera. Una serie
di esplosioni risuonò nella foresta, Zel aveva perso molto sangue e, sentiva
gli arti indebolirsi sempre di più. Gourry guardava la scena ammutolito, poi si
rivolse a Lina… Era pallidissima. “Lina, ti prego, stai attenta…”
La giovane maga lo guardò sorridendo, poi si concentrò
sull’incantesimo… Sentiva le sue forze defluire lentamente nella lancia che
stringeva tra le mani… Doveva fare presto, o non le sarebbe rimasta la forza
nemmeno per stare in piedi. Gourry avrebbe tanto voluto fare qualcosa per
aiutare lei o Zelgadis… La chimera non ce la faceva più. Venne scaraventato
a terra da Xelloss, che si
apprestava a dargli il colpo di grazia.
Ma venne fermato dalla voce della maga.
“Xelloss!”
Si rivolse a lei.
Era pronta. Strinse l’incantesimo tra le mani; si lanciò di corsa contro il
demone, sollevò la lama, gliela puntò addosso.
“Muori, maledetto bastardo!! Laguna Blaade!!”
Xelloss vide terrorizzato la maga affondargli la lancia
nera addosso; provò un dolore lancinante, provò a cambiare dimensione astrale,
ma non poté sfuggire all’incantesimo, e ricomparve subito dopo, mentre il
Laguna Blade lo trafiggeva. Urlò con tutto il fiato che aveva in gola, poi si
costrinse a pensare a qualcosa, vide Lina china su di lui, un pensiero gli
balenò nella mente, fu un attimo: vincendo il dolore, trapassò con la lama
dell’Hikari no Ken il petto della giovane. Uno schizzo di sangue caldo gli
bagnò il volto. Lina spalancò gli occhi per il dolore, abbassò lo sguardo, vide
la spada conficcatale nel seno, un fiume di sangue scendeva lungo la lama. Il
Laguna Blade si spense lentamente tra le sue mani, lasciando Xelloss gravemente
ferito e spossato. Il demone estrasse la spada ed indietreggiò traballando,
tenendo gli occhi fissi su Lina. Gettò la spada a terra, Gourry vide la lama
dell’Hikari no ken sporca del sangue di Lina- la sua Lina… La giovane emise un
gemito di dolore, portò le mani alla ferita, il sangue cominciò a scorrerle tra
le dita, cadde a terra ansimando, “Linaaa!!!”, sentì Gourry urlare, la sua voce
le rimbombava nella testa… Allora era proprio finita…
Xelloss si avvicinò lentamente a lei; la giovane,
vedendo la sagoma del mazoku su di lei, ammiccò ad un sorriso: “Alla fine hai
vinto tu…”. Xelloss spostò il capo sprezzante, scoccò un’occhiata a Zelgadis,
disteso a terra poco più in là, e si diresse verso Gourry. Il demone portò una
mano al volto, dove era sporco del sangue di Lina, se ne macchiò un dito, lo
strisciò sulla guancia del biondino: “E’ il sangue della tua amica…”
Lo spadaccino sottrasse il capo al freddo tocco del
demone: “Bastardo, liberami subito!”.
“Non preoccuparti, l’incantesimo svanirà tra breve.”, il
demone fissò Gourry nei suoi occhi gonfi di lacrime, sputò a terra qualcosa di
nerastro, “Sciocchi esseri umani…”, e si allontanò svanendo nel buio.
Il giovane spadaccino, che aveva seguito il demone col
capo, vedendolo svanire, si rivoltò a Lina. La giovane maga respirava a fatica,
tossiva continuamente sangue. “Lina!”, sentì la voce di Gourry, si voltò verso
di lui. Vide le sue guance rigate di lacrime; avrebbe voluto parlare, dire
qualcosa, ma non ce la faceva. I suoi occhi si riempirono di lacrime, non per
il dolore, o per il timore della morte; non voleva lasciare Gourry,
semplicemente. Sentiva il suo corpo indebolirsi sempre di più, capì che per lei
era giunto il momento di andarsene; deglutì, e cercò di sorridere all’amico.
Lo spadaccino vide il suo sorriso. “Ti prego, non mi
lasciare…”, un fiume di lacrime gli rigavano il volto.
“Mi dispiace, Gourry…Addio..”, la giovane maga mormorò
con un filo di voce; poi ebbe un fremito ,tossì dell’altro sangue, strinse gli
occhi per il dolore, poi il suo capo cadde abbandonato di lato, mentre una
lacrima le scendeva sul viso. Zelgadis chinò il capo; si sentiva un verme; non
era stato in grado di difenderla; e lei tante volte aveva salvato la sua vita.
Gourry invece si bloccò di scatto. Fissò silenzioso il corpo della giovane.
“Lina?”, mormorò, attento a cogliere ogni suo minimo movimento. Lei giaceva
immobile. Stette qualche minuto in silenzio, poi sollevò il volto rigato di
lacrime verso il cielo.
“NOOOOO!”
Il suo urlo risuonò nella Dark Valley, mentre Xelloss li
osservava da sopra una rupe.
“Addio, Lina…”
Si girò di spalle, avvolgendosi nel suo mantello scuro,
e scomparve nell’oscurità.
FINE
NOTA DELL'AUTRICE: ho pubblicato questa fanfic un pò di tempo fa su Fanfiction.it con il nick di Rey;
lo dico per evitare ke mi si dica di aver copiato di sana pianta un'intera ff di 1 altra persona!^^" Lo so ke è un pò sanguinaria, ma non posso farci niente, in quel momento mi andava di scrivere
qualcosa del genere. Spero ke cmq, almeno un pò, vi piaccia! ^___- E mi raccomando gente, reviwate!!^^