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Autore: lumpacio    22/06/2013    0 recensioni
[Bibbia]
Rivisitazione del mito di Adamo ed Eva dove quest'ultima, a differenza della tradizione classica, non viene rappresentata come una peccatrice, ma come colei che per prima diede l'opportunità all'umanità di liberarsi dalle catene della religione e diventare libera.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ATTO I

(LA LUCE E’ SOFFUSA, MA SI DISTINGUONO LE FORME DI ALBERI E PIETRE. EVA ENTRA LENTAMENTE POSIZIONANDOSI AL CENTRO DEL PALCO. DAL SUO RESPIRO AFFANNOSO E’ FACILE DEDURRE CHE ABBIA APPENA TERMINATO UNA CORSA. E’ STANCA E AFFLITTA, MA NON DEMORALIZZATA)

EVA: Fummo davvero creati per governare su tutto ed essere sottomessi ad uno? Ci fu davvero data la possibilità di ragionare per giungere alla conclusione che fosse meglio far tacere la nostra mente ed udire il silenzio della fede? Io non ho commesso peccato né violato alcuna legge umana. Non ho agito offuscata dai fumi del male, non l’ho fatto per invidia o per superbia. Io, Eva, la prima donna che ha potuto godere dei benefici di esser viva, ho agito da essere umano. Ho agito nei modi in cui sono stata creata; ho agito perché la mia mente desiderava sapere con quali chiavi si potesse liberare dalle catene che la tenevano imprigionata e perché il mio animo chiedesse vendetta contro l’ignoranza. Esiste forse sensazione più bella del conoscere? Come può l’uomo decidere di vivere senza provarla? Quanto era triste la mia esistenza prima del mio atto che definiscono sacrilego. Lo compierei di nuovo, anche in questo momento. Mordendo quel frutto non ho reso sazio solo il mio stomaco, ma tutto il corpo. Verrò punita, questo è sicuro, ma non mi importa. Potranno torturarmi, rinchiudermi o farmi provare tanto dolore quanto ne non ho mai provato prima, ma rimarrò per sempre libera e come me tutta l’umanità.

(ENTRA CAINO CORRENDO)
CAINO: Madre cosa vi è successo? Michele è in arrivo per portare un messaggio da Dio e le notizie

non sembrano essere buone.
EVA: Figlio mio sarò accusata di aver violato le sacre leggi che regolavano i rapporti tra noi e Dio.

CAINO: Cosa avete fatto di tanto grave? Non ho mai visto tanta rabbia scendere dai cieli; la terra tremava facendo fuggire tutte le bestie e il buio ricopriva ogni luogo.

EVA: Ho colto il frutto dell’albero dal quale ci era stato proibito di nutrirci. CAINO: Perché avete fatto qualcosa del genere?

EVA: Hai mai chiesto al sole perché ci illumina tutte le mattine? Ti ha mai spiegato una pianta perché fa germogliare i suoi fiori? Tutto ciò che ci circonda è nato in funzione di qualcosa ed agisce istintivamente per portare a termine questo obiettivo. E’ nella natura dell’uomo conoscere e quel frutto poneva un limite invalicabile tra me e il sapere cha poteva essere superato solo violando le leggi divine.

CAINO: Non voglio biasimarti madre, ma solo capire. La nostra vita era felice sotto la protezione di Dio. Lui ci amava, noi amavamo lui e ci bastava credere per dare un senso alle nostre giornate.

EVA: Quale senso trovavi in queste giornate?

CAINO: Sapere che qualcosa di più grande ci attendeva.

EVA: Lo abbiamo atteso ed è arrivato, la vita ora può davvero cominciare per noi.

CAINO: Potrebbero toglierci la vita con la stessa lucidità con cui ce l’hanno donata; di quale vita parli?

EVA: Parlo di una vita in cui non abbiamo bisogno di accontentarci, dove è nostro diritto conoscere il perché delle cose. Non capisci che, anche se dovesse durare da ora fino all’alba di domani, questa è la vita a cui siamo destinati?

CAINO: E’ Dio che ci ha creati, lui sa a cosa siamo destinati.

EVA: Lui ci creò, ma non ci fece mai nascere. Io sono tua madre, io sono la madre della stirpe di uomini che dominerà il mondo.

CAINO: Ho troppa paura madre.

EVA: Non devi averne figlio, nemmeno di fronte alle minacce più forti.

CAINO: E cosa ne pensa mio padre?

EVA: Lui trasgredì insieme a me, ma ora è tormentato dai sensi di colpa. Ma puniranno anche lui e così anche te.

CAINO: Non ho intenzione di abbandonarvi. Andrò in cerca di mio padre e vedrò quali sono i suoi intenti. Ora però voi riposate; i messaggeri sono veloci, ma io tenterò di fermarli.

EVA: Il tempo per riposare non c’è e la volontà di Dio arriverà tanto veloce quanto funesta. Cerca tuo padre e digli che lo attenderò sotto la rupe dove mi incontrò la prima volta. Lì insieme affronteremo il nostro destino.

CAINO: D’accordo madre. Vi prometto che non avrò paura.

(ESCONO CAINO ED EVA, IL PRIMO DA DOVE ERA ENTRATO, LA SECONDA DALLA PARTE OPPOSTA. MENTRA EVA STA PER USCIRE SI ACCORGE CHE QUALCUNO LE STA VENENDO INCONTRO E SI NASCONDE DIETRO UNA ROCCIA PER ASCOLTARE. ENTRA MICHELE)

MICHELE: Dov’è colei che violò i sacri vincoli tra gli uomini e Dio rifiutando di obbedire a chi la creò e le diede forma umana? E dov’è l’uomo che si fece corrompere dalle belle sembianze del demonio? E dov’è il loro figlio, primo nato da uomini? Non possono nascondersi ancora a lungo agli occhi di Dio. Hanno condannato ad eterne sofferenze l’intera stirpe umana. La pianta sarà secca dalle radici, la purificazione ardua e dolorosa. Sarà il peccato il primo sintomo del concepimento; essa verrà trasmesso di padre in figlio e sarà inevitabile come la morte. Servirà un’intera vita per cancellare questa macchia nell’animo. A tutto questo Adamo ed Eva hanno condannato l’uomo. Esso vagherà per tutta la vita tra le strade della conoscenza sapendo che in fondo ad ogni via ci sarà un profondo crepaccio che troncherà la possibilità di andare oltre. Hanno condannato l’uomo a vergognarsi dell’altro, a insultarlo e deriderlo. E ora abbiate il coraggio di venire qui, di prostrarvi ai piedi del messaggero divino!

Ecco il primo dei due che si avvicina! Dove hai lasciato la tua donna?

(ENTRA ADAMO DAL LATO OPPOSTO A QUELLO DOVE E’ NASCOSTA EVA. ALLA VISTA DI MICHELE HA UN PRIMO MOMENTO DI TERRORE PER POI SUPPLICARLO)

ADAMO: (Gettandosi ai piedi di Michele) O Altissimo messaggero di Dio, tu che rechi lieti annunci, ti supplico! Perdona me, mio figlio e mia moglie per la tua infinità bontà. Compiremo sacrifici e la nostra vita sarà dedita alla vostra venerazione. Ma ora abbi pietà, agimmo senza consapevolezza, offuscati dal demonio e dalle sue dolci lusinghe.

MICHELE: Si vede che bene hai ascoltato i suoi discorsi! Son sicuro che proprio in questo modo modulava la voce e le sue parole non dovevano essere dissimili da queste.

ADAMO: Io sono venuto qui da te con parole umane affinché ciò che ci è stato donato non ci sia tolto.

MICHELE: Seguendo il male agisti al momento del peccato e nello stesso modo agisci ora. Le tue preghiere sono inutili.

ADAMO: Ora sono sano, il demonio ha abbandonato la mia mente, le mie orecchie hanno già dimenticato il suono della sua voce. Non voglio commettere ancora peccato, conducimi sulla retta via.

MICHELE: Ciò che era tuo compito fare per rimanere puro agli occhi di Dio ti fu detto in principio. Ora altro non posso consigliare se non temere fortemente l’ira del cielo.

ADAMO: Fin dal primo giorno seguii i dettami che mi furono dati, trattai le creature di Dio con lo stesso amore con cui fui creato e altro pensiero non era nella mia testa se non quello di ringraziare l’Altissimo per i suoi doni. Ma poi...

MICHELE: Poi cosa?

ADAMO: ( Si alza) Ogni creatura che mi circondava aveva un simile con cui condividere la propria vita e a me mancava ciò. Così come mia prima preghiera chiesi che fosse concesso anche a me questo dono.

MICHELE: Ti amava così tanto Dio da concederti una compagna che nacque dalla tua stessa costola.

ADAMO: E Lui la chiamò donna, e io la chiamai Eva.

MICHELE: Potevi governare da solo, ma sentisti il bisogno di condividere il tuo potere. Ancora oggi mi chiedo cosa ti spinse a fare queste scelta.

ADAMO: Oggi anche io mi pento di ciò perché mai scelta più nefasta ho fatto. Lei mi condusse al peccato, ma io non ho colpa se non quella di averle creduto. Vengo qui supplice a chiedere prima il perdono vostro e poi di Dio.

MICHELE: La punizione è necessaria non solo per voi, ma per tutta la stirpe di uomini che vi seguirà. Dovrà rileggere con orrore la vostra storia e conoscere quanta bontà e quanta ira può convivere nelle azioni divine.

ADAMO: Sono pronto a tutto per redimermi da ciò che ho fatto. Non avrò paura di umiliarmi, soffrire e rinunciare a ciò a cui tengo di più...

MICHELE: Nessuna decisione è in grado di scaturire dalla mia mente se non dettata da Dio, ma potrò intercedere e chiedere la grazia.

ADAMO: Oh quanto ve ne sono grato! Gli altri angeli invidieranno i canti e i sacrifici che ogni giorno dedicherò al più grande messaggero divino!

MICHELE: Non mi interessa il tuo triste encomio e non sprecare il tuo tempo a lodarmi. Non credere che sarà così facile espiare la più grande colpa di cui possa macchiarsi un uomo.

ADAMO: Cosa dovrò fare?
MICHELE: Ciò che nessun uomo ha ancora fatto.

ADAMO: Costruirò monumenti alla vostra bontà grandi quanto le più alte opere di Dio. Farò tutto ciò che è possibile per le mie limitate capacità umane.

MICHELE: Non era questo ciò che intendevo. ADAMO: E cosa allora?

MICHELE: La punizione dovrà essere esemplare e l’ira di Dio non si placherà senza vedere attuata la sua punizione. Uno tra te ed Eva dovrà sacrificare la propria vita per concedere il perdono a Caino e a chi dei due continuerà a vivere.

ADAMO: Come puoi chiedere questo? Dio ci amava, come può accettare di vederci soffrire in questo modo?

MICHELE: L’amore non è altro che il più alto sentimento derivante dalla fiducia. Quando questa è scomparsa per il vostro atto di superbia insieme è scomparso l’amore.

ADAMO: Io mi sento innocente...

MICHELE: La decisione su chi debba sacrificarsi spetta a voi. Ora io mi recherò dall’Altissimo per la conferma della condanna, ma sono sicuro che sarà d’accordo.

(ESCE MICHELE)

ADAMO: Il vero peccato di superbia fu commesso quando scelsi di voler condividere la mia esistenza con una compagna! Perché non fui punito allora? Perché Dio non evitò la mia rovina riportandomi subito sulla retta strada? E’ forse questa la punizione per quella mia triste scelta? Non mi fu mai spiegato cosa fosse l’amore. Ero desideroso di provare questo sentimento tanto forte che portò Dio a creare me e tutto ciò che mi circonda. Non ero a conoscenza del sottile inganno che si nasconde dietro l’amare una persona. Pensavo che fosse facile controllare questo sentimento e che la sua potenza fosse pari a quella degli altri. Invece, quando guardai per la prima volta Eva negli occhi e qualcosa si accese nel mio cuore, capii che da quel momento in poi su tutti gli esseri non avremmo più governato noi uomini, ma l’amore. Tutto ciò che venne dopo accadde solo perché dettato dal mio cuore e nessuna azione era compiuta senza immaginare il suo sorriso. E ora? Provo ancora le stesse cose? Posso amare la donna che mi sta condannando? E se non l’amassi più potreichiederle di sacrificare la sua vita per me e il figlio? Sì, è giusto che sia così! Il mio peccato fu quello di chiedere una compagna, la mia punizione quella di innamorarmi. Ora per aver mangiato il frutto del peccato e aver indotto me con l’inganno a seguirla nel suo scellerato gesto è giusto che paghi lei.

(EVA ESCE DAL SUO NASCONDIGLIO)

ADAMO: Eva mia cara! Vagavo per la terra in cerca di te, mia amata! Vieni qui e abbracciami, lascia che i miei occhi per l’ultima volta felici possano incrociare il tuo sguardo prima che la punizione divina si abbatta su di noi e ci lasci soli e sofferenti per l’eternità...

EVA: Aveva ragione Michele! ADAMO: Su cosa? Non ti capisco.

EVA: Hai imparato fin troppo bene la lingua del demonio e ora la usi per corrompere chi più ti fa comodo.

ADAMO: Cosa sai delle parole che mi ha proferito Michele?

EVA: Ero dietro quella roccia (indica la roccia) e ho ascoltato tutto del vostro discorso.

ADAMO: Sai già, quindi, quale punizione è stata imposta per la nostra redenzione...

EVA: No! Sono a conoscenza solo della tua proposta!

ADAMO: Cosa avrei potuto fare? Almeno ho concesso la salvezza a nostro figlio e ad uno di noi due.

EVA: Smettila di parlare in questo modo! Sarai tu ad avere salva la vita, mandando a morire la donna che ti ha amato.

ADAMO: Se mi avessi davvero amato non mi avresti condotto a compiere il più grande dei peccati...

EVA: Se non ti avessi amato ti avrei lasciato qui da solo a servire il tuo dio senza conoscere ciò che la vera vita ci poteva donare.

ADAMO: Noi qui avevamo tutto! Cos’altro desideravi dall’alto della tua superbia?

EVA: Chiamala pure superbia o come vuoi, ma io ti dico che è stato semplicemente desiderio di conoscere. Sono stata trasportata in alto e più mi alzavo più mi rendevo conto che oltre il solito orizzonte ce ne fosse un altro e un altro ancora. Per la prima volta ho visto il mondo con i miei occhi e non con quelli di Dio.

ADAMO: Queste sono le parole del demonio, non le mie! Come puoi credere di conoscere il mondo diversamente da come Dio l’ha progettato?

EVA: Non ti rendi conto che tu non conosci niente del mondo?
ADAMO: Noi siamo uomini, creati semplicemente per governare su tutte le altre creature.

EVA: E come si può governare su un regno che non si conosce?

ADAMO: Ci basta sapere che Dio veglia su di noi e non ci fa mancare niente. Ad un leone importerebbe conoscere come sia fatto un agnello se questo si presentasse di sua volontà al suo cospetto per farsi mangiare?

EVA: Ma il dio di cui tanto parli e i cui piani divini sono perfetti, per governare ci fece un dono: la ragione! Quando mi accorsi di esserne in possesso la mia mente si illuminò e divenne una divoratrice insaziabile di conoscenza.

ADAMO: Ammetti quindi la tua colpa! Ed è giusto che sia tu a pagarne le conseguenze! EVA: Qual è la mia colpa? Aver voluto rendere libera la mente umana?
ADAMO: Ma hai reso schiavi i nostri corpi!
EVA: I nostri corpi sono comunque schiavi della nostra intelligenza.

ADAMO: Siamo solo schiavi di Dio.

EVA: Fai quello che vuoi Adamo, compi i sacrifici per Dio e fai in modo che possa giovarti. Ma io non mi consegnerò mai né lascerò che la paura mi squarci lasciandomi debole e inerte.

ADAMO: Se non vuoi farlo per uno stupido sentimento di orgoglio fallo almeno per tuo figlio!

EVA: Fare cosa? Lasciarlo vivere schiavo insieme ad un padre codardo? Devo lasciare che il mio nome cada nel buco nero dell’ignoranza dei popoli e che il mio gesto venga dimenticato? Io voglio continuare a vivere e procreare una stirpe che viva secondo natura, ragionando e non credendo.

(ENTRA UNA FIGURA CHE DAL SUO MODO DI PROCEDERE SEMBRA ANZIANA. IL SUO VOLTO E’ QUASI COMPLETAMENTE COPERTO E DAL POCO CHE TRSPARE MOSTRA I SEGNI DI UNA RECENTE SOFFERENZA. ANCHE I SUOI ABITI DANNO LA STESSA IMPRESSIONE. PER QUANTO INCERTO NEI MOVIMENTI, DAL SUO MODO DI FARE MOSTRA UNA CERTA FIEREZZA.)

SATANA: Che calde parole giunsero alle mie orecchie! Udii le gesta di una giovane donna che si liberò dalle catene di Dio per poter volare in alto, ma che rischia di essere colpita nel cuore dei suoi ideali da un creatore maligno. Quale forza hanno queste parole che mi portano indietro nel tempo!

EVA: Tanto sconvolgenti sono anche questi discorsi! Chi sei tu tanto potente da poter lanciare tali invettive contro Dio senza aver paura di essere colpito dalla sua potenza?

SATANA: Sono colui che potrebbe salvarti e realizzare i tuoi sogni di costruire un mondo diverso da questo.

ADAMO: Quale angelo potrebbe proferire tali parole?

SATANA: Colui che per primo si rese conto dell’ingiustizia del creato.

ADAMO: Ora capisco, il mio cuore si riempie di terrore. Confessa la tua vera identità!

 

SATANA: Sono Satana, l’angelo ripudiato da Dio. Crollato negli inferi covo rabbia e aspetto con ansia il giorno della mia vendetta. Essa non si macchierà di sangue, ma avverrà quando la gente fuggirà da questo giardino per scendere nel mio regno.

ADAMO: (Urlando) Via demonio! Non calpestare questo felice terreno! Angeli tutti accorrete qui, liberateci dal figlio del male che cerca ancora di ingannarci! Accorrete e di nuovo affliggete una nuova condanna a costui!

EVA: (Rivolta ad Adamo) Rimani in silenzio! (A Satana) Perché sei qui? Non ti era stato vietato di metter piede su questa terra?

SATANA: Infatti la mia visita non deve essere scoperta da nessuno degli angeli; non ho intenzione di intraprendere una seconda guerra contro di loro, non mi interessa. Sono venuto a conoscenza della tua impresa.

ADAMO: Quale impresa? Tutto ciò che ci circonda è un’impresa compiuta da Dio, il suo è solo un vile peccato.

SATANA: Quanto è ignaro quest’uomo della triste sorte che lo attende! Perché il frutto della conoscenza non ti ha aperto la mente come ha fatto con Eva?

ADAMO: Perché ho riconosciuto il mio peccato e inginocchiandomi ai piedi di Dio ho ricevuto la grazia di essere liberato dai tuoi crudeli inganni.

SATANA: Allora rimani pure inginocchiato a servire Dio. Eva io per te ho un nuovo regno, quello dove fui esiliato. Lì non vi sarà altro sovrano che l’uomo stesso ed ogni azione sarà consacrata al progresso.

EVA: Stai costruendo dinanzi ai miei occhi un mondo stupendo!

ADAMO: Lei non può venire con te! Abbiamo trovato un accordo per la nostra salvezza, lei verrà sacrificata ed io e mio figlio perdonati.

SATANA: Con che coraggio continuerai a vivere Adamo? Queste sono le leggi di Dio: perdonare chi come una bestia si nasconde e punire per l’eternità chi con coraggio si espone.

EVA: Ti supplico Satana! Portami con te e prendi anche mio figlio! Il nostro regno sarà invidiato da tutti gli angeli e rimpiangeranno il giorno in cui ti cacciarono.

ADAMO: Smettila di supplicare il demonio! Tu verrai con me presso il concilio degli angeli e lì espierai la tua colpa.

SATANA: Non lascerò che le tiranniche spade degli angeli per la seconda volta seguano un folle volere divino.

ADAMO: Verrai schiacciato come in passato e questa volta la pena sarà più severa.

SATANA: Ormai sono libero, non mi controlla più alcuna legge divina. Non ho paura di Dio né delle sue punizioni.

EVA: Non potrai opporti Adamo! Una volta giunti negli Inferi il potere degli angeli e di Dio non farà tremare più nessuno.

SATANA: Allora corri, non perdere tempo!

(ENTRA CAINO)

CAINO: Padre! Madre! Finalmente siamo tutti insieme! (Abbraccia Eva) ADAMO: Allontanati subito da quella donna figlio mio! Essa ci ha ripudiato! CAINO: (Allontanandosi) Ma cosa dici? (Rivolto ad Eva) E’ la verità?
EVA: Tuo padre non può comprendere ciò che attende la razza umana. CAINO: Continuo a non capire...E chi è quest’angelo? Non l’ho mai visto ADAMO: E’ Satana, il demonio in persona.

EVA: Ed è con lui che noi due fonderemo un nuovo regno, dove prima vi era solo desolazione.

CAINO: Hai davvero intenzione di fuggire con lui e abbandonarci al nostro destino?

EVA: Ti ho detto che tu verrai con noi!

ADAMO: Non ascoltare le sue parole, ormai la sua mente è stata contaminata. Rimani qui e potrai continuare a vivere sotto la protezione di Dio.

CAINO: Madre, cosa la vostra mente ha in progetto stavolta? Non vi è bastato cogliere il frutto dell’albero? Avete dimostrato che le leggi divine possono essere infrante, di cos’altro avete bisogno?

EVA: Non capisci che rimanendo qui il mio nome e il mio gesto saranno per sempre dimenticati? CAINO: Come posso scegliere tra mia madre e mio padre?

EVA: Qui si tratta di scegliere tra il dare un obiettivo all’umanità o condannarla all’eterno sonno dell’ignoranza!

ADAMO: E’ tua madre che sta condannando l’uomo ad eterne sofferenze. Rimpiangerai un giorno di dover coltivare i campi...

EVA: (Interrompendolo) O forse rimpiangerai un giorno di non poter essere libero.
CAINO: Rimpiango, in verità, il giorno in cui sono nato. Perché la vita mi ha portato a questo?

ADAMO: E’ stata tua madre a condurti a questo. Ma ora puoi tornare indietro e riprendere la retta via.

EVA: Non è tutto così semplice, figlio mio, come tuo padre racconta. Nella vita non esiste un’unica strada, ma molteplici che conducono allo stesso posto. Allora perché non godersi il viaggio e prendere la più selvaggia?

CAINO: Perché madre mi poni di fronte a ciò?

SATANA: Eva non c’è più tempo, dobbiamo partire immediatamente.

EVA: Ti supplico figlio, compi la scelta giusta.

CAINO: Questa volta non posso madre...

(SATANA TRASCINA VIA EVA)

EVA: (Uscendo) Avevi promesso di non aver paura...

(Caino scoppia in lacrime e si accascia al suolo)

ADAMO: (Avvicinandosi a Caino) Fatti forza figlio! E’ imperscrutabile il disegno divino, non è a noi ammesso conoscerlo.

CAINO: E se avesse ragione? Se davvero un giorno desiderassi che la mia mente si allargasse e conoscesse ogni singola causa di ciò che ci circonda?

ADAMO: Dio è la causa di tutto e tua madre mai più lo conoscerà.
CAINO: Non lo so padre, ma sono sicuro che per tutta la vita sarò tormentato da questo dubbio.

ADAMO: Parli così perché la visione del demonio ha sconvolto il tuo animo, presto il suo ricordo svanirà e starai meglio.

CAINO: No, parlo così perché non so più a cosa credere.
ADAMO: Devi credere solo in Dio, sarà lui a darti la forza di continuare.

CAINO: Troppe volte ho sentito queste parole e ed è stato proprio il volerle ciecamente seguire che ci ha portato a questo.

ADAMO: Siamo giunti a questa situazione perché tua madre non ha voluto più ascoltare le parole di Dio.

CAINO: Non ha nessun diritto Dio di limitare la nostra libertà!

ADAMO: Ora smettila! Se sei tanto convinto di ciò perché non sei partito per gli Inferi? Confessa che in fondo anche tu temi la collera del cielo!

CAINO: Potrei darti ragione, ma forse ho solo paura dei miei pensieri. Potrò provare rabbia verso Dio, ma come potrei sopravvivere covando odio verso me stesso?

ADAMO: La vita che ci aspetta sarà priva di questi sentimenti. Il nostro animo tornerà a riposare tranquillo come prima.

CAINO: Davvero riuscirai a dimenticare il dolce parlare di tua moglie? Ad addormentarti senza immaginare il suo viso?

ADAMO: Non sarà facile andare avanti, ma il passato deve scomparire dai nostri pensieri CAINO: Come puoi dimenticare una persona che ha così tanto curato un animo solo?

ADAMO:Come tua madre afferma di essersi liberata dalle catene di Dio, ora è mio compito sciogliermi da quelle dell’amore. E’ un sentimento troppo alto, perfetto. Non può esistere nel cuore di noi uomini senza che ci conduca alla follia.

CAINO: Ma di quale follia stai parlando? Proprio perché siamo imperfetti è necessario che la nostra vita si congiunga a quella di qualcun altro.

ADAMO: Parli così perché non hai mai provato questo sentimento.

CAINO: Ma io vedevo in voi cosa provocava e mi sembrava il più nobile dei sentimenti, la causa e il fine di ogni vostro istante.

ADAMO: E’ un sentimento ingannevole che mi ha fatto credere di poter compiere qualsiasi gesto. Non sarà la superbia né l’invidia né la tracotanza il male che distruggerà la razza umana. Essa sarà distrutta dall’amore.

(ENTRA MICHELE)

MICHELE: Il concilio degli Angeli sui quali vegliava con saggezza l’Altissimo ha accettato la tua proposta Adamo. Sarai contento ora...

ADAMO: Le mie preghiere non saranno mai sufficienti per ripagarvi della vostra grazia! Ma di nuovo il demonio ha fatto offesa alla vostra autorità.

CAINO: Di che proposta state parlando?

MICHELE: (Rivolto a Caino) Tuo padre ancora non ti ha informato della sua viltà? (Rivolto ad Adamo) Ora prima spiega cosa intendi con questo!

ADAMO: Satana, l’angelo traditore, ha violato gli ordini divini ed è uscito dal regno del suo esilio per giungere fin qui; ha convinto con parole illusorie Eva a seguirlo e la donna di nuovo ha ceduto alle sue lusinghe.

MICHELE: L’esercito dalle bianche spade si riunirà per la seconda volta e non vi sarà di nuovo pena se non la morte. Ora né Satana né i suoi seguaci sono più angeli, non sarà più un atto sacrilego macchiare con il loro sangue la terra di Dio! Vili creature che hanno osato ribellarsi ora tentano di diffondere il loro verbo. Ora anche Eva è un demonio, ma mai è stata angelo. Così il nostro piano si compirà ugualmente quando il suo corpo esangue crollerà tra le fila dei peccatori.

CAINO: (Urlando contro Michele) Arriva a questo la bontà divina? Ad uccidere i propri figli? Io verso il tuo Dio non devo alcuna riconoscenza: la vita mi è stata data da mia madre! (Ad Adamo) Davvero permetterai questo padre?

MICHELE: Hai fatto la domanda giusta Caino. Non sai che è stata proprio di tuo padre l’idea di sacrificare la vita di tua madre per salvare se stesso?

CAINO: Essere superiore a tutte le creature, davvero sei diventato il più infimo?

ADAMO: Non mi si poneva altra scelta e avevo ottenuto anche la tua salvezza insieme alla mia.

CAINO: Se non fosse intervenuto Satana avresti mandato a morte mia madre senza dirmi nulla?

ADAMO: Non avresti capito, sei ancora troppo sconvolto per capire cosa ci stia accadendo. Non ti rendi conto che saremo noi a salvare la razza umana e non il folle gesto di tua madre?

CAINO: Che stirpe di codardi ci attende? ADAMO: Sarà semplicemente la stirpe di Dio.

CAINO: Allora non mi interessa farne parte! Sono ancora in tempo per raggiungere mia madre e Satana. Sono tuo figlio ed è stato questo che ha acceso la mia viltà nel momento della scelta.

MICHELE: Fai attenzione a ciò che dici e rifletti sulle tua azioni. Quando valicherai il confine degli Inferi diventerai un nemico di Dio e i pugnali degli angeli non si fermeranno nemmeno davanti alle tue preghiere, ma andranno fino in fondo.

ADAMO: Solo tu mi resti, figlio mio! Non cedere anche tu, sii forte! Se potessi dormire una notte domani ti sveglieresti più sereno e in grado di prendere una decisione assennata...

CAINO: (Interrompendolo) Sono stati questi dubbi ad avermi fatto abbandonare mia madre, ignaro del destino che l’attendeva. Ma ora devo agire e sono convinto della grandiosità di ciò che sto per compiere.

MICHELE: Ormai il demonio ha conquistato anche il suo spirito! Lascialo andare Adamo, lascia che il suo destino si compia. Rimpiangeranno un giorno le loro scelte.

CAINO: La saggezza presente nel sangue di mia madre ora ribolle anche nel mio e mi prende tutto. La scelta è giusta, riabbraccerò mia madre chiedendole scusa.

(ESCE CAINO)

MICHELE: Non disperare Adamo, la vita ti prospetta grandi cose. Dimentica tua moglie e tuo figlio, dimentica ogni legame che ti tiene stretto a loro, dimentica ogni ricordo. Tornerò di nuovo in Cielo per riferire quanto accaduto agli angeli e a Dio; i ribelli saranno schiacciati e i loro peccati puniti severamente.

(ESCE MICHELE)

ADAMO: Solo nacqui su questa terra e solo torno a vivere. E’ forse questo il destino dell’uomo? Capisco perché Dio mi creò unico nella mia specie e non fui affiancato da nessun altra creatura. Perché fui così stupido da non capirlo e invidiare le bestie? Non è la ragione ciò che distingue l’uomo dal resto del creato, ma quella sottile e ardua capacità di sopravvivere come scogli in mare aperto.

(CHIUSURA SIPARIO)

  
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