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Autore: Gloria Bennet    22/06/2013    5 recensioni
La fine, a volte, racchiude in sé un nuovo inizio. Per iniziare una nuova vita bisogna sempre morire in quella precedente, lasciando andare tutto ció che ci distrugge, anche l'amore. Riuscirá Stefan a ricominciare o Elena glielo impedirá?
Genere: Angst, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Elena Gilbert, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Up in the Air

 

 

I been up in the air, out of my head,
Stuck in a moment of emotion I've destroyed.
Is this the end I feel?
Up in the air, fucked up our life,
All of the laws I broke and loves that I sacrificed.
Is this the end?

 

 

 

Intorno a me c'era il verde.

Il verde delle querce, degli ontani, dei platani, degli aceri.

Gli alberi si innalzavano al cielo, su nell'aria e le loro cime si stagliavano contro l'azzurro dell'etere.

Ero solo, nonostante non lo fossi veramente.

Elena era seduta accanto a me.

Damon le aveva permesso di uscire per un pomeriggio insieme a me.

 

 

- Dove mi stai portando, Stefan? -

La guardai. Era sempre così bella. Anche se non era mia, non più.

Ignorai la fitta di dolore che sorgeva ogni volta che quel pensiero mi inondava.

- Dove non c'è più ritorno -

La sua espressione era tesa, ma non mi fece nessun'altra domanda.

Forse, quella parte di sé che una volta mi aveva amato sapeva quali fossero le mie intenzioni.

 

Ormai il bosco si stava diradando, il verde c'era sempre, ma non era più riflesso tra le foglie degli alberi, si rifletteva nei ciuffi d'erba di quella radura e nei miei occhi che, persi, si guardavano intorno.

C'era uno strapiombo. Era talmente profondo che non si riusciva a scorgere il fondo.

Fermai l'auto a pochi metri da quel salto nel vuoto.

E scesi, seguito da Elena.

- Perché proprio qui? - mi chiese.

- Non lo so, forse perché questo luogo è colmo di ricordi felici. Ci venivo per cacciare insieme a mio padre e, nonostante non amassi uccidere gli animali, amavo avere la sua approvazione e passare un po' di tempo con lui. Il più delle volte, restavo a fissare gli animali, sperando che se ne andassero prima che potessi dare loro il colpo di grazia. Però, ero sempre felice di poter stare con lui.- sorrisi, al ricordo di quei momenti vissuti da umano.

- Non me l'avevi mai detto -

- Pensavo non ti interessasse -

Non la stavo guardando. Guardarla significava ricordare e non volevo ricordare quello che non ci sarebbe più stato.

Elena mi prese la mano.

- Mi interessa, ancora. Non devi pensare che la mia scelta abbia diminuito ciò che ho sempre sentito per te -

Scostai la mia mano dalla sua.

- Vorrei poterti credere, davvero. Ma non ci riesco -

- Guardami negli occhi -

Acconsentii alla sua richiesta e mi ritrovai a perdermi ancora in quegli occhi caldi come la cioccolata.

Anche se erano caldi, non li vedevo più come una volta.

Erano più freddi di prima. Più spenti. Forse perché non ricevevano più il bagliore dei miei.

- Perché non ti fidi più di me? -

Continuai a guardarla, pensando alla risposta.

Perché non ho più motivo di farlo. Perché hai perso la mia fiducia. Perché se smetto di crederti una volta, non posso impormi di ricrederti ancora quando la fiducia è ormai persa.

- Perché non vedo più quello che prima riuscivo a scorgere nei tuoi occhi -

In quel momento la vera risposta aveva raggiunto la mia testa e le mie labbra.

- E che cosa vedevi prima? -

- Rispetto -

Volevo liberarmi da tutto ciò che provavo. Da quella tensione che mi aveva logorato dentro.

Da quella speranza che mi aveva divorato non appena era stata lacerata.

Per questo le dissi tutto. Dal principio alla fine.

E non mi importava se non fosse più la persona che avevo amato perché neanche io lo ero.

Avevo bisogno di sfogare quei pensieri rimasti incatenati dentro di me. Avevo bisogno di urlare quelle parole trattenute nel silenzio del mio cuore.

 

 

A thousand times I tempted fate,
A thousand times I played this game,
A thousand times that I have said,
Today, today, today.

 

 

- In tutta la mia esistenza, ho cercato di avere controllo sulla mia vita, di dominarla, di non lasciare che mi annientasse perché se solo avessi perso il controllo, sapevo che non sarei più tornato indietro. Una volta entrato nella via della perdizione non sarebbe stato facile uscirne. Per questo, ho sempre voluto dominare gli eventi. Prevederli per affrontarli. Per vincerli. Per non perdere più il controllo. Per non tornare a essere quel mostro che tanto detesto e che, per quanto cerchi di sconfiggere una volta per tutte, è sempre in agguato dentro di me... -

 

Elena mi stava guardando, in silenzio. Ma non era il silenzio del mio cuore disperato.

Era il silenzio della compassione, del rimpianto.

Continuai a parlare, a dare voce a quel silenzio che si rifletteva nei nostri occhi.

 

 

- Sin da quando sono diventato vampiro, ho iniziato a perdere me stesso, trascinato dalle mie stesse passioni, dalla mia voglia di uccidere, di nutrirmi continuamente di sangue umano. E più ne assumevo, più ne volevo dell'altro. E più ne volevo dell'altro, più perdevo il controllo, allontanandomi da ciò che ero. Diventando irriconoscibile ai miei stessi occhi iniettati di sangue, isolandomi dal resto del mondo, dalla luce del giorno per vivere nelle tenebre, mietendo vittime innocenti. Non mi importava di niente e nessuno. Ero senza sentimenti. Ma non ero vuoto.

Ero pieno di rancore e rabbia repressa. Forse Katherine era in parte la causa della mia ira.

Ma non era solo lei. Ero anche e soprattutto io.

Non riuscivo a distinguere il bene dal male. La verità dalla menzogna. Per me tutto era uguale. Niente aveva valore in quel cerchio di morte che era diventata la mia vita.

Le notti scorrevano e io diventavo sempre più cattivo, violento e bestiale.

Quando Lexi mi trovò, ero una vera e propria bestia. Ma lei era diversa da tutti gli altri.

Non mi permise di isolarmi, mi impose di starle vicino. Mi capiva e sapeva che fingevo di non aver bisogno degli altri, ma in realtà volevo qualcuno che restasse con me, che mi dicesse “Se vuoi andartene, fallo, ma io verrò con te”. Naturalmente la mia natura malvagia aveva contribuito ad allontanare le persone. Il mio stesso fratello se n'era andato, ma Lexi restò, al contrario di tutti.

Cercavo in ogni modo di allontanarla. Se c'era una cosa di cui ero certo era che tutti, presto o tardi, se ne sarebbero andati. Ma lei mi dimostrò che avevo torto. La sua raggiante e contagiosa luce mi illuminò e, piano piano, ma sempre standomi vicina, mi guidò verso quella stessa luce da cui ero fuggito tanto tempo prima. Mi riportò alla vita.

Da quel prezioso legame che ero riuscito a instaurare con lei sorse una meravigliosa amicizia.

Ritornai a essere me stesso e potei darle finalmente quel sostegno che non mi aveva mai fatto mancare.

Da quel momento tornai a vivere.

Ci furono ancora momenti bui e difficili da gestire, ma avere l'appoggio di Lexi mi consentì di affrontarli, di avere la meglio su di loro e di riallacciare persino i rapporti con Damon.

Riuscivo ad avere controllo su tutto perché ero felice, come non mai. Ero libero.

Il sangue animale non mi dava le stesse energie di quello umano, ma l'amicizia mi riempì di amore e quel sentimento mi ricaricò più di qualsiasi altro nutrimento.

E poi, quando meno me lo sarei aspettato, ti vidi e ti salvai.

Eri così simile a Katherine, ma bastava guardarti negli occhi per capire che eri completamente diversa.

I tuoi occhi brillavano di luce e calore. Non erano avidi, erano altruisti.

Forse è per questo che mi sono innamorato di te. Perché nei tuoi occhi trovavo un calore che mai avevo provato. So solo che, dal momento in cui ti ho salvato, ho sentito che niente sarebbe stato più lo stesso. Tutto è cambiato. Dovevo conoscerti. Desideravo con tutto il cuore scoprire la tua essenza perché sapevo che la mia vita dipendeva da questo.

Così, quando ho iniziato a frequentare il liceo insieme a te e ho avuto questa opportunità, non me la sono lasciata sfuggire. E, più ti conoscevo, più ti amavo. E più ti amavo, più sentivo che eri lo scopo della mia esistenza. L'unica cosa che contasse veramente.

Perché, se Lexi mi aveva ridato la vita, tu eri diventata quella vita.

Mi sembrava di conoscerti da sempre, mi sembrava che ci fossi sempre stata. Nascosta tra le nubi dei giorni miei, ma pur sempre presente. Ti ho amata e ho continuato a farlo, anche quando mi sono sacrificato per Damon e Klaus mi ha tolto tutto ciò che avevo. Anche quando sapevo che ti stavo perdendo e mio fratello era riuscito a penetrarti, ingiustamente, nel cuore. Anche quando l'hai baciato, il mio amore non è mai vacillato perché avevo fiducia in te. Sapevo che non mi avresti fatto soffrire. Che mi avresti rispettato, sempre. Senza prenderti mai gioco di me. E avevo speranza perché in cuor mio pensavo di sapere che ci fossi stato sempre e solo io per te.

 

 

You were the love of my life, the darkness, the light.
This is a portrait of a tortured you and I.

 

 

Mi sbagliavo e, purtroppo, ne ho avuto la prova troppo tardi, quando il mio cuore per sua inclinazione portato alla speranza, l'ha vista svanire in un solo istante.

Nelle tue parole, nei tuoi silenzi. Nei tuoi gesti, nelle tue esitazioni.

E' allora che ho capito che niente sarebbe più stato lo stesso.

E' lì che ho capito la verità.

Per ritornare a vivere bisogna morire, lasciare definitivamente ciò che c'era prima.

Rinascere dalle proprie ceneri, come una fenice.

Lasciare che tutto il dolore, tutto il rancore, tutto lo struggimento bruci fino a svanire per lasciare posto solo al calore, alla luce. E' per questo che ti ho portata qui -

 

Solo allora, mi sembrò di rivedere gli occhi di Elena.

Mentre parlavo l'avevo guardata, ma non l'avevo vista.

Ora i suoi occhi erano limpidi. Lucidi di lacrime.

- Stefan, perché siamo qui? -

Le accarezzai il viso. Avrei potuto fingere che fosse ancora mia.

Ma sarebbe stata una bugia. E non si può rinascere dalle menzogne.

Dalla verità, invece, si può risorgere.

- Perché ti amo come sempre -

 

 

I'll wrap my hands around your neck so tight with love, love.
 

 

E, senza voler scorgere dai suoi occhi la risposta ai miei sentimenti, la strinsi forte.

Le mie braccia avvolsero il suo corpo. Le mie mani le cinsero il collo, tenendola stretta come se non volessi più lasciarla andare.

Quel contatto, dopo mesi, era come tornare a respirare.

Ma si trattava di un labile respiro, bloccato dalla morsa del dolore, della delusione, della mancanza di fiducia.

Fu per questo che staccai le mani dal suo collo.

Non volevo più perdere il controllo. Non volevo più soffrire.

- Sto perdendo il controllo, Elena. Non posso fingere che vada tutto bene perché la mia vita mi sta travolgendo. Sta cadendo a pezzi e io non lo voglio. Non voglio rinascere quando so che la mia vita non avrà il significato che vorrei, non voglio morire vedendoti tra le sue braccia, voglio solo che finisca. Voglio solo rivivere, morire senza di te -

Mi guardò. Voleva parlare. Voleva dire qualcosa che non riusciva a esprimere a parole.

Ma non avevo tempo di ascoltarla, non più.

Ora lei sapeva. Questo mi bastava.

Mi voltai senza guardarmi indietro e corsi.

 

 

I been up in the air.
Is the end I feel?
Up in the air, chasing a dream so real.
I been up in the air.

 

 

A ogni passo lasciai andare quella velenosa e distruttiva sofferenza.

La lasciai cadere via da me. Lontano.

Finché non giunsi allo strapiombo.

Svestito dal dolore, pronto a rivestirmi di vita.

E lì, sul ciglio del vuoto, saltai.

 

Take no more!
Take no more!
Take no more!
I'll take no more!

 

 

Ero nell'aria. Ero nel cielo. Ero libero.

Le catene erano rimaste dove c'era Elena, a terra. Ma non vi sarei più tornato, almeno non ora, quando stavo cadendo.

Quando stavo volando. Ero libero.

Ero morto. Ero vivo.

Guardai l'anello di lapislazzuli che ancora riluceva sul mio dito.

Ero morto per tutti. Ero vivo per me.

E sapevo che, in quel momento, sarei rinato dalle mie stesse ceneri.

Niente più dolore, niente più sofferenza.

Solo pura e semplice vita che, in quel momento, si diffuse dentro di me, colmandomi di energia.

Permettendomi di volare.

E, anche se stavo volando in basso, non mi ero mai sentito così in alto.

Perchè la mia anima si librava dove più si sentiva meglio.

Lontana dalla sofferenza della carne che stava a terra, vicina alla felicità dello spirito che risiedeva in cielo.

Ero nell'aria. Ero nel cielo. Ero libero.

 

 

 

A thousand times I tempted fate. (Take no more)
A thousand times I played this game. (Take no more)
A thousand times that I have said. (Take no more)
Today, today, today.

 

 

 

 

 

 

A/N

Allora, questa shot è ispirata naturalmente dalla canzone di cui ho riportato dei pezzi.. (e anche il titolo). Si tratta di Up in the air dei 30 Seconds to Mars -->
http://www.youtube.com/watch?v=NrFQRn2yYWs

Inizialmente, avevo deciso che Stefan si sarebbe suicidato. Ma poi, sono giunta alla conclusione che non sarebbe stato giusto. Insomma, Stefan non si suiciderebbe o almeno non lo Stefan che io più ammiro. Quello coraggioso e determinato che, pur soffrendo, riesce ad andare avanti e a essere più grande della sua stessa sofferenza fino a rinascere, proprio come in questo caso.

E se la rinascita è senza la persona che più ti ha fatto soffrire (chissà di chi si tratta) tanto meglio.

Sempre sosterrò #StefanSalvatore, in ogni caso! <3

Fatemi sapere che ne pensate ;)

 

Gloria

   
 
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