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Autore: Change_Your_Life_    23/06/2013    16 recensioni
Jessie è una ragazza diversa dalle altre, è sola, se non fosse per il suo migliore amico Louis.
Lei odia tutti, anche quel ragazzo che, ogni sera, si siede accanto a lei e la fa sorridere.
Ma può un amore abbattere l'odio, la sofferenza e la solitudine?
Beh... Si!
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spending our time like we are millionaires.



Ennesimo bicchiere di birra per Jessie, quella sera.
Jessie, quella ragazza che, a vent’anni suonati, odiava sé stessa e tutta la sua vita, odiava anche chi era diventata.
Odiava l’alcool, ma ogni sera ne beveva fino a stare male: “Serve per dimenticare..” diceva a sé stessa, più che altro per non smettere.
Ormai non aveva più bisogno di convincersi che fosse la cosa sbagliata, per lei non c’era più il giusto o il sbagliato, c’era solo l’odio verso la vita e tutto ciò che l’aveva portata ad essere così.

Odiava i suoi genitori, perché l’avevano lasciata sola, odiava la sua, ormai ex, migliore amica, perché non la capiva, nessuno la capiva.
Odiava i suoi compagni di scuola, che l’avevano sempre presa in giro perché era “diversa”, odiava i suoi capelli scuri, perché erano sempre in disordine, odiava i suoi occhi azzurri, perché da questi aveva visto tante volte uscire lacrime amare, cariche di ricordi, e perché da quelli gli altri riuscivano a leggerle dentro.
Ma odiava più di tutto e tutti lui. E odiava il fatto che non lo odiasse neanche un po’, per niente.
Lui, il ragazzo che, ogni sera, le sedeva accanto, le parlava, la consolava e poi la portava a casa sua, senza preoccuparsi che qualcuno lo vedesse insieme a quella che tutti chiamavano “pazza”.
Odiava il fatto che lui non le permettesse di bere più di tanto, odiava il fatto che, per lui, lei fosse importante; glielo aveva detto lui stesso, ma lei non riusciva a capirne il motivo.
Lei riusciva ad aprirsi con lui, come non aveva mai fatto con nessuno.
Lui le restava accanto, non si lamentava mai, si limitava a sorriderle e ad accarezzarle i capelli e ogni tanto le lasciava qualche bacio sulla fronte.
Una cosa che lei avrebbe sempre ricordato?
I suoi occhi color caramello, che, non sapeva come, riuscivano sempre a infonderle felicità e dolcezza.
Due sentimenti che Jessie non aveva mai provato, due sentimenti che nessuno le aveva mai dimostrato, perché nessuno le aveva mai voluto bene, nessuno aveva mai tenuto a lei, a tal punto da prendersene cura, come se fosse un’amica o una sorella, così come aveva fatto lui.

L’unica persona di cui si era sempre fidata era Louis, il suo migliore amico.
Lui l’aveva capita, aiutata e la ospitava pure a casa sua, ma lei non ci stava mai; tornava sempre la mattina presto, con un gran mal di testa e lui, da bravo amico quale era, le preparava una tazza di tè e un’aspirina.
Ormai ne aveva comprate così tante, che in farmacia lo conoscevano tutti.
Louis era il tipo di ragazzo che sapeva come farti sorridere, come farti sentire meglio dopo una giornata di merda, lui sapeva come far sentire, anche solo per un momento, meglio Jessie.
Ma Jessie odiava anche lui, perché non sapeva il motivo per cui le fosse rimasto accanto, nonostante i suoi mille errori e le sue pazzie.
Ma Louis era così, non lasciava nessuno da solo, specialmente la sua migliore amica.
Lui sapeva cosa aveva passato e l’ultima cosa che avrebbe fatto sarebbe stato lasciarla sola, in balia della sua sofferenza e della sua fragilità.

Perché Jessie era fragile, terribilmente fragile.

Jessie odiava tutti, Jessie si mostrava forte, Jessie era il tipo di ragazza che non si innamorava mai, perché Jessie era stata ferita, ormai, troppe volte.
Jessie non si fidava più di nessuno, neanche di sé stessa.
Troppe volte le persone avevano giocato con i suoi sentimenti, con il fatto che fosse troppo buona per obiettare e tutti se ne erano sempre approfittati, persino i suoi genitori, che la lasciavano sempre sola con una nuova baby-sitter ogni settimana.
Jessie era cresciuta insieme a Louis, diventando a sua volta un maschiaccio, ma chissà come i ragazzi le giravano lo stesso intorno.
Solo che non le si avvicinavano, perché tutti, appunto, la consideravano strana.

Ma nessuno poteva capire come Jessie si sentisse dentro, perché se fuori poteva sembrare una ragazza normale, un po’ esuberante e che aveva solo amici maschi, se non per una sola amica, che poi l’aveva abbandonata come gli altri, Jessie non era assolutamente una ragazza normale, lei era speciale, a modo suo.
Il punto era che nessuno era mai stato così tanto dolce da dirglielo, se non Louis, ma lui era sempre stato l’unica eccezione.
Lui le voleva bene così per come era, un po’ pazza, ma sempre con il sorriso sulle labbra.
Lui voleva bene alla ragazza solare e sempre sorridente, lui non l’avrebbe mai abbandonata, anche dopo che lei era diventata spenta, con il trucco sempre sbavato e la puzza di fumo e alcool addosso.
Glielo aveva promesso, le sarebbe sempre rimasto accanto, anche se, a volte, avrebbe tanto desiderato poter fare di più, voleva davvero aiutarla, farla sentire amata e felice, ma sapeva che non ci sarebbe mai riuscito, non da solo almeno.

Jessie aveva bisogno di qualcuno che l’amasse quando aveva le occhiaie la mattina post sbronza, quando fumava l’ennesima sigaretta e ti sorrideva falsamente, facendoti credere che tutto andasse bene.
Qualcuno che amasse la sua, tanto nascosta, timidezza.
Che amasse le sue lentiggini, i suoi meravigliosi occhi azzurri e i suoi capelli scuri.
Qualcuno che apprezzasse i suoi mille difetti, che poi non erano altro che piccole insicurezze, perché Jessie era bella, ma bella da star male.

Ma la cosa che non sapeva Jessie, era che c’era già qualcuno che amava queste piccole cose e per questo amava pure lei.
Era bellissima, almeno era questo quello che pensava Liam.
Lui, che, un giorno come un altro, l’aveva vista seduta al bancone del bar dove andava di solito con i suoi amici.
L’aveva vista fragile, sola, indifesa e un altro al suo posto ne avrebbe approfittato.
Ma Liam, no.
Liam era rimasto affascinato da quegli occhi azzurri, che sembravano spenti, ma sapeva che dentro nascondevano tante e, forse, troppe cose. Quegli occhi così profondi che lo facevano sentire bene, stranamente bene.
Erano occhi pieni di pensieri, di frasi mai dette, di ingenuità e di dolore.
Ma lui era rimasto incantato anche dai suoi movimenti goffi, dai suoi sorrisi pieni di rancore e di solitudine, dalle sue mani, così piccole e piene di graffi, che lui toccava sempre delicatamente, mentre ogni sera cercava di farla addormentare.

Quella sera, però, Jessie era entrata nel solito locale con un’espressione più triste del solito.
Liam si era accorto subito di lei, ma sentiva come se quella sera, lei volesse restare sola, affogando i suoi dispiaceri nell’alcool.
Ma lui l’avrebbe mai lasciata sola?
Certo che no.
Lui, negli ultimi tempi, aveva cercato in tutti i modi di non farla bere, sedendole accanto e parlandole di qualsiasi cosa, così da farla distrarre e ogni tanto riusciva pure a farla sorridere.
Jessie si chiedeva come mai lui non bevesse con lei e si sentiva stupida per non averglielo mai chiesto: infondo lui le restava sempre accanto e lei non gli aveva nemmeno chiesto il suo nome.
Ma, quella sera, Jessie non voleva fare altro che ubriacarsi e dimenticare tutto.
Proprio perché, poco prima di giungere al locale, aveva litigato con Louis.
E l’ultima cosa che voleva era perdere l’unica persona che le era sempre rimasta accanto.
Ma non sopportava più il fatto che Louis le dicesse di non andare in quel locale e di non ubriacarsi, ma lei aveva ribadito che quella era la sua vita e poteva fare tutto quello che voleva.
Poi aveva preso la sua borsa ed era uscita di casa, sbattendo la porta.
Si era diretta subito al locale, fregandosene di tutto e tutti.
Ma non appena aveva varcato quella porta, un senso di solitudine e di colpa la invase, facendole dimenticare il suo desiderio di alcool.
Aveva sentito subito i due occhi perforarla e sapeva perfettamente a chi appartenessero, ma in quel momento l’unica cosa che voleva fare era piangere.

Così, lanciando un’ultima occhiata al moro, che continuava a guardarla intensamente, si diresse fuori dal locale.
Si sedette sul muretto lì di fronte e tutte le lacrime, che aveva trattenuto fino ad allora, uscirono dai suoi occhi di ghiaccio.
Poggiò le ginocchia al petto, mettendo la testa su di esse e stringendosi con le braccia.
Non le importava del trucco, non le importava delle impronte che quello avrebbe lasciato sui suoi vestiti.
Non le importava, ormai, più di niente.
Si lasciò andare, buttando fuori tutta la rabbia e la frustrazione.

Ad un tratto, sentì due braccia stringerla e successivamente sentì la sua testa poggiarsi su qualcosa di morbido.
Non gridò, né fiatò: sapeva perfettamente chi fosse, aveva riconosciuto il suo profumo.
Quel profumo che l’aveva cullata durante le notti, quel profumo che l’aveva accompagnata a casa tante volte, quel profumo che le era entrato dentro e adesso le stava diffondendo un senso di pace mai avuto.
Il ragazzo continuò a stringerla a sé, accarezzandole i capelli che tanto lo affascinavano.
Da dentro si sentiva una musica molto familiare ai due: era la loro canzone preferita.
Allora, Liam si alzò di scatto, facendo un po’ spaventare la ragazza, che lo guardò confusa.
Le porse la mano e l’aiutò ad alzarsi.
Le asciugò le lacrime e la portò al centro della strada, tanto lì le macchine non potevano passare, e la invitò a ballare.
All'inizio Jessie lo guadò come se fosse pazzo, ma poi si rese che non c'era niente di male.
Lui mise una mano sulla sua schiena e con l’altra prese la sua.
La ragazza sorrise, per quanto quella cosa potesse sembrarle stupida, riuscì davvero a farla sentire meglio.
Così, mise una mano sulla sua spalla e si lasciò guidare dal ragazzo, muovendo piano i piedi a ritmo.

The Kicking ass says it’s time to close
We’re leaning on each other try’na beat the cold
Carry you’re shoes and I give you my coat
Walking these streets like their paved gold
There anyone excuse’s not to go
Neither one of us want to take that taxi home


Liam si lasciò scappare una risatina, che contagiò anche la ragazza.
Avevano capito entrambi che quelle parole li rappresentavano più di quanto pensassero.
Loro due che uscivano dal locale, quando ormai non c’era più nessuno, dopo ore e ore di chiacchere.
Parlavano, lui la stringeva sé, le teneva le scarpe e, per non farla morire di freddo, le dava il suo cappotto.
Entrambi sapevano molte cose l’uno dell’altra, ma i loro nomi erano ancora sigillati nelle loro labbra.
Dovevano mantenere un po’ di mistero, no?
Solo che nessuno dei due voleva lasciare andare l’altro, nessuno voleva ritornare a casa, perché poi lì avrebbero dovuto riaffrontare la realtà e ritornare ai problemi.

Singing our hearts out standing on chairs
Spending our time like we are millionaires
Laughing our heads of, the two of us there
Spending our time like we are millionaires
Millionaires
ooohoh ooohoh
Lost my heart and I hope to die
Seeing that sunlight hit your eyes
Been up all night but you still look amazing to me
Yeah.


Insieme riuscivano ad estraniarsi dal resto, parlavano, ridevano e lei ogni tanto sorrideva per i suoi racconti.
Riusciva davvero a farla sentire meglio.
Cantavano le canzoni che i Dj mettevano, per far divertire i ragazzi lì dentro, e Jessie, non sapeva come, ma era sempre più affascinata dalla sua voce.
Era dolce, potente e sicura.
Quella voce la faceva sentire sicura.
E infondo, che male c’era a fingere che tutto andasse bene? A far finta che i problemi fossero spariti? E a fingere di essere dei milionari felici?
Niente, almeno secondo Liam e Jessie.
Poi restavano quei momenti di silenzio, in cui entrambi si perdevano nei proprio pensieri più profondi.
E proprio quella sera, mentre ballavano sulle note di “Millionaires” dei The Script, Liam si rese conto di quanto quella ragazza, anche con il trucco tutto sbavato e gli occhi rossi, fosse fantastica.
Lo era sempre stata, anche da ubriaca, ma proprio quella sera, sotto il manto di stelle e quella poca luce che arriva dal lampione lì vicino, capì che i suoi occhi di ghiaccio avevano rubato il suo cuore.

Half the time of the night you only dream about
If a god came down he could take me now
Cause in my mind, yeah we will always be

Singing our hearts out standing on chairs
Spending our time like we are millionaires
Laughing our heads of, the two of us there
Spending our time like we are millionaires
Millionaires
ooohoh ooohoh


Un’altra cosa che adoravano fare?
Era sognare ad occhi aperti come sarebbe stato essere un’altra persona, con un’altra vita e magari senza problemi, pregando Dio di non rimanere mai soli.
E come se lui avesse letto i loro pensieri, li aveva fatti incontrare in una notte come quella.
Loro avevano cantato, parlato e riso, quasi come se fossero ancora due ragazzini.
E questo gli piaceva, eccome se gli piaceva.
Perché erano sé stessi, con tutti i difetti e le insicurezze.
Erano solo Liam e Jessie.
Poi, in quel momento, alcune gocce d’acqua caddero su di loro, bagnandoli completamente, ma nessuno dei due volle muoversi da quella posizione, stavano davvero bene.

Check out us at six in the morning
If time was money, yeah we’d be worth a fortune
I swear you may think you’re rich
You could have a million euro but you can’t buy this
Look at us since six in the morning
If time was money, yeah we’d be worth a fortune
I swear you may think you’re rich
You could have a million euro but you can’t buy this
bridge.


Perché era vero, stramaledettamente vero.
Loro tutto ciò che avevano non lo avevano comprato con i soldi, quei momenti non si sarebbero mai potuti comprare con i soldi.
Perché erano veri e loro erano fortunati ad averli tutti per sé.
Con i soldi non puoi comprarti la felicità e la libertà, non puoi far sorridere le persone, puoi solo farti ancora di più del male.
La libertà andava guadagnata, le felicità conquistata con pazienza e amore.
Il sorriso delle persone, be quello lo si vedeva solo quando quella persona capisce veramente che è felice e anche grazie a te.
E Liam si sentiva così quando lei sorrideva, sentiva di aver fatto la cosa giusta ad aiutarla, perché vederla sorridere lo riempiva di felicità.
Ed entrambi erano convinti che i soldi non facessero la felicità.
Così, Jessie sorrise, continuando a seguire i passi del ragazzo e piegando la testa all’indietro, ma sempre con il sorriso stampato sul volto.

And the band was on, playing our song
We messed up the lyrics as we sang along
But we didn’t care,
Cause it felt like we were the only ones there
My feet where sore, my bones where raw
They’re turning off the lights, when we were shouting more,
shouting more.


E proprio mentre la pioggia li bagnava completamente, continuando a ballare, stretti l’uno nella braccia dell’altra, e sentendo la loro band preferita cantare la loro canzone, quella che li rappresentava veramente, sentirono che non sarebbero dovuti essere da nessun’altra parte, se non lì.
E proprio allora, Liam iniziò a cantare, guardandola, poi, negli occhi.
Lei lo seguì, vergognandosi delle note stonate che prendeva, ma al ragazzo non importava.
Loro erano insieme e questo bastava a renderli felici, a farli sentire bene.
Poi, verso la fine della canzone, quando le luci stavano per spegnersi, segno che quella era l’ultima canzone della serata, e la pioggia estiva lasciava cadere le ultime gocce, loro continuavano imperterriti a cantare e a ballare.
Il sorriso perennemente stampato sul volto di entrambi e, si, erano stanchi e un po’ infreddoliti, ma bastava solo guardarsi negli occhi e sorridere per far sparire tutto quanto.
Loro erano come una stella che non smetteva mai di brillare, nonostante il freddo, i tuoni e la pioggia.

Singing our hearts out standing on chairs
Spending our time like we are millionaires
Laughing our heads of, the two of us there
Spending our time like we are millionaires
Millionaires
ooohoh ooohoh

Look at us since six in the morning
If time was money, yeah we’d be worth a fortune
I swear you may think you’re rich
You could have a million euro but you can’t buy this

Walking these streets like their paved gold
There anyone excuse’s not to go
Neither one of us want to take that taxi home.


E fu in quel momento che Jessie capì, mentre Liam intonava l’ultimo ritornello, che loro due insieme potevano affrontare tutto, che lui non se ne sarebbe mai andato.
Fu quando i loro occhi si rincontrarono, che capì quanto quel ragazzo fosse riuscito a influenzarla, positivamente ovviamente.
Fu quando la sua dolce voce arrivò lentamente alle sue orecchie, che capì quanto in realtà amava quel ragazzo. Lei non lo odiava per niente.
E fu quando lui unì le loro labbra, durante le ultime strofe, che capì cosa fosse veramente la felicità e l’amore, capì quanto fosse bello amare, quanto quel sentimento potesse rendere le persone perennemente felici e con il sorriso stampato sul volto.
E quando lui si staccò lentamente e le sorrise, capì che quella era la loro serata, che quello era ciò che lei voleva veramente.
Bastò guardarlo negli occhi, per sentirsi amata veramente.
E mentre le luci del locale si chiudevano, la musica cessava e lui le metteva il suo cappotto sulle spalle per via del freddo, cominciarono a camminare senza una meta, con il sorriso stampato sul volto, le mani unite e lui che, con l’altra mano, teneva le sue scarpe.
Perché non sarebbero ritornati subito a casa, non ne avevano voglia, volevano solo godersi il momento e passare una serata da milionari.
Ma non perché fossero pieni di soldi, no, loro erano pieni di un’altra cosa molto più importante.

L’amore.


-Mi chiamo Liam e sono astemio.- Le strinse la mano dolcemente, sorridendole e rispondendo ad una domanda che Jessie non aveva mai avuto il coraggio di fargli.
-Mi chiamo Jessie e sono “diversa”.- E sorrise anche lei, perchè non riusciva più a farne a meno, sapendo che lui sapeva che lei era diversa e proprio per questo era rimasto.


The End.
 

Ehi meraviglie! :D
Eccomi di nuovo qui! xD
So che molte di voi aspettano il nuovo capitolo di "One more night e vi avviso che dovrei riuscire a pubblicarlo tra domani e dopodomani...
Sto organizzando la scampagnata di classe e non ho avuto molto tempo per scrivere il capitolo, ma è quasi pronto! :D
Comunque.. Vorrei sapere cosa pensate di questa On-Shot!
Non vedevo l'ora di pubblicarla! *-*
Vi chiedo scusa se fa schifo, ma è questo quello che è venuto fuori ed è vero che mi sono ispirata alla canzone dei The Script "Millionaires"! *-*
Spero che vi piaccia e che magari lasciate qualche recensione! *___________*
Alla prossima!
Baci&Abbracci,
Mary! :)




 


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