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Autore: telesette    24/06/2013    1 recensioni
Jennifer non fece in tempo a piangere dalla gioia, affondando il volto tra le braccia accoglienti del giovane uomo dinanzi a lei, che questi si irrigidì all'improvviso. Qualcuno gli aveva appena insinuato un lungo punteruolo nella schiena, affondandolo in modo letale, e Jennifer vide la luce nei suoi occhi spegnersi. Come il giovane cadde riverso al suolo, riassumendo le fattezze del suo dolce e adorato cagnolino morto, lei vide il pallido ed esile Joshua stringere fiero l'arma del delitto...
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Rule of Rose è un videogioco appartenente alla categoria "survival horror", uscito nel 2006 per la piattaforma PlayStation 2.
Il gameplay in apparenza semplice, basato appunto sull'atmosfera cupa e la crudezza di certe immagini, riassume in sé probabilmente alcuni degli elementi che hanno caratterizzato il successo del film The Blair Witch Project ( "Il Mistero della Strega di Blair" ), uscito nell'anno 1999: trama adrenalinica e mai troppo chiara nei dettagli, scene grottesche in perfetto stile noir, personaggi dalle caratterizzazioni psicologiche ed introspettive... per non parlare poi delle critiche feroci, intese da numerosi quotidiani, circa la presenza oltremodo evidente di sadismo e di varie turbe psichiche riconducibili alla traumatologìa infantile.
La protagonista è Jennifer, una ragazza di diciannove anni, che si ritrova suo malgrado coinvolta nella visione distorta della realtà assieme ai bambini di un sinistro orfanotrofio. Vittima della morbosa ossessione della piccola Wendy ( sotto le mentite spoglie di Joshua ) e della sua corte, che sembrano divertirsi con lei come il gatto col topo, Jennifer vive costantemente un incubo a metà tra materializzazioni allucinative del suo inconscio e orrori molto più concreti... come l'ingiusta e violenta morte del suo sfortunato cagnolino Brown, ad opera della follìa malata dei bambini. Il gioco culmina in un delirio di ansia ed azione, dove gli accadimenti non vengono mai mostrati in modo chiaro, ed il finale resta aperto alla mente dello spettatore e alle sue deduzioni in merito.

 

clicca qui sotto per vedere il filmato introduttivo del gioco:
http://www.youtube.com/watch?v=anvN6-JZVn8

Sogno... o Incubo? 
( immagini tratte da internet )

 

Jennifer riaprì gli occhi sul solito pavimento spoglio e polveroso della sua stanza.
Brown aveva dormito fedelmente accanto a lei, morbido e caldo come un guanciale, e adesso la stava teneramente picchiettando il naso umido sulla guancia per farla svegliare. La ragazza sorrise debolmente, abbracciando il piccolo amico quattrozampe, e ancora una volta provò a prendere coscienza dei ricordi che non sembravano proprio riaffiorare in lei.
Cosa nascondeva il suo passato di così terribile?
Perché non poteva ricordare?
Forse non voleva.
Forse, dentro di sé, temeva il confronto diretto coi suoi ricordi. Secondo Joshua, dietro a quella sua aria da santerellina, Jennifer celava un animo "cattivo"...

- Sei cattiva, Jennifer - ripeteva la voce squillante del bambino nella sua testa. - Sei una ragazza molto cattiva, perciò ti devo punire!

Ogni volta che provava a ricordare, ogni volta che le piccole storie macabre sembravano riportarle alla mente qualcosa, le parole di Joshua le insinuavano una paura fortissima.
La paura di conoscere, di sapere.
Per quanto volesse capire la verità, dietro quell'assurdo teatrino che Joshua e gli altri avevano messo in piedi, Jennifer ne aveva paura. Temeva sé stessa, come e forse più dei "mostri" che ogni volta tentavano di ucciderla, e purtroppo nessuno poteva toglierle questo dubbio.
Mentre stringeva forte a sé il piccolo Brown, Jennifer aveva il corpo scosso dalle lacrime e dai singhiozzi.
Gli occhi del cucciolo marrone erano pieni di pietà per lei, ma anche e soprattutto pieni di affetto e di comprensione.
Quel cane era tutto per lei, l'unico vero amico su cui contare.
Senza di lui, Jennifer non avrebbe resistito a lungo alle angherìe di Joshua.

- Ti voglio bene - mormorò Jennifer con un filo di voce, accarezzando il pelo color mobile antico dell'animale.

Brown mosse la coda felice, ricambiando l'affetto della padroncina con guaìti di approvazione, e Jennifer provò a scrivere mentalmente la storia che avrebbe tanto voluto leggere in quel momento.

"C'era una volta una ragazza assieme al suo cucciolo, entrambi molto uniti, e si volevano un gran bene. La ragazza desiderava solo poter vivere felice assieme a lui, niente di più, e perciò aveva giurato a sé stessa di amarlo come la cosa più preziosa della sua vita. Ed era veramente così: il cane voleva bene solo e soltanto a lei, seguendola e proteggendola dappertutto, e così avrebbe fatto per sempre"...

Con tante pagine, tante storie tristi che in un modo o nell'altro la riguardavano, Jennifer voleva che almeno quella storia felice per lei fosse concreta. Era così contenta, ogni volta che Brown le era vicino, e non poteva neanche immaginare niente in grado di darle maggior piacere.
D'istinto baciò il cucciolo sulla fronte, mormorandogli ancora quanto fosse importante per lei, e fu allora che accadde qualcosa di incredibile.
Le zampe di Brown diventarono due braccia forti che la sorreggevano.
Il piccolo corpicino peloso color caramello cambiò nel corpo agile e snello di un giovanotto sui vent'anni.
E anche il guaìre dell'animale si tramutò nella voce armoniosa di un giovane gentile ed affascinante.

- Brown...

Jennifer parve incredula.
Il giovane la guardò teneramente, accarezzandole il volto e i capelli, e le prese la mano tra le proprie per baciarle la punta delle dita con affetto.

- Sono io, Jennifer - esclamò l'altro in risposta. - Il tuo amore mi ha trasformato, adesso potrò vivere accanto a te per sempre ed essere il compagno di tutta la tua vita!

Jennifer non fece in tempo a piangere dalla gioia, affondando il volto tra le braccia accoglienti del giovane uomo dinanzi a lei, che questi si irrigidì all'improvviso. Qualcuno gli aveva appena insinuato un lungo punteruolo nella schiena, affondandolo in modo letale, e Jennifer vide la luce nei suoi occhi spegnersi. Come il giovane cadde riverso al suolo, riassumendo le fattezze del suo dolce e adorato cagnolino morto, lei vide il pallido ed esile Joshua stringere fiero l'arma del delitto.

- Perché - esalò Jennifer incredula. - Perché hai fatto questo... Dimmi perché ?!?
- Tu sei mia, Jennifer - rispose il bambino, quasi ridacchiando. - Sei mia, mi appartieni, e continuerai ad appartenermi finché IO lo vorrò... Ricordatelo!

Jennifer guardò sconvolta gli occhi freddi e l'espressione esanime del povero Brown disteso ai suoi piedi.
Perché una simile crudeltà?
Perché?
Come poteva un sogno tanto bello trasformarsi d'un tratto in un incubo ancora più orribile e spaventoso?
Jennifer voleva piangere.
Voleva gridare, ma la lingua era come paralizzata dall'orrore.
Joshua rise del suo dolore, assaporando la disperazione di lei con sadismo e crudele soddisfazione, e sollevò ancora il ferro luccicante del punteruolo sporco di sangue.

- Piangi Jennifer - esclamò. - Piangi, continua a piangere, non c'è gusto a punirti sennò...
- Vattene, stammi lontano!
- Allora non hai proprio imparato niente - sussurrò ancora Joshua, rivolgendo uno schiocco di dita alle sue spalle.

Subito dall'ombra comparvero tutti gli altri: Diana, Meg, Eleanor, Amanda, Nicholas, Xavier... Tutti cinici e sorridenti, agli ordini del loro principe, e insieme protesero minacciosamente le loro mani contro Jennifer.

- Incubo è ciò che gli umani meritano - sentenziò Joshua ridacchiando. - E così tu, Jennifer, non hai modo di sfuggire al tuo!

Purtroppo le grida disperate di Jennifer si spensero nel buio.

FINE

   
 
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