Serie TV > Doctor Who
Segui la storia  |       
Autore: CassandraBlackZone    24/06/2013    3 recensioni
«Noioso.»
«Che?»
«I freni. Li hai tolti.»
Asia si girò verso la consolle e sbottò un sorriso. «Be’… si cambia.»
Senza girarsi, la siluriana soffocò una risata, salutò con una mano e chiuse la porta sempre dando le spalle. Di nuovo, Asia girò intorno agli innumerevoli comandi della macchina del tempo e in pochi secondi era già all’interno del vortice del tempo. Con una mano sfiorò la leva dei freni. «Dici… noioso?» con fare nostalgico, la ragazza camminò tra i corridoi del TARDIS giusto per aspettare che il suo ospite si svegliasse. Quell’ora la passò a pensare al passato.
Genere: Fluff, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Doctor - 1, Doctor - 11, Nuovo personaggio, River Song
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Spiacente, amico. Credo proprio che dobbiamo lasciarci, ma è stato bello conoscerti”
“Allora eri sempre stato tu a parlarmi. Anche quando ero piccolo”
Oh, no. Quello che ti raccontava la fiaba della buona notte era davvero il Dottore, io sono rimasto a guardarti vivere dopo che se ne era andato. Quello sì che ero io. Eccetto qualche volta quando sei stato qui
Io credevo fossi già andato via… il Dottore ti aveva-diciamo- separato da me! Oppure no?”
Oh, Matt Smith. Il tuo caro Dottore non può tenermi a freno. Non ne sarebbe capace
“Perché mi hai fatto assistere? Perché non hai preso del tutto il controllo?”
Credevo che tu lo sapessi. Immagino che te lo sia dimenticato… che peccato
“Che?”
Niente. Dimentica anche questo
“Ho sentito tutto. Il Dottore aveva paura. Aveva paura di te
E fa bene ad averne, credimi. Mi dovrà sopportare ancora molto
“Perché?”
Fidati, è meglio se non lo sai. Non è roba per te
“Ma tu, chi sei veramente?”
Eccolo. Un altro che vuole saperlo. Preoccupati piuttosto della ragazzina tutta pepe! Quindici anni, ma tosta direi… proprio come la madre…”
“Tu sai molte cose del Dottore. Cose che lui non ha mai rivelato. Come?”
Sai una cosa Matt Smith? Stando con il Dottore ho imparato anche io la classica risposta universale” 
“E quale sarebbe?”
Mi sembrava ovvio, no?E’  Spoiler
 
Il fischio assordante di una teiera indusse Matt ad aggrottare la fronte, ma il dolce profumo di erbe aromatizzate lo rilassò. Lentamente aprì le palpebre e una forte luce arancione l’obbligò a coprirsi gli occhi con una mano:  abituatosi ad essa, si alzò da quello che sembrava un letto.
“ Che dormita ma… dove sono?” L’uomo gironzolò per la stanza dalle pareti arancioni e gialle senza capire dove fosse, scrutando confuso il soffitto alto almeno cinque metri.
“Buffo”
 In quell’istante tentò di ricordare cosa stesse facendo ma soprattutto cosa gli fosse successo. D’impulso si toccò la fronte e si ricordò di tutto. “Ah… ora capisco…”
“Ma guarda. Ti sei svegliato. Dolcezza”
Matt dallo spavento sussultò soffocando un urlo, ma si rilassó subito, vedendo davanti alla porta River che sorrideva con in mano un vassoio con sopra una tazza di tè e dei biscotti al burro.
Il giovane attore spalancò gli occhi rimanendo in silenzio, mentre River sorrise “Beh? Che c’è? Qualcosa non va?”
L’uomo subito scosse la testa quasi come se si fosse svegliato da un sogno ad occhi aperti “No aspetta… ehm… c’è un errore…. era Asia quella che doveva portarmi il tè. Tu dovresti essere da qualche parte su Nitano 723 a salvare Anciar”
“Ma cos… oh, sta zitto! Mi stai prendendo in giro!”
River e Matt risero all’unisono
“Beh, vedo che ti sei ripreso. Ne sono felice”
“Sì… mi ci voleva questa dormita. No, a parte gli scherzi… giuro… è la prima volta che ho un deja vu”
“Beh, giovane Matt Smith. C’è una prima volta per tutto. Anche Asia ha dormito”
“Oh,  e il Dottore come sta?”
“Non preoccuparti per lui. Sta bene. Vuoi il tè?”
“Magari più tardi. Ho bisogno… di parlare con lui”
River smise di girare il cucchiaino nella tazza e guardò seria Matt. Quest’ultimo le posò uno sguardo deciso.
“Ho capito. Vieni con me”

Da fuori la porta rossa si sentivano chiaramente le risate del Dottore e di Asia. A quanto pare mentre Matt dormiva, padre e figlia ne approfittarono per riprendere da dove si erano fermati: ciò fece sorridere Matt.
“E’ tutto tuo”
L’archeologa posò una mano sulla spalla dell’uomo per infondergli coraggio. Lui si schiarì la voce prima di abbassare la maniglia della porta e appena si aprì si trovò davanti il Dottore sdraiato su un letto turchese con Asia che gli faceva il solletico.
“No!ahahah! Basta!! Io… odio … il solletico!!! Ahahaha! Non respiro!!”
“Ma guardatelo! Il salvatore di mondi che soffre il solletico! Ciò è molto imbarazzante!”
“No no! Basta! Ahahha! Oh, ehi! Ciao Matt!”
“Oh, salve…”
“Matt!” Con un balzo felino, Asia si lanciò tra le braccia di Matt baciandolo su una guancia. “Finalmente ti sei svegliato! Hai dormito un sacco lo sai?”
“Sì, lo immagino”
“Oh, ciao mamma! Ci sei anche tu!”
“Ciao, tesoro. Ascolta, Matt deve parlare per un po’ con tuo padre. Che ne dici se mi dai una mano ha preparare una cheesecake?”
“Uh, sì! Adoro la cheesecake!” La ragazza saltò giù da Matt e salutò con una mano il padre “Ciao papà! Ciao Matt”
I due salutarono sorridenti. La prima ad uscire dalla stanza fu Asia, River prima di chiudersi alle spalle la porta strizzò l’occhio a Matt e mimò con la bocca un buona fortuna: poi calò il silenzio.
Non sapeva perché, ma Matt si sentì terribilmente imbarazzato. Nonostante ormai sapesse tutto del Dottore, del TARDIS e della Lega era come se ancora non si fosse abituato a tutto quello.
Era finita. La guerra, il mistero del virus del Dottore, il salvataggio, tutto era finito per il meglio: eppure, c’era qualcosa che disturbava Matt e non poco. Qualcosa di veramente pericoloso.
“Dottore…”
“Devo ammettere che è davvero un genio! – Dopotutto ha preso da me, modestamente- ma purtroppo ha ancora molto da imparare e in più non si ricorda nulla”
“Eh?”
“Asia. Non ricorda come e perché sia svenuta e dell’energia rigenerativa in eccesso sottratta”
“Ah… capisco”
“Invece tu, ricordi tutto quanto”
Matt abbassò lo sguardo ancora più imbarazzato e nervoso di prima. “S-sì…”
“Oh, Matt Smith. Perché così giù? Dovresti essere contento! Hai praticamente salvato l’Universo!”
“Beh… no… tu lo hai salvato”
“Oh, sai che non è vero! Io sfortunatamente ero rinchiuso in una capsula! Io non ho fatto proprio niente! Tu, caro mio, ci hai salvati tutti”
Il Dottore attorcigliò con un braccio il collo di Matt e gli arruffò i capelli ridendo, ma l’umano non rispose altrettanto contento. Prima di parlare raccolse tutto il suo coraggio prendendo un bel respiro. Voleva esserne sicuro, voleva delle risposte chiare che potessero convincerlo a dire avevo ragione.
“Dottore,quello… chi era?”
L’alieno smise subito di sorridere e ritornò serio. Allora era vero. Si ricordava tutto.
“ Qualcuno che… conosceva il trucchetto della barriera. Non credevo proprio che lui sapesse farlo. Persino io non lo ho mai fatto, ma almeno è servito a non far esplodere in malo modo il pianeta, no?”
“Ma… lui… era…”
“Sì, Matt. So che lo sai e ti prego: non dirlo a nessuno”
“Ma era lui che mi parlò arrivato qui. Era lui che faceva in modo che quella porta nella mia testa rimanesse chiusa. Era lui che mi proteggeva”
“Sì. Era lui e credimi, faccio fatica a pensare che mi abbia aiutato. Proprio lui. Diamine…. Avrei preferito che un Dalek mi aiutasse. Ok… questa era orribile, ho esagerato”
“Ma io l’ho sentito mentre usava il mio corpo. Ho sentito i suoi pensieri e ho visto che lui è…”
Il Dottore tappò la bocca di Matt con una mano e si portò l’indice dell’altra mano sulla sua bocca sorridendo “Sarà il nostro piccolo segreto, ok?”
Matt annuì e finalmente sorrise anche lui.
“Allora Matt! Sei pronto a tornare a casa? Il TARDIS a momenti sarà pronto, magari resta ancora un po’, ci mangiamo una bella fetta di cheesecake e giochiamo a calcio, che ne dici?”
“A calcio? Dici sul serio?”
“Sì, ci divertiremo! Calcio su una nuvola! Almeno avrai un bel ricordo, no?”
“Ahaha. Non vedo l’ora”
“Ne ero certo”
“Senti… Dottore?”
“Dimmi pure”
“Quella Sarah. Sarah Hamilton, aveva dei parenti?”
Il Dottore fece un sorriso triste e guardò il pavimento per evitare gli occhi di Matt “Sì. Era figlia di un generale militare e di una casalinga. Aveva un fratello più piccolo che si chiamava Joshua”
“E… sono morti tutti?”
Il Gallifreyano annuì “Sì. Quando lasciai Sarah cercai suo padre per aiutarmi ma… dei soldati mi hanno subito detto che era morto sul campo e che la madre e Joshua… erano stati uccisi dai Dalek”
“Ah… capisco”
Di nuovo ci fu silenzio. Il Dottore cercava sempre di evitare di guardare Matt che intanto fissava a vuoto il pavimento.
“Lo so. Avrei potuto salvarla. Anche Rey. E gli altri”
“No, non avresti potuto. Sarah era viva grazie al Dalek, ricordi? Erano strettamente legati, uccidere una o l’altro, non faceva differenza”
“Potevo almeno salvare Rey”
“Senza Sarah, lui non si sarebbe mosso. Capiscilo: l’amore è una forza ben maggiore di qualunque altra . E credo di saperne qualcosa”
Matt sorrise beffardo guardando il Dottore. L’alieno lo guardò per poi distogliere lo sguardo e rise.
“Ok ok! Ho capito! Ma che ci vuoi fare? Io… Beh… ecco…” Il Dottore si grattò nervosamente dietro la nuca e arrossì.
“Ahah. Beccato!”
“Va bene, va bene. Forse hai ragione. Pur essendo un semplice androide sotto il controllo del Dalek, devo ammettere che aveva proprio una bella forza di volontà. Stando vicino a Sarah, un essere umano, ha fatto sì che anche lui lo diventasse. In… un certo senso”
“Wow, che frase profonda”
“Oi, io dico sempre frasi profonde!”
“Solo quando serve”
“Sì… può darsi”
“Dottore, avrei un’altra domanda”
“Spara”
“ Come è possibile che il TARDIS possa passare nella mia dimensione? Quello che voglio dire è… mi hanno sempre detto che è praticamente impossibile! Il TARDIS smetterebbe di funzionare e poi…”
“Matt, tu credi nella magia?”
“Cosa?”
“Dimmi solo cosa pensi che sia la magia”
Matt rimase spiazzato da quella domanda, ma malgrado ciò ci pensò su e rispose deciso “Penso che sia una semplice illusione che inganna gli occhi. Un qualcosa che non corrisponde alla realtà, credo. Anche se… allo stesso tempo penso che sia anche un qualcosa che nessuno riesce ancora capire, un qualcosa che però si cerca di capire. Non so… se sono stato chiaro, ma…”
“Concordo con te, Matt. E’ proprio come hai detto tu” Il Dottore diede una pacca sulla spalla di Matt ridendo “ Ah, umani. Riuscite sempre a stupirmi”
“Oh, beh. Buono a sapersi. Per quanto riguarda alla mia domanda, penso che..”
“Sai già cosa avrei risposto, vero?”
“Spoiler”
“Bravo ragazzo”
All’improvviso River entrò nella stanza con tanto di grembiule rosa da cucina con il pizzo e il viso leggermente sporco di farina “Ehi voi due? Se non vi è troppo disturbo, che ne dite di darci una mano a fare la torta?”
“Oh, ma certo cara. Arriviamo subito!”
“Bene, Bravi” La donna lasciò la porta aperta e si diresse verso la cucina. Il Dottore e Matt si guardarono l’un l’altro e si bloccarono la bocca con una mano per soffocare una risata.
“Lo so, Matt… River… con un grembiule…”
“Mai vista”
“Puoi dirlo forte”
I due si piegarono in due sempre con la mano sulla bocca
“ Se adesso non la finite, la cheesecake ve la sognate” urlò River.
“Ok ok! Scusa! Ehm, Matt. E’ meglio finirla qui, prima che si arrabbi sul serio”
Matt annuì continuando a sorridere “Sì hai ragione”
“E’ un peccato che poi dovrai tornare alla tua vita. E’ bello avere qualcuno che ti assomiglia, non fraintendere, ma penso che sia forte avere un proprio sosia, non credi?”
“Sì. Penso che sia… forte”
“Così mi piaci, bravo!”
“Dici… che mi dimenticherò tutto appena ritornerò a casa?”
“Hm… non lo so, quello dipende da te. Facciamo così: non appena io riparto per ritornarmene qui, tu alza gli occhi al cielo e se vedi una cometa azzurra, allora non ti dimenticherai mai di me, di River, di Asia… insomma, di tutto e di tutti”
L’uomo sorrise quando il Dottore gli circondò di nuovo il collo con un braccio ed entrambi si alzarono dal letto per andare in cucina. Una bella fetta di cheesecake, una bella partita di calcio su una nuvola e poi dritto a casa, nella sua dimensione.
“Oh, Matt. Avrei un favore da chiederti”
“Certo! Qualunque cosa, Dottore!”
 
Karen ormai era stufa di sentir squillare il cellulare. Da quando era salita sul primo aereo per Cardiff il suo agente non aveva smesso di chiamarla, anche ora che era sul taxi diretto al Roath Lock: quasi quasi avrebbe voluto abbassare il finestrino e gettarlo via.
“Non le conviene rispondere, signorina? Sembra molto insistente”
“Uff, dice che dovrei rispondere?”
“Beh, almeno smetterà di chiamare”
“Lo sa? Ha proprio ragione… Sì, pron-… ok, ora vedi di calmarti! Ti ho detto che domani ritorno, no? Non abbiamo altro in programma questa settimana, volevo solo vedere se Matt stava bene!... Sì, stamattina ho saputo che ha avuto un incidente sul set. Scusa, ero nel panico! Sì, mentre giravano lo speciale di natale The snowmen. No, purtroppo no. Ho chiamato Arthur e non può venire, anche lui lo ha saputo ma è bloccato col lavoro. Sì, ti farò sapere quando sarò arrivata e grazie per la pazienza. Scusa ancora. Ok, allora ci sentiamo per domani. Ciao”
Appena Karen chiuse la chiamata subito appoggiò la schiena sul sedile e fece un lungo sospiro di sollievo “Oh, finalmente!”
“Ha visto?”
La ragazza sorrise al tassista dallo specchietto facendogli l’occhiolino “Sì, aveva ragione”
 
Lo staff degli studios si avvicinarono in massa quando Karen scese dal taxi. Pagato il tassista, la ragazza prese ad abbracciare una per una tutte le persone con cui aveva lavorato. Non era passato poi così tanto tempo dall’ultima volta che lavorò lì, ma per lei era come se fossero passati anni.
“Oh, Karen! E’ bello rivederti!”
“Sì, anche per me!”
“Sei venuta per vedere Matt, non è così?”
“Sì, infatti. Mi ha avvisato qualcuno dello staff”
“Sul serio?”
“Già. Lui come sta? E’ andato in ospedale?”
“Oh, certo che no!”
“Ma io credevo che avesse avuto un incidente con un riflettore”
“Sì, quello è vero! Ma non sai la nostra sorpresa quando lo abbiamo visto in piedi senza un graffio! Eppure ci era sembrato di aver visto una ferita seria, ma evidentemente non era così! Pensa che gli infermieri si erano allarmati perché due minuti dopo che lo avevano messo sull’ambulanza, lui si era alzato e cambiato per continuare le riprese”
Karen quasi non ci voleva credere. Un po’ le veniva da ridere, ma d'altronde si parlava di Matt: un uomo che stravede per la recitazione, in cui neanche un riflettore può fermarlo. Era contenta che non gli fosse successo niente di grave.
“Beh, almeno sta bene. Adesso dov’è?"
"Sei venuta giusto in tempo per la pausa! Credo sia dentro proprio…. In quello studio laggiù! Sempre dritto!”
“Ok! Grazie mille!”
Come al suo arrivo, altri dello staff salutarono sorridenti la giovane attrice e le indicarono la sala in cui si trovava Matt. Da lontano, una ragazza con un vestito ottocentesco, la salutò da lontano: era Jenna Louise Coleman che Karen abbracciò subito, dopo averla riconosciuta.
“Ehi, ciao Karen!”
“Ciao Jenna!”
“E’ bello vederti!”
“Anche per me!”
“Sei qui per Matt, vero?”
“Sì, ho saputo dell’incidente. Bel vestito!”
“Oh, grazie! Anche se mi piaceva di più quello rosso. Ah, guarda! E’ proprio lì! Ehi, Matt! Guarda chi c’è?!”
Matt girò di scatto verso la voce che lo chiamava e sorrise non appena vide Karen vicino a Jenna.
“Ehilà!” L’uomo corse verso Jenna e Karen, e si precipitò ad abbracciare la rossa.
“Oh, Matt! Sono felice di vedere che stai bene!”
“Ma che bella sorpresa! Che ci fai qui, Karen?”
“ A vedere se stavi bene mi sembra ovvio, no?”
“Beh, ragazzi. Il mio compito qui è finito! Mi dileguo! Così avete tutto il tempo per salutarvi. Ciao, Karen! E’ stato bello rivederti”
“Anche per me, ciao!”
Jenna salutò i due per poi sparire tra i corridoi. Rimasti soli, Karen studiò dalla testa ai piedi Matt: tipico vestito dell’Ottocento con tanto di panciotto, orologio da taschino e cilindro, senza contare la lunga giacca bordeaux scuro.
“Wow, come siamo vestiti bene. Ottocento, giusto? Con pure un cilindro e una… sciarpa?”
“Oh, so cosa cerchi, ma non ti illudere che non ci sia”
Matt si levò la sciarpa al collo e mostrò a Karen il farfallino.
“Oh, lo sapevo! Steven non se ne vuole separare, vero? E’ cambiato il colore”
“Ovvio che c’è ancora! Perché è fico”
“Sì sì, i farfallini sono fichi. Lo so. Uh aspetta… è un po’ storto” Karen sistemò il farfallino mettendolo più dritto e lo ammirò per un po’ “Sai, devo ammettere che mi mancava vederti col farfallino”
“Sul serio?”
“Sì! Ormai era diventata una routine quotidiana vederti con una giacca di tweed e le bretelle”
“Beh, ma una giacca bordeaux e un panciotto li sostituiscono bene, no?”
“Sì, sono accettabili. Ah, ti saluta Arthur! Purtroppo non è potuto venire a causa del lavoro. Sarà felice di sapere che stai bene”
“Oh, salutamelo da parte mia”
“Senz’altro!”
Matt colse l’occasione per accarezzare i capelli di Karen e sorrise “I tuoi capelli. Si sono allungati”
“ Già”
“Sono sempre stupendi. Rossi e stupendi”
“Beh, grazie Matt!”
“Senti, posso chiederti un favore?”
“Sì, dimmi pure”
“Posso riabbracciarti di nuovo?”
“Oh, ma certo! Non mi dispiace” Karen era molto sorpresa di quella richiesta, ma dopotutto, pensava lei, si trattava solo di un abbraccio.
Così Matt allungò nuovamente le braccia a Karen e l’abbracciò stretta a se.
“Wo, Matt! Non troppo stretto, ok?”
La voce dell’uomo divenne seria e profonda, ma sempre con quella punta di felicità, accompagnata da una leggero tono malinconico “Mi sei mancata”
“Oh, Matt. Anche tu”
“Mi sei mancata davvero molto. Amy
All’improvviso Karen smise di sorridere lentamente, e sentì una strana sensazione. Sentì il bisogno di restare attaccata a Matt e di stringerlo ancora più forte a sé. I suoi occhi cominciarono a bruciare e qualcosa dentro di lei le faceva male: aveva una forte fitta al petto.
Ad un tratto la ragazza rievocò dei flashback. Dei flashback che non si sarebbe mai sognata di ricordare. Dei flashback impossibili, ma che in quel momento le sembravano così… reali.
Si ricordò della sera in cui chiese a Babbo Natale di riparare la sua crepa nella parete. Si ricordò dello strano uomo dalla camicia stropicciata uscito da una cabina blu. Si ricordò di Rory, suo marito, il centurione che l’aspettò per due mila anni, di sua figlia Melody, dei pirati che ha combattuto, della balena che ha salvato, del pittore a cui aveva dato speranza e di tutte le altre avventure assurde, ma meravigliose allo stesso tempo, con quel pazzo con la cabina blu; il suo amico immaginario, il suo migliore amico. Il suo salvatore.
Si ricordò di quanto gli volesse bene, di quanto avrebbe voluto essere eterno come lui e di quanto fosse stato triste lasciargli la mano quella notte.
Karen si staccò piano dall’abbracciò di Matt e si portò entrambe le mani tremanti alle guancie: erano entrambe bagnate di lacrime.
 Che cos’era? Ero io? No, era Amy! Amy? Ma… è solo un personaggio! Eppure... 
Karen non riusciva a capire. Da un lato sapeva che non erano veri: forse rivedere Matt si è ricordata dei bei momenti passati con lui, Arthur e gli altri, ma era più forte di lei. Quei ricordi- se li poteva chiamare così- sembravano essere parte di lei. Erano parte di lei.
Felicità, tristezza e nostalgia: sentiva quelle emozioni tutte insieme, il perché non lo sapeva.
“Io… non capisco… che… cosa è stato?” Karen alzò la stessa e spalancò gli occhi quando vide che anche Matt stava piangendo. Piangeva sorridendo.
“Piangere è umano, cara Karen. E’ normale”
“No…  io intendo… ho visto delle cose strane… sembravo i,o ma… non lo so”
“Erano semplici ricordi. Non starci troppo a pensare”
“Ma…”
Matt baciò la fronte di Karen lasciandola senza parole. Era davvero molto confusa, ma comunque felice “Grazie di tutto. Davvero”
“Matt. Sei strano, sai? Sei sicuro di stare bene?”
“Mai stato meglio”
“Ehi Karen! Ma ciao!”
Karen sussultò quando sentì la voce di Steven Moffat. Si asciugò in fretta le lacrime e cercò di sorridere. “Ciao… Steven…”
“Ehi ehi, che è successo? Qualcosa non va? Perché quei lacrimoni?”
“No no… è tutto a posto. Stavo solo parlando con Matt e… mi sono emozionata… Tutto qui”
“Con Matt?”
“Sì, Matt… è proprio qu-…ma dove…?”
“Io non vedo proprio nessuno”
Karen si guardò intorno in cerca dell’amico, ma di lui nessuna traccia.
“Ma… era qui!”
“Giuro che quando ti ho vista tu eri… oh, guarda! Sta girando ora l’angolo!”
La ragazza si girò di scatto verso dove Steven indicava e vide di striscio la giacca bordeaux “Ehi Matt! Aspetta!”
“Ah, Karen! Dove vai?!”
“Ci vediamo dopo Steven! Ci metterò un secondo!”
Karen lasciò di punto in bianco Steven e corse per inseguire Matt.
“Scusate… permesso… Oh, scusi!” La ragazza fece attenzione a non andare contro lo staff in continuo movimento, senza però togliere gli occhi sulla giacca bordeaux. “Ehi Matt! Aspettami!”
Matt si girò e sorrise a Karen senza però fermarsi e continuò a camminare per la sua strada.
“Ma tu guarda… Ehi!”
L’uomo imbucò un ultimo corridoio e si diresse verso la scala antincendio che portava sul tetto: diede un’ultima occhiata a Karen per essere sicuro che lo stesse seguendo e proseguì.
“Ma cos’ha in mente? Ha voglia di scherzare?” Karen cominciò ad insospettirsi e per un attimo ebbe paura, ma non si perse d’animo e salì le scale.
Arrivata sul tetto, Karen si guardò in giro alla ricerca di Matt. Si strinse le spalle dopo una folata di vento.
“Brrr…. Qui sopra fa freddo. E’ pomeriggio eppure sembra sera…ma … cosa?”
Qualcosa nel cielo attirò l’attenzione di Karen che strabuzzò gli occhi per vedere meglio. Una piccola luce azzurra lampeggiava ripetutamente diventando sempre più grande.
“Ma… che… ?”
La piccola luce divenne un’enorme sfera azzurra con una luce talmente forte che Karen dovette coprirsi gli occhi con una mano.
“Che succede! E’ una meteora?!”
La sfera si spostò a scatti due o tre volte come un insetto. Karen sentì come un leggero ronzio metallico e sotto i suoi occhi increduli, la sfera volò per un centinaio di metri accompagnata da un boato per poi scomparire dal nulla lasciando dietro di sé una scia turchese.
“Oddio! Che cos’era quello?! Pazzesco!”
“Karen?” Karen sbatté le palpebre nervosamente e aggrottò la fronte appena vide Matt.
“Ma… hai visto?! Cos’era quello?! Era… una specie di sfera, tipo… tipo…. Non lo so! Era roba da Star Trek!”
“Wo wo, calmati Karen! E’ tutto a posto or-… ahi! Perché mi hai colpito!”
“Perché sei corso via in quel modo?! Facendo finta di non vedermi, per giunta!”
“Io? Ah… Oh,scusa. Non volevo” L’uomo sorrise facendo gli occhioni dolci a Karen.
Lei non resistette e abbracciò l’amico ridendo. “Come si fa a evitare quel tuo faccino!”
“Ahah, lo sapevo! Sono troppo tenero!”
“Ok, ora non esagerare! Ah, ho incontrato Steven, l’ho lasciato lì senza dirgli niente è meglio che… oh, ma…”
“Hm? Qualcosa non va?”
Karen guardò confusa il colletto della camicia di Matt “Matt, ma… mica avevi il farfallino?”
“Karen, tu credi nella magia?”
“Eh? Ma che razza di domanda mi fai ora? E poi, che cosa ci sei venuto a fare qui! Mi hai fatto correre, sai?”
“Beh, mi sembrava ovvio. Volevo vedere la cometa”
“La cosa?”
“La cometa! Quella che hai visto anche tu in cielo”
“ Ma quella cosa lì non poteva essere una cometa! E’ troppo… troppo rotonda, ecco!” Matt scoppiò a ridere, mentre Karen si offese e fece il broncio “E non ridere! Non è divertente! Scommetto che tu ne sai qualcosa! E’ un tuo scherzo e di Steven, vero?”
L’uomo sospiro sorridendo e alzò la testa al cielo fissando il punto in cui la sfera azzurra scomparve. Matt allargò il sorriso “ Grazie di tutto. Giuro che non ti dimenticherò”
“Eh? Che cosa?”
“Niente niente, pensavo ad alta voce”
“Adesso mi vuoi dire questa storia della cometa? Se mi hai fatto quella strana domanda sulla magia, allora c’è dietro un trucco,vero? Qual è?” Karen fissò Matt con fare interrogativo puntandogli persino un dito “Allora? Risposta?”
Matt di nuovo sorrise alla ragazza “Sai, ho imparato che c’è una risposta universale che risolve tutte domande indipendentemente da che tipo sono”
“E’ ufficiale: non stai bene… sarà per la botta… Di che risposta parli?”
“E’ una semplice parola che avrai sentito almeno un milione di volte, Karen. Ed è spoiler”
 
ANGOLO DELL’AUTRICE: e siamo arrivati alla fine de A person to remember, la mia prima storia su EFP è finalmente finita! Mi sono molto divertita a scriverla anche se confesso che credo di aver finito un po’ male… ho la sensazione che manca qualcosa ma credetemi… per pensare al finale ci sono stata sotto un sacco e mi sono fatta pure aiutare da degli amici >.<
Beh, ad ogni modo ormai è finita! E il cervello è andato!!! E’ stanco di pensare…. XD ahahahaha
In realtà ho già in mente una nuova storia, ma mi vorrei fermare e mettermi FINALMENTE a leggere in santa pace : ) Non vedo l’ora di leggere un bel po’ di fan fiction!!! Yeaaaaaaah!!!
Ringrazio a tutti coloro che hanno letto la storia!! Accetto qualsiasi tipo di recensione! Che sia bella o brutta a me non importa, anzi! Sapere cosa ne pensate mi aiuterà a migliorare!!! ;) Se ci sono domande e perplessità, non fatevi scrupoli e chiedete senza problemi!!! :)
Grazie mille!!! E ci si vede!!!
 
Cassandra
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: CassandraBlackZone