Sono
passati dieci anni da
quando sono diventata la compagna di Tom.
Alcuni anni sono stati
facili, altri un po’ meno ad esempio quelli in cui ci sono
state le udienze per
la separazione di Tom. Jen è stata un osso duro, ha tentato
in ogni modo di
dimostrare che era Tom il fedifrago e che mi frequentava prima che lei
si
mettesse con Mark arrivando a fabbricare delle prove false.
Questo non ha colpito
favorevolmente il giudice insieme ai tentativi mai riusciti di mettere
i suoi
figli contro di me.
Alla fine ha strappato una
quota di alimenti bassa e la possibilità di vedere i figli
per il week-end, per
sua somma rabbia. Non è nemmeno riuscita ad attirare
l’opinione pubblica né i
fan dei blink dalla sua parte. Questo l’ha resa ancora
più furiosa, ama fare la
vittima e non assumersi le sue responsabilità.
Con l’adolescenza solo
Jonas ha continuato a frequentarla tutti i week end, verso i sedici
anni Ava ha
detto di non volerci più andare e alla fine
l’abbiamo accontentata.
Ogni volta che tornava
dalle visite a Jen era di pessimo umore e perennemente arrabbiata con
lei, a
Jen non piaceva il suo look e la gente che frequentava Ava.
Non le piacevano i punk e
gli skater, non le piaceva l’unico dread che si era fatta la
figlia o il
piercing al labbro, non le piaceva Jack.
Sì, quei due si sono messi
insieme a sedici anni e a Tom è venuto un mezzo infarto.
Lui era dell’idea che sua
figlia non si dovesse interessare ai ragazzi fino ai
diciott’anni e quando Ava
si è presentata mano nella mano con mio figlio urlando:
“Ehi, vi presento il
mio ragazzo!” , lui è svenuto.
Ci sono voluti i tentativi
congiunti miei e di Ava per farlo tornare cosciente e quando
è tornato in sé ha
urlato un “no!” udibile a chilometri di distanza.
Ava l’ha guardato male e
hanno iniziato a litigare, è stata una litigata epica, tanto
che io e Jack
abbiamo lasciato la stanza per non venire coinvolti.
Anche dalla cucina si
sentiva comunque il rumore delle cose che volavano, hanno fracassato
tutte mie
statuine a tema marino, ma non me ne importava molto, in fondo si
potevano
rimpiazzare e anche a me stavano stufando.
Rimasta sola con mio
figlio l’ho guardato negli occhi per un po’ e poi
gli ho posto la fatidica
domanda: “Sei sicuro, Jack?”
Lui ha annuito.
“La amo, mamma.
L’ho sempre amata e mi
dispiace che a Tom non vada a genio questo fatto, però si
deve rassegnare
perché io non ho intenzione di lasciarla.”
Nei suoi occhi blu ho
letto la stessa determinazione di Mark e questo mi ha portato
istantaneamente
dalla loro parte.
Non avevano fatto nulla di
male, non c’era ragione per reagire così.
Con calma ho cercato di
far ragionare Tom dopo il litigio e ce l’ho fatta, ha
concesso una possibilità
ai ragazzi con la clausola che Ava fosse sempre a casa entro la
mezzanotte.
Sua figlia ha sbuffato, ma
alla fine ha accettato.
Questo accadeva quattro
anni fa e per quattro anni c’è stata abbastanza
calma.
Tom ha imparato piano ad apprezzare
mio figlio come ragazzo di sua figlia e a pensare che in fondo non
erano male.
Il giorno che Ava ha
annunciato che si sarebbe sposata con Jack ha di nuovo cambiato idea e
questa
volta tutte le mie statuine messicane sono andate al creatore.
Che palle! Quelle mi
piacevano.
Alla fine Tom ha dovuto
cedere e accettare di avere Jack come genero, si è solo
lamentato un po’ per la
location del matrimonio: Parigi.
Esatto, mio figlio si è
ricordato di Notre Dame e hanno prenotato il matrimonio lì.
Ha la memoria lunga mio
figlio e quello che promette mantiene, esattamente come suo padre.
“Skyyyyyeeee!”
L’urlo belluino di Ava mi
distrae dai miei pensieri.
Quella che una volta era
una bambina ora è una ragazza dai lunghi capelli tinti di
blu che indossa un abito
da sposa senza spalle.
“Cosa c’è, Ava?”
“Il corsetto! Non riesco a
chiuderlo!
Cristo, non posso essere
ingrassata, mi sono trattenuta un sacco per entrare in questa tortura a
forma
di abito!”
Io sospiro e la faccio
voltare, la cerniera del corsetto si è semplicemente
incastrata nel tessuto del
vestito e disincastrato quello sale senza intoppi.
Sento Ava sospirare di
sollievo.
“Fortuna che mi entra!”
“Sei preoccupata, tesoro?”
Lei si volta verso di me.
“Sì, domani mi sposo e se
Jack non mi volesse?”
Io faccio fatica a
trattenere le risate, Jack la ama, pende dalle sue labbra e se lei
glielo
chiedesse probabilmente si butterebbe anche nel fuoco per lei.
“Ti vuole, Ava.
Ti vuole.
Ha iniziato a volerti e a
pianificare questo matrimonio quando aveva dieci anni, stai
tranquilla.”
Lei sorride.
“Sai cosa disse a tuo
padre quando mi propose di fingere di essere la sua nuova fiamma?
Che non voleva un nuovo
padre e che soprattutto non voleva il padre di Ava perché
saresti diventata una
specie di sorella e lui voleva sposarti.”
Gli occhi della non più
piccola DeLonge si fanno lucidi e si porta una mano alla bocca.
“Oh, Jack! Lo amo, quanto
lo amo!”
Io sorrido, questo
matrimonio promette bene.
“Tesoro, domani ti devi
svegliare presto e non ti sei ancora ripresa dai festeggiamenti di ieri
sera,
che ne dici di andare a letto?”
“Sì, Skye, hai ragione.
Adesso mi tolgo questa tortura e poi vado.”
In effetti poco dopo è in
pigiama e si infila a letto, io invece esco in terrazza e mi fumo una
sigaretta.
Domani rivedrò Mark e la
sua nuova compagna, mi farà strano di sicuro. Non che lei
sia cattiva,
tutt’altro, è un’italoamericana di nome
Maria e andiamo d’accordo, solo sarà
semplicemente strano.
Lui non ha sollevato
particolari obiezioni a questo matrimonio, credo che ormai si sia
abituato al
fatto che – volente o nolente – il suo destino
sarà sempre intrecciato a quello
dei DeLonge.
Finita la sigaretta chiamo
Tom, è nella stanza accanto con Jack e mi risponde subito.
“Ciao, come va?”
“Ciao, tesoro. Tutto bene,
Jack è appena andato a letto, tuo figlio beve come una
spugna, oggi era ridotto
male.”
Io rido.
“Com’è andata con Mark
ieri sera?”
“Bene, non ci siamo
pestati.”
“Sarebbe stato ridicolo
pestarvi,dai! C’è Jen?”
“No, Ava non l’ha invitata
al matrimonio e ho detto ai bodyguard di non farla entrare caso mai si
presentasse.”
“Bene!”
Sbadiglio.
“Adesso vado a letto, ci
vediamo domani. Mi raccomando metti la sveglia, Ava potrebbe ucciderti
se
arrivi in ritardo.”
Lo sento sbuffare, odia
mettere la sveglia.
“Va bene, amore. A domani.”
“A domani.”
Mi schiocca un bacio via
telefono e io ricambio. Dopo questo piccolo rito mi metto a letto,
domani sarà
una giornata lunga.
La
sveglia suona alle
otto, Ava la spegne con un colpo di mano e una bestemmia.
Con la verve di una mummia
si fa una doccia, poi la faccio io e le chiedo se vuole fare colazione,
acconsente e la ordiniamo.
Non ci va di scendere
dabbasso e poi non abbiamo tempo. Arrivato il cibo io mangio
normalmente, lei
invece spilucca solo, ha solo stomaco chiuso per l’emozione,
quando mi sono
sposata con Mark ero nelle sue stesse condizioni.
“Beh, adesso inizio a
prepararmi.”
Con calma, leggermente
tremante, si alza dal letto e si mette il suo bel vestito: corpetto
senza
maniche e una gonna larga con del pizzo.
È bellissima e né i
capelli blu né i tatuaggi e i piercing stonano.
“Adesso mettiamo le cose
extra.”
“Sarebbe?”
“Se vuoi un matrimonio
fortunato ti servono: una cosa blu, una cosa nuova, una cosa vecchia,
una cosa
prestata e una cosa regalata.
Per la cosa blu, puoi
metterti il tuo braccialetto blu, per la cosa nuova ti metti gli
orecchini che
hai preso ieri.
Una cosa vecchia: lì c’è
l’anello di mia madre.
Per la cosa regalata ti
regalo questa collana e per la cosa prestata ti presto il mio anello
con il
diamantino.”
Ava mi guarda perplessa,
ma alla fine mette il suo braccialetto con i turchesi, gli orecchini a
cerchio
che ha preso ieri, l’anello di mamma e il mio, e poi la mia
collana di perle
nere.
Sta benissimo e mi sembra
già leggermente commossa.
Poco dopo bussano alla porta:
è Tom ancora mezzo addormentato.
“Allora come…”
Si ferma quando vede Ave,
la sua bocca passa dalla sorpresa al sorriso e i suoi occhi si fanno
lucidi.
“La mia bambina si sposa e
sta benissimo.
Amore, sei bellissima!”
“Grazie papà!”
Lei è rossissima, si
solito veste come una punk, è raro vederla
vestita elegante.
“Cosa manca?”
“Cosa manca, Tom?
La parrucchiera e la
truccatrice che spero arrivino subito!”
“Per me può sposarsi anche
così, è una meraviglia.”
Ava scuote la testa, non
si vede bellissima, quindi aspetta anche lei con trepidazione
l’arrivo delle
due donne.
La parrucchiera arriva
subito dopo Tom, le arriccia i capelli e poi li raccoglie in un
elegante
chignon da cui lascia fuoriuscire qualche ciocca davanti in modo
sapientemente
disordinato.
Ava è raggiante e fatica a
riconoscersi, pagata e ringraziata la parrucchiera arriva la
truccatrice che le
fa un trucco smockey, richiesto espressamente da lei. Non riesce
proprio ad
abbandonare il suo amato trucco nero.
Sbrigata anche questa
incombenza si mette le scarpe, uno scialle e prende il mazzo, io prendo
la
borsa in cui ha messo i cambi.
“Sentite, io prendo un
taxi e vado in chiesa, voi partite tra quindici minuti, ok?”
I due DeLonge annuiscono,
io mi infilo nel primo taxi che incontro e arrivo in chiesa trovandola
già
gremita, mi infilo nel parco dei parenti tra Mark e Anne.
Jack è sull’altare –
visibilmente in ansia – ed è bellissimo nel suo
completo scuro e nella sua
cresta, in parte a lui ci sono Landon e Josh, un altro suo amico,
dall’altra parte
ci sono Alabama e Miranda, la figlia di Anne.
“Il mio campione si
sposa!”
Esclama Mark con un velo
di commozione, io annuisco.
“È bellissimo e sembra
tanto felice.”
“Sarà più felice quando
arriverà Ava, sta impazzendo.”
Un ventina di minuti dopo la
porta della chiesa si apre, l’organo inizia a suonare la
marcia nuziale e Ava
avanza al braccio di suo padre sorridendo radiosa.
Jack si illumina e sembra
non vedere altro che lei, la ragazza che ha sempre amato.
Ava si mette al posto
stabilito e la cerimonia ha inizio, una cosa che va a ritmo lentissimo
fino al
momento fatale.
“Vuoi tu Ava Elisabeth
DeLonge prendere il qui presente Jack Hoppus come tuo legittimo sposo,
amandolo
e onorandolo nella gioia e nel dolore, nel benessere e nella
malattia?”
“Sì, lo voglio!”
Un “No” rimbomba come una
fucilata lasciando tutto straniti: Jen si è intrufolata
nella cerimonia e
avanza lungo la navata.
“Questo ragazzo non è
adatto a te, ti vieto di sposarlo!”
“Lei chi sarebbe, scusi?”
Chiede il prete.
“La madre.”
Il prete guarda Ava che è
scocciata.
“Per te ha qualche
importanza la sua opinione?”
“No, padre. Avevo dato
disposizioni perche lei non fosse presente, quindi gradirei che se ne
andasse.”
Due robusti bodyguard
prendono Jen per le spalle e la trascinano fuori.
“Sono tua madre, Ava. Avrà
pure alcun valore!”
“Dovevi pensarci prima!
Possiamo riprendere?”
Il prete annuisce, mentre
Jennifer sta ancora urlando. Mi sembrava strano che non intervenisse a
disturbare tutti.
“Vuoi tu Jack Hoppus
prendere la qui presente Ava Elisabeth DeLonge come tua legittima sposa
amandola e onorandola
nella gioia e nel dolore, nel benessere e nella malattia?”
“Sì, lo voglio.”
“In nome del signore e
dall’autorità conferitomi dallo stato americano vi
dichiaro marito e moglie.
Lo sposo può baciare la
sposa.”
Jack sorride e bacia Ava
con passione, tutti applaudiscono e la marcia trionfale inizia a
suonare,
percorrono insieme – mano nella mano – la navata.
Fuori vengono bersagliati
dal riso e poi c’è il fatidico lancio del bouquet.
Chissà a chi finirà?
Incredibilmente finisce
tra le mie mani, Ava mi fa l’occhiolino e indica con un cenno
impercettibile
suo padre, sia io che lui rimaniamo sbalorditi.
Io in particolare rimango
ferma come una statua di sale con i fiori in mano, solo il tocco
gentile di Tom
mi fa muovere.
“Che ne dici, Skye?”
“Tra due anni, organizzare
un matrimonio è molto stressante.”
“Quindi mi sposeresti?”
Io lo guardo stralunata.
“Certo che sì!”
Lui per tutta risposta mi
solleva e mi fa fare un giro completo in braccio a lui.
“Mi hai dato una notizia
bellissima, tesoro!”
Io lo abbraccio
sorridendo.
“Sono felice, ma adesso ci
aspetta il pranzo, sei pronto?”
“Oh, sì! In macchina ho
dei comodi shorts e una comoda maglietta per evitare cose che
tirino!”
“Perfetto, allora
andiamo!”
Adesso arriva la parte
migliore dei matrimoni: il pranzo
Visto
che a nessuno piace
particolarmente la cucina francese abbiamo prenotato in un ristorante
italiano
che cucina divinamente.
Almeno avremo pasta,
lasagne, cotolette e scaloppine a volontà.
Arriviamo al ristorante
chiacchierando tranquillamente, la tensione del matrimonio si
è in parte
sciolta, Ava e Jack sorridono e si tengono teneramente per mano.
“Come sono belli, eh Tom?”
Urla Mark.
“Certo che sono belli, Ava
è mia figlia ed è bella come me!”
“Pff! Sei il solito
megalomane! Sono belli perché c’è anche
Jack e lui è bello come me e io sono
più bello di te!”
“Ma non diciamo
assurdità!”
“Zitto, ciccione. Lo so
che aspetti il pranzo per poteri strafogare!”
“Come se tu non facessi lo
stesso!”
Tom tira un poco caritatevole
pugno nella pancia del suo amico, che si piega,
“Sei rimasto il solito
stronzo altezzoso, non cambierai mai!”
Mark si siede nel tavolo
riservato ai parenti vicino a Tom.
Iniziano a servire gli
antipasti – salumi, bruschette, pasta frolla ripiena di crema
di funghi – Tom,
come previsto si serve porzioni piuttosto generose.
“Mh, dove andate in
viaggio di nozze?”
Chiede Mark.
“Non ci avete detto niente
a riguardo.”
“Giamaica!”
Risponde Ava sognante.
“Bel clima, belle spiagge.
Tornerò abbronzata!”
“Fai tante belle foto!”
Mio figlio ghigna.
“Papà, sei sicuro di voler
sorbirti il lunghissimo filmino delle vacanze pieno di cose a cui
solitamente
non frega niente a nessuno?”
Mark impallidisce e mangia
l’ultima bruschetta, guadagnandosi un’occhiataccia
da parte di Tom.
“Effettivamente non è che
muoia dalla voglia.”
Jack ride.
Dopo gli antipasti
arrivano i primi, pasta al ragù, lasagne e riso ai quattro
formaggi, misti.
“Buona la roba qui!”
“Certo che è buona,
Hoppus! L’ho provata io prima di decidere di venire
qui!”
“Beh, non ti tiri mai
indietro davanti a un ristorante.”
“Zitto, che anche tu mi
sembri ingrassato!
La cucina italiana è
buona, vero Mark?”
Lui fa una faccia
stranissima, come quella di chi ha parlato troppo.
“Certo che è buona,
DeLonge!
Insinui che la mia cucina
non sia buona?”
Interviene Maria.
“Non insinuo nulla, solo
che anche Mark ha la pancia quindi posso prenderlo in giro anche io,
come lui
fa con me.”
Dice candidamente,
sfoderando il suo celebre sorriso ironico.
“Sei il solito impunito,
Tom!”
Interviene per la prima
volta Trav, alzando il naso dal suo piatto di lasagne alle verdure,
pasta
al pesto e riso ai
formaggi.
“Dote naturale!”
“Ehi, Jack! Ricordati che
tua moglie ha metà dei geni di questo individuo!”
Lo mette scherzosamente in
guardia il batterista, Jack sorride.
“Lo so e mi piace.”
“E ci mancherebbe altro e
adesso mangiate!”
Ci ordina minacciosa la
neo signora Hoppus.
Ubbidiamo tutti, Ava
sembra particolarmente decisa a troncare il discorso.
I piatti intanto si
svuotano un po’ meno rapidamente, la fame di tutti si sta
placando, Tom si
picchia soddisfatto una mano sulla pancia.
Adesso dovrebbe esserci un
po’ di tregua e poi il secondo, al tavolo l’umore
è buono e si chiacchiera
cordialmente, Tom con la sua maglia e i suoi pantaloncini sembra
capitato lì
per caso, nessuno direbbe che è il padre della sposa.
Visto che il secondo non
arriva qualcuno inizia a urlare: “Discorso” e Tom
si alza.
“Allora, qualcuno chiede
il discorso. Innanzitutto mi dispiace di non aver fatto colpo su Jack
per
distoglierlo da mia figlia, il mio fascino sta piangendo da qualche
parte!”
Io gli tiro una pedata.
“Skye, amore, perdonami!”
Ridono tutti.
“Adesso sono serio. Ho
visto questi due ragazzi crescere e sono contento di come siano
cresciuti e di
come il loro fidanzamento sia andato così bene.
Magari avrebbero potuto
aspettare un anno o due prima di sposarsi, ma si sa l’amore
fa fare queste
cose.
Spero che Jack tratti la
mia Ava con amore e rispetto, altrimenti sarei costretto a ucciderlo e
non mi
va di trascorrere la mia vecchiaia nelle patrie galere.
Skye, ti prego, non darmi
un altro calcio.
Vi faccio e miei migliori
auguri e mi raccomando non abbiate fretta per i nipotini!
C’è sempre tempo!
A Jack e Ava!”
Dopo il discorso di Tom
arrivano i secondi e tutti sono troppo impegnati a far fuori il misto
di
arrosto, scaloppine al limone e cotolette (strano, lo so) per parlare.
Adesso verrà il turno di
Mark, chissà cosa diavolo dirà, speriamo nulla di
imbarazzante, anche se
conoscendolo è una pia speranza!
In ogni caso il cibo è
delizioso, tutta la tavolata lo sta apprezzando, anche Trav. Per lui
c’è del
seitan al limone e una grigliata mista di pesce che gli piace a
giudicare dal
sorriso.
Lui è sempre rimasto
quello che parla di meno, ma che comunque si fa capire, è un
tesoro di uomo e
questa volta sembra avere trovato la donna giusta in una donna
comunissima che
lavora in banca e ha già due figli anche lei.
Finito il secondo si alza
Mark.
“Beh, non so cosa dire, se
non che la mia famiglia sembra legata a doppio filo con quella dei
DeLonge. Non
ho ancora capito se sia una maledizione o una benedizione, ma
tant’è.
Faccio i miei più sinceri
auguri a Jack e Ava e… Ragazzi, andateci piano con i nipoti,
non so così
vecchio da fare il nonno, capito?”
Ridono tutti, compresi i
due novelli sposi, in attesa del dolce io esco a fumarmi una sigaretta,
poco
dopo mi raggiunge Tom.
“Finalmente è quasi
finita.”
“Pensa a quando toccherà a
noi.”
Rido io buttando fuori il
fumo.
“Oh, sarà una semplice
cerimonia civile!”
“Ma ci sarà?”
Chiedo a lui speranzosa,
lui mi sorride e mi abbraccia.
“Certo che ci sarà, molto
presto sarai la signora DeLonge!”
Signora DeLonge ha un
suono bellissimo e pensare che tutto questo è iniziato per
scherzo. A volte il
destino adotta delle vie strane per condurti dalla persona che ti ama
veramente
e che è destinata a rimanere con te fino alla fine.
Io non posso che essere
contenta di questo perché mi ha regalato dieci anni di
felicità e probabilmente
me ne regalerà altri dieci, fino a che la morte non ci
separerà.
Che bella la vita!
Angolo di Layla
Siamo giunti all'ultimo capitolo di questa storia.
Già, psero vi piaccia.
Ringrazio fraVIOLENCE per le recensioni lasciate.
Ringrazio Destroyer Cactus per averla messa tra le preferite.
Ringrazio ach119. LostinStereo3, NiyraV per averla messa tra le seguite.
Alla prossima.