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Autore: Vale201093    24/06/2013    1 recensioni
Amore senza età, amore senza limiti, amare senza smettere di perdonare per far sì che continui ad essere perfetto come speravi.. Passare del tempo insieme significava in qualche modo fare l'amore con l'anima.. Adesso mi chiedo invece se si può amare una persona se l'altra gioca ad amare o si può semplicemente essere pazzi l'uno dell'altro senza mai poter stare insieme...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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AMORE O GIOCO?
 
Che hai di speciale? Perché il mio cuore ha scelto proprio TE? Effettivamente non ho una risposta, ma sono consapevole che se ti guardo negli occhi mi perdo e che se ti ho vicino, ho tutto ciò di cui ho bisogno e il mondo, come d'incanto, sparisce. Mi prendi in giro se tremo ma è inevitabile, le emozioni con te sono troppo forti, il mio cuore arriva a mille, la voglia di rimanerti accanto e non andare più via si fa sentire sempre di più!! Poi mi volto a guardarti e ti dico sotto voce "ma lo sai che ti amo?" , mi guardi, abbasso gli occhi, mi vedi arrossire,  sorridi e mi rispondi “ma lo sai che ti amo anche io?”, ed ecco che i nostri sguardi  si incrociano di nuovo e nasce il più bel bacio che io abbia mai potuto dare!
Beh sembra tutto perfetto ma purtroppo non è proprio cosi, lo è solo quando io e te stiamo insieme perché è lì che inizia la nostra favola..
Chissà se tu ti ricordi come ci conoscemmo.. Prima media, primo giorno di scuola, una classe diversa rispetto a quella che avevo avuto fino a poco tempo prima. Ero piccola per capire che qualcosa stava per cambiare, che avrei scoperto cosa vuol dire la parola “amore”. Entro in classe cerco lo sguardo di qualcuno che conosco ma vedo solo i tuoi occhi: tu, biondo, occhi azzurri un sorriso spettacolare, rimasi incantata fino a quando una voce mi riporta alla realtà: “ D’Esposito, siediti lì, al primo banco c’è un posto vicino a R.”.
Sì, il ragazzo dal sorriso stupendo, presi le mie cose e imbarazzata mi misi a sedere evitando qualsiasi domanda, abbassavo gli occhi quando mi guardavi ma ne approfittavo per scrutarti tutte le volte che distoglievi lo sguardo da me. Il giorno dopo presi coraggio, mi avvicinai e ti dissi: “io sono Vale”, sorridendomi mi rispondesti “ io sono P.!”.
 “P” quella era la lettera che mi avrebbe cambiato la vita, “P”, durante la lezione mi risuonava in testa il tuo nome e più ti guardavo e più pensavo “ Dio quanto è bello!!”.
Non passarono molti giorni che cominciammo a scherzare, ridere e a stringere amicizia.  Per me anche andare a scuola stava diventando qualcosa che facevo con piacere, era l’unico modo per vederti e per giocare insieme. Quei giorni si caratterizzarono di corse nei corridoi, di bigliettini volanti durante le lezioni, di ore intere passate nei bagni quando ci annoiavamo di fare qualche materia.
Andava tutto cosi bene, stavo cominciando a vivere!
Ma le cose belle non durano mai e quel 7 febbraio cambiò tutto… chiedesti a una delle mie migliori amiche, Simona, di uscire perché ti piaceva e volevi stare con lei. Salendo per la stradina di casa mia Simo decise di parlarmene:
-          Vale, P. mi ha chiesto di mettermi con lui, ma so che a te piace e poi a me sinceramente non piace e non mi interessa! Non voglio mettermi con lui!
-          Simo se è per me non ci sono problemi puoi starci, è vero a me piace ma voglio che lui sia felice se è quello che vuole non ti fare problemi per me!
-          Si ma tu lo sai, lui non è il mio tipo e poi non ti farei mai una cosa del genere!
-          Ma stai zitta! Se vuoi puoi stare con lui, non importa!
-          Va beh, ci penserò! Ciao Vale, a domani!!
-          Ciao Simo! Buon pranzo!
In verità la invidiavo, insomma era fortunata aveva colpito quei occhi ed era riuscita a farsi chiedere di uscire insieme, che altro pretendeva di più? È vero, avrei preferito esserci io al suo posto, ma se lui aveva deciso cosi, chi sono io per impedirlo?
Il giorno dopo fuori scuola, incontro Luca, il migliore amico di P. come il mio solito lo saluto:
-          Ciao scemo!
E lui con tono molto arrogante mi rispose:
-          Non ti permettere più di salutarmi, non voglio averci niente a che fare con persone cattive come te!
-          Ma che ho fatto di così tremendo?
-          Non lo sai? Che schifo, fai anche finta di niente! Simo ci ha detto tutto!
“Faccio finta di niente” ? “Ci ha detto tutto” ma di cosa? Cosa sta blaterando? Lo guardo spiazzata non so minimamente di cosa stesse parlando e a cosa si riferisse, ma ecco che vedo Simo arrivare da lontano, sicuramente lei mi chiarirà cosa è successo.
-          Ehi Simo, come stai?
-          Ehi Vale, tutto bene te?
-          Si anche grazie, senti ma stavo parlando con Luca, mi ha detto che tu gli hai detto tutto.. a cosa si riferiva?
-          Mah niente, sai quello è scemo scherza sempre!
Lui ci vede parlare e esclama:
-          Simo nemmeno tu dovresti parlarle per quello che ti ha fatto!
-          Ma fatto cosa? –Dico molto seccata.
-          Simo c’ha detto che se non si mette con P. la colpa è tua perché l’hai minacciata che non sarebbe stata più amica a te, ed è per questo che ha dato il palo al mio amico perché ci tiene a te!
Guardo Simo sbalordita e riesco solo a dire:
-          Dimmi che se lo sta inventando tutto questo perché no, non è possibile!
Non ha il coraggio di smentire quelle parole di Luca, non ha nemmeno il coraggio di dire una parola per cercare di difendersi.. La guardo e le dico: “Mi fai schifo!” e vado via senza aggiungere altro.
Passano giorni, ormai non ho più nessuno con cui scherzare in classe e quelle ore erano tornate monotone e prive di senso, vedevo il tuo sorriso spento e i tuoi occhi che non mi sfioravano nemmeno più per un secondo. La settimana dopo decidesti di riprovarci con Simo ormai non era più mia amica, lei si mise con te ma non durò molto. Si lasciarono. Tu ti riavvicinasti a me ma ormai anche la terza media era finita e le speranze che potessi continuarti a vederti erano davvero poche, anzi inesistenti, ma tenevo troppo a te per lasciarti andare. Cominciai a inventare le scuse più assurde per uscire, per vederti anche solo cinque minuti e tu correvi subito da me . Ben presto, anche le scuse finirono e io non ti vedevo più ormai ero convinta che per noi non c’era speranza nemmeno più per un’amicizia, ti stavo perdendo. Passano mesi e il mio cellulare non squilla  e il tuo nome non appare, era finita e mi pentivo di non essere mai stata in grado di dirti e di farti capire che tu per me eri molto più di un amico. Mandai un messaggio al Leggimigratis, un giornaletto che raccoglie tutti i messaggi di noi ragazzi e sapevo che tu l’avresti letto infatti non ebbi nemmeno il coraggio di firmarlo, scrissi solo:
 “Sei l’unica persona che mi fa stare bene e sognare, quante volte avrei voluto dirtelo ma non potevo per paura di perderti: P. ti amo”.
Inizia di nuovo la scuola e ancora una volta mi ritrovo in una classe diversa ma questa volta non incontro nessuno sguardo che mi colpisce, non c’è una voce che mi potesse riportare alla vita reale, mi misi a sedere e mi persi fra i miei pensieri. Quei mesi furono i più brutti, non riuscivo a rassegnarmi all’idea di non vederti più il mattino, di non vedere più il tuo sorriso che migliorava la mia giornata e che mi dava sicurezza. Il tempo passa, passa veloce e mi rimane di te solo pochi messaggi e qualche ricordo.
Arriva il mio compleanno, decido di non andare a scuola, prendo il treno che mi porterà a Portici, Via Libertà e lì ad attendermi  un ragazzo di qualche anno più grande di me e che non conoscevo per niente solo per qualche telefonata ogni tanto.
-          Ciao. Piacere Rocco.
-          Ciao. Vale, piacere. – Non dico più niente, lo guardo a stento.
-          Come stai?
-          Bene grazie.
-          Lo sai.. sei bellissima, molto di più di quanto immaginavo.
-          Ma dai, non dire sciocchezze, non sono niente di che. Comunque grazie.
-          Adesso ti porto in un posto speciale per me però ho bisogno che ti fidi. Tu ti fidi di me?- Mi chiese sorridendo.
-          Si. – Risposi.
Percorremmo pochi metri dalla stazione, un paesino piccolo, quasi disabitato, passano ogni tanto solo qualche macchina e infondo la stradina si intravede appena una signora che fa degli acquisti. Lo seguo, non riesco a dire niente, non sapevo cosa stesse per succede e nemmeno dove mi avrebbe portato. Percorriamo velocemente un parco fino ad arrivare dinanzi a un portone, mi fa cenno di aspettare. Bussa a un campanello.
-          Chi è?
-          Mamma, mi apri?
Prendiamo l’ascensore, cerco di vedere che numero digita, ma inutile ancora mistero. Dove mi stava portando? Già a casa sua o dove?
Quando le porte si stavano per aprire mi chiede di coprirmi gli occhi e che adesso mi avrebbe guidato lui. Un po’ esitante porto le mani sul viso e mi lascio guidare. All’improvviso mi dice:
-          Puoi scoprirti gli occhi!
Davanti a me un panorama stupendo, si vedeva il Golfo di Napoli, il Vesuvio, Capri e quel mare che luccicava con i raggi di sole. Rimango senza parole, ero colpita da ciò che vedevo. Lui mi abbraccia e mi sussurra:
-          Ti piace?
-          Si, è stupendo. -Rispondo sorridendo.
Mi abbraccia da dietro, sento le sue mani sui miei fianchi. Mi gira delicatamente e anche io appoggio le mani sui suoi fianchi, tenta di baciarmi ma dolcemente lo evito e lo abbraccio forte, come volessi ringraziarlo per quelle scene. Sposta per un attimo le sue mani, le mette nelle tasche dei jeans  e fruga nervosamente come se stesse cercando qualcosa. Prende il cellulare  e fa partire una canzone, mi prende e mi fa ballare. Rimaniamo a parlare a lungo e dopo qualche ora gli chiedo se potesse accompagnarmi a prendere il treno. Ripercorriamo di nuovo quel parco, quella stradina ed eccoci alla stazione, una voce interrompe i nostri discorsi: “ Il prossimo treno per Sorrento è in arrivo sul binario 2”. Lo saluto velocemente, lo ringrazio per la giornata e mi avvio sotto la galleria che mi avrebbe portato all’altro binario, lui mi segue, mi spinge verso il muro e mi bacia. Cerco di evitarlo ma è inutile, sento la sua lingua nella mia bocca, le sue mani addosso, prima sul seno poi le sento scendere, mi tiene stretta. Tra un movimento e un altro riesco a liberarmi e corro via, e riesco a salire su quel treno. Cerco di calmarmi ascoltando musica a tutto volume con le cuffiette del mio i-pod, scorreva una canzone dopo l’altra ma sento ancora le sue mani su di me e penso a quello che sarebbe potuto succedere se non riuscivo ad andare via, cerco di cancellare quei pensieri, passo da paesino a paesino e la mia mente mi riporta a quelle immagini.
Un attimo dopo, le immagini intorno a me si bloccano e resto immobile a vederti entrare da quelle porte del treno. P. era sul mio stesso treno! Credo molto nel destino come credo infatti che è stato proprio lui a volere che io prendessi quel treno, entrassi in quel vagone e che ti potessi ammirare ancora una volta. Tutti i brutti pensieri vanno via, cancellati, come se non fosse successo niente, cerco solo di trovare qualche scusa plausibile se caso mai lui mi vedesse e… troppo tardi, si sta dirigendo nella mia direzione, ha lo sguardo fisso su di me e quel sorriso bello più che mai. Scatto in piedi.
-          Ehi ciao. – Dico con voce tremante dopo averlo salutato.
-          Ciao. Come stai?
-          Bene e tu?  
-          Bene! Che ci fai tu qui? La tua scuola non è a Sorrento?
-          Beh si, sono andata a trovare un’amica. E tu che ci fai qui?- Cerco di cambiare discorso.
-          Sono appena uscito da scuola, adesso vado a casa, mangio qualcosa e poi mi metto a dormire. Ma tu dove devi scendere?
-          Meta! Devo fare lo stesso tragitto che devi fare tu per andare al mare. Sai ho un’altra amica che mi aspetta giù la spiaggia!
-          Mmm… va beh meglio possiamo farlo insieme se ti va!
-          Certo che mi va! Che mi racconti?
-          Niente, da poco è cominciata la scuola e già voglio che finisce, anche se in classe non faccio niente mi addormento sul banco.
Mi racconti di te, della scuola ti guardo come se stessi sognando ad occhi aperti. Arriviamo sotto casa tua, ti saluto e vado via. La sera, ecco il mio cellulare illuminarsi “ Nuovo Messaggio da P.”. Il mio cuore arriva alla gola, comincio a tremare, premo esitante sul tasto “leggi”:
-          “ciao come stai?”
Che faccio rispondo? Prendo aria e scrivo:
-          “ciao bene bene.. tu?”
-          “Si si tutto bene.. Sai ripensavo a oggi, mi ha fatto piacere rivederti, eri più bella, più solare”
-          “ Ma dai non esagerare sono sempre la stessa. Anche a me ha fatto piacere!”
-          “No davvero eri stupenda! E mi chiedevo se uno di questi giorni ti andava di fare un giro insieme”
Leggo quel messaggio, i miei occhi si riempirono di lacrime, dopo averlo riletto mille volte, gli rispondo:
-          “ Wow.. certo che mi farebbe piacere uscire con te”
-          “ Ok allora ci sentiamo in questi giorni e ci mettiamo d’accordo per decidere quando e dove. Ti voglio bene scema”
-          “ A presto. Ti voglio bene scemo”.
Stavo al settimo cielo, tu avevi chiesto a me di uscire, me!
Passano circa 10 giorni e ci vedemmo.. Era il 31 ottobre, il giorno di Halloween, quel giorno presi il treno alle 19 per Sorrento e tu già da qualche minuto mi stavi aspettando li. Come mi vedi, mi vieni incontro e mi dici sorridendo:
-          Ma devo aspettarti ancora? Mi sono fumato quasi tutto il pacchetto di sigarette per l’ansia.
-          Ma dai, non ho fatto molto tardi, sono venuta con il treno!
-          Va beh dai, sei perdonata per questa volta J
Passeggiamo un po’ sul corso un po’ imbarazzati, andammo in piazzetta e ci sedemmo su una panchina e cominciammo a parlare come se non  fosse mai passato tutto quel tempo dall’ultima volta che avevo sentito la tua meravigliosa voce! Ritorniamo sul corso e ci divertivamo a spingerci addosso le persone. In un attimo si fa tardi e mentre andiamo a prendere il treno, mi giro verso di te e dico:
-          Ho le mani fredde.
Tu mi prendi la mano e la stringi alla tua. È come se lo spazio fra le dite si era completato o forse adesso ero io completa. Entriamo in stazione, tu mi apri la porta e mi dici “prego, signorina”, entriamo in un vagone e io  giocando ti dissi che non ho nessuna parte dove appoggiarmi e rispondi:
-          Vieni qui, appoggiati a me.
-          Ok.- Sorrido – Guarda che lo faccio davvero.
-          E fallo!
Mi metto lì, fra le sue braccia, tu mi stringi da dietro, ti tengo le mani, è la prima volta che ho un contatto fisico con te e quando sto per scendere mi sussurri:
-          Già devi scendere? Stavo così bene!
-          Si, purtroppo devo scendere!
Mi volto, ti do due bacetti sulla guancia e scendo. Agitatissima chiamo Mary, la mia migliore amica, le racconto velocemente tutto e lei mi dice che comunque devo restare con i piedi per terra ma che le fa piacere per me.
Passano 3 giorni e mi richiedesti di uscire, solito giro per Sorrento, ci troviamo di nuovo bene ma il tempo passa sempre troppo veloce e così ci ritroviamo di nuovo su quel treno, usai la scusa della sera prima per riabbracciarti e anche questa volta mi voltai per salutarti e scendere ma non volevi più lasciarmi la mano e due minuti dopo mi dicesti:
-          Ma che fai te ne vai senza nemmeno salutarmi?
-          Scemo ti ho salutato!
-          Uff, non è vero, va beh.
Torno indietro, mi avvicino al tuo viso e le nostre labbra si sfiorano, lì il primo bacio, odio ancora quelle porte che ci hanno diviso! Noto che tu mi osservi mentre scendo le scale della stazione mentre io osservo quel treno che ti sta portando lontano da me. Ricordo ancora la tua espressione, il tuo viso e il luccicare dei tuoi di quella sera!
Le sere successive facciamo sempre il solito giro e ci fermiamo sempre su quelle panchine che man mano sono diventate il nostro luogo, ricordo che una sera camminando ci fermammo davanti a una vetrina… c’era una camera da letto, senza volerlo ci fermammo a guardarlo come incantati e tu all’improvviso rompi quel silenzio :
-          Dai su, andiamo altrimenti mi viene voglia.
-          Con chi? – Ti chiesi un po’ spaventata per la risposta che potevo ricevere.
 Mi rispondi semplicemente:
-          Con la ragazza che ho al mio fianco.
Sorrisi e ti baciai.
Passano dei mesi cosi: uscivamo, ci baciavamo, mi facevi sentire importante, mi trattavi come una piccola principessa ma poi in realtà non stavamo insieme. Ti ricordi? Ogni scusa era buona per sederti e stringerti a me. Le cose, purtroppo, cambiarono quando tu a Natale sei partito per la Polonia, ci sentivamo poco solo qualche volta su Msn. Il giorno di Natale ti trovai collegato, un po’ esitante ti contattai e cominciammo a parlare. Ci facemmo gli auguri e ci dicemmo il primo “ti amo”, poi sei tornato e sei cambiato totalmente, uscivamo molto più di raro ma stavamo sempre bene, giocavamo come due bimbi finché arrivò la tragica sera. Era un giorno di maggio e mi portasti al parco giochi, avevamo poco tempo perché tu eri fuggito di casa, nonostante fossi in punizione, per venire da me. Ci mettemmo a giocare prima a tris, poi sull’altalena, mi stringevi, mi baciavi sembrava di essere di nuovo tua.  Ti chiesi cosa dovevi dirmi e non hai avuto il coraggio di parlarmi ma mi chiedesti di collegarmi su Msn quando sarei tornata a casa perché me lo avresti detto lì. Così feci, tornai a casa e aspettai che tu ti collegavi, sembrava che passasse un’eternità, ma ecco che compare quella scritta “STREET RUNNER è ora on line” ,e aspettai che mi contattassi tu.
-          Ehi
-          Mi sei mancato – dissi.
-          Wow già?
-          Si e anche tanto.. Comunque cosa devi dirmi?
-          È un po’ difficile, non riesco a trovare le parole giuste.
-          Ok. Allora ti aiuto io. Vuoi stare con me?
-          Ecco. Vuoi davvero che rispondo a questa domanda?
-          Si! Qualsiasi sia la risposta.
-          Vedi, quello che provo per te è un qualcosa di troppo grande e se mi metto con te tu soffriresti e io non voglio.
-          Perché soffrirei? Anzi secondo me sarebbe il contrario.
-          Si ma con te sono diverso ma è quando non sto con te che sono uno stronzo e non ti puoi fidarti di me!
-          Ma fallo decidere a me. Proviamo se le cose vanno male, ci lasciamo!
-          Non posso farti del male non me lo perdonerei mai.
-          Non lo farai.
-          Si invece, con gli amici faccio tutte stronzate.
-          Va beh a questo punto non so che dirti. Lo sai che ti amo e farei qualunque cosa per te ma se tu non vuoi stare con me non posso obbligarti.
-          Non è che non voglio ma non posso e lo faccio per te. Tu meriti di meglio di uno come me.
-          Il meglio per me sei tu.
-          No non è vero, non posso farti felice. Perdonami.
-          Va beh.
-          Adesso vado a vedermi un film. Buona notte.
-          Buonanotte.
L’ultima volta che ti sentii, è così che mi hai lasciato sola, dicendomi che per me ci tieni e non vuoi farmi soffrire. Sei scappato quando ti sei reso conto che io stavo diventando molto di più per te e che con me stavi troppo bene. Non mi hai cercato più e nemmeno io l’ho fatto, ti ho lasciato andare senza provare di nuovo e adesso sapendo le cose che so ora farei di tutto per farti restare! Quel periodo sono stata malissimo, non avevo più voglia di sorridere, forse perché non avevo più un motivo per farlo, tu non c’eri più.
Una mia amica, Lally, non ne poteva più di vedermi sempre triste prese il mio cellulare e prese il numero di un ragazzo che incontrai una mattina mentre scendevo a scuola e fissò un appuntamento. In poco tempo mi ritrovai a uscire con un altro ma non ne avevo proprio voglia infatti più di una volta ho avuto la tentazione di dargli buca! Poi pensavo che tu eri sparito e che comunque non sarebbe cambiato niente se ci uscivo e cosi mi feci coraggio e andai.
Arrivò quel giorno, vado prima a casa della mia amica per truccarmi, per prepararmi e poi vado al luogo dell’appuntamento, avevamo deciso di vederci alla stazione a Meta. Ecco ti vedo, ho voglia di tornare indietro, la mia amica mi dice “vai, non ti preoccupare andrà tutto bene”. Vado verso lui, mi viene incontro.
-          Ciao, bella!
-          Ciao. – Sorrido a stento.
-          Come stai?
-          Bene tu?
-          Anche! Dove vuoi andare?
-          Beh se ti va vorrei andare alla spiaggia!
-          Ok metti questo- mi porse il casco- Sali e tieniti a me.
Tutto il tragitto mi chiedo se sto facendo la cosa più giusta o se sto sbagliando tutto. Morivo dentro perché sarei voluta stare in qualsiasi altro posto tranne lì con lui o forse semplicemente fra le tue braccia. Arrivammo alla spiaggia, ci sedemmo sul molo e restammo a parlare, mi raccontò della sua vita, del suo lavoro e fece molte domande anche a me, poi gli chiesi di riaccompagnarmi. Mi portò quasi fin sotto casa, mi abbracciò e mi baciò ma subito mi distaccai e andai via. Non ho voluto più vederlo, era una presa in giro sia per me che per lui, era inutile, lo guardavo ma volevo che ci fosse P. davanti a me e volevo vedere i suoi occhi no quelli degli altri. Il tempo passava e a me mancavi tanto, non c’era giorno in cui non ti pensavo, le mie giornate erano: mare, pensare a te, te, te! Fino alla sera del 2 agosto, ecco che mi arriva di nuovo un tuo messaggio!
“weee come mai non ti connetti più??? Se puoi connettiti alle 16.00 o pure scrivimi un sms quando ti puoi connettere. Per me va bene a qualsiasi ora... TI DEVO PARLARE.”
Adesso cosa doveva dirmi? Perché voleva parlarmi? Ha scoperto che sono uscita con un altro? O cosa è successo? Ho paura! Non potevo aspettare alle 16.00 dovevo sapere!
-          Ehi ho letto il messaggio! Cosa mi devi dirmi? Perché mi vuoi parlare?
-          Perché mi sei mancata, mi mancano le nostre risate, le nostre serate. Ci penso tutte le sere prima che vado a letto. Sei troppo importante per me.
-          L’hai voluto tu tutto questo se era per me non ci saremmo mai allontanati. Comunque manchi anche a me.
-          Lo so ma è stato meglio cosi.
-          Se lo dici tu! Comunque io non ho smesso di amarti.
-          Anke io.
-          Anche tu cosa?
-          Ti …
-          Ti? Cosa?
-          Eh sapessi.. secondo te?
-          Beh non so dimmi tu!
-          Io conosco solo 3 parole con 3 lettere
-          Ok mi odi ho capito!
-          No il contrario..
-          Quindi?
-          Non te lo dico prrr vado a dormire buonanotte ti…
-          Buonanotte scemo! Ti … anche io.
Scherzavamo di nuovo! Stavo per spiccare il volo di nuovo ma anche questa volta non dura a lungo, smettemmo di sentirci e in quel periodo tu ti fidanzasti con un’altra, ci rimasi tanto male che giurai che era finita per sempre tra noi che non avrei mai voluto vederti più e che eri una persona orrenda. Non sapevo più che pensare, perché con me non ti sei voluto mettere insieme e con lei si? Che sono stata io per te, solo un gioco? Mi convinsi che mi avevi sempre presa in giro che non ero mai stata importante per te, inoltre perché dovevi interessarti proprio a me? Me, che gli anni prima non avevi proprio guardato! Che stupida che ero stata!
Cercavo di dimenticarti ma inutile tutte le notti ti pensavo sempre di più e mi addormentavo con il ricordo di te, ma no, non potevo cercarti, dovevo almeno tentare di lasciarti perdere! Ci stavo riuscendo quando poi all’improvviso quel 14 febbraio mi passi davanti, stavi in una smart bianca e ti stavi per fermare per salutarmi ma al tuo fianco c’era lei allora non mi fermai, ti salutai a stento e andai via. Quel giorno piansi tutta la serata, era stato cattivo da parte tua, fermarti solo per far vedere che stavi con lei. Presi una sigaretta e me la fumai cosi in fretta, forse come non mai.
Ma anche questa volta pochi giorni dopo sei tornato da me, mi mandasti di nuovo un messaggio, ti risposi solo con l’intenzione di fartela pagare per tutto il male che mi avevi fatto ma poi a pagare fui di nuovo io. Parlammo a lungo quella sera, e non dimenticherò mai le tue parole:
-          Ho visto che ti sei fidanzato. Auguri! – gli dissi per provocarlo.
-          Si ma tanto quella è una scema. ti posso dire una cosa
-          dimmi
-          a capodanno non ti avevo proprio riconosciuto se no ti facevo gli auguri
-          non fa niente.. io avevo vergogna di avvicinarmi
-          e perché?
-          boh
-          a me sembrava ogni volta che ti salutavo che non mi volevi vedere pensavo che ti dava fastidio
-          un po'
-          fastidio che ti salutavo?
-          Nono, cioè no quello uff non so come spiegarlo
-          con calma. allora non mi vuoi più vedere? non vuoi che ti saluto? non vuoi che ti scrivo? mi vuoi dire addio? per adesso solo questo mi veniva in mente
-          azz io calma mi hai riempito di domande.. comunque è un no a tutto perché per me sei stato una persona importante ma non voglio dirti addio voglio salutarti ancora voglio che mi scrivi (anche più spesso) è solo stato un periodo che mi faceva male vederti x il passato
-          ok io per non pensare al passato mi sono dovuto mettere co due ragazze ma ogni sera ci penso sempre e non ce rimedio se tu ci sei riuscita a dimenticare vorrei che mi dici come hai fatto
-          io?? magari non mi salirebbero le lacrime agli occhi ogni volta che ti penso con lei o vedo che le scrivi ti amo
-          si ma sarebbe bello se lo provassi veramente
-          perché non mi credi?
-          non intendevo questo, il fatto del ti amo lo scrivo ma non so se lo provo veramente
-          ah... perché pensi a me? dai non ci credo
-          fidati
-          già mi sono fidata di te e sono stata troppo male
-          non ti scrivo quello che penso e quello che credo perché staresti male  e io non mi merito una tua lacrima
-          dai dici voglio sapere x favore
-          mi manchi ogni giorno che passa sempre di più. il tuo profilo ormai lo visito ogni giorno e aspetto il momento in cui ti connetti ma non arriva quasi mai non so perché ho fatto questa scelta di abbandonarti ma sinceramene me ne pento ma non si può tornare indietro nel tempo perché se si potesse già lo farei
-          basta poco se davvero lo vuoi
-          cioè?
-          lascia lei e vieni da me se davvero lo vuoi perché io ancora ti amo ma se non è cosi rimani le cose come stanno.
-          non è cosi facile, lo vorrei tanto ma non posso
-          non vuoi.. va beh io me ne vado ciao
-          ok ciao ci sentiremo ancora?
-          forse... ciao
-          ok p.s. lo voglio e come. ciao
Qualche giorno dopo mi hai ricontattato per messaggio e nel mezzo della conversazione mi chiedi:
-          Ti va se domenica mattina ci vedessimo?
-          Ma sei fidanzato.
-          Si ma voglio vedere te. Va beh ho capito non ti va.
-          Non dire sciocchezze! Ok ci vediamo domenica mattina, alle 10 alla stazione ok?
-          Ok.. A domenica allora, adesso vado a dormire che mi sto addormentando in piedi. Buonanotte scema.
-          Buonanotte. Ti voglio bene
-          Io no.
-          Eh lo so.
-          Io ti amo.
-          Anche io ti amo.
-          Kiss piccola.
-          Kiss.
Domenica mattina arrivò presto, mi accompagnarono da lui due mie amiche Lalla e Naty, loro mi ripetevano in continuazione “non baciartelo, cerca di non baciarlo, parlagli solo”, gli promisi che non l’avrei fatto.
Ti vedo arrivare bello più che mai, jeans una maglietta bianca, un giubbotto nero e una sciarpa bianca e nera e il tuo sorriso che spaccava. Finii la mia sigaretta, mi avvicinai e ti salutai, tornai un attimo indietro, salutai le mie amiche e venni via con te. Quella mattina ti abbracciai cosi forte che per nessun motivo a mondo l’avrei lasciato andare, eri mio, eri mio e basta, anche tu mi abbracciasti forte e restammo a lungo cosi, poi mi staccai e ti dissi:
-          Adesso guardami negli occhi e dimmi che cosa provi per me
-          Ti amo.
-          Ti amo anche io- e ti baciai, mi si riempirono gli occhi di lacrime, ero contentissima, ma per non farglielo notare lo strinsi di nuovo forte a me.
-          Ma che fai piangi?- mi disse sorridendo
-          Non piango mai e non mi vedrai mai piangere.- dissi subito.
-          Allora guardami negli occhi, fatti vedere.
-          No.
-          Allora stai piangendo.
-          Uff e dai non è vero.
-          Non sai mentire, comunque non piangere perché altrimenti ti si scioglie il trucco e dopo le tue amiche pensano che ti ho fatto un occhio nero.
Lo bacio.
-          Cosi almeno stai zitto.
-          Ok allora parlo ancora.
Lo ribacio. Facevi di tutto per farti baciare ancora, sapevi che anche se dicevi una sillaba ti baciavo e per me ogni scusa era buona per rubarmi un altro po’ delle tue labbra.
-          Adesso devi farmi una promessa.
-          Dimmi.
-          Dimmi che lasci lei per me e ci viviamo la nostra vita insieme.
-          Dammi qualche giorno che invento una buona scusa e la lascio.
-          Ci conto!
Mi riaccompagni dalle mie amiche, mi baci e ti vedo allontanarti e mentre vedevo allontanarti già mi mancavi, infatti corsi dietro di te, ti voltai e ti baciai.
-          Mi sei mancato.
-          Sei una pazza.
-          Si, sono pazza di te.
Andai via e dopo un’oretta mi mandasti un messaggio con scritto:
“ Grazie per la bellissima mattinata sono stato davvero bene. Non sorridevo cosi da mesi, mi sono dimenticato di tutti i problemi quando stavo con te. Grazie sei davvero una ragazza speciale e unica. Anche i miei amici hanno notato che stavo davvero bene. Ti amo”.
Era di nuovo tutto perfetto peccato che adesso ci stava lei.
Ci vedemmo anche la domenica successiva. Andammo al Giardino degli Agrumi a Meta è una specie di parco giochi per i bambini piccoli, lì c’erano anche le mie amiche e un ragazzo che ci provava con me. Ti portai lontano da loro e tu ti arrabbiasti perché poi dicevi che io non volevo che lui mi vedesse con te. Senza dire una parola ti presi, ti trascinai davanti a lui e ti baciai e dissi ridendo:
-          Adesso che dici?
-          Tu sei pazza!
-          Lo vuoi capire che io voglio solo te? Non mi interessano gli altri, io voglio te.
 
Il 23 marzo non andai a scuola, avevo deciso di fare filone con Naty e Lalla, quella mattina mi accompagnò mio padre a scuola e non appena vedo che lui se ne va, io vado a prendere il pullman per andare a Meta, ma riesco a prendere solo quello che mi porta a Piano e penso “ va beh quattro passi a piedi non mi faranno male”, mi incammino, metto le cuffie del mio i-pod e mi metto a cercare qualche canzone carina da sentire per tenere impegnata la mente. Cammino velocemente per arrivare prima e all’improvviso “boo”, tremo, alzo gli occhi era lui.
-          Scemo mi hai fatto morire – dico ridendo.
-          Si lo so, avevo notato che non mi avevi proprio visto.
-          Eh no infatti cercavo una canzone da sentire e ti stavo per inviare il buongiorno.
-          Si ma che ci fai qui? Non dovresti stare a scuola?
-          Ehm si e tu che ci fai qui?
-          Eh ma io aspetto Gigi ci andiamo a fare un giro perché ieri sera ho bevuto troppo e non mi va proprio di sentire a quella che spiega. Tu dove vai?
-          Adesso raggiungo Lalla e Naty, poi prendiamo il treno e vado a Pompei all’Auchan. Facciamo un giro e poi torniamo. Adesso devo andare mi stanno aspettando, va a finire che chiamano “A chi l’ha visto” se non mi vedono arrivare. Ci sentiamo dopo per messaggio!
-          Ok a dopo.
Ci baciamo e mi guardi mentre mi allontano.
Raggiungo le mie amiche, andiamo a prendere il treno e arriviamo all’Auchan che è un tipo di centro commerciale con un supermercato enorme, arriviamo nello scaffale degli alcoolici e dico:
-          Oh ragà prendiamo qualcosa di forte da bere?
-          Wa si ..Che vogliamo prendere?
-          Vodka.
-          C’è alla pesca, al melone e a fragola!
-          Vai con la Vodka alla pesca!
Avevo deciso di divertirmi e di cercare almeno per 5 minuti di dimenticare il mondo intorno a me!
Riprendiamo il treno e stavamo andando alla spiaggia di Seiano. All’improvviso si sente la vibrazione del mio cellulare:
-          We scema dove sei?- Era P.
-          Ei sto andando alla spiaggia di Seiano. Tu dove sei?
-          Io sono in giro con un’amica
-          Eh fai il bravo!
-          Non ti preoccupare è la ragazza di un mio amico. Ci esco solo perché mi fa guidare la macchina.
-          Ok. Ma comunque sono gelosa
-          Non ti preoccupare!
Arriviamo a quella spiaggia, ci facciamo le solite foto, mi fumo una sigaretta e apro la bottiglia di Vodka, faccio un sorso era buona, e me ne bevo un altro po’, quando mi arriva un altro messaggio:
-          Eh ti piace bere vero??? J
Mi guardo intorno per vedere dov’eri, cerco fra le case, e poi, una smart bianca e ti vedo scendere dalla macchina, comincio a correre così forte ma così forte come non ho mai corso prima, dovevo arrivare prima fra le tue braccia, ti abbraccio forte e ti bacio, dimenticando che lì c’era anche la tua amica. Dopo mi stacco e  mi dici:
-          Lei è Rosa, l’amica che ti dicevo prima.
-          Piacere Valeria.
-          Si ho sentito molto parlare di te. – mi risponde lei.
-          Ah davvero? Comunque che ci fate qui?
-          Lei doveva fare dei servizi per qui vicino. – ti intrometti, prima che lei potesse rispondermi.
-          Ah capito.
-          P. vai a spostare la macchina.
-          Ok. –mi bacia.- Torno subito.
-          P. mi ha parlato molto di te e finalmente ti conosco.
-          Beh spero che ne abbia parlato bene.
-          Si, si benissimo. Aveva detto che avevi bei capelli ed è vero, aveva detto che avevi degli occhi stupendi e anche questo è vero.
-          Meno male, mi fa piacere che me l’hai detto.
-          Mi ha fatto una capa tanta di te, ci tiene davvero!
-          Anche io ci tengo a lui, ma sta con lei.
Ma il suo ritorno interrompe il nostro discorso.
-          Di cosa stavate parlando?
-          Niente cose fra donne-rispondo sorridendo.
-          P. adesso dobbiamo andare. Non so tu vuoi venire a fare un giro in macchina con noi?
-          No, non posso ho lì le mie amiche sembra brutto andare via.
-          Ah ok. Dai su andiamo.
Mi saluti e vai via con lei. Ero contentissima. Ma per ironia della sorte anche quella fu l’ultima volta che siamo stati bene. La volta successiva che ti vedi eri con lei. Cercavo di non guardavi ma avevo lo sguardo fisso su di te e a pensarci sento ancora un dolore enorme a vederti li con lei che ci scherzavi e ci sorridevi, ma forse la cosa più che mi fece male è quando mi sei passato davanti e non hai avuto nemmeno il coraggio di guardarmi negli occhi e dirmi “ciao”. Sentivo il mondo crollarmi addosso, sentivo che quella non l’avrei sopportata ma almeno l’ultima cosa dovevo farla, presi fiato e l’ultima forza che mi era rimasta e urlo:
-          Sei uno stronzo! È inutile che poi mi dici “Ti amo” quando poi fai finta di non conoscermi!
Non ti sei voltato, non mi hai risposto, hai continuato a seguire lei come un cagnolino a guinzaglio, come se le parole che ti avevo detto ti fossero scivolate addosso senza colpirti. La sera mi mandi un messaggio:
“oi non ho capito la tua reazione di oggi, ti ho salutato. Comunque mi dispiace averti ferito, non ti ho mai visto in quelle condizioni. Scusa.”
Risposi solo che non volevo sentirti più e non volevo avere più a che fare con te, anche se in fondo nel mio cuore ti avevo perdonato anche questo perché comunque non riuscivo ad immaginare la mia vita senza di te, senza un tuo messaggio, senza avere la speranza di averti affianco. Il mattino seguente ti contattai su Facebook, un social network dove noi giovani possiamo pubblicare post e scrivere stati e incontrare nuove persone:
-          Ehi scusa per la mia reazione dell’altro giorno ma vederti lì con lei mi ha ucciso.
-          Ehi.. non devi scusarti tu sono stato io a farti del male e non sai quanto ci sto uno schifo per averti fatto cosi tanto male
-          Va beh, non importa è passato no?
-          No, non posso perdonarmelo. Te l’avevo detto di starmi lontano perché io sono cosi distruggo tutto ciò che di buono c’è intorno a me.
-          No non è vero non dire cosi, ti prego mi fai stare peggio.
-          Basta meglio non vederci e parlarci più avevi ragione, meglio per te mi dimenticherai più in fretta!
-          Cosa? Che stai dicendo?
-          Si è meglio per te, tu meriti solo il buono dalla vita e io posso offrirti solo il male.
-          Anche se è meglio per me, per te?
-          Non pensare a me, pensa solo al tuo bene.
-          Il mio bene è con te.
-          Mi dispiace. Ti amo ma non posso restare ancora. Addio
-          Non riesco a dirti addio posso solo dirti arrivederci.
Passai la notte più brutta della mia vita, l’unica ragione di respirare e continuare a vivere mi aveva abbandonato di nuovo. Di nuovo! Il mattino seguente distrutta ti vidi di nuovo on line su Facebook, non resisto e ti ricontatto:
-          oi
-          we tutto bene?
-          No per niente te?
-          non ne parliamo che mi dici?
-          perché tu stai male?? niente solite cose
-          si tantissimo
-          per?
-          lasciamo stare
-          dici
-          il mondo mi sta crollando a dosso
-          a chi lo dici a me da ieri mattina mi manchi troppo non posso fare a meno di te
-          devi è per il tuo bene
-          non è per il mio bene perché mi fa ancora più male ma perché non lo capisci?
-          ti farà male ancora per poco troverai qualcuno che ti farà dimenticare tutto
-          ma perché mi dici cosi? allora rispondimi perché tu stai male
-          non te lo posso dire perché starai ancora più male
-          più male di cosi è impossibile credimi allora dimmi
-          per il fatto di ieri, fidati tutto quello che dico per farti allontanare non lo faccio per me perché quando lo scrivo scendono le lacrime ma è meglio cosi per tutti e due
-          perché dobbiamo fare una cosa che a nessuno dei due va? perché dobbiamo stare male se potremmo essere felici? e non dire per me perché non è cosi
-          e come facciamo a essere felici??
-          standoci vicino
-          vicino come? tramite messaggi ?
-          io non ce la faccio a dimenticarmi di te stanotte mi sono svegliata con il pensiero di trovare il tuo msg e quando non l'ho visto e mi sono ricordata di ieri mattina avrei preferito morire. No tramite msg non è niente... vederci intendo anche più spesso
-          e come faccio io sto sempre da lei e se non ci vado viene lei unico giorno e la domenica perché va dalla nonna o lunedì ma solo per 1 ora quando va al lavoro
-          a me bastano anche 5 minuti al giorno perché ho bisogno di te adesso lascerei tutto e correrei da te se fosse possibile
-          se vuoi fare cosi non posso dire altro che per me va bene perché anche io ti voglio vedere
-          ti amo
-          ti amo
-          mi manchi
-          anche tu tanto tanto.
-          Va beh io stacco ciao ciao. Ti amo gargamella. NN SPARIREEEEEEE!
-          Ok ok ciao. Ti amo kiss.
Cercai di reagire, di rialzarmi di nuovo e di superare anche questa delusione inoltre quando si ama si perdona e si passa su molte cose anche se questo era troppo, troppo anche per me, infatti una nuova delusione non tardò ad arrivare e come si dice “piove sempre sul bagnato”! Alla comunione di mia cugina, senza farlo apposta ci incontrammo nello stesso ristorante. C’eri tu e ovviamente con te stava anche lei. Sono stata male tutto il giorno pensavo “lì dovrei esserci io non lei” e poi vedevo lei che ti si buttava addosso, ti baciava, ti stringeva e io ero ferma li senza poter fare niente, inerme, ci sono stati alcuni momenti che mi sarei alzata e l’avrei fatta volentieri un occhio nero, infatti mi dovette fermare mia cugina altrimenti lei ora sarebbe morta! Quando ne parlammo mi hai detto che quel giorno ero bellissima e che avevi litigato con lei perché la doveva finire di fare la stronza davanti a me! Non c’ho mai creduto e decisi di allontanarmi per la milionesima da te. Passa l’estate e ricevo poche volte il tuo messaggio fino a quando non mi arrivano proprio più. Arrivò settembre e ritorni per l’ennesima volta. Una persona normale ti avrebbe dovuto mandare a quel paese ma quando si tratta di te io divento una stupida, mi dimentico tutto il male, mi dimentico di tutte le cose brutte che mi hai fatto e sento il cuore che ritorna a battere e forse spero ancora che tu hai capito che mi ami (che stupida!). Mi scrivi:
“We ti posso chiedere una cosa? Va beh te lo chiedo lo stesso hahahaaha... ti va di messaggiare qualche volta? adesso sono libero e posso fare quello che voglio senza che qualcuno mi minacci o cose del genere... se ti va scrivimi un sms... perché io ho cambiato il cellulare e non ho nessun numero”
Io: “Oi... si mi va di messaggiare qualche volta anche perché ho bisogno di chiederti alcune cose ma soprattutto spiegazioni... mmh sei libero? e ci resterai o è momentaneo? comunque ti lascio il mio numero cosi quando vuoi mi invii un msg 331*******.. Posso farti una domanda?? si ahah scusa la domanda ma devo fartela x capirci almeno anche io qualcosa... ma mi hai cercato perché ci tieni a sentirmi o x fare incazzare solo lei?”
“Scema perché mi manchi troppo. Ci sentiamo presto per messaggio!”
Ricominciammo a sentirci ma questa volta con la promessa che saremmo rimasti amici, quindi non ci dovevano più essere baci e tutte quelle cose che succedevano prima, dovevamo comportarci come amici, che follia o almeno per messaggio era facile non scriversi più ti amo l’importante era sentirsi e ritornare a far battere il cuore.
Arriva di nuovo settembre, ricomincia anche la scuola, stavo al quinto anno e ben presto avrei dovuto affrontare la maturità. Generalmente, l’ultimo anno nella mia scuola, si organizzava il viaggio lungo che durava circa 15 giorni, con molta fatica riuscii a convincere mio padre a mandarmi. La destinazione era Parigi. A Parigi avrei compiuto anche i miei 18 anni! Quel giorno che tanto desideravo passare con te. Fin da piccola quando pensavo a quel giorno mi immaginavo con un vestito nero lungo e di stare con un ragazzo strepitoso che nel mezzo della festa mi prendeva e mi tirava a ballare! Non ci fu nessuna festa e tanto meno nessun ragazzo strepitoso però in compenso ero a Parigi nella città dell’amore! Quando partii quel 16 ottobre avevo una paura esagerata, no per il viaggio ma paura che al mio ritorno tutto sarebbe cambiato e che niente sarebbe stato come inoltre 15 giorni non sono pochi! Come arrivai lì mi dimenticai di tutta la mia vita e le mie abitudini che avevo qui a Sorrento, cavolo ero in una nuova realtà, in una nuova vita, si insomma sembrava di rinascere! I giorni volarono e arrivò il mio compleanno, arrivò il messaggio di tutti, tutti, tranne il tuo e anche se stavamo kilometri lontani ci rimasi uguale uno schifo, non potevo credere che in 8 anni che ci conoscevamo ancora dovevi imparare il mio compleanno inoltre ero sempre la ragazza che dicevi di amare tempo fa! Ti mandai un messaggio e ti dissi “grazie per gli auguri” e tu mi rispondesti di scusarti ma ti ero sfuggito di mente, poi parlammo un po’ e ti dissi che stavo frequentando una scuola francese e che rispetto alle nostre erano tutta un’altra cosa, loro non dovevano studiare a casa, loro avevano un intervallo che durava mezz’ora in cui i studenti erano liberi di fare quello che volevano, che avevano una mensa e delle aule ultra moderne. Ti dissi che sarei tornata il 29 sera. Tu mi raccontasti che vivevi sempre la solita monotonia e che eri a scuola a far finta di ascoltare la lezione! Fu l’unica volta che ti sentii quando stavo lì neanche più un “ciao”. Ti pensavo molto di meno e mi illusi come una sciocca che adesso ero riuscita a dimenticarti.. Il 29 sera aspettai con ansia un tuo messaggio che almeno dicesse “ben tornata scema, fatto buon viaggio?”, ma queste cose possono accadere solo nei film e come ormai si è capito niente è una favola, purtroppo, non c’è nessun principe azzurro e nessun uomo perfetto! Ritornai a casa e non immaginavo che anche i miei genitori mi sarebbero mancati tanto, nonostante con loro non ho mai avuto un rapporto semplice anzi li preferisco evitare, non perché sono cattivi ma perché io non mi sento capita da loro e a volte mi trattano come se avessi ancora 2 anni e non capiscono che la loro figlia è cresciuta.. Il giorno dopo la mia famiglia mi aveva organizzato tipo una festa a sorpresa per permettermi di festeggiare anche con le persone più vicine qui i miei 18 anni, e anche quella sera l’unico a mancare eri tu! La sera quando tutti andarono via, aprì la mia posta elettronica per vedere chi mi aveva cercato in questo periodo che non c’ero stata, scorro in fretta la lista quando all’improvviso, ecco, il tuo nome e come una reazione spontanea mi si bagnano gli occhi, diventarono lucidi e il mio cuore cominciò a battere fortissimo, non ebbi il coraggio di non aprirla, dovevo vedere cose ci fosse scritto, per prima cosa vedo quando me l’ha inviata, è del 26 alle ore 22.34, dovevo leggere!
“ Ehi mi sembra che stasera tornavi. Come è andato il viaggio? Divertita? Mi sei mancata”.
 Si era ricordato che io tornavo! Gli sono mancata! Ero di nuovo felice per quelle parole ma no questa volta dovevo essere forte e non rispondere, infatti per evitare uscì dalla posta elettronica e mi buttai sul letto, misi il mio i-pod e cominciai a sentire delle canzoni ma era come non sentissi niente, il mio pensiero ritornava a te e al fatto che mi avevi cercato, proprio quella sera! Cercavo di resistere ma inutile, quella voglia di sentirti era troppo forte, più forte di qualsiasi altra volontà. Ti mandai un messaggio e parlammo tutta la sera, stava ritornando tutto normale, la nostra normalità, ricordo che quella sera non volevo andare a dormire perché avevo paura che mi sarei svegliata e mi sarei accorta che quello che stava succedendo era solo un sogno. Decidemmo di vederci da amici. Quel giorno ci incontrammo giù la spiaggia di Meta, arrivai per prima io questa volta, e mi misi lì ad aspettare e sentivo il mio cuore battere sempre più forte e le mie mani che tremavano sempre di più e quella sigaretta che finiva sempre più in fretta. Quando ti vidi scendere è come se il mondo si fosse bloccato e l’unica cosa che pensai è “wow”, eri una forza della natura, eri un qualcosa di inspiegabile, mi avvicinai velocemente a te e ti baciai sulle guance. Non riuscivo a parlare ma tu compensavi tutto avevi una parlantina a non finire, a me bastava solo guardarti. Facemmo un giro sul molo e come il solito il tempo vola. Ti vedevo lì, Dio eri bello come quelle stelle, i tuoi occhi mi fottevano ogni volta che mi guardavi, ci morivo per il tuo sguardo, non resistevo più, un altro minuto lontano da te e impazzivo. Iniziai a prenderti per mano e tu mi lasciasti fare quando poi all’improvviso ti fermai di colpo e ti baciai, tanto pensai “ al limite faccio una figura di merda ma io non resisto più”. Con mia grande sorpresa vidi che anche tu ricambiasti, cominciasti a baciarmi per non finire più. Salimmo sul pullman e rimanemmo azzeccati fino all’ultimo secondo, le nostre labbra si erano ritrovate dopo essersi cercate a lungo! Non volevo che andavi via, avrei dato qualunque cosa pur di non farti scendere da quel pullman! Ci vedemmo dopo pochi giorni perché mi dicesti che non ce la facevi più a stare senza me e anche quella sera ci vedemmo giù la spiaggia. Tu mi aspettavi e io adoravo guardarti da lontano. Come arrivai da te mi baciasti fino a sfinirmi e mi prendesti per mano e cominciammo a camminare poi mi spingi al muro e mentre mi baci mi dici:
-          Lo sai, mi sei mancata!
-          Anche a me sono mancata.- rispondo e scoppio a ridere.
Eri capace di mandarmi in tilt totale, non riuscivo più a mettere insieme due parole con te e tremavo solo e tu quando te ne accorgevi mi prendevi in giro e mi dicevi che avevo il Parkinson. Quella sera mettemmo i giubbini a terra e ci stendemmo a vedere le stelle. Mi accovacciai su di te e ti guardavo dritto negli occhi eri tu la cosa più bella che c’era quella notte e stavamo lì senza fare l’amore perché non c’era bisogno eravamo già completi cosi!
Cominciammo a vederci di nuovo spesso, e ogni sera c’era qualche novità. Mi ricordo che una volta mentre camminavamo passiamo per un tratto dove tempo fa l’acqua non arrivava e tu mi dici:
-          Wa anche qua è arrivata l’acqua
-          A mo (che nel dialetto napoletano significa “da adesso”)
-          Dimmi
-          A mo
-          Dimmi
-          Amo sei scemo :D
Quella sera persi il pullman e mentre salivamo le scale per tornare a casa, all’improvviso sentiamo dei botti, ci giriamo e davanti a noi uno spettacolo stupendo, i fuochi d’artificio. Mi misi fra le tue braccia a guardarli, era un sogno che si avverava e pensavo che non era possibile che stava succedendo proprio a me! Mentre salivamo lui era quasi arrivato sotto il suo portone ed era giunta l’ora per noi di separarci, da quel momento in poi dovevo continuare da sola, ma lui mi prese la mano e mi disse “non esiste che vai da sola, ti accompagno a piedi”. Ero cosi stupita da tutte quelle novità in una sera che inizia a guardarlo e a pensare che lo amavo alla follia fino a quando a voce alta esclamo:
-          Ma lo sai che ti amo?
Lui si volta verso di me incredulo di quello che aveva sentito. Cercai di porre rimedio alla figuraccia dicendo che mi era sfuggito e che lo stavo pensando e che non lo volevo dirlo ad alta voce. Mi feci talmente rossa dall’imbarazzo che mi si poteva notare facilmente anche se ero al buio! Per levarmi dall’imbarazzo mi prendesti e mi baciasti e mi ricordo ancora che l’unica cosa che tu riuscisti a dirmi fu: “tu sei pazza”. Poche giorni dopo i tuoi partirono per una breve vacanza in Polonia e tu rimanesti qui. Avevi casa a disposizione quando volevi. Quel periodo ci vedemmo da te. Ricordo perfettamente la prima volta che misi piede in casa tua. All’entrata c’era l’albero di Natale enorme, vicino un divano rosso, di fronte avevi la tv e la stufa, continuando si arrivava in cucina, poi mi prendi per mano e mi porti in camera tua e mi fai vedere alcune tue foto di quando eri piccolo. Scendemmo al piano di sotto e ci sedemmo sul divano, faceva freddissimo e tu prendesti una coperta ci infilammo sotto abbracciati.
Ci accoccolammo sul tuo divano e ci stringevamo strettissimi come se fosse stata l’ultima volta che ci saremmo visti e stavamo in silenzio, forse perché le parole non servivano. Interrompi il silenzio dicendo:
-          Ma lo sai che ti amo?
Ti sorrido. Non ti rispondo. Ti guardo e dopo 5 minuti dico:
-          Adesso sai cosa si prova non avere una risposta.
-          Ok che figura di merda!
-          Scemo ti amo anche io- e ti bacio.
Man mano l’atmosfera si scaldava sempre più, i baci si facevano sempre più vogliosi, mi iniziasti a spogliare e io spogliai te. Il contatto con la tua pelle fu qualcosa di inspiegabile è come se i due corpi si fossero fusi ed erano diventati una cosa che quando provavi a staccare si sentiva una sensazione di vuoto. Passammo qualche serata cosi. L’ultima sera prima che mi rivestissi, tu mettesti delle canzoni, quando all’improvviso arriva una frase e tu mi dici:
-          Hai sentito?
-          No cosa?
-          Ascolta.
Non dirmi più che te ne vai.
-          Capito? Non dirmi più che te ne vai.
Ti presi per mano e ti portai davanti allo specchio e ti dissi:
-          Questi siamo noi e io non ho nessuna intenzione di andare via e ci sarò fino a quando me lo permetterai!
Mi accompagni a prendere il pullman e quando lo vedi arrivare mi sussurri:
-          Ti amo
-          Ridimmelo
-          Ti amo
-          Ancora
-          Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo.
-          Ti amo scemo.
E anche quella sera andai via, ignara che sarebbe stata ancora un’ultima volta, davvero l’ultima volta che ti avrei visto, l’ultima volta che saresti stato mio, l’ultima volta che ti avrei baciato, l’ultima volta che avrei ascoltato la tua voce, il tuo ultimo abbraccio, il tuo ultimo sorriso. Non lo sapevo perché se lo  sapevo  giuro che al costo di finire in galera ti avrei messo le manette e legato a me per sempre! Mi illudevi sempre che ci sarebbe stata un’altra volta che ci saremmo visti. È passato un anno e mezzo e ancora sto aspettando ma la cosa bella che accetterei comunque di ritornare fra le tue braccia. Se ci sentiamo ancora? Ovvio, possiamo vivere senza vederci ma non vivere senza sentirci. Tu stai ancora con quella, io in questo periodo ho cambiato tanti ragazzi all’inizio cercavo te in loro, cercavo i tuoi occhi, cercavo il tuo modo di fare, il tuo modo di parlare e di comportarti con me e di scherzare ma nessuno, nessuno è perfetto come te, nessuno si avvicina nemmeno minimamente a quello che sei tu. Nonostante tutto il male ti sceglierei altre mille volte perché per quanto possa sembrare strano io con te volavo stando ferma. Mi dimenticavo del mondo intorno a me, mi dimenticavo che avevo una vita di merda, bastava parlare con te e la giornata diventava migliore. Se chiudo gli occhi e immagino il mio matrimonio, su quell’altare davanti a me ad aspettarmi vedo te che mi sorridi. Se potessi ti passerei a prendere e ti porterei via con me! Via, su un’isola deserta perché non abbiamo bisogno di niente se stiamo insieme. Se fossi agli ultimi miei 5 minuti di vita e potessi esprimere un ultimo desiderio, vorrei vederti e sai perché? Perché quelle emozioni non le ho mai più provate e sarebbe bello poterle rivivere almeno un’ ultima volta, ma forse più di tutto avrei una scusa per dirti di nuovo che sono pazza di te e che ti amo e che ti voglio da impazzire!
Sei il mio sbaglio più grande ma che rifarei!!!
Qualche mese fa mi hai dedicato una canzone di Laura Pausini: Non ho mai smesso. La canzone dice: non ho mai smesso di amare te, non ho mai tolto un pensiero a te! Non ti ho mai dato una risposta forse perché non sapevo che dire. Adesso lo so. Ti amo e ti ho amato sempre e non ho mai smesso neanche per un secondo. Ricordi ci facemmo una promessa? Mi avevi giurato che non ci saremmo mai persi e che non saremmo mai andati via. Tu mi hai detto torna mentre ero già qui! Adesso ti chiedo io TORNA! 
  
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