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Autore: meiousetsuna    24/06/2013    10 recensioni
Tokyo, era Meiji.
Momoko, una donna bellissima e misteriosa, è la proprietaria di un ristorante; ogni giorno incontra tante persone, attratte sia dalla sua avvenenza che dalla sua ottima cucina, ma un pomeriggio un personaggio molto particolare giungerà nella sua vita.
Dal testo: Possibile che quella donna tanto calma avesse visto fare a pezzi i suoi genitori e fratelli, restando in vita, pericolosa testimone dell’accaduto? Le loro supposizioni furono bruscamente interrotte nel momento in cui una palla di pelo arruffato, che emetteva un mugolio minacciosissimo, si precipitò all’interno della saletta, inseguita da Oni, il cane del legnaiolo: nessun nome poteva essere più indovinato visto che il muso dell’animale, come quello del padrone, era davvero grottesco. D’improvviso il gatto, perché di questo si trattava, si girò e con destrezza degna di un ninja decorò il suo oppositore con due profondi graffi tra gli occhi, mettendolo in fuga con la coda tra le gambe.
Buon divertimento!
La vostra Setsuna
Genere: Commedia, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rating: Giallo
GENERE: commedia, romantico, drammatico, noir, fantasy
Avvertimenti: Violenza
CITAZIONE: “Tale è la forza dell’abitudine che ci si abitua persino a vivere”
PERIODO: Governo di Meiji Tennō (In carica: 3 febbraio 1867 – 30 luglio 1912)
10 flashfic di 510 parole esatte
N.d.A: Sia il nome Momotarō, che il nome Momoko, contengono la radice “momo” che significa “color di pesca”, l’unico nome per il rosa in giapponese; attualmente viene usato “pink” per i rosa decisi.

Racconti della Luna pallida d’Agosto (1)
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Capitolo 1)  È davvero un Mondo Fluttuante*
Genere: Drammatico, Fantasy

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La clientela del ‘Kibi Dango’,** nel distretto di Nerima,*** non apprezzava adeguatamente  l’aroma dei cibi e l’allegro tintinnare delle porcellane, essendo composta essenzialmente da mercanti e viaggiatori che avrebbero trangugiato qualsiasi cosa commestibile, badando soprattutto all’abbondanza delle porzioni, non disdegnando di attaccare briga fuori dal locale.
Non all’interno, dove l’arredo sobrio e le stoviglie costose erano chiaramente residui di un più felice passato del loro possessore; soprattutto non davanti alla bellissima Momoko, motivo della popolarità del posto.

Quando passava tra i tavolini, l’orlo del  kimono pareva quasi sollevarsi da terra; i suoi capelli neri, legati da un nastro di seta rosa, arrivavano alle ginocchia.
Il modo di sorridere quando serviva da bere, la bianchezza delle mani, la compostezza dei gesti, erano da vera dama.
Più volte era stata chiesta in moglie da uno degli avventori, ma scuotendo il capo delicatamente e inchinandosi in segno di scuse aveva ricusato; l’opinione degli spasimanti delusi verteva sul fatto di essere troppo rozzi o poveri e che nel suo passato misterioso dovesse celarsi un amore terminato tragicamente.
Una volta, un anziano funzionario, tra un sake e una prelibata costoletta di maiale marinato, aveva raccontato una storia terribile; ma le sue mani tremavano per le ingiurie dell’età, così forse la sua memoria.

Possibile che quella donna tanto calma avesse visto fare a pezzi i suoi genitori e fratelli, restando in vita, pericolosa testimone dell’accaduto?
Le loro supposizioni furono bruscamente interrotte nel momento in cui una palla di pelo arruffato, che emetteva un mugolio minacciosissimo, si precipitò all’interno della saletta, inseguita da Oni,**** il cane del legnaiolo: nessun nome poteva essere più indovinato visto che il muso dell’animale, come quello del padrone, era davvero grottesco.
D’improvviso il gatto, perché di questo si trattava, si girò e con destrezza degna di un ninja decorò il suo oppositore con due profondi graffi tra gli occhi, mettendolo in fuga con la coda tra le gambe.
Momoko accorse prendendo tra le braccia l’animaletto ancora terrorizzato, offrendogli pezzetti di carne dal palmo della mano, accarezzandolo per farlo rilassare.

Giunta l’ora di chiusura, la giovane fece scorrere la parete di bambù sul fondo, aprendola sul giardino, sedendo sulla soglia con una tazza di tè alla rosa tra le mani.
Poco dopo si accorse di non essere sola: il felino, dall’incredibile mantello arancio rosato, si era accomodato elegantemente accanto a lei.
‘Sarebbe bello dargli un nome’, pensò guardandolo.
“E io sarei fiero di portarlo, Signora”.
Il gatto ha parlato – Momoko era talmente stupefatta da scordarsi di aver paura – ma soprattutto mi ha sentita, anche se sono muta’.
“È la voce del tuo cuore gentile, quella che posso udire; non avere timore di me”.

La donna rivolse gli occhi alla targa dipinta del ristorante, dove l’eroe giovanetto trafiggeva un Orco con la sua lancia.
‘Momotarō sarebbe di tuo gradimento?’
“Immensamente”.
‘Questa notte la Luna è splendida, Momotarō-san; come il volto di una donna innamorata, non credi?’
“A me sembra un piatto di latte, con riccioli di panna”.
Momoko si alzò sorridendo, tornando con una scodella che porse con affetto al suo nuovo amico.

(1)Ugetsu monogatari, (雨月物語) è un film del 1953 diretto da Kenji Mizoguchi, tratto dalla raccolta di novelle di Akinari Ueda “Racconti di Pioggia e di Luna”. Ho usato solo “l’ispirazione” del titolo, la storia non ha nessun punto in comune con la mia raccolta.

* “Mondo Fluttuante” (Ukiyo) è l’espressione che indica l’incertezza degli avvenimenti umani, decisi dal Destino
** Particolare tipo di mochi, dolcetto di riso tradizionale, presente nella leggenda di Momotarō
*** Distretto estremamente popolare, ambientazione di “Maison Ikkoku” (Cara dolce Kyoko)
**** Orco giapponese
Sake è corretto, non si può scrivere sakè come è spesso fatto ‘italianizzandolo’; così invece, Signora è una scelta proponibile in italiano, perché l’unico modo di usare il titolo senza unirlo a un nome, sarebbe O-fujin, ‘Nobile signora’, quindi eccessivo.
Momotaro



Pacchetto utilizzato: colore rosa, citazione, obbligo di ambientazione in Giappone, co-protagonista una donna che gestisce un ristorante
Grammatica e Sintassi: 15/15
Stile e lessico: 10/10
Originalità: 10/10
uso del pacchetto: 10/10
Caratterizzazione: 15/15
Giudizio personale: 5/5
Tot: 65/65
Valutazione
Momotaro e Momoko. Personaggi di una raccolta magica, onirica, perfettamente caratterizzata con emozioni e piccole quotidianità. Sembra di leggere un manga, di osservare delle tele che ci presentano la storia. La storia rimane originale e ben strutturata per tutto il suo sviluppo. La scelta di farne una raccolta potrebbe sembrare azzardata, invece è più che azzeccata per la tipologia. Il tuo stile e il lessico settoriale e specifico giapponese non fanno che alzare il punteggio.

  
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