I legionari romani dovevano sentirsi allo stesso modo, ne era sicura.
Protetti da una corazza di cicatrici e placche in bronzo e cuoio, provavano il suo stesso smarrimento man mano che la notte avanzava e i loro compagni ancora non tornavano.
Continuavano a desiderare, a cercare di raggiungere le stelle, sino a consumarsi il cuore.
E poi, come Annabeth, si lasciavano sconfiggere da un sonno pietoso che aveva lo sguardo di chi avevano perso.