Un ringraziamento alla mia onee-chan per il prompt, la libertà in fandom, pairing e genere, e, soprattutto, per la sua dolcezza.

Prompt: Risorgere.
 

Rebirthing.

 

 

Rebirthing now
I wanna live for love, wanna live for you and me
Breathe for the first time now I come alive somehow
Rebirthing now
I wanna live my life, wanna give you everything
Breathe for the first time now I come alive somehow

 

 

Una fioca luce si intrufolò debolmente da uno spiraglio nelle tende azzurre e raggiunse il viso addormentato di Black*Star, facendogli stropicciare stancamente gli occhi. Borbottò qualcosa infastidito mentre una esile figura accanto a lui lo osservava ridacchiando da sotto le lenzuola.

«Che c'è?» mugugnò sprezzante volgendo lo sguardo verso di lei.

«Nulla, mi fai ridere.» spiegò Maka con una dolcezza che, tempo addietro, il ragazzo -ormai uomo- non avrebbe mai pensato potesse appartenerle.

«E cosa c'è di tanto divertente nella mia voce?» domandò lui, accennando un sorriso scaltro.

«È stupida, ovviamente. È ancora infantile come quando eravamo ragazzi.» lo punzecchiò la bionda.

«Pensa per te, senzatette.»

Maka gli rivolse un'occhiata sdegnosa carezzandosi la pancia con le dita.

«Allora lui gradirà il mio seno più di te!» affermò dolcemente.

Black*Star la scrutò dubbioso.

«Potresti ripetere, ragazzina?» domandò poi mentre le sue labbra si curvavano irrimediabilmente, come se volessero raggiungere gli occhi per rendere partecipi anche loro di quell'espressione gioiosa.

«Black, hai perso il primato di unico sopravvissuto della famiglia Star.» esclamò gettandosi su di lui mentre calde lacrime di gioia le rigavano le guance.

«Di quanto?» riuscì a sussurrare stringendo appena i lembi della camicia da notte della bionda.

«Due settimane.».

«Lo amo già.»

«E lui o lei ama già te.»

Per la prima volta in vita sua, Black*Star pianse, ignorando quanto poco virile quel piccolo, semplice gesto fosse, e ringraziò tutti Kami per quell'opportunità di redimersi che gli era stata data.

Abbracciò forte sua moglie Maka in un tacito ringraziamento e, esattamente come una fenice, gli sembrò di risorgere a nuova vita, di abbandonare quellà realtà che lo aveva visto come spietato discendente di una stirpe di assassini e rinascere uomo libero con un unico desiderio di affiancare la propria famiglia -finalmente- per tutto il resto della sua esistenza.

 

 

 

 

«Maka, avrà i miei capelli o i tuoi? Sarà figo e forte come suo padre? Se sarà una ragazza, avrà un po' di tette al contrario della madre? Non sarà petulante come te, vero?»

«Taci.»

«Come lo chiameremo?»

«Stavo pensando... Kiba.»

«Mi sembra un nome degno del figlio di un dio come me.»