A
Chiara,
mi fonte infinita di fanfic;
e a Simona,
che ancora ci sopporta.
Capitolo
1 - Fra aceri e biancospini
"What's in a name?
That which we call a rose by any other name would smell as
sweet"
Romeo and Juliet,
act II scene II
Come ogni venerdì sera, la ragazza bruna tornò
velocemente a casa dal lavoro,
lasciò le scarpette nell’ingresso e si diresse a
piedi scalzi verso il piano di
sopra della villetta. Come ogni venerdì, riempì
la vasca da bagno con la sua
essenza preferita – lillà e gelsomino –
e con un colpo di bacchettà fece
levitare la bottiglia di vino e il suo contenuto violaceo si
versò in un
bicchiere. Hermione poteva approfittare finalmente di una serata
tranquilla e
piacevole, una serata passata a rilassarsi nella sua vasca, con un buon
calice
di vino elfico ed uno dei tomi presi in prestito dall’enorme
biblioteca del
Ministero della Magia. Con Grattastinchi acciambellato vicino alla
vasca, che
si godeva il tepore del bagno caldo in quella gelida serata invernale,
Hermione
si immerse nella vasca sperando che quel momento non finisse mai.
L’indomani
aveva in serbo un’impegnativa e lunghissima giornata di
shopping con Ginny, e
la sera era stata invitata a cena da loro. Probabilmente, come spesso
accadeva,
l’amica avrebbe preparato una cenetta per quattro a lume di
candela, e
avrebbero portato a cena un collega, un amico, il vicino di casa,
(perfino il
pediatra dei bambini!) che casualmente non
aveva impegni per
la serata. Non poteva negare che a lei, Hermione Jean
Granger, eroina del
mondo magico, mancasse qualcuno nella sua vita, o meglio qualcuno. Non
le era mai pesata la solitudine, per lei, passare le serate a leggere o
a
badare ai pargoletti era davvero una serata speciale. Ma spesso, quando
tornava
la sera, in una casa spenta e vuota un senso di malinconia le chiudeva
lo
stomaco. Tutti gli uomini che la sua amica le aveva generosamente
presentato
erano sì attraenti, ma non erano sicuramente quello
giusto. Con
qualcuno aveva anche provato ad uscirci, erano state serate piacevoli,
ma
mancava qualcosa. Tentando di cancellare questi pensierì,
Hermione scivolò
nella vasca, immergendosi nel silezio ovattato
del’acqua.
Lo shopping con Ginny era stato più travolgente che mai,
girando senza sosta
fra i negozi magici di Diagon Alley ed il centro babbano di Londra.
Avevano passeggiato per ore intere e si erano fermate solo
per un tè
caldo, nelle strette viuzze dietro il centro della città. Le
chiacchiere con
Ginny erano sempre piacevoli, soprattutto in questo periodo
così movimentato
per l’amica. Da quando erano nati i due pargoletti, il tempo
insieme era
nettamente diminuito. Spesso Hermione la andava a trovare, ma da quando
erano
arrivati i due gemelli era impossibile trovare del tempo “fra
donne”. L’impegno
a tempo pieno di Ginny come mamma aveva sicuramente sopperito
all’impossibilità
di giocare Quidditch in gravidanza, ma non aveva distolto
l’attenzione da
quello che per Ginny era un chiodo fisso: la vita sentimentale di
Hermione. Mentre
Ginny si lasciava trasportare nel racconto di quel macho di
nuovo giornalista che era giunto alla Gazzetta del Profeta da
chissà quale capo
del mondo, Hermione non potè fare a meno di pensare a quanto
fosse cambiata la
sua amica negli ultimi due anni ed a quanto fosse ancora uguale alla
Ginny dei
tempi di Hogwarts. Sempre allegra, spensierata e solare, ma
anche una
donna forte e indipendente, come sempre lo era stata, ed oggi anche
moglie e
mamma.
Erano sedute sul divano rosso e logoro della stanza di
Hermione ai tempi del
college.
«Hermione,
devo dirti una cosa..-,
sbottò di un fiato l’amica. Sentendo il tono grave
di quell’affermazione,
Hermione riemerse dal libro che stava leggendo.
«Mi
sono innamorata!
»
«
Ginny, sai che novità! Sei sempre
innamorata tu»
«
No, questa volta è vero. Mi sono
davvero innamorata!
»
«E
dopo il professore, il barista, il
cameriere, il giornalista,... Chi sarebbe il fortunato di oggi»
«
Ehm..Theodor Nott..sai, ehm... il
ragazzo del vosto anno..ehm...Slytherin...
»
ed Hermione sputò il caffé che stava
bevendo in faccia all’amica.
Ripulire la stanza (e l’amica) dal piccolo incidente
con il caffé, lanciarsi
sul divano affianco alla rossa e obbligarla a sputare tutto il rospo
era stato
un unico movimento. Hermione era ancora sotto shock per la rivelazione
della
ragazza, ma non potè ignorare lo sguardo acceso e luccicante
dell’amica. Lei
parlò per ore su come si fossero incontrati –
durante un cambio d’ora, fra la
lezione di Letteratura Babbana, modulo II e Pozioni e medicamenti
magici,
livello avanzato. Lei era rimasta in aula a
“parlare” con il professore di
Letteratura ed uscendo di corsa dall’aula era andata a
sbattere contro un bel
ragazzo bruno dagli occhi azzurro cielo,che le aveva rovesciato il
caffé
bollente addosso. Qualche insulto al volo, una delle perfette Fatture
Orcovolanti di Ginny. Di come lui si fosse fatto trovare davanti alla
stessa
aula, la settimana successiva con due caffé. Il primo
appuntamento. La vera
scoperta “chi sei tu e chi sono io”. Quella serata,
troppo dolce e bella da
dimenticare, per poterla rinchiudere in un cassetto in fondo al cuore
solo per
un nome. Le raccontò come, passata quella serata non si
sentirono per
settimane, ma come lei non riuscisse a dimenticare il suo profumo, la
sua risata,
i suoi limpidi occhi azzurri. Le rivelò come
iniziò a leggere Romeo and Juliet,
di un certo Shakespeare, un capolavoro della letteratura babbana a dire
del suo
professore. Di come si rincontrarono, un giorno e per caso, nel cortile
dell’ala est del college, fra aceri e biancospini, e di come
i loro occhi si
incontrarono, di come il cuore di lei – ma anche quello di
lui- saltò un
battito e di come non potè più fare a meno di
quel sorriso. Hermione rimase
così incantata da quel racconto che tutte le domande, tutte
le perplessità e i
sospetti che le giravano nella mente, vennero cancellati da un lacrima
che le
solcò le guance. Fare un passo avanti ed abbracciare
l’amica, era stato un
gesto spontaneo e così naturale, che Hermione se ne rese
conto solo quando un
lievissimo sussurro raggiunse il suo orecchio.
-Grazie-.
Erano passati quattro anni da quel ricordo, quattro anni in cui la sua
piccola
dolce Ginny era cresciuta molto. Ripensare alla giovane Ginny dei tempi
della
scuola e stare seduta davanti ad una bella e giovane donna,
provocò in Hermione
un moto di grande affetto.
«Hermione,
allora? Sei d’accordo per
stasera? Posso dire a Theo che va bene? »,
disse l’altra. «oh
miseriaccia, si è
fatto tardissimo! Devo andare a prendere i gemelli dalla nonna. Ci
vediamo da
me alle 20 e non dimenticare che mi hai appena detto si!
» e
così dicendo mandò un
bacio volante all’amica e si smaterializzò in un
batter d’occhio. “In
cosa diavolo si era appena cacciata?”, pensò
Hermione.
Lo shopping con Ginny era stato più duro del solito, la
ricerca dei nuovi
vestitini per i gemelli, le aveva portare a girare mezza
città e per una non
appassionata di shopping come Hermione, era stata una vera tortura per
i suoi
piedi. Pensando al giornalista-macho collega di Ginny, la
ragazza scelse
con cura dall’armadio i vestiti per la serata. Non era da
lei, certo, ma almeno
si sarebbe potuta evitare gli sguardi antipatici dell’amica,
che l’avrebbe poi
costretta ad un cambio d’abito al volo con i suoi vestiti
stretti e fin troppo
scollati.
«Tesoro,
io cerco di trovarti un
uomo all’altezza, ma almeno conciati decentemente!
Miseriaccia, Hermione,
vorrai mica rimanermi zitella a vita?
»,
Ginny, miss gentilezza.
Quando poi erano invitati anche Ron ed Harry a cena, era un vero
disastro:
«Hermione,
dolcezza, vorrai far
qualcosa per ‘sti capelli? Senti, noi non te
l’abbiamo mai detto, ma sei uguale
ai tempi della scuola!
», era il loro
commento preferito.
C’era da dire che questi commenti acidi avevano apportato un
netto
miglioramento nel look di Hermione. I ragazzi le avevano regalato una
scorta a
vita di “Pozione Super Lisciate, per
capelli docili e sensuali”, della LavandaCorporate-HairExplosion qualche
Natale prima e l’amica la costringeva sempre ad uno shopping
accurato sotto la
sua supervisione. Sicuramente la gonna color crema che avevano comprato
insieme
quel pomeriggio, abbinata alle decolté ello stesso colore e
ad un maglione,
scelto accuratamente a caso dall’armadio, sarebbero andati
bene.
Fortunatamente la fase trucco-e-parrucco non richiedeva tanto impegno,
la
Pozione Super Lisciante funzionava alla perfezione e gli incantesimi
della
linea Il MakeUp Che Tutte Le Streghe Voglionodella
LavandaCorporate
funzionavano alla perfezione – ancora di chiedeva come avesse
fatto, quel mezzo
cervello di gallina di Lavanda Brown, a creare una marca
così di successo in
tutto il mondo magico.
Arrivare a Villa Magnolia, una delle più famose e bellissime
ville di tutto il
mondo magico e babbano, era sempre un momento piacevole. Spesso
Hermione amava
arrivare in anticipo di qualche minuto e godersi il panorama che si
stagliava
contro l’orizzonte, guardare i pallidi raggi invernali del
sole in tramonto che
disegnavano strane curve sulle colline.
«Guarda,
guarda. Anche miss Granger, si
unisce a cena»,
una voce fredda e
suadente la ridestò da quel bellissimo panorama.
«Malfoy,
non posso dire che sia un
piacere vederti. Non sapevo che fossi invitato stasera a cena,
altrimenti anche
scontrarmi in un incontro di boxe con un troll di montagna sarebbe
stato più divertente
che vedere te»,
rispose acida lei.
«Sempre
acida come al solito, vedo»
«Sempre
stronzo come al solito, vedo»
Se
Hermione pensava che la serata
“piazziamo-un-fidanzato-ad-Hermione”
potesse andare male, non aveva ancora pensato a quanto potesse andare
peggio,
finché non incrontrò Malfoy fuori dalla villa.
«Ginny,
scusa, ma quando pensavi di dirmi
che ci sarebbe stato anche lui a cena?
»
disse trascinando l’amica per un braccio in cucina.
«Tesoro,
te l’ho detto oggi al bar. Se
sei sempre assorta nel tuo mondo e non ascolti gli altri, mica
è colpa mia!
Devo dirti, cara, che inizi ad assomigliare a Luna»
tirando via il braccio dalle grinfie dell’amica ancor
più arrabbiata.
«Senti,
io me ne vado. Sono venuta per
stare con voi ed i piccoli, ma se c’è anche lui
proprio non mi va di cenare»
«Granger,
tranquilla. Il sentimento è
quantomeno ricambiato. Non vengo a cena per te,
quindi rilassati»
disse il biondo, entrando nella bellissima
cucina della villa. Era incredibile quanto fosse affascinante in quella
circostanza così informale. Un maglione blu, caldo e
morbido, dei pantaloni
chiari che evidenziavano il fondo schiena... ed il bellissimo bambino
che aveva
in braccio. Hermione, sveglia! Stiamo parlando di lui!
È sicuramente Alex
che lo rende così....si disse lei.
«Guarda
che mi consumi se continui a
guardarmi il sedere, Miss Granger
»
«Imbecille,
stavo guardando Alex, non te»
senza la mia incrinazione nella voce. Forte,
sicura, orgogliosa.
Draco ammirava il carattere di quella giovane donna. Ed anche
il suo corpo
non era certo da buttare.... pensò lui, peccato
per quel terribile
caratterino che non si riesce mai a domare.
«Granger,
è concesso guardare, solo non
consumarmi, ecco. E in ogni caso..»disse
con voce suadente, avvicinandosi a lei «Anche
tu stai benissimo stasera».
Ormai
era vicino al suo orecchio, sentiva il suo respiro caldo incontrare i
suoi
capelli scuri. «Quel
maglione verde ti
dona immensamente,sai?
»
«Malfoy,
levati per favore, mi stai
togliendo aria!
» Eccome se le stava
togliendo aria. Sentire il suo respiro così vicino era
difficile da sopportare.
Era difficile restare impassibili e non infilare le dita nei suoi
capelli di
seta. Fortuna che il caratteraccio compensa quel suo bel
faccino. Prese
Alex dalle sue braccia e tornò in salotto.
«Mi
chiedo perché tu debba sempre
esagerare, sai?
» disse un ragazzo alto,
bello, moro e sorridente appoggiato allo stipite della porta. «È
troppo divertente vederla andare in
escandescenza. Non riesco a resistere, Theo.
»
ed un sorriso maligno, ma al contempo estremamente bello, comparve
sulle labbra
di Draco.
«Prima
o poi la farai impazzire, lo sai?
Ti crucia o ti sposa, ne sono convinta
»
intervenne Ginny superando le spalle del marito. «Sappi
solo che se me la fai finire ad Azkaban, poi ti ci mando io in prigione
a suon
di calci
».
*******
BuonSalve
lettori!
Se siete arrivati davvero fino a qui, un’unica,
grandissima parola anche a
voi: Grazie!
Detto ciò, è la prima
fanfic (come si potrà ben notare) che
mi accingo qui a pubblicare, le altre sono sempre tutte rimaste
all’interno di
una cartella ben nascosta del mio pc. Vi chiedo in modo davvero
spassionato una
recensione bella, brutta, insulti, domande, correzioni.... Vorrei solo
sapere
il vostro parere e se sia meglio tornare nell’angolino del
lettori e smettere
di schiacciare a caso i tasti del computer! Inzomma, mi farebbe un
enormissimo
piacere sapere cosa vi passa per il cervellino :)
L’aggiornamento ci sarà fra due
settimane, a meno che non riceva
qualche vostra Strillettere via gufo direttamente a casa per farmi
smettere di
scrivere scempiaggini!
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Succo di Zucca
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