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Autore: LaMicheCoria    25/06/2013    1 recensioni
«For God’s sake, Alice!»
E lei mette su quell’espressione di contrita soddisfazione che Arthur non sa se deprecare o prendere per un orgoglioso tentativo di scuse.

[Inghilterra - Fem!Inghilterra] [Crossover con Sherlock(BBC): A Scandal In Belgravia]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri, FemSlash | Personaggi: Altri, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: Cross-over | Avvertimenti: Gender Bender
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Asibp

Disclaimer: I personaggi non mi appartengono
Ma sono di proprietà di Hidekaz Himaruya ©

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A Scandal in Buckingham Palace

 

«For God’s sake, Alice
E lei mette su quell’espressione di contrita soddisfazione che Arthur non sa se deprecare o prendere per un orgoglioso tentativo di scuse: Alice si ripiega appena nell’enorme poltrona di velluto, il corpo nudo avvolto entro le pieghe di un accappatoio di spugna. Non ha ancora indossato gli occhiali e lo sguardo appare un poco offuscato da un velo di miopia –Il bagliore liquido, però, ancora permane nella pupilla dilatata e contro l’iride innaturalmente brillante; i capelli, sciolti, dalla scriminatura centrale le scendono scarmigliati sulle spalle, appoggiandosi con calcolato languore sulla destra, dove la spugna è calata a rivelare la pelle bianca non fosse per una scudisciata violacea che parte molto probabilmente dall’ascella, mentre dalla parte sinistra sono scivolati all’indietro, scoprendo così la piega curva del collo arrossato.
«Foto!» grida di nuovo Inghilterra e deve stringere le mani a pugno, conficcare le unghie nella carne per costringersi ad abbassare il tono di voce. «Ti rendi conto…Quella Donna ha delle stramaledette fotografie di tu e lei che…Goddamit!»

«Avresti bisogno di una sigaretta» suggerisce la sorella e lo guarda da sottinsù, arcuando eloquente le sopracciglia.
«L’accendino lo ha Harry» è il ringhio di risposta, anche se, adesso che ci pensa, Harry non ha la chiave per il mobiletto dei liquori. Il che, è una buona cosa, così come sarà una buona cosa affrontare un problema alla volta con in mano un corposo bicchierino di sherry.
Lancia un’occhiata ad Alice, ancora affondata nel biancore accecante della poltrona. Tiene le gambe accavallate, la mano sinistra sul ginocchio, un piede a terra mentre dall’altro lascia penzolare una pantofolina azzurra con indolenza evidente. Ogni tanto mordicchia l’estremità dell’unghia destra, trattenendola per alcuni istanti tra i denti, per poi perdere la presa con un singhiozzo delle labbra ancora macchiate di inconfutabile scarlatto –Quel rosso di vergogna mista ad eccitazione che le chiazza anche le guance e la punta delle orecchie. A segnare lo sfregare metallico delle manette contro la carne, un sentiero di vescichette giallognole e brune appigliate al polso.
…Facciamo tre sherry. E del thé.

Ci vorrà tanto, tanto thé, la signora Jenkins mi perdoni la sciagurata citazione.
Alice abbassa gli occhi alla la trama del tappeto persiano, con l’unico scopo di non puntarlo su di lui, questo Arthur lo sa.
«E adesso che facciamo?» sussurra piano e la ciocca di capelli ancora trattenuta dalle spille a croce crolla a coprirle la fronte.  Gli viene così negata la visione del senso di colpa che certo le ha appena contratto il volto in una smorfia, la bocca che modella in silenzio i peggiori insulti che una giovinezza passata a Tortuga è in grado di tirare fuori dai meandri della memoria.
Arthur soffia via uno sbuffo di fiato, le braccia ora conserte al petto.
«Ti ho mai parlato del pezzo sulla stampella di alluminio?»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note di Fine Capitolo

Ho ri-guardato Scandal in Belgravia. Ecco. Per chi ha visto l’episodio e conosce la fortunata serie della BBC dubito ci sia bisogno di ulteriori spiegazioni –Perché, sì, ho una mente malata e non ho resistito all’impulso di “usare” 
Fem!Inghilterra per interpretare la giovane e regal donna che si intrattiene piacevolmente con Irene Adler. La signora Jenkins è una citazione da "Pochaontas II" -NON CHIEDETE.
Potete mandarmi al manicomio, vi è lecito!

 

 

 

 

   
 
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