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Autore: EllieMarsRose    25/06/2013    1 recensioni
ATTENZIONE: DA LEGGERE DOPO "HOW COME IT NEVER RAINS". Forse perchè una risposta vera e propria non c'era. Si voltò lentamente a guardare il proprio diario; su ogni singola pagina, con una miriade di calligrafie diverse, aveva scritto sempre e solo quell'unica parola. Quella sola parola che, non sapeva perchè, le creava gioia e dolore insieme; come una bellissima rosa rossa a cui non erano state tolte le spine.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Kids From Kensington'
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When The Dream Has Gone

Non è da bambine scrivere in un diario?

Non è forse da perdente riversare tutte le proprie pene su un foglio di carta?


Si sentiva strana, come se non fosse comoda nella propria pelle. Kat si guardò intorno e poi chiuse la porta della sua stanza appoggiandovisi con il proprio corpo. Fece due passi verso lo scrittoio dove teneva impilati i manuali di chimica, senza alzare gli occhi verso lo specchio appeso alla parete, come era solita fare ogni volta che rientrava nel proprio alloggio; quasi si vergognava a guardarsi negli occhi, perchè stava per fare qualcosa di non regolare. Aveva lo stesso atteggiamento di quando rientrava dalle sortite con Jack e non si sentiva soddisfatta; era costretta a placare i propri istinti pruriginosi a letto, da sola, sottovoce, senza far capire a Cheryl che, per l'ennesima volta, il suo lui era stato così dolce con lei che si era dimenticato completamente del suo eros.

Ma in quel momento non era rientrata perchè aveva l'impellente bisogno di sfregarsi contro qualcosa di duro.

In quel preciso istante il cielo sopra la UCL sfumava dal color tortora al più scuro dei grigi. E pioveva a catinelle.

Chiuse gli occhi e camminò verso la scrivania, con le mani che fungevano da occhi; non ebbe problemi ad afferrare la sedia e a sedersi. Aprì le palpebre e, mentre faceva un respiro profondo, fece comparire il suo quadernino personale che teneva lontano dagli occhi di tutti, perfino dai suoi; lo nascondeva in una fessura fra un cassetto e la gamba del tavolo. Aveva la copertina in pelle marrone e si mimetizzava benissimo. Con le dita che iniziavano a tremare per il disagio, aprì il quaderno ed afferrò la sua fidata penna nera. Sapeva che non avrebbe disegnato. Sapeva che avrebbe scritto quell'unica parola, quel nome, come aveva già fatto tante altre volte. Ogni volta che iniziava a cadere la pioggia, le tornavano in mente quel viso e quella voce.


Chissà cosa stai facendo in questo momento...


Tolse il tappo alla Bic e cominciò a sagomare la prima lettera, mentre gli occhi le si velavano di nostalgia.


He loved that girl once


Uno. Aveva sempre creduto fosse il numero migliore di tutti; ancora meglio del tre, famigerata cifra perfetta. Per la sua unicità ed irripetitibilità. Ma con lui uno aveva fatto schifo. Non era bastata.


She wished he could love her again


Di nuovo. Ancora. Non due, non tre, nemmeno quattro. Ancora, indefinito. Forse per sempre.


Her heart's soaked in memories


Maledetti ricordi scroscianti come la pioggia fuori dalla finestra.


That will always remain


Come quel tatuaggio che si era fatta e che mai aveva fatto vedere a nessuno. Solo Jack l'aveva intravisto, quando le aveva baciato il bacino per la prima volta e aveva scoperto quella piccola runa ricamata sul suo fianco. «Cos'è?» le aveva chiesto curioso.

«Una runa. Thorn» e quasi le si era chiusa totalmente la gola. Lui l'aveva fissata in cerca di spiegazioni, lei non voleva dargliene. Così si arrampicò rovinosamente sugli specchi: «Mi porta fortuna».

Bugia...

Thorn. Spina. La runa legata al dolore. Quella runa che iniziava con la stessa lettera di quel nome che non voleva mettere da parte.


As she writes in her diary

All the words are wrapped up in pain


Sentiva il cuore che cominciava a rallentare il ritmo; come se stesse andando in ipotermia. Come se stessi lentamente appassendo. Ogni tratto che costruiva quel nome era benzina tolta alla sua vita; più la penna scriveva, più lei andava in riserva.


And it all comes floodin' back

As soon as she feels the rain


Ogni volta che il cielo si tingeva di grigio e gli angeli cominciavano a piangere (la pioggia è proprio questo, no? Lacrime di angelo, così diceva la mia nonna) tutto quello che pensava di aver arginato nella parte più remota del proprio inconscio ritornava ancora più furioso, ancora più ingestibile. Un fiume in piena impossibile da placare.


She looks up to the heavens
For a reason why

Kat alzò gli occhi al cielo, concentrandosi sulle miriadi di sfumature che poteva scorgere; deglutì a fatica, ricordando quella sensazione unica: mai, come in quel momento, ho amato così tanto la pioggia.


But the answer always blur
The rain in her eyes

La vista le diventò gradualmente sempre meno nitida, poi due gocce le colarono giù per le guance. Se non poteva essere all'aperto, in mezzo al parco, a bagnarsi il viso insieme a lui, avrebbe cercato in qualche modo di ricreare la situazione da sola, senza l'aiuto di nessuno. Si mordicchiò il labbro battendo le palpebre e lasciando che altre lacrime le corrodessero gli zigomi; Kat poggiò la penna al centro del diario e si avvicinò al vetro.


When the dream has gone


Guardò il cortile vuoto che giaceva ai suoi piedi. Come vorrei che tu fossi lì, al centro di quel quadrato, ad aspettarmi... con una birra in mano.


When the dream has gone


Chiuse la mano a pugno e strinse più che potè. Perchè sei scappato? Ancora prima che tutto potesse iniziare. Perchè?


When the dream has gone


Non voleva crederci che non gli piaceva abbastanza. Forse lui aveva paura che tutto prendesse una piega strana, inaspettata; e se le cose non fossero funzionate fra di noi? Meglio rimanere così, sole, a fissare la pioggia che cade inesorabilmente dal cielo e a pensare a lui che, regolarmente, come se nulla fosse, mi manda lettere e cartoline in amicizia? O forse dovrei andare da lui, baciarlo e dirgli: “Dimmi che ne pensi”? Singhiozzò, sentendo il proprio cuore ridursi in polvere. Non riusciva a trovare una risposta.


When the dream has gone


Forse perchè una risposta vera e propria non c'era. Si voltò lentamente a guardare il proprio diario; su ogni singola pagina, con una miriade di calligrafie diverse, aveva scritto sempre e solo quell'unica parola. Quella sola parola che, non sapeva perchè, le creava gioia e dolore insieme; come una bellissima rosa rossa a cui non erano state tolte le spine: Tyla.


How come it never rains
It only pours
They fell into each others arms
Right thing for sure

Qualcuno, anzi, per essere più precisi, MissDemy mi aveva detto (riguardo “How Come It Never Rains”): sarebbe bello sapere cos'è successo nel mezzo. Bene, giusto ieri, mentre scivolavo nel traffico delle sette di sera, ho per caso sentito questo breve brano dei Dogs D'Amour e ascoltando il testo mi sono detta: «Eccola qua». Katherine e il suo diario, alle prese con un sogno che non c'è più. Come avrete potuto capire, siamo ai tempi dell'università, intorno al 1983/1984, quando lei e Tyla si sono già distanziati fisicamente ma continuano a sentirsi tramite lettera; Kat già conosce Jack ma si può ben capire che c'è qualcosa che non va. E basta un po' di pioggia per far ritornare alla memoria quello splendido momento con quell'emblematico “vecchio amico”.


E questa è solo la prima metà del “missing moment”; questa è la parte di Kat. Non penserete certo che Tyla se la passi liscia, vero? Per lui ho in serbo qualcosa di particolare, qualcosa di erotico ma straziante. È un ossimoro, lo so, ma credo di avere avuto un lampo di genio (accompagnato da un pizzico di follia). Stay tuned!

Ellie

   
 
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