Il mare, com’è risaputo, acquieta
l’animo umano.
Non tutti gli umani, però, si lasciavano
trasportare dal
dolce suono delle onde sulla sabbia, dal tiepido vento caratteristico
dei
luoghi marittimi, dalla piacevole sensazione della morbidezza sotto i
propri
piedi, dalla fugace consapevolezza dell’attesa.
Almeno, non lui.
La luce era talmente poca che a stento distingueva
i
contorni delle cose, non che gli servisse molto, dopotutto quella
piccola
spiaggia libera era sgombra, nessun ostacolo l’avrebbe messo in
pericolo,
niente ci sarebbe stato fra lui e ciò che sarebbe arrivato. La
luna faceva
capolino dietro le nuvole notturne, a piccoli intervalli, ma sembrava
che
l’agglomerato gassoso si stesse diradando, poiché la luce
leggera ed azzurra
dell’astro era sempre più presente, per sempre più
tempo.
Si passò una mano fra i capelli, impaziente.
Come poteva aspettare ancora? Quanto attendeva
quell’incontro?
Era troppo ormai che i suoi occhi non venivano
allietati da
quella magnifica visione, la visione della perfezione,
dell’amore, della
divinità incarnata.
Si vergognò per un piccolo istante di
essere uomo. L’umano è
così imperfetto, preda di stupide ossessioni e vene egoistiche,
avidità e
cattiverie.
No, ciò che stava venendo da lui non era
niente di tutto ciò.
Aveva smesso da tempo, ormai, di reputarlo
impossibile,
poiché non poteva essere impossibile una creatura talmente
perfetta. Si crede
che non esista la perfezione, in quanto gli umani siano peccatori dal
principio.
Infatti. Lui non
era umano, lui non era peccatore. Lui
era divino, era immorale, era
impossibile, era tutto ciò che agli occhi pare perfezione.
Non avrebbero potuto incontrarsi in un momento che
non fosse
quello. Solo in quei momenti per lui
era possibile avvicinarsi alla mortalità terrena. Per questo,
desiderava
ardentemente che arrivasse la notte, per poterlo ammirare, per poter
incontrare
un essere fantastico, un essere che gli aveva rubato il cuore.
Il suo sentimento, però, non era legato
all’aspetto
dell’altro, o alla sua origine, o alle sue caratteristiche,
bensì da ciò che i
loro sguardi intrecciati avevano creato.
E proprio mentre si passava distrattamente una
mano sul
braccio scoperto, vide nel mare un’increspatura anomala,
agognata, desiderata. Smise
di respirare per qualche secondo, riprendendo solo nel momento in cui
si
accorse che il suo cuore batteva ancora, e infinitamente più
veloce di prima.
Le onde si alzavano e si abbassavano, e quella
figura
avanzava tranquilla, verso di lui, sulla spiaggia.
Da lontano pareva che la sua pelle fosse azzurra,
della
stessa composizione dell’acqua, ma mano a mano che si avvicinava
a colui che lo
attendeva impaziente, grazie all’azione della luna la sua pelle
assumeva un
colore rosa pallido.
I capelli chiari, alquanto lunghi per un ragazzo,
si appiattirono
al capo, cadendo appena sulle spalle; gli occhi allungati, tracciati
dal
pittore più esperto, racchiudevano un paio di occhi dalle iridi
blu, che si
accesero di infinite sfumature nel vedere il ragazzo sulla spiaggia; il
suo
corpo snello era fasciato perfettamente in un abito chiarissimo, reso
aderente
dall’acqua; sul torace prendeva una forma simile ad una camicia
sbottonata sul
petto, mentre le gambe erano coperte da un paio di pantaloni
anch’essi
attillati ma morbidi e dall’aria decisamente comoda. Il tutto non
faceva che
rendere la sua figura ancora più attraente.
L’altro giovane si avvicinò con
cautela all’acqua, senza
nascondere il suo sguardo pieno di stupore nel vedere tanta bellezza,
mai si
sarebbe stancato di vederlo, mai avrebbe pensato che ogni volta sarebbe
stato
sempre più bello.
Quando i due furono abbastanza vicini da
permettersi di
parlare sottovoce, il ragazzo arrivato dal mare prese parola.
“Jong-hyun”
La sua voce
uscì
leggera, ma bassa. Una delle cose che l’altro amava di lui era
quanto la sua
apparenza ingannasse. Si poteva pensare avesse una voce cristallina,
alta e
femminea, mentre invece le sue corde vocali producevano un suono roco e
basso,
seducente ai limiti del possibile.
Jonghyun sorrise inoltre per il modo in cui
l’accento cadeva
sull’ultima parte del suo nome, donandogli un’aria
Fantastica. Gli prese una
mano, mantenendo quell’espressione, e gli diede un bacio sulle
nocche bianche,
seguendo poi la linea delle dita affusolate con la punta del naso.
“Kibum, ti stavo aspettando”
Kibum corrispose il suo sorriso in modo talmente
dolce che
Jonghyun mai aveva ammirato in alcuna creatura. In quel momento
capì nuovamente
per quale motivo l’amava. Il biondo mantenne
quell’espressione, mentre il suo
sguardo vagava sul corpo del compagno; si soffermò più
tempo sui capelli,
distendendo maggiormente il proprio
sorriso. Passò distrattamente alcune dita fra le ciocche corte
che splendevano
contro la luce lunare.
“Hai visto Kibum? Cosa ho fatto per
te?” Jonghyun pareva un
bambino, mentre a stento si tratteneva dal saltellare sul posto per la
felicità.
“Sei così buffo, Jonghyun”
Ma il ragazzo non si sentì offeso per le
sue parole, anzi.
Le pronunciò con un tale amore negli occhi che provò un
immenso desiderio di
fare sue quelle labbra pallide a forma di cuore.
Si era tinto i capelli. Mai avrebbe pensato di
fare un
cambiamento così drastico nella sua vita, ma per il suo
Kibum l’avrebbe fatto. Precedentemente, la sua capigliatura
scura e corta lo soddisfaceva in quanto molte persone lo trovavano
attraente.
Da quando aveva scoperto però che Kibum amava le sfumature della
luce prodotta
dalla luna, esattamente durante il loro precedente incontro, non aveva
dubitato
nemmeno per un secondo a tingere i propri capelli di un biondo platino,
in modo
che rispecchiasse il più possibile quel colore chiaro e
scintillante che
caratterizzava la notte ed i loro incontri segreti.
“Lo sai, perché mi piace tanto questo
colore?” Sussurrò
Kibum, ad un soffio dalle labbra del ragazzo che stava di fronte a lui.
Jonghyun si limitò a scuotere velocemente
la testa,
attendendo la spiegazione.
“Perché questo è il colore dei
nostri incontri. E’ il colore
della magia, della creazione, del segreto. E’ il colore del
nostro amore”
Abbassò di poco lo sguardo per incrociare
gli occhi
dell’altro, in quanto, seppur più grande di un anno di
lui, era più basso di
qualche centimetro. Perdevano molto tempo a guardarsi negli occhi, a
lasciar
dialogare le proprie porte dell’anima, perché quando la
loro connessione
diveniva forte, non c’erano bisogno di parole.
Non ci fu infatti bisogno di permessi, né
di consensi,
quando Jonghyun passò una mano sulla guancia del biondo, con
delicatezza, con
calore, avvicinandosi sempre di più al suo viso, catturando le
sue labbra con
le proprie in un bacio che sapeva di sale.
Kibum era a conoscenza del fatto che a Jonghyun
non
piacevano molto i gusti salati,- visto che lui era appena emerso
dall’acqua di
mare non poteva fare molto per togliere dalla sua bocca quel gusto-
così
permise immediatamente il contatto tra le loro lingue, in modo che il
dolce
sapore del maggiore lo invadesse completamente, donandogli
quell’ebrezza
talmente piacevole da dimenticare persino il proprio nome.
Jonghyun aveva baciato alcune persone, prima di
Kibum, ma la
prima volta che ebbe la stessa esperienza con lui, gli parve di non
averlo mai
fatto davvero prima. Il loro contatto non era portato da un semplice
istinto,
bensì da una forza irrefrenabile e paradisiaca. Appena le loro
bocche si
sfioravano, in entrambi si accendeva un fuoco greco, impossibile da
placare,
inestinguibile, carico d’emozioni.
Kibum mordicchiò distrattamente il labbro
inferiore di
Jonghyun, prima di appoggiare una mano sul suo petto largo e muscoloso.
Le mani
del maggiore si strinsero invece ai suoi fianchi, attirandolo a se.
“Jong…” Sorrise il più
piccolo.
L’altro sorrise di rimando.
“Perché sorridi?”
Kibum lo fissò negli occhi, le sue iridi
blu splendevano, le
pagliuzze azzurre erano incantevoli e scintillanti.
“Non dovrai aspettare molto”
“Aspettare molto? Per cosa?” Prese a
posargli piccoli baci
sul collo, lasciando che la voce gli uscisse bassa e roca, spezzata
dall’emozione.
“Vedrai. Ma sarai molto felice”
____________________________________________
::INFINITESKYDRIVER CORNER::
Eccoci qui riuniti! Visto che non riesco a stare troppo tempo lontana dalle Jongkey, e questa cosa mi è venuta in mente ieri notte verso le due..beh, ho approfittato. Al momento questa storia nasce come one-shot, ma sono propensa ad un seguito, molto, molto, probabilmente, se mi arriveranno ispirazioni al riguardo. (Spero tanto di si perchè mi piace già ewe)
Non so minimamente se possa piacere un continuo, se si, fatemelo sapere magari con una recensione, anche piccola, ma le gradisco sempre ewe
E' alquanto..."Soprannaturale", mi piace e spero tanto che sia piaciuta anche a voi lettori, davvero! Critiche, consigli e pareri sono sempre ben accetti °3°
Vi ringrazio per aver scelto di leggerla e chissà, magari scriverò un continuo già questa notte, non lo so, magari nemmeno vi ha incuriosito ;u; Mi faccio sempre prendere dall'ispirazione, questa storia è nata così (Non è vero, è nata perchè volevo scrivere una Jongkey da troppo tempo e ci ho pensato fino a che il cervello non mi ha accontentato BD) Quindi.....per ora, grazie per aver letto!