27/06/2013
3 recensioni[Amami.]
[A]stio
Sentiva dolori in tutte le parti del corpo, principalmente sul petto dove c’era il cuore pulsante, la sua capitale in fiamme.
Lo stavano distruggendo, al Sud.
Distrutto e conquistato da quello spagnolo con i capelli al vento e gli occhi verdi che fissavano l’oceano sopra quella nave.
Lui, legato col suo vestitino una volta bianco candido.
“Non credevo fossi così.. piccolo.” Aveva detto, col suo accento, rabbrividendo e vedendolo avvicinarsi ed allungare una mano. “Sembri innocuo-!”
Mostrò i denti, Romano, mordendo il vuoto; lì, dove prima c’era la mano dell’uomo.
“‘Fanculo stronzo!”
Quello era tutto l’astio della sua terra, che col tempo però avrebbe portato a qualcosa di piacevolmente diverso.
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[M]ani
Sei diventato cattivo, España.
Stai sacrificando il sangue della tua gente e i soldi della tua terra. In maniera massiccia.
Per cosa? Per proteggermi.
Ti vedo disteso sul letto, le fasciature non bastano a fermare il sangue che continua a uscire dalle ferite che hai sparse sul corpo, e sulle tue mani.
E’ doloroso; non sembrano le stesse che pizzicavano la chitarra o che mi scompigliavano i capelli.
Lacrime amare solcano pesantemente le guance, mentre mi lascio andare, inginocchiato al tuo capezzale in attesa di un tuo risveglio.
Te ne afferro una, fremente per i singhiozzi.
“Non voglio lasciarti, ma..”
Se non lo faccio, finirai per morire..
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[A]mbizione
“NAPOLI È MIA!”
Il tavolo si ribaltò, cadendo con un tonfo sordo e di cocci frantumati. Occhi verdi dilatati dalla cieca ira nel perdere anche Lui.
“Non più.”
L’austriaco lo osservava pacato e calmo, al di là degli occhiali, mentre lame gli venivano puntate al collo. Come un cane rabbioso, come un pazzo.
Sì, lo era; poiché gli era stato portato via. E non l’avrebbe riavuto indietro.
Sentiva il petto dolere, il suo popolo gridare e chiedere pietà, tutto per colpa delle sue mire espansionistiche. Tutta colpa della propria ambizione.
Digrignò i denti, i pugni stretti e macchiati del sangue della gente che aveva massacrato.
Era stato tutto inutile.
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[M]are
Gli mancava l’odore della salsedine, lì tra le montagne al nord; lì, lontano da dove era stata casa sua per quegli anni, piena di luce e vita.
Una volta gli aveva detto: “Il mare ci unisce, Lovi.”
Un singhiozzo, uno tra i tanti che lo scuotevano da quando si trovava in quella casa fredda, in Austria, gli velò gli occhi pieni di lacrime.
Le coperte spesse lo coprivano, ma lui sentiva comunque tanto freddo.
Tremava, scosso da un pianto che sembrava non finire.
La mano di Feliciano lo acquietava appena, carezzandogli i capelli.
“Sssh, è tutto apposto.”
No. Perché non c’era più nulla, ora, che li univa.
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[I]ncontrollabile
Aveva corso più veloce che poteva, con le gambe più lunghe dall’ultima volta, il viso più adulto e gli occhi più pieni.
Aveva sentito un tuffo al cuore nel ritrovarsi in quella casa, lì dove erano i ricordi più preziosi.
Correva. Incontrollabile e sfrenato, sentiva il cuore scalpitare nel petto alla sua ricerca.
E lo trovò.
Seduto sotto ad un albero a pizzicare la chitarra, smettendo non appena lo vide.
Silenzio.
Lo raggiunse, lento, con gli occhi nascosti dalla frangia ramata.
“.. Rimani con me, ora?”
Poi quel sorriso solare, che era solito avere Antonio, mentre lui cadeva in ginocchio e lo abbracciava forte.
“Tutta la vita.”
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Note dell'Autrice.
Eccomi qua, approdata sulla mia prima raccolta di Drabble sulla mia Otp! <3
Non so come possa essere uscita, mi è venuta ieri l'ispirazione -cori di gioia e giubilo- e ho scritto d'istinto le prime cose che mi venivano.
Quiiindi, bon spero che piaccia :3
Rin *