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Autore: _Aras_    27/06/2013    5 recensioni
Oneshot partecipante alla "Slice of Life" Challenge di aeron.
Prompt: libro
Il primo incontro dei due protagonisti, Phoebe e Max: che succede quando un giovane uomo si ritrova a dover regalare un libro alla sorella, ma non ha la minima idea di quale scegliere?
« È un consiglio personale. »
« Oh, beh, in questo caso… Come posso rifiutare? » domandò, sorridendole.
« Ti serve altro? » continuò Phoebe, mentre si avvicinava alla scrivania per posare il libro.
Non era cieca: aveva notato con quanta attenzione l’avevano fissata quei begli occhi verdi e sperava con tutto il cuore di non essere arrossita sotto quello sguardo insistente. Ma lui era un cliente, per lo meno finché restava nella libreria, e quindi fuori dalla sua portata.
« No, solo questo » rispose lui, estraendo il portafoglio dalla tasca dei pantaloni.
« Ripensandoci, c’è una cosa che potresti fare per me »
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Di libri e di dolci - Phoebe&Max - Slice of life'
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Un libro per te Prompt: Libro
Titolo: Un libro per te
Autore: _Aras_
Fandom: Originale Romantico
Personaggi: Phoebe, Max
Genere: Romantico, Slice of life, Generale
Rating: Verde
Avvertimenti: /
Lunghezza: 775 parole
Eventuali note dell’autore: troverete dei riferimenti a "50 sfumature di grigio" di E.L.James, a "Twilight" di S.Meyer e a "The White Queen" di P. Gregory.
Voglio ribadire da subito che ciò che ho scritto in riferimento ai primi due libri è ironico, non voglio criticare o attaccare nessuno e spero che i fan di queste saghe non la prendano male.
Questa storia partecipa alla "Slice of Life" Challenge indetta da areon sul forum di Efp.


Un libro per te



Attirata dal suono dei passi provenire dall’ingresso della libreria, Phoebe alzò la testa dalla pila di libri che stava sistemando. Un ragazzo stava curiosando tra gli scaffali dedicati ai romanzi rosa: sicuramente cercava un regalo. Indecisa se raggiungerlo o continuare il suo lavoro, la ragazza si sporse per guardare se il suo capo era alla scrivania: no. Con un’ultima occhiata ai saggi ancora incellofanati di Hume e Kant, si avvicinò al cliente.

« Ciao, serve una mano? » domandò quando gli fu vicina.
Lui sussultò, colto alla sorpresa dalla sua voce, e si voltò a guardarla.
« Sì, mi farebbe davvero comodo un po’ d’aiuto » rispose, appoggiandosi a una mensola.
« Cosa cercavi? »
« È il compleanno di mia sorella e io sono in ritardo con il regalo. Pensavo a un libro, ma non ho idea di cosa possa piacerle. »
« Quanti anni compie? »
« Trenta. »
Phoebe annuì e si mise a osservare i ripiani.
Trent’anni… i romanzetti rosa erano esclusi, si rifiutava di consigliarli a chiunque avesse compiuto sedici anni. Anche quei racconti pseudostorici, che finivano per essere libri erotici, erano fuori discorso. Forse uno dei libri di Hosseini o di Coelho, ma era probabile che li avesse già letti data la loro fama.
« Forse questo? » chiese il ragazzo, prendendo in mano una copia di Cinquanta sfumature di grigio. « Non è quello di cui continuano a mandare la pubblicità in televisione? »
Phoebe lo fissò, incerta su cosa rispondergli. Doveva comportarsi da commessa e vendere quell’oscenità che avevano il coraggio di definire libro, o sfruttare l’assenza del suo capo e dissuaderlo dal comprarlo, come avrebbe fatto una persona onesta?
« Tua sorella è sposata o fidanzata? » domandò.
« Sì, è sposata. Ha anche una bambina, ma che c’entra questo? » replicò lui, scettico.
Lei prese gentilmente la cosa dalla sua mano e la ripose sullo scaffale.
« Allora non le serve. Se ha qualche fantasia erotica presumo che possa soddisfarla suo marito e che non le serva un libro, no? »
« Che razza di libro è? »
« Dovrebbe essere una storia d’amore con profondi risvolti psicologici, ma in realtà i due protagonisti hanno una relazione basata sul sadomaso, lo stile sembra quello di una tredicenne alle prime armi ed è ispirato alla saga di Twilight, quella con i vampiri luccicanti. »
Lui sorrise al suo commento e la osservò con uno sguardo curioso, prima di chiedere: « Tu l’hai letto? »
Phoebe si appoggiò al tavolino dietro di lei, studiando il ragazzo. « Perché t’interessa? »
« Sembri conoscerlo bene » disse.
« Ho letto il primo, per tentare di capire cos’avesse di speciale; ma non sono masochista, non ce l’ho fatta a continuare » spiegò. Poi il suo sguardo si posò su uno dei suoi libri preferiti, a cui era riservato solo un angolino dello scaffale, data la poca notorietà di cui disponeva. Lo afferrò, mostrandoglielo.
«Questo è uno dei libri più belli che tua sorella possa mai leggere. »
« The White Queen » lesse lui. «Cos’è? »
« È un romanzo storico, ma è anche romantico e con un pizzico di magia. Parla della Guerra delle Due Rose, prima dell’inizio dell’epoca Tudor. In realtà è solo l’inizio di una saga e non bisogna necessariamente seguire l’ordine di pubblicazione, ma questo è il mio preferito. È un consiglio personale. »
« Oh, beh, in questo caso… Come posso rifiutare? » domandò, sorridendole.
« Ti serve altro? » continuò Phoebe, mentre si avvicinava alla scrivania per posare il libro.
Non era cieca: aveva notato con quanta attenzione l’avevano fissata quei begli occhi verdi e sperava con tutto il cuore di non essere arrossita sotto quello sguardo insistente. Ma lui era un cliente, per lo meno finché restava nella libreria, e quindi fuori dalla sua portata.
« No, solo questo » rispose lui, estraendo il portafoglio dalla tasca dei pantaloni.
« Ripensandoci, c’è una cosa che potresti fare per me » affermò dopo aver pagato, mentre Phoebe era già intenta a incartare il libro.
« Cosa? » domandò, alzando lo sguardo su di lui.
« Come ti chiami? »
« Phoebe, perché? » chiese, porgendogli il pacchetto.
« Phoebe: bel nome » commentò.  « Io sono Max. Chiamami » disse, mentre posava un bigliettino da visita sul bancone. « Ti offrirò un caffè, per ringraziarti dell’aiuto. O una torta. O qualsiasi altra cosa. »
Le sorrise di nuovo, ammiccando, poi prese il libro e con un « Ciao » uscì dal locale prima che lei avesse il tempo di replicare.
Phoebe voltò il bigliettino: il suo nome era Max Hunt. Era un pasticciere.


   
 
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