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Autore: LucyCherie    27/06/2013    2 recensioni
I pensieri di Severus dopo la morte di Lily e James. Il suo rimuginare e le sagge parole di Silente lo porteranno a riflettere molto sul suo futuro e alla fine prenderà un'importante decisione. Un Piton distrutto dal dolore può trovare la felicità? Può un ex-Mangiamorte regalare la felicità a qualcuno?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Ancora un sorriso


Aveva giurato che non avrebbe sorriso mai più. Non gli importava nulla di sorridere ancora: lei non avrebbe mai più potuto vedere il suo sorriso.
“Io non merito la felicità” pensava “Ho ucciso la donna che amavo e perché? Perché sono un mostro ecco perché! Potevano morire tante altre persone e non mi sarebbe dispiaciuto… Questo perché sono un mostro! Non mi riconosco più! Perché sono diventato così? Prima non avrei mai fatto del male a nessuno… Perché avrei dovuto volere il male di qualcuno? Ma certo, io odiavo James Potter! Quel maiale mi ha rovinato la vita, mi ha sempre umiliato e mi ha portato via l’unica cosa che dava un senso alla mia vita! Certo che volevo il suo male… Però dire di volere la morte di qualcuno non causa rimorso, ma quando causi la morte di qualcuno è tutto un altro paio di maniche… Non avrei mai voluto rendere un bambino orfano… Non avrei augurato a nessuno un’infanzia senza amore come la mia, nemmeno al figlio di Potter”.
Rimuginava e rimuginava Severus Piton, accolto da mille tormenti.
Aveva deciso che non avrebbe più causato dolore alle persone, ora sapeva cosa voleva dire perdere qualcuno che si ama e avrebbe lottato perché questo non capitasse più a nessuno, se poteva evitarlo.
“Nel cuore porto il tormento delle anime che ho condannato. Nella mente porto i loro volti inorriditi alla vista della morte. Nelle mie pupille nere ci sono i loro sguardi vuoti. Nelle mie orecchie sento ancora le loro grida di dolore. Sulle labbra sottili e fredde come una lama d’acciaio la mia vigliaccheria. Nel profondo dell’anima sento già la flagellazione e la dannazione” continuava a ripetersi.
-Non lo volevo, ho fatto tutto il possibile per proteggerli. Ho detto solo poche parole e ho causato tutto ciò. Mi dispiace Lily… Mi dispiace James…- disse Piton con una voce profonda e lugubre.
-Hai fatto tutto quello che hai potuto. Smettila di rimuginare, Severus!
Sei solo un ragazzo, hai poco più di vent’anni. Per quanto intelligente non puoi ancora avere il senno di un uomo. Chiunque al tuo posto, nei tuoi panni, con quello che hai passato avrebbe potuto cadere nello stesso errore. Nulla è perduto, puoi ancora redimerti. Puoi continuare a vivere, puoi fare del bene. Nessuno più di te potrebbe essere capace di amare. Tu sai cos’è il dolore e non lo infliggeresti a nessuno- disse Silente posandogli una mano sulla spalla rassicurante.
Piton si allontanò, Silente sospirò e riprese a parlare: -Sai il figlio di Lily e James è ancora vivo-.
-Sì, Harry si chiama, Harry Potter- disse Severus piano e guardando fuori dalla finestra, verso il cielo.
-Ho condannato anche lui… Cosa posso fare Silente?- chiese disperato girandosi verso il più anziano e questi giurò di aver visto gli occhi del giovane mago di fronte a lui illuminati di una luce che non aveva mai visto.
“Severus è buono” lo aveva capito. L’errore era anche suo che non l’aveva mai protetto. Era il preside e, pur sapendo ciò che stava vivendo, non aveva mosso una mano per aiutarlo. Voleva troppo bene a quei Malandrini che gli ricordavano tanto la sua gioventù.
Il preside si riscosse dai suoi pensieri e gli rispose: -Proteggilo! Sarai la sua ombra! Lo aiuterai, lo incoraggerai e gli insegnerai tutto quello che sai!-.
Severus si fece avanti con orgoglio e disse: -Farò ben più di questo! Harry sarà sempre sotto la mia ala protettiva, non permetterò che nessuno gli torca un capello! Se gli servirà conforto, qualcuno con cui possa parlare liberamente e che lo capisca, se avrà bisogno di cure e di amore, io ci sarò. Solo per lui, io ci sarò. Questa è la mia vita. È il mio destino, Albus-.
Silente aveva le lacrime agli occhi e sussurrò: -Va bene, Severus. Sei un uomo buono. Hai lottato con tutto te stesso per tenere i Potter al sicuro e quindi ricordati che non sei stato tu a ucciderli, ma Voldemort. E adesso vai, c’è un bambino solo e in lacrime che prega solo di essere salvato-.
Piton uscì dall’ufficio del preside, percorse i corridoi di Hogwarts e tutto il cortile, fino ad arrivare ai cancelli della scuola dove si smaterializzò.
Arrivò al n°4 di Privet Drive, il quartiere dove viveva Lily da bambina e dove ora abitava la sorella Petunia col marito Vernon Dursley e il figlio di cui non si ricordava il nome.
Entrò in un giardinetto ben curato adornato di vari fiori: ortensie, begonie, ciclamini, lavanda e dei candidi gigli. Alla vista di questi ultimi fiori una lacrima gli rigò una guancia e lui non tentò di fermarla.
Suonò al campanello e una donna bionda dal viso cavallino gli venne ad aprire e, riconoscendolo, lo guardò inorridita.
Severus sospirò e disse: -Rilassati, Petunia. Sono qui solo per portare via Harry Potter, vivrà con me-.
Lei non dette segno di aver capito per un paio di minuti, ma alla fine si spostò e lo fece entrare in casa dicendo: -Ma certo, portati via quella piccola peste. Non è altro che un mostro!-.
Il mago si girò e la guardò con disprezzo, le si avvicino e disse con un voce capace di farti rabbrividire di paura: -Non ti azzardare a chiamarlo mostro. È un bambino bellissimo e se gli avete fatto del male, non sarò padrone delle mie azioni-.
Petunia allora lo condusse in salotto e gli disse di aspettare lì mentre lei andava a scambiare due parole col marito.
Piton intanto camminava avanti e indietro nervosamente, finché non sentì dei vagiti provenire dal ripostiglio sotto le scale. Aprì la porta e vide in una culla, un bellissimo bambino con i capelli neri, le guance paffute e due luminosi occhi verdi.
-Harry…- disse, il bambino smise di piangere e lo guardò con interesse. Severus si avvicinò per guardarlo meglio e il bambino tese le braccine verso di lui e con una mano gli prese una ciocca di capelli neri e iniziò a giocarci.
Il mago non mantenne fede alla sua promessa e sorrise: un vero sorriso che gli illuminava tutto il volto.
Lo prese in braccio e, senza voltarsi indietro, lo portò via da quella casa e s’incamminò. Finalmente era sulla via giusta per la felicità. Era felice perché poteva regalare a qualcuno la felicità con un solo sguardo. Ogni volta che sorrideva, Harry gli sorrideva di rimando. Ancora un sorriso, al mondo, poteva donarlo.


*angolo autrice:
Ok, so che è da molto che non pubblico nulla. Direi che ho avuto un blocco, ma questa storia continuava a chiamarmi... Diceva proprio: "Scrivimi, scrivimi!".
Non c'era un'idea precisa, c'era solo il titolo. Pochi giorni fa ho avuto una discussione pacifica riguardo al personaggio di Severus Piton che io AMO. Dicevano che difendo Piton solo perché è il mio personaggio preferito di Harry Potter, ma non è così. Con questa storia spero di spiegare meglio le mie ragioni di quanto ne sarei capace a parole.
Grazie a tutti voi lettori, sileziosi e non!!!
LucyCherie
  
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