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Autore: wordsaredeadlythings    27/06/2013    3 recensioni
Era tutto così vuoto, silenzioso.
Quando spalancò gli occhi, fu come ritrovarsi in un sogno. C’erano macchie di colore ovunque; era come essere immersi in un mare composto di arcobaleni, come sorvolare un cielo intessuto di colori esplosivi. Erano così brillanti che facevano quasi male, ed ebbe la tentazione di piangere.
Si guardò intorno, nuda ma senza vergogna, senza bisogno di coprirsi, e realizzò che era quello. Quello era il posto dove si andava dopo la morte. Era quello il luogo dove avrebbe trascorso l’eternità. Lei, anima eterna. Senza più sofferenze. Senza nient’altro che pace.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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“A falling star fell from your heart and landed in my eyes
I screamed aloud, as it tore through them, and now it’s left me blind.”

 
 
 
 
Era tutto così vuoto, silenzioso.
Quando spalancò gli occhi, fu come ritrovarsi in un sogno. C’erano macchie di colore ovunque; era come essere immersi in un mare composto di arcobaleni, come sorvolare un cielo intessuto di colori esplosivi. Erano così brillanti che facevano quasi male, ed ebbe la tentazione di piangere.
Si guardò intorno, nuda ma senza vergogna, senza bisogno di coprirsi, e realizzò che era quello. Quello era il posto dove si andava dopo la morte. Era quello il luogo dove avrebbe trascorso l’eternità. Lei, anima eterna. Senza più sofferenze. Senza nient’altro che pace.
Vide una figura emergere da quel tessuto composto di arcobaleni sottili, ed avvicinarsi a lei, silenziosa e leggera come l’aria primaverile. Non aveva lineamenti precisi, né una forma. Sul momento non riuscì a capire nemmeno il suo sesso, né se fosse un uomo o un animale: riusciva a vedere solo i suoi grandi, enormi occhi verdi.
In quei due occhi, scorse l’infinito, e tutte le risposte che non aveva mai conosciuto nella vita appena trascorsa. Una vita troppo breve, che aveva scelto di tranciare troppo presto. Ma quel ricordo non le diede dolore, solo un certo senso di vertigine. Era morta. Morta per davvero. Come aveva sognato per mesi e mesi. E si sentiva in perfetta armonia con quel luogo arcobaleno, con l’universo, con la figura che ora galleggiava davanti a lei, osservandola con aria dolce e austera al tempo stesso.
“Non è questo il luogo dove riposerai.” affermò una voce, all’interno della sua mente, e la ragazza osservò la figura in silenzio. “Verrai trasportata nel luogo designato solo quando avrai fatto ciò che devi.”
« Cosa devo fare? » domandò la ragazza, con voce cristallina, più dolce e leggera del solito, senza la minima imperfezione.
“Dovrai vegliare su una persona.” affermò la figura “Sarai ciò che gli umani chiamano ‘angelo custode’.”
« A-Angelo custode? » balbettò lei, confusa « Io non… non voglio tornare lì. Non voglio lasciare questo luogo. Non… non è il mio posto, quello. »
“Ogni anima giunta in questo luogo con troppo anticipo è costretta a vegliare sull’anima di un vivente. E’ la legge. Non puoi opporti. Nessuno può.”
« E chi lo stabilisce? » scattò subito lei, stringendo i denti. Ma non era veramente arrabbiata: era solo la proiezione di un sentimento che aveva scelto di abbandonare morendo. I sentimenti erano per i vivi, non per lei. Non per i morti.
Un altro capogiro, quel senso di vertigine. Non ci aveva ancora fatto l’abitudine.
“Nessuno. Semplicemente, è sempre stato così, fin dall’alba dei tempi.” affermò la figura, e la ragazza vide un guizzo di luce scintillare in quei grandi globi verdi che erano i suoi occhi “Ci sono cose che non ti sono date sapere, mia cara.”
« Dopo potrò... potrò tornare qui? » domandò lei, scuotendo appena la testa per scacciare quel nauseante senso di vertigine, unica emozione spiacevole che gli era ancora concessa. Sentiva, nel suo cuore, che dopo aver attraversato quel mare di arcobaleni non avrebbe più sentito niente oltre la pace, la tranquillità, quella placida sensazione che assomigliava così tanto alla felicità da farla sorridere.
“Ovviamente. Dopo potrai tranquillamente andare in un altro luogo.”
« Il paradiso? »
“Voi umani lo chiamate così?” domandò la figura, seriamente colpita “Credete davvero che ci sia una differenza tra anime? Che esistano buoni e cattivi? Pensate che esista solo una natura dell’essere umano? Ne siete veramente convinti?” se avesse avuto una testa, probabilmente in quel momento l’avrebbe scossa con fare bonario, come una madre che coglie il figlio nell’atto di fare una cosa che non doveva per l’ennesima volta. “Che strani esseri siete. E’ un pensiero così sciocco.”
« Allora dove? »
“Nel luogo che hai sempre sognato di vedere. E’ lì che vanno tutti.”
« Deve essere un posto stupendo »
“Lo è.”
« E credi che… che me lo meriti? »
“Tutti meritano di essere felici. Senza distinzioni.”
Fu in quel momento che si mise a piangere. Ma non erano come le lacrime che aveva versato in vita: erano come fatte di aria, di acqua, di arcobaleni. Passò l’indice della mano destra sotto l’occhio, per poi osservarlo in silenzio.
Erano dorate, e brillanti. Come se fossero composte di stelle cadenti.
« Cosa sei? »
“Ci sono cose che non ti è dato sapere.” ripeté la figura, e la ragazza fu quasi sicura che, se avesse avuto delle labbra, sarebbero state piegate in un sorriso dolce e leggero. Un sorriso da madre.
Socchiuse gli occhi e, in silenzio, si sistemò in posizione fetale, prendendo un respiro profondo.
Ed esplose di colori.





Non so nemmeno come catalogare questa cosa. Ero indecisa anche su dove postarla, di preciso, ma per fortuna c'è la categoria Generale che mi aiuta tanto.
Comunque, non so perché l'ho scritta, ma spero che vi piaccia. Io non sono tanto convinta del contenuto, per ora. Non è da me scrivere cose così... spirituali, se così si può definire. Ma sono fermamente convinta che esista una vita dopo la morte, e questo è il mio prototipo di vita oltre la morte.
Non lo so. Non so nemmeno che dire.
Tematiche delicate è per il suicidio. Non saranno descritte scene di suicidio in modo esplicito, ma
questa tematica verrà sfiorata in modo particolare.
Di sicuro farà schifo al mondo. Bah.
Comunque, questa la dedico a Giulia perché appena è finita ho pensato subito a lei, e anche perché la canzone grazie alla quale è uscita fuori questa cosa (ovvero Cosmic Love dei Florence & The Machine) è una delle sue preferite. Un bacione Julien :*
Okay, mi eclisso!
xoxo
_Cris

   
 
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