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Autore: applestark    28/06/2013    1 recensioni
Baltimora,2005.
Jack e Sally si incontrano per caso a un concerto dei Blink 182 e da subito sono attratti l'uno dall'altra.
New York, 2009.
Sono passati quattro anni e Jack è diventato ormai famoso con la sua band, gli All time low. Sally partecipa a un loro concerto e proprio lì si rincontrano.
Baltimora, 2013.
Riusciranno Jack e Sally ad ammettere i sentimenti che provano l'uno per l'altra, oppure resteranno sempre sospesi tra amicizia e amore?
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1                                                                                                      "We can live like
                                                                                                               Jack and Sally if we want."

                                                                                                            
                                                                                                                                            (Blink 182, "I miss you")
                      

Sally   
    
                                                                                                                  2005


-Stasera ti passo a prendere, Sally! Dobbiamo festeggiare la fine di questo dannatissimo liceo, okay?-
Queste furono le parole della mia migliore amica , gridate mentre sfrecciavamo veloci per le strade di Baltimora sul suo scooter malandato.
-Amanda, dimentichi che io ho un anno in meno- risposi, strillandole all’orecchio per far prevalere la mai voce sul vento.
-Giusto, va bene, scialla Sally, scialla. Stasera andiamo al concerto dei Blink 182 con il mio nuovo ragazzo-
Inarcai un sopracciglio in una strana espressione, fortuna che Amanda non mi vide.
-Uno nuovo?-
-Si, si chiama Jack Barakat e gioca a fare la rock star con i suoi tre amichetti, mi pare si chiamino All time low-
-Figo-
-Come tutti i tipi con cui me la spasso io, insomma.-
-Mi sembra ovvio- risposi in tono ironico.
Cavolo, beata lei, Amanda. Sempre con uno diverso…mentre io, io non avevo nemmeno ancora dato il mio primo bacio.
Non parlai per il resto del viaggio verso casa, in periferia.
Quando finalmente scesi da quella specie di rottame salutai Amanda con un cenno della mano.
-Ti passo a prendere alle nove, non metterti quegli orribili maglioncini con le renne-
-Certo…- sospirai, deglutendo e tirando giù anche quell’ennesima sua offesa riguardo al mio modo di vestire.
Cosa c’era di male nelle renne? O nei cagnolini? O nei quadrettoni?
Entrai in casa sbattendo la porta e salii al piano di sopra alla ricerca di qualche vestito decente.
 
Alle nove circa ero seduta sul davanzale della mia piccola camera da letto con addosso un paio di jeans attillati blu scuro, una camicia in jeans e un paio di scarpe da ginnastica malandate.
Non sapevo cos’altro aggiungere per essere carina almeno quanto Amanda, infondo dovevamo andare a un concerto.. il concerto di una band che nemmeno conoscevo! Ma che però sembrava interessante, dai racconti di Amanda.
Sgattaiolai in bagno e frugai tra i trucchi di mia madre e presi una matita nera, la osservai a lungo , la maneggiai e poi presi a farmi una linea leggera sull’occhio destro, per vedere se mi donava.
“Wow” dissi a me stessa, facendo  una strana smorfia, l’occhio sembrava molto diverso, il nocciola dell’iride ora sembrava marrone scuro, però sembravo più grande, e magari quel look mi avrebbe aiutata a trovare un ragazzo.
Feci la stessa operazione anche all’altro occhio e poi passai al mascara, che pennellai sulle ciglia prima che Amanda mi chiamasse a gran voce dal piano di sotto.
-Arrivo arrivo- mi lamentai, presi la tracolla dalla mia camera e scesi all’entrata, dove trovai Amanda scambiare qualche chiacchiera con mia madre, che fumava una sigaretta in veranda.
-Noi andiamo- dissi, avvicinandomi alla mia amica e trascinandola fuori con me.
-Ehm che te ne pare?- balbettai, indicandomi.
-Insomma…meglio del solito-
Amanda sorrise con sufficienza ed io feci lo stesso. Lei ovviamente era molto carina, indossava una minigonna nera, un top che le metteva in risalto le tette enormi, i capelli erano ricci e vaporosi, al contrario dei miei che invece erano spaghetti.
-Sali in macchina, andiamo con il mio ragazzo-
-Okay, aspetta…com’è che si chiamava?-
-Jack- rispose, io aprii lo sportello e mi gettai in auto, curiosa di conoscere il nuovo tipo di Amanda.
 
Quel Jack, Barakat mi pare, non aveva chiuso bocca nemmeno un attimo durante il viaggio per giungere al centro di Baltimora, dove avrebbe preso luogo il concerto dei Blink.
La maggior parte delle sue parole erano volgari, o stupide, o idiote…eppure mi faceva ridere, e tanto.
I suoi capelli andavano in  direzioni strane, le sue sopracciglia erano scurissime e gli occhi sembravano quelli di un cerbiatto.
Aveva sorriso quando gli avevo detto il mio nome, e il suo non era stato un sorriso stupido, mi chiedevo come mai.
Lui ed Amanda sembravano abbastanza affiatati, o almeno, in quel senso.
In quel dannato viaggio mi ero sentita di troppo una decina di volte, ma avevo cercato di non farci troppo caso.
Una volta arrivati a destinazione scendemmo tutti dall’auto e Amanda mi si avvicinò per sistemarmi la camicetta di jeans e sbottonarmi qualche bottoncino, prontamente lo sguardo di Jack si era posato su di me ed io ero arrossita…
-Oh! Dimenticavo, Jack ti presento Sally, la mia migliore amica- disse Amanda, sorridendo ad entrambi.
-Piacere di conoscerti Sally, sbaglio o già ti ho chiesto il nome? Beh, io direi di andare comunque, non vorrei perdermi l’inizio dello spettacolo…-
Disse il ragazzo, quasi come se intendesse dire un’altra cosa, non so, aveva utilizzato un tono sospetto.
Prontamente Amanda gli si era appiccicata al braccio ed io li avevo seguiti, in silenzio.
 
 
ALL THE SMALL THINGS, TRUE CARE TRUTH BRINGS…
 
Una folla che non avevo mai visto prima canta e urlava quella canzone, che sembrava così diversa da quando l’ascoltavo nel mio mp3.
Adesso tutto era più reale, più vero, gente che saltava, che fumava, che si ubriacava, che si sbaciucchiava con estranei… insomma, un vero e proprio spettacolo per me che non avevo mai visto niente di genere.
Alla mia destra Amanda stringeva tra le mani l’ennesima bottiglia di birra, che si era scolata da sola come se fosse succo di frutta.
In quel momento capii a cosa si riferiva quando mi raccontava delle sue “sere pazze”, e quasi fui spaventata da quel comportamento.
Alla mia sinistra, invece, Jack saltava e cantava urlandomi in un timpano, imitando di tanto in tanto il verso della chitarra con la sua voce.
-Tesoro, ti stai divertendo?- mi gridò Amanda, passandomi una bottiglietta di birra, facendomi cenno di bere.
Non avevo mai provato alcolici prima, chiusi gli occhi e sulle prime note di What’s my age again ne bevvi un lungo sorso, sentendo immediatamente la gola diventarmi di fuoco.
-Ti piace? Tienila!-
Annuii appena, giusto il tempo di berne un altro po’, e Amanda era in un angolo a sbaciucchiarsi con un ragazzo alto e muscoloso, capelli biondi e t-shirt bianca in stile bagnino.
Non era Jack… Mi voltai verso di lui confusa e lo trovai che ancora saltellava, leggermente su di giri anche lui.
Era davvero complicato per me capire i miei coetanei, ero talmente diversa da loro…talmente lontana, forse sbagliata.
 
-Amanda è…è con un altro- avevo detto a Jack, quando mi aveva chiesto che fine avesse fatto la mia amica.
-Oh beh, me l’aspettavo- aveva semplicemente risposto, poi aveva lanciato la bottiglietta di birra a terra e gli era finito del vetro nella mano.
Il sangue mi faceva impressione, di solito svenivo quando ne vedevo anche solo una goccia, eppure in quel preciso istante, mentre io sbiancavo e iniziavo a sudare freddo, Jack mi guardava con gli occhi da cucciolo spaventato e i Blink attaccavano con I miss you.
-Io… a me il sangue fa schifo- balbettai, ricambiando il suo sguardo perduto.
-Cosa?- aveva detto, non si sentiva quasi niente con tutto quel fracasso e la splendida canzone di sottofondo.
-Lascia stare- dissi quasi a me stessa, poi presi a frugare nella mia borsa e gli passai dei fazzoletti di carta per tamponare sulla ferita che si era fatto al centro del palmo.
Mi guardò grato, attirando la mia attenzione quando Mark cantò “We can live like Jack and Sally if we want”.
Aprii la bocca come per dire qualcosa, ecco come mai mi aveva sorriso quando mi ero presentata!
Voleva farmi notare la sincronia dei nostri nomi... mi limitai a sorridergli e trovai un cerotto proprio tra le mille cose che mi portavo sempre dietro per paura che potesse succedere qualcosa, glielo mostrai e lui per la felicità mi abbracciò sollevandomi da terra.
-Dammi la mano- gli dissi, lui mi mise di nuovo a terra e gli applicai il cerotto sulla ferita abbastanza profonda che si era procurato.
-Ti brucia?- chiesi preoccupata.
-No, va tutto bene- mi aveva risposto, stringendomi da dietro e facendomi cenno di ascoltare la canzone.
Non ero mai stata a distanza così ravvicinata ad un ragazzo.
In quel momento il cuore prese a tamburellarmi nel petto per la gioia, Amanda si stava ancora succhiando la faccia con quello sconosciuto nell’angolo, ubriaca da paura.
Invece io ero con il suo ragazzo Jack, mi stava stringendo, aveva posato la testa sulla mia spalla e sembrava una specie di orso bruno, dolce da morire.
 
Era circa mezzanotte quando il concerto si concluse, la folla iniziò ad uscire fuori dall’enorme spaziale dove si era tenuto il tutto, la maggior parte dei ragazzi erano ubriachi e Amanda era entrata in auto con la comitiva di quel ragazzo, lasciandomi lì impalata con l’enorme paura di non sapere come tornare a casa.
-Quella è una stronza- aveva esclamai Jack quando gli avevo detto di essere seriamente spaventata.
Ero una ragazza troppo ansiosa, troppo ingenua.
-Lei è…è particolare è…-
-Stronza. Tranquilla comunque, non ho bevuto apposta. So com’è fatta Amanda, ti accompagno io a casa-
-Te ne sarei grata- sussurrai, abbassando lo sguardo sulle mie scarpe malandate.
-Sally, si tratta di un passaggio, niente di che-
Mi sorrise, ed io pensai in cuor mio che quel sorriso avrebbe avuto la forza di illuminare l’intera città * .
-E va bene, grazie mille allora-
Jack scrollò le spalle e mi  tenne la mano per tutto il tragitto verso la sua auto, parcheggiata molto lontano da lì.
 
 
-Amanda mi ha detto che hai una band- esclamai non appena fui entrata in macchina, seduta accanto a lui nei sedili anteriori.
-Si, siamo gli All time low e abbiamo avuto un contratto con una casa discografica-
Sgranai gli occhi. –Sul serio?-
-Serissimo! Siamo quattro e spacchiamo tutto, fidati- disse strizzandomi l’occhio , come per fare colpo su di me.
Forse non sapeva che “colpo” l’aveva già fatto quando mi aveva sorriso, durante il concerto.
O meglio, quando mi aveva fatto notare il legame tra i nostri due nomi.
-Figo, allora un giorno verrò a un vostro concerto-
-Ti riserverò un posto in prima fila, Sally-
-Grazie, Jack-
Restammo in silenzio per una manciata di minuti, io avevo lo sguardo fisso sul finestrino, il sonno iniziava a farsi sentire, considerando che non ero solita avere quel tipo di orario.
La mano di Jack invece sembrava non poter stare ferma sul volante, visto che ogni tanto sentivo le sue dita solleticarmi la gamba.
Io non proferivo parola, mi limitavo solo a sorridere perché infondo non mi infastidiva per niente.
Improvvisamente Jack cambiò rotta, accostando alla prima stradina buia e isolata.
Un colpo al cuore mi fece sobbalzare, che cosa voleva fare?
Migliaia di brutti pensieri mi affollarono la mente… ma perché mi ero fidata di uno sconosciuto?
Ora mi avrebbe uccisa, trucidata, violentata…
Immaginai già mia madre piangere sulla tomba, Amanda fare il suo discorso falso al funerale…
La macchina fu ferma, Jack si tolse la cintura di sicurezza ed io mi ritrovai rannicchiata su me stessa ad occhi chiusi…
-Sally?- chiese, ridacchiando.
-Nonfarmidelmale- sussurrai a denti stretti, seriamente spaventata.
- Piccola… oddio, sei così tenera!-
Mi voltai verso di lui e lo guardai negli occhi, ancora con il terrore negli occhi.
-Io…-
-Quando , baciare una persona, è stata una cosa brutta?-
“Vuole baciarmi?” pensai, ma non ebbi il tempo di replicare perché la sua mano si era già fatta strada lungo la mia schiena, si era fermata poco sopra il mio sedere e le sue labbra erano sulle mie.
“Oddio” pensai “Il mio primo bacio…”
Lasciai che premesse la sua bocca sulla mia e ricambiai insicura quel bacio che fu il più bello della mia vita.
Il più ingenuo, il più dolce, il più inaspettato.
Non ricordo nient’altro di quella sera, perché dopo il bacio mi addormentai, crollando nel sonno più profondo.
So solo che al mattino ero nel mio letto, rannicchiata sotto le coperte con ancora le scarpe ai piedi.
Era stato forse un sogno quello?
Ebbi la certezza che fu tutto reale solo perché a Jack doveva essere sfuggito un foglietto dalla tasca, su cui era scritto a caratteri cubitali “Jack will conquer the world”.
Strinsi tra le mani quel bigliettino e tornai a dormire, speranzosa di sognare ancora… di lui , perché una cosa era sicura: Jack forse non avrebbe conquistato il mondo, ma il mio mondo… quello già gli apparteneva.
  
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