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Autore: LADY ROSIEL    28/06/2013    3 recensioni
In un vorticoso oceano notturno, i miei pensieri affogano fra le acque torbide dei miei più reconditi incubi. La Luna, silenziosa guardiana si tinge d’oscurità e la notte incatena quel luminoso manto stellato in cupa inquietudine.
Quante volte mi sono smarrita in questa notte buia?
Il futuro, dapprima incerto e sfocato, ora giace a terra, frantumato come i cocci di uno specchio.
Arrampicanti tenebre, laceranti come le spine di un’avvenente rosa, tintasi antracite, afferrate le mie mani, imprigionatele nel dolore e donatemi il sonno eterno…
La tristezza senza fine ha rapito il mio cuore da così tanto tempo che nemmeno ricordo più cosa significhi credere in qualcosa che non sia solo fantasia. Affezionarsi alle persone, dedicarsi ad esse, amandole profondamente [...]
Sono qui, proprio davanti a te, in ogni dove.
Sono qui, proprio davanti a te, in nessun luogo.
Genere: Dark, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: Tematiche delicate
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eunhae become strangers+++

AUTRICE TIME:
Per questa breve one-shot mi sono ispirata alla melodia una canzone degli Evanescence 「everywhere and nowhere」
Le parole del testo della canzone trattano di una relazione d'amore contrastata e sono totalmente diverse da questo mio scritto.


In un vorticoso oceano notturno, i miei pensieri affogano fra le acque torbide dei miei più reconditi incubi. La Luna, silenziosa guardiana si tinge d’oscurità e la notte incatena quel luminoso manto stellato in cupa inquietudine.
Le emozioni e i sentimenti si rincorrono nei viluppi della mente, ricreando paesaggi lugubri e tristi, l’anima solitaria e spaurita vacilla tremante, e pregna d’oscurità avanza lentamente, come sospinta da un leggero venticello alle sue spalle.


Quante volte mi sono ritrovata a percorrere questo stesso sentiero?
Quante volte mi sono smarrita in questa notte buia?

Sentimenti perduti, paure incontrollate e demoni del passato prendono vita in un susseguirsi di vicoli ciechi simili ai sentieri di dedali impetuosi.
Perché continuo a ricadere in questo stupido tranello?
Non voglio affrontare ancora una volta questo dolore.

La paura mi attanaglia il cuore, mozzandomi il respiro.

I volti felici, la gioia crescente, il sole accecante…
Mere illusioni di una bimba che ancora desidera credere ai sogni.
La voglia di poter credere in un domani dai contorni luminescenti è solo una fantasia per poter accettare il dolore del presente.

Quel raggiante prato fiorito è solo un paesaggio sbiadito nel tempo, perduto fra i ricordi di fanciulla. Quei colori così intensi e vivaci che rasserenano i cuori delle persone, sono solo un’immagine distorta, ricreata dalla mente e l’ipocrisia che nasconde al suo interno è così intensa che nelle notti senza stelle, riesco a scovare la verità assoluta.
Quella verità che mai vorresti far scorgere ai tuoi occhi.

La tristezza senza fine ha rapito il mio cuore da così tanto tempo che nemmeno ricordo più cosa significhi credere in qualcosa che non sia solo fantasia. 
Affezionarsi alle persone, dedicarsi ad esse, amandole profondamente non è altro che la ricerca di una sola misera ragione per continuare ad avanzare in queste notti tinteggiate dalle tenebre. Eppure, al contempo, sono proprio quelle stesse persone che ci feriscono più di ogni altra cosa al mondo, rendendo meno, persino, il nostro attaccamento alla vita.

Mi ero ripromessa così tante volte di non ricadere più nello stesso tranello.
Non volevo più amare nessuno.
E nessuno avrebbe mai più dovuto affezionarsi a me.
Eppure, ancora una volta, travolta dalle emozioni, ho ripercorso quello stesso sentiero.
E come la stupida che sono, mi sono lasciata amare da quelle mani ricolme d’oscurità.

Ferita, stordita e amareggiata, continuo ad avanzare nei boschi deserti annientati dall’odio. Dal quel mio stesso odio che come uno tsunami travolge ogni cosa, proiettando solo distruzione.
Nemmeno i pastelli e i pennelli possono più sovrastare questo oblio così opprimente.
I colori perduti, svaniti come in una foto d’epoca, non possono più tornare a splendere.

Il sorriso sulle mie labbra non sarà mai più lo stesso.

Il futuro, dapprima incerto e sfocato, ora giace a terra, frantumato come i cocci di uno specchio.
Certo, con un po’ di pazienza, forse anche quegli innumerevoli cocci potrebbero essere riassemblati. Ma non è il collante a mancarmi, ma bensì la giusta motivazione per privarmi di quel mio prezioso tempo.
Forse, se continuo a vivere nel presente, anche se giaccio ai piedi di qualcun altro, posso continuare a sperare nell’avvento di un sottile raggio di sole.
Anche se la gente non mi nota, anche se mi calpesta, anche se il mio cuore martoriato fatica  a respirare, pregando al cielo, forse riesco a vedere per l’ultima volta lo splendere della Luna di mezzanotte.

Se ogni via mi è preclusa, se ogni parola è grave come una coltellata al petto, non posso sperare di scorgere null’altro oltre ad una buia giornata, consumata dalla freddezza di un amore dilaniato dalla vita.
Da una vita che, giorno dopo giorno, ti toglie la gioia di poterla vivere.

 Arrampicanti tenebre, laceranti come le spine di un’avvenente rosa, tintasi antracite, afferrate le mie mani, imprigionatele nel dolore e donatemi il sonno eterno.
Era questa la preghiera inascoltata che ogni notte echeggiava nella mia mente.
Quelle parole, per quanto desideri cancellarle con forza, alzando la testa e imparando nuovamente a sorridere, continuano a scavare profonde voragini nel mio cuore.

Non posso ricercare l’approvazione di chi mi sta accanto, se è la fiducia in me stessa a mancarmi.
Non posso dipingere il paesaggio che scorgo, se l’oscurità mi priva della mia stessa vista.
Non posso abbandonarmi ai sentimenti d’amore se nessuno prima cura il mio cuore ustionato.

Rifuggo silente nei cortili del cuore, lontano da sguardi indiscreti, privandomi dei sogni, delle speranze e della voglia di poter ancora correre fra quei grandi prati in fiore.
Travolta dall’oscurità, smarrisco persino l’unico sentiero che i miei occhi ancora scorgevano.

Sorrido amaramente, forse quasi ghigno, sin dall’inizio sapevo quale sarebbe stata la fine:
Nessuno avrebbe afferrato la mia mano tesa nell’ombra.

Cammino a piccoli passi nelle fredde sabbie di un deserto ai confini dell’universo.
Sono qui, proprio davanti a te, in ogni dove.
Sono qui, proprio davanti a te, in nessun luogo.

Semplicemente mi lascio vincere, ancora una volta, dall’amara pigrizia di una vita vissuta per metà.

 

   
 
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