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Autore: applestark    28/06/2013    0 recensioni
Baltimora,2005.
Jack e Sally si incontrano per caso a un concerto dei Blink 182 e da subito sono attratti l'uno dall'altra.
New York, 2009.
Sono passati quattro anni e Jack è diventato ormai famoso con la sua band, gli All time low. Sally partecipa a un loro concerto e proprio lì si rincontrano.
Baltimora, 2013.
Riusciranno Jack e Sally ad ammettere i sentimenti che provano l'uno per l'altra, oppure resteranno sempre sospesi tra amicizia e amore?
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3
                                                                                                                     "You said just friends and no strings
                                                                                                                but that leaves loose ends for old flings
                                                                                                                 get back to old days and old flames
                                                                                                                    you never let burn out."
                                                                                                               
                                                                                                                        
    (All time low, "Return the favor")
                                                                                                               
2013

Jack


-Dobbiamo per forza portarci lei in tour, Matt?!- urlo al nostro manager, oltre che amico, il quale sta organizzando un tour con i fiocchi per il ritorno sulle scene degli All time low.
-Sally Parker è brava, bella e talentuosa. Non ho nessun altro!- esclama lui in risposta, agitandomi davanti agli occhi un articolo del Rolling Stones che parla proprio di Sally.
Sally Parker. Proprio lei. La ragazza-maledizione che incontro ogni quattro anni e che porta scompiglio nella mia dannata vita ogni santa volta.
-Che ne dici dei One Direction?? Harry… quello è un pezzo di figo!-
Matt alza gli occhi al cielo e sbuffa, ho appena sparato una cazzata e me ne rendo conto.
-Credo che le vostre fan non saranno più così felici se ad aprire i vostri concerti ci saranno i One Direction, caro Barakat-
Prendo un enorme respiro e mi gratto la nuca, dalla porta della nostra camera d’albergo fa capolino Alex, il quale mi sorride a trentadue denti, chiedendomi con un cenno che problema mi sta affliggendo.
-Matt vuole che ad aprire i nostri concerti  sia Sally Parker-
-Lo so, è grandioso! Quella ragazza ha grinta da vendere-
-Contavo su di te, Lex- farfuglio, mentre Matt sorride soddisfatto e batte il cinque a Gaskarth.
-Sono fregato, non è vero?-
-Si amico. Vedrai che non ci pensa nemmeno a te, tranquillo-
Il mio migliore amico cerca di consolarmi, ma non ci riesce proprio bene visto che mi porto le mani sulla testa come per sopprimere tutti i brutti pensieri.
-Ho paura che lei non voglia nemmeno vedermi!-
-Non sei costretto a dormire con lei, la sistemiamo con la sua manager in una zona del tour bus distante da te, va bene ?- interviene Matt, salutandomi con una pacca sulla spalla e sparendo via dalla camera.
Mi butto sul letto e prendo un cuscino per portarmelo davanti al volto.
Ho fatto un gran guaio. Non tanto nel 2004…o 2005, non ricordo bene, quanto quattro anni fa.
Non avrei mai dovuto farlo con Sally, non se le mie intenzioni erano quelle di abbandonarla al suo destino il mattino seguente.
-Jack, ascoltami. Non puoi crogiolarti in questo dolore troppo a lungo però eh…-
Guardo Alex negli occhi, è sempre vispo e simpatico come sempre, riesce a cogliere un lato positivo in ogni cosa e forse dovrei ritornare ad essere anche io così.
Sono molto famoso per la mia fama di idiota, di dodicenne in un corpo da venticinquenne, sono una specie di clown…eppure, quando si tratta di Sally so essere davvero serio.
Non avevo la coscienza pulita, ed ogni volta che ci ripenso sto male.
-Va bene, direi di… andare a berci un bel po’ di birre ora. Così non ci penso-
-Perfetto, recuperiamo Zack e Rian e andiamo-
-Ben detto!- esclamo, con la speranza che qualche Stella possa farmi scordare i conti con il destino che dovrò affrontare il mattino seguente, quando partiremo per il tour. E quando Sally Parker, a distanza di anni, busserà di nuovo alla mia porta, con quel sorriso che no ho saputo dimenticare.
 
-MARTHA, CAZZO. NON MI AVEVI DETTO CHE ERANO GLI ALL TIME LOW.-
Sento qualcuno gridare ripetutamente questa frase e, avendo da subito riconosciuto la voce stridula e femminile, mi nascondo dietro Zack che con la sua muscolatura mi da una certa sicurezza.
-Jack, hai paura di una ragazza?- chiede il bassista, ed io rispondo con un sorriso forzato.
“Sono terrorizzato, non ho paura!” penso, nel sentire ancora Sally che per poco non tira i capelli della sua manager e la licenzia… sono spaventato anche per quella povera ragazza, sinceramente.
-Oddio Jack, la vedo proprio brutta- mi dice Matt passandomi accanto.
Gli mostro il dito medio, è tutto ciò che si merita. Sapeva benissimo dei precedenti accaduti tra me e Sally e il fatto che aveva combinato me e lei in un tour… era stato davvero cattivo da parte sua. Non gliel’avrei mai perdonato, ma nonostante queste non ci davamo a botte…come invece stavano facendo Sally e la sua manager Martha Collins.
-Beh ragazzi, siete pronti?- esclama Matt con un enorme sorriso, quando la scenetta tra le due donne è quasi finita ci avviciniamo a loro ed io cerco di tenere sempre lo sguardo basso, concentrato sull’asfalto grigio delle strade di Baltimora.
-Certo, scusami se la  mia bambina capricciosa si fa sentire- dice Martha a denti stretti, è una ragazza proprio bella, ha i capelli lunghi e scuri, gli occhi marroni e un fisico da paura.
Sally è dietro di lei, le braccia incrociate al petto e un broncio esorbitante.
Non appena la vedo sento qualcosa muoversi dentro di me. Non so se è vergogna oppure ammirazione, infondo i suoi occhi grandi e nocciola sono ancora lì, a celare chissà quale segreto.
Sally non si era mai mostrata davvero con me, sapevo così poco di lei e l’avevo lasciata fuggire via…quel pensiero mi rammaricava ogni giorno sempre di più, e non sapevo cosa farci.
-Va tutto bene- dice Matt alla collega e i due iniziano a parlare di date, città, eventi…roba che non mi interessava più di tanto, non in quel momento.
Alex , Zack e Rian erano impegnati a discutere proprio con Martha e Matt, ma gli unici distanti miglia eravamo io e Sally, entrami fingevamo che non fosse successo niente, eppure continuavo a sentire un peso sulla coscienza, un senso di accidia, di impotenza…
-Ciao Sally, ti ricordi di me?-
Alex si volta verso la ragazza e le rivolge la parola. Mi gratto la nuca nervoso mentre il mio amico mi fa cenno di avvicinarmi, come quando alle elementari vuoi far pace con il tuo compagno di banco ma hai troppo orgoglio per recarti da lui da solo e allora chiedi aiuto al tuo migliore amico…
Ma non ero più un bambino, quindi l’atteggiamento di Lex mi fece solo irritare.
-Certo, Alex. Come stai?-
Gli sorride e si avvicina per salutarlo con un abbraccio, ignorandomi completamente.
-Che mi dici di Nathan?-
“Oh, quel coglione del suo ragazzo…” penso, nervoso.
-Era il mio bassista fino a… cinque giorni fa. –
-E…?-
-Si deve sposare.-
Alex spalanca gli occhi. –Cosa?-
-Esatto. Beh fatti suoi, è stato rimpiazzato-
Sorride, sembra così matura adesso, così cresciuta… I suoi capelli sono lunghi e castani, sulle punte schiariti dal sole. Probabilmente è stata al mare di recente perché ha le guance rosse e le braccia dorate.
E’ molto bella.
-Beh non pensarci, vedrai che ci divertiremo un mondo- le dice Gaskarth, sorridendo e poi voltandosi di nuovo verso Matt e gli altri.
Il momento imbarazzante durò ancora molto, per fortuna il tour bus arrivò e noi ci buttammo immediatamente dentro, non avrei resistito un momento di più a stare lì a guardarla, a fingere che non fosse mai successo niente, che non ci fossimo mai visti prima.
 
 
 
La farsa durò molto poco.
Eravamo partiti da circa due ore e mancava poco per giungere a New York.
Rian già dormiva, aveva il sonno molto facile e tra l’altro russava da morire. Zack stava giocando alla playstation con Alex, a quanto pare stava perdendo il mio migliore amico, perché lo sentivo lamentarsi da matti.
Io ero in cucina con la testa appoggiata sulla tastiera del mio portatile, pronto a Twittare la prima cosa intelligente che mi fosse passata nella mente.
Ovviamente questa “cosa” non succede.
Rimango fermo immobile, inizio ad avere una certe sete e infatti mi alzo e prendo dal frigo una birra fresca, la stappo e iniziò a bere. Il liquido freddo mi congela la gola e mi da una sensazione di sollievo.
Quando sento dei passi felpati provenire dall’altra “stanza” mi irrigidisco e poso la bottiglia di birra sulla tavola. Mi siedo di nuovo e spengo il computer direttamente da vicino.
-Disturbo?-
Quella voce mi fa sobbalzare, deglutisco e borbotto un “avanti, non disturbi” quasi a me stesso.
La riconosco fin troppo bene. E’ sull’uscio della porta e mi guarda dalla testa ai piedi.
E’ strano come anni prima mi diceva di non voler essere una cantante. Mentre adesso me la ritrovavo star acclamata da migliaia di ragazzine che volevano imitarla.
Lei era lì in quel momento , con i suoi capelli lunghi e castani, gli occhi nocciola e un sorriso sghembo stampato sul volto.
-Ciao Jack- dice, avvicinandosi al tavolo e sedendosi proprio di fronte a me.
-Ehi- mi limito a dire, poi la guardo negli occhi e la trovo quasi triste. –Sally, questa volta nessuno mi ha detto “Jack ti presento Sally”-
Accenna una risata e io ne sono felice, a quanto pare le mie battute idiote fanno ancora effetto.
-Perché ormai non ce n’è bisogno. Tutti sanno tutto, Jack.-
Il suo tono è fermo, quasi duro, caustico…non si muove. E’ tesa come una corda di chitarra, il sorriso che aveva in volto è sparito.
-Sal…mi dispiace, io ti assicuro che non volevo, non avrei mai dovuto quella sera…-
Mi ferma, posando una mano sul mio braccio, che al suo tocco istintivamente ritraggo.
-Ti prego, risparmiami queste frasi già fatte, dette e stradette… ho riflettuto a lungo durante queste due ore e sono arrivata a una conclusione. Il non salutarci è molto infantile, farci dispetti rovinerebbe il lavoro… infondo non stiamo in vacanza, quindi… propongo di lasciarci tutto alle spalle e far finta di niente-
La fermezza con la quale fa quel discorso quasi mi spaventa.
-Finta di niente?- domando, e tutti i muri che si era creata crollando, perché vedo i suoi occhi brillare e sono sicuro che non si tratti della luce a neon.
-Come se non ci fossimo mai visti prima.-
La voce ha perso l’elasticità di un attimo prima, vorrei abbracciarla ma c’è qualcosa che mi ferma.
Non è la cosa giusta da fare.
-Va bene… va bene.-
Rimaniamo entrambi in silenzio.
Non so cosa dire. Mi sento un coglione in questo momento, non riesco a battere ciglio, sono così infantile certe volte… Sally è così distante, i suoi occhi sono vitrei adesso. Spero con tutto il cuore che nessuno venga in questo momento, o morirei di vergogna.
-Beh, io sono Jack Barakat comunque- dico accennando un sorriso infantile, spero di farla ridere con questa battuta ma ovviamente non ci riesco.
-Piacere di conoscerti, io sono Sally Parker- dice in tono spento, poi si alza e la vedo sparire lungo il corridoio che porta ai divanetti del tour bus.
Sospiro e mi abbandono ad altre birre, come se l’alcol potesse aiutarmi a superare una delle cazzate della mia vita.
E’ infantile da parte mia consolarmi con degli alcolici, eppure è l’unica cosa che so fare.Jack
-Dobbiamo per forza portarci lei in tour, Matt?!- urlo al nostro manager, oltre che amico, il quale sta organizzando un tour con i fiocchi per il ritorno sulle scene degli All time low.
-Sally Parker è brava, bella e talentuosa. Non ho nessun altro!- esclama lui in risposta, agitandomi davanti agli occhi un articolo del Rolling Stones che parla proprio di Sally.
Sally Parker. Proprio lei. La ragazza-maledizione che incontro ogni quattro anni e che porta scompiglio nella mia dannata vita ogni santa volta.
-Che ne dici dei One Direction?? Harry… quello è un pezzo di figo!-
Matt alza gli occhi al cielo e sbuffa, ho appena sparato una cazzata e me ne rendo conto.
-Credo che le vostre fan non saranno più così felici se ad aprire i vostri concerti ci saranno i One Direction, caro Barakat-
Prendo un enorme respiro e mi gratto la nuca, dalla porta della nostra camera d’albergo fa capolino Alex, il quale mi sorride a trentadue denti, chiedendomi con un cenno che problema mi sta affliggendo.
-Matt vuole che ad aprire i nostri concerti  sia Sally Parker-
-Lo so, è grandioso! Quella ragazza ha grinta da vendere-
-Contavo su di te, Lex- farfuglio, mentre Matt sorride soddisfatto e batte il cinque a Gaskarth.
-Sono fregato, non è vero?-
-Si amico. Vedrai che non ci pensa nemmeno a te, tranquillo-
Il mio migliore amico cerca di consolarmi, ma non ci riesce proprio bene visto che mi porto le mani sulla testa come per sopprimere tutti i brutti pensieri.
-Ho paura che lei non voglia nemmeno vedermi!-
-Non sei costretto a dormire con lei, la sistemiamo con la sua manager in una zona del tour bus distante da te, va bene ?- interviene Matt, salutandomi con una pacca sulla spalla e sparendo via dalla camera.
Mi butto sul letto e prendo un cuscino per portarmelo davanti al volto.
Ho fatto un gran guaio. Non tanto nel 2004…o 2005, non ricordo bene, quanto quattro anni fa.
Non avrei mai dovuto farlo con Sally, non se le mie intenzioni erano quelle di abbandonarla al suo destino il mattino seguente.
-Jack, ascoltami. Non puoi crogiolarti in questo dolore troppo a lungo però eh…-
Guardo Alex negli occhi, è sempre vispo e simpatico come sempre, riesce a cogliere un lato positivo in ogni cosa e forse dovrei ritornare ad essere anche io così.
Sono molto famoso per la mia fama di idiota, di dodicenne in un corpo da venticinquenne, sono una specie di clown…eppure, quando si tratta di Sally so essere davvero serio.
Non avevo la coscienza pulita, ed ogni volta che ci ripenso sto male.
-Va bene, direi di… andare a berci un bel po’ di birre ora. Così non ci penso-
-Perfetto, recuperiamo Zack e Rian e andiamo-
-Ben detto!- esclamo, con la speranza che qualche Stella possa farmi scordare i conti con il destino che dovrò affrontare il mattino seguente, quando partiremo per il tour. E quando Sally Parker, a distanza di anni, busserà di nuovo alla mia porta, con quel sorriso che no ho saputo dimenticare.
 
-MARTHA, CAZZO. NON MI AVEVI DETTO CHE ERANO GLI ALL TIME LOW.-
Sento qualcuno gridare ripetutamente questa frase e, avendo da subito riconosciuto la voce stridula e femminile, mi nascondo dietro Zack che con la sua muscolatura mi da una certa sicurezza.
-Jack, hai paura di una ragazza?- chiede il bassista, ed io rispondo con un sorriso forzato.
“Sono terrorizzato, non ho paura!” penso, nel sentire ancora Sally che per poco non tira i capelli della sua manager e la licenzia… sono spaventato anche per quella povera ragazza, sinceramente.
-Oddio Jack, la vedo proprio brutta- mi dice Matt passandomi accanto.
Gli mostro il dito medio, è tutto ciò che si merita. Sapeva benissimo dei precedenti accaduti tra me e Sally e il fatto che aveva combinato me e lei in un tour… era stato davvero cattivo da parte sua. Non gliel’avrei mai perdonato, ma nonostante queste non ci davamo a botte…come invece stavano facendo Sally e la sua manager Martha Collins.
-Beh ragazzi, siete pronti?- esclama Matt con un enorme sorriso, quando la scenetta tra le due donne è quasi finita ci avviciniamo a loro ed io cerco di tenere sempre lo sguardo basso, concentrato sull’asfalto grigio delle strade di Baltimora.
-Certo, scusami se la  mia bambina capricciosa si fa sentire- dice Martha a denti stretti, è una ragazza proprio bella, ha i capelli lunghi e scuri, gli occhi marroni e un fisico da paura.
Sally è dietro di lei, le braccia incrociate al petto e un broncio esorbitante.
Non appena la vedo sento qualcosa muoversi dentro di me. Non so se è vergogna oppure ammirazione, infondo i suoi occhi grandi e nocciola sono ancora lì, a celare chissà quale segreto.
Sally non si era mai mostrata davvero con me, sapevo così poco di lei e l’avevo lasciata fuggire via…quel pensiero mi rammaricava ogni giorno sempre di più, e non sapevo cosa farci.
-Va tutto bene- dice Matt alla collega e i due iniziano a parlare di date, città, eventi…roba che non mi interessava più di tanto, non in quel momento.
Alex , Zack e Rian erano impegnati a discutere proprio con Martha e Matt, ma gli unici distanti miglia eravamo io e Sally, entrami fingevamo che non fosse successo niente, eppure continuavo a sentire un peso sulla coscienza, un senso di accidia, di impotenza…
-Ciao Sally, ti ricordi di me?-
Alex si volta verso la ragazza e le rivolge la parola. Mi gratto la nuca nervoso mentre il mio amico mi fa cenno di avvicinarmi, come quando alle elementari vuoi far pace con il tuo compagno di banco ma hai troppo orgoglio per recarti da lui da solo e allora chiedi aiuto al tuo migliore amico…
Ma non ero più un bambino, quindi l’atteggiamento di Lex mi fece solo irritare.
-Certo, Alex. Come stai?-
Gli sorride e si avvicina per salutarlo con un abbraccio, ignorandomi completamente.
-Che mi dici di Nathan?-
“Oh, quel coglione del suo ragazzo…” penso, nervoso.
-Era il mio bassista fino a… cinque giorni fa. –
-E…?-
-Si deve sposare.-
Alex spalanca gli occhi. –Cosa?-
-Esatto. Beh fatti suoi, è stato rimpiazzato-
Sorride, sembra così matura adesso, così cresciuta… I suoi capelli sono lunghi e castani, sulle punte schiariti dal sole. Probabilmente è stata al mare di recente perché ha le guance rosse e le braccia dorate.
E’ molto bella.
-Beh non pensarci, vedrai che ci divertiremo un mondo- le dice Gaskarth, sorridendo e poi voltandosi di nuovo verso Matt e gli altri.
Il momento imbarazzante durò ancora molto, per fortuna il tour bus arrivò e noi ci buttammo immediatamente dentro, non avrei resistito un momento di più a stare lì a guardarla, a fingere che non fosse mai successo niente, che non ci fossimo mai visti prima.
 
 
 
La farsa durò molto poco.
Eravamo partiti da circa due ore e mancava poco per giungere a New York.
Rian già dormiva, aveva il sonno molto facile e tra l’altro russava da morire. Zack stava giocando alla playstation con Alex, a quanto pare stava perdendo il mio migliore amico, perché lo sentivo lamentarsi da matti.
Io ero in cucina con la testa appoggiata sulla tastiera del mio portatile, pronto a Twittare la prima cosa intelligente che mi fosse passata nella mente.
Ovviamente questa “cosa” non succede.
Rimango fermo immobile, inizio ad avere una certe sete e infatti mi alzo e prendo dal frigo una birra fresca, la stappo e iniziò a bere. Il liquido freddo mi congela la gola e mi da una sensazione di sollievo.
Quando sento dei passi felpati provenire dall’altra “stanza” mi irrigidisco e poso la bottiglia di birra sulla tavola. Mi siedo di nuovo e spengo il computer direttamente da vicino.
-Disturbo?-
Quella voce mi fa sobbalzare, deglutisco e borbotto un “avanti, non disturbi” quasi a me stesso.
La riconosco fin troppo bene. E’ sull’uscio della porta e mi guarda dalla testa ai piedi.
E’ strano come anni prima mi diceva di non voler essere una cantante. Mentre adesso me la ritrovavo star acclamata da migliaia di ragazzine che volevano imitarla.
Lei era lì in quel momento , con i suoi capelli lunghi e castani, gli occhi nocciola e un sorriso sghembo stampato sul volto.
-Ciao Jack- dice, avvicinandosi al tavolo e sedendosi proprio di fronte a me.
-Ehi- mi limito a dire, poi la guardo negli occhi e la trovo quasi triste. –Sally, questa volta nessuno mi ha detto “Jack ti presento Sally”-
Accenna una risata e io ne sono felice, a quanto pare le mie battute idiote fanno ancora effetto.
-Perché ormai non ce n’è bisogno. Tutti sanno tutto, Jack.-
Il suo tono è fermo, quasi duro, caustico…non si muove. E’ tesa come una corda di chitarra, il sorriso che aveva in volto è sparito.
-Sal…mi dispiace, io ti assicuro che non volevo, non avrei mai dovuto quella sera…-
Mi ferma, posando una mano sul mio braccio, che al suo tocco istintivamente ritraggo.
-Ti prego, risparmiami queste frasi già fatte, dette e stradette… ho riflettuto a lungo durante queste due ore e sono arrivata a una conclusione. Il non salutarci è molto infantile, farci dispetti rovinerebbe il lavoro… infondo non stiamo in vacanza, quindi… propongo di lasciarci tutto alle spalle e far finta di niente-
La fermezza con la quale fa quel discorso quasi mi spaventa.
-Finta di niente?- domando, e tutti i muri che si era creata crollando, perché vedo i suoi occhi brillare e sono sicuro che non si tratti della luce a neon.
-Come se non ci fossimo mai visti prima.-
La voce ha perso l’elasticità di un attimo prima, vorrei abbracciarla ma c’è qualcosa che mi ferma.
Non è la cosa giusta da fare.
-Va bene… va bene.-
Rimaniamo entrambi in silenzio.
Non so cosa dire. Mi sento un coglione in questo momento, non riesco a battere ciglio, sono così infantile certe volte… Sally è così distante, i suoi occhi sono vitrei adesso. Spero con tutto il cuore che nessuno venga in questo momento, o morirei di vergogna.
-Beh, io sono Jack Barakat comunque- dico accennando un sorriso infantile, spero di farla ridere con questa battuta ma ovviamente non ci riesco.
-Piacere di conoscerti, io sono Sally Parker- dice in tono spento, poi si alza e la vedo sparire lungo il corridoio che porta ai divanetti del tour bus.
Sospiro e mi abbandono ad altre birre, come se l’alcol potesse aiutarmi a superare una delle cazzate della mia vita.
E’ infantile da parte mia consolarmi con degli alcolici, eppure è l’unica cosa che so fare.
  
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