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Autore: _Aras_    29/06/2013    3 recensioni
Oneshot partecipante alla "Slice of Life" Challenge di aeron.
Prompt: Torta
Dopo giorni d'indecisione, Phoebe si decide a rivedere Max. Quale sarà l'occasione?
Era passata più di una settimana da quando lui era entrato nella libreria dove lei lavorava. Le aveva lasciato quel piccolo pezzetto di cartoncino e l’aveva invitata a chiamarlo. Per un caffè o per una torta, aveva detto. Phoebe cercava sempre di sorvolare sull’ultima parte della proposta, che la faceva inevitabilmente pensare a qualcosa di meno innocente. O per qualsiasi altra cosa.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Di libri e di dolci - Phoebe&Max - Slice of life'
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SorprendimiPrompt: Torta
Titolo: Sorprendimi
Autore: _Aras_
Fandom: Originale Romantico
Personaggi: Phoebe, Max
Genere: Romantico, Slice of life, Generale
Rating: Verde
Avvertimenti: /
Lunghezza: 1053 parole
Questa storia partecipa alla "Slice of Life" Challenge indetta da areon sul forum di Efp: la sfida consiste nello scrivere 20 oneshot basate su 20 prompt diversi, sullo stesso fandom e, nel mio caso, sugli stessi personaggi.

Oneshot precedenti partecipanti alla drabble:
Un libro per te


Sorprendimi



Appoggiata allo sportello della macchina e con un bigliettino da visita in mano, Phoebe stava osservando il negozio che aveva di fronte, indecisa se entrare o lasciar perdere. Era la pasticceria di Max.

Era passata più di una settimana da quando lui era entrato nella libreria dove lei lavorava. Le aveva lasciato quel piccolo pezzetto di cartoncino e l’aveva invitata a chiamarlo. Per un caffè o per una torta, aveva detto. Phoebe cercava sempre di sorvolare sull’ultima parte della proposta, che la faceva inevitabilmente pensare a qualcosa di meno innocente. O per qualsiasi altra cosa.
Aveva pensato a lungo a quell’offerta: che male avrebbe fatto chiamarlo? Si era ritrovata più di un paio di volte a comporre il numero sul suo cellulare, per poi cancellare tutto e rimetterlo in tasca. Fare il primo passo non era mai stato da lei.
E ora si trovava a pochi passi da lui. I suoi genitori avrebbero festeggiato il venticinquesimo anniversario di matrimonio di lì a pochi giorni: toccava a lei organizzare il pranzo e al momento di ordinare la torta, fu impossibile non pensare a lui. In un colpo solo, sarebbe riuscita a saziare il suo desiderio di rivederlo e a ottenere la torta per la festa.
Quando una ragazza, l’unica cliente all’interno della pasticceria, uscì, Phoebe si decise a entrare.
« Buongiorno » disse, richiamando l’attenzione di una signora che stava sistemando dei cupcakes nell’apposito contenitore.
Lei si voltò, sorridente. « Buongiorno, cara. Cosa posso servirle? »
« In realtà sto cercando Max » affermò, mentre il suo sguardo vagava nel locale in cerca del ragazzo.
« È in laboratorio. Ora te lo chiamo. » La donna uscì da una porta sul fondo della stanza, lasciandola sola. Phoebe ne approfittò per osservare il posto. Un lungo bancone attraversava tutta la stanza, lasciando giusto lo spazio ai commessi per passare. Al suo interno c’era ogni tipo di pasticcino e sfogliatina possibile: dai bignè alle crostatine di frutta, passando per i cannoli e i babà.  Vicino alla vetrina, un paio di tavolini corredati di sedie e con un vassoio di assaggini invitavano i clienti a trattenersi nel negozio.
« Provane uno » la invitò la signora una volta tornata. « Mio figlio sta finendo la decorazione di una torta, arriverà tra un paio di minuti » spiegò.
Suo figlio… Quindi quella era un’attività di famiglia. Magari avrebbe visto anche la sorella che li aveva fatti conoscere.
« Li fa tutti lui? » domandò, troppo curiosa per trattenersi, indicando con un gesto della mano i prodotti esposti.
« Oh, no. Max si occupa specialmente delle torte più elaborate, il resto lo fanno i suoi assistenti. »
Mentre Phoebe addentava un dolcetto alla crema, domandò: « Vi conoscete? »
« Oh, non proprio » si affrettò a rispondere lei, mentre si ripuliva dalle briciole con una salvietta. « Ha lasciato il suo biglietto da visita nel negozio dove lavoro » minimizzò, eliminando i particolari di come e perché le aveva lasciato il biglietto.
Finalmente, lui arrivò. Quando entrò, si stava aggiustando il colletto della camicia e per un attimo si bloccò, sorpreso di vedere Phoebe. Poi si riprese e si rivolse alla madre, cacciandola letteralmente dalla stanza.
« Mamma, perché non vai in laboratorio? » le domandò.
Dato lo sguardo perplesso della donna, continuò: « Amy ha bisogno di una mano con la sacher. »
Una volta soli, Max si sporse dal bancone, avvicinandosi a Phoebe. « Pensavo di dover tornare in libreria per avere tue notizie. Non mi hai chiamato. »
« Sono stata impegnata » mentì.
« Non avevi neanche cinque minuti per chiamarmi? » insisté lui.
« Oh, beh… Non sono mai stata il tipo di ragazza che chiama gli uomini. Solitamente, aspetto che siano loro a chiamare me » confessò, fissandolo.
« Avresti dovuto dirmelo. »
« E come? Sei praticamente scappato dopo avermi dato il tuo numero! » l’accusò.
« Non volevo darti il tempo per rifiutare e ridarmelo » ammise con un’alzata di spalle. « Però ora sei qui. »
« Hai detto che mi avresti fatto una torta per ricambiare l’aiuto » gli ricordò.
« Vero. Che torta vuoi? »
« In realtà non è per me. Domenica è l’anniversario di matrimonio dei miei genitori, quindi… »
« Okay. Vediamo, per quante persone ti serve? » domandò, estraendo un blocco di fogli e una penna da un cassetto.
« Una trentina, forse qualcuna di più. »
« Qualche gusto preferito? »
« Va bene qualsiasi cosa, tranne il cioccolato. A mio padre non piace. »
« E come la vuoi? A ripiani, distesa, con qualche forma particolare… »
« No, no. Questo è compito tuo » lo fermò.
« Cosa? »
« Sorprendimi. Voglio una torta meravigliosa » disse, protendendosi verso di lui.
« Sarà un piacere » le assicurò, scendendo con lo sguardo lungo il corpo di lei, finché il bancone non gli bloccò la vista. « Sai, ho un altro consiglio da chiederti. »
« Sì? »
« Voglio chiedere a una ragazza di uscire con me, ma non so se accetterà » le raccontò.
« Oh, capisco. Che tipo è questa ragazza? » chiese. Si morse la guancia per trattenere un sorriso.
« È molto, molto bella. È anche simpatica e davvero intelligente. Sa dare ottimi consigli » spiegò, fissandola intensamente.
« Wow. Non ho mai conosciuto una ragazza così! »
« Neanche io, prima d’ora. Allora, credi che accetterà? »
« Non vedo perché dovrebbe rifiutare » rispose.
« E dovrei potrei portarla? » continuò lui.
« Sorprendila. Le sorprese sono sempre molto gradite » gli suggerì.
Aprì la borsa e ne tirò fuori un post-it. Glielo porse. « Non è professionale come il tuo, ma il numero è autentico. Chiamami. »
Si raddrizzò, incapace di trattenere il grande sorriso contro cui stava combattendo da tempo. Si avviò verso l’uscita, ma Max la richiamò. « Stai cercando di imitarmi? »
« Non oserei mai! » ribatté. « Dovrai pur farmi sapere quando è pronta la torta, no? »
« Quindi è a puro scopo professionale. »
« Decidilo tu » rispose. « Ciao, Max » lo salutò e uscì dal locale, soddisfatta dell’esito dell’incontro.
« Ciao » mormorò lui, quando ormai lei non lo poteva più sentire. Abbassò gli occhi sul post-it e sorrise.
Phoebe Butler
Consigliera personale


   
 
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