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Autore: Tommos_bum    29/06/2013    3 recensioni
La protagonista di questa storia si chiama Eva, ha 15 anni, il suo carattere è molto forte, è testarda a soprattutto bellissima. Nel quartiere di Eva si trasferisce una nuova famiglia, la famiglia Payne.
Per il resto ecco il trailer della ff c: http://www.youtube.com/watch?v=2i9E10c-O9M
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Mi svegliai incredibilmente di buon umore e piena di forze, quasi come se nona vessi il…cancro.

Feci un bagno con l’acqua tiepida e rimasi in “ammollo” per più di un’ora, ero stranamente felice. Liam come sempre mi mandò il messaggio del buongiorno.  Erano le 12e20 quando venne a bussare.

Legai i capelli in uno chignon e uscì.

-Sei più bella del solito oggi-

-aaaw- mi alzai sulle punte e lui mi baciò la fronte.

-Oggi ci ammazziamo di cornetti e pizzette vabene?- disse

-Certo!- mi feci legare il casco e aspettai, come sempre, che facesse retromarcia dal garage.

Andammo al centro commerciale, prima mangiammo perché per tutto il viaggio il mio stomaco non smetteva di lamentarsi.

Dopo pranzo lo accompagnai a scegliere un paio di scarpe nuove.

-Che ne dici di un bel paio di blaizer?- proposi

-Mh okay!- si avvicinò ad un commesso  –Scusi di blaizer numero 43 che colori ci sono?-

-Guarda ragazzo, stanno su quello scafale lì tutte esposte. Comunque credo quasi tutti i colori tranne grigie, rosse e beige-

-Ah vabene grazie-

Ritornò da me e andammo verso lo scaffale.

Come qualche settimana prima  lui si sedette su quei divanetti e a me mandava avanti e indietro per prendere e posare scarpe.

-Queste verdi come vanno amore?- domandò per la centomillesima volta

-Si, sono belle-

-Tesoro, non è che puoi prendermi quelle blu col baffo bianco?- Lo guardai con uno sguardo omicida.

-Si Payne, te le prendo subito-

Cercai il numero tra gli scatoloni, era alto e io non ci arrivavo. Cercavo di saltare, di mettermi sulle punte ma nulla.

-Accidenti, stupida altezza- borbottai. Due braccia forti mi presero per le gambe sollevandomi e portandomi in alto.

-Liam mettimi giù che cado!-

-Avanti, prendi le scarpe!- adoravo quando faceva di tutto per non farmi pesare il fatto che ero una nanetta, come lui mi chiamava.

Presi lo scatolo e mi fece scendere.

-Dopo tutta questa fatica spero vivamente che tu prenda queste- quasi lo minacciai .

-Si queste mi piacciono molto!-

Subito dopo andammo alla cassa a pagare e uscimmo.

Camminavo più avanti di lui e mi sentivo parecchio osservata. Infatti…

-Liam cazzo! Smettila di fissarmi come uno stalker!-

-Sono il tuo ragazzo e faccio quello che voglio!-

Feci qualche passo e poi mi girai all’improvviso

-Mi stavi fissando il sedere, ahah beccato!-

-IO? FISSARTI IL SEDERE? nononono. Mi hai offeso-  mise un finto broncio.

-Dai cammina scemo- lo tirai per un braccio

-No- incrociò le braccia.

-Ti odio-

-Chiedimi scusa-

-io? scusa a te? sei tu che mi fissavi il fondoschiena-

-Non ci sono testimoni e io posso negarlo!-

-E menomale che non ci sono testimoni! Perché se ti stacco la testa vado pure in galera-

-nanetta-

-Sei un bambino che vuole averla sempre vinta-

-Nono, qui la bimba sei tu- mi tirò a se prendendomi per i polsi –quella che vince sempre sei tu, ma solo perché lo voglio io.-

Lo abbracciai mettendo le braccia dietro il suo collo –Se penso che tra poco…-

Non gli feci continuare la frase capendo benissimo quello che voleva dire

-Smettila di fare pensieri perversi!- mi scoppiò a ridere nell’orecchio.

-Ti amo nana-

-Anche io amore-

-Hei comunque sei…. sicura?- Annuii sorridendogli.  Mi infilai il casco e partimmo.

Prendemmo, credo, un’autostrada. Mi strinsi fortissimo a lui anche perché mi dava fastidio il vento. Sentì la sua risata partire dallo stomaco.

-MA CHE CAZZ?- gli sentì urlare

-COSA C’E’?-

-NON CAPISCO STO COGLIONE DI DIETRO CHE MINCHIA VUOLE FARE-

Girai di poco la testa indietro e vidi che appunto il tizio con la macchina aumentava sempre di più la velocita e correva a zig zag. Di conseguenza anche Liam era costretto a correre di più.

Il signore c’era ormai dietro, continuava a non guidare diritto e d’un tratto Liam perse completamente il controllo della moto. Ci fu uno spintone, la moto volò completamente, e anche noi.



 

-Liam-

Mi ritrovai al centro della strada, aprì lentamente gli occhi e vidi che si erano fermati tutti. La gente scendeva dalle auto, vidi la macchina di quel pazzo ribaltata su un lato.

Io non sentivo molto dolore, fortunatamente ero rotolato e il casco lo avevo ancora in testa. Una donna strillò fortissimo. Quell’urlo mi fece alzare da terra allarmato. Avevo le gambe sbucciate e anche un braccio. Continuavano ad urlare. Mi girai in direzione delle urla: Eva.

Era non molto lontano da me, con la moto rovesciata sopra il suo corpo. Non aveva il casco.

Cristo, non l’aveva allacciato bene.

Corsi come un matto e con una forza disumana le spostai la moto da dosso. Era ferma, immobile, piena di sangue.

Urlai il suo nome, urlai aiuto. 

Piangevo, non sapevo che fare, non rispondeva e respirava pochissimo.

-L-liam-bisbigliò

Io tremavo, non riuscivo a fermarmi, non ero lucido. –Eva mi senti vero?! Sono qui, adesso ti porteranno in ospedale-

-Io non ce la faccio, Liam- disse

-Nono tu ce la fai! Tu ce la farai!-

-No Liam….-sospirò

La guardai mentre continuavo a piangere

-L’AMBULANZA STA PER ARRIVARE- urlò un uomo. girai la testa verso di esso e poi di nuovo verso Eva, continuando a piangere.

-sto per morire-

Mimai un ‘no’ con le labbra, non poteva andare così.

-Ti prego Eva non mi lasciare, non puoi-

-Liam devi lasciarmi andare tu…. se non morrò stanotte morirò a breve di cancro-

-Che cosa stai dicendo?- singhiozzai

-La mia è una malattia che non perdona Liam… io devo andare-

La sentì quasi scomparire tra le mie braccia. Prima di chiudere gli occhi mi sembrò di sentire –Ti amerò per sempre-

-NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO- urlai con tutto il fiato che avevo nei polmoni, fu un urlo straziante che esplose nei miei stessi timpani.

Due uomini mi tirarono in piedi, io urlai ancora –EVAAAA-

Dei dottori presero lei, altri me. In due ambulanze diverse.

Chiamarono le nostre famiglie e io non la smettevo di piangere.

***

La corsa in ospedale fu inutile, Eva morì quella notte. Ma io sapevo benissimo che era morta tra le mie braccia.

Se ne andò…

Se ne andò senza aver capito quanto per me fosse importante la sua presenza.

Se ne andò via da me.

Forse perché a questo mondo non possono vivere gli angeli come lei.

Dio mi aveva tolto Eva con la stessa velocità di come l’aveva fatta entrare nella mia vita.

Anche se lei non c’era più, non avrei mai dimenticato come il tono della sua voce, lo sfiorarsi delle nostre mani, mi mandava in tilt.

Desideravo di morire anch’io come non mai, volevo raggiungerla.

L’avevo amata. Non era attrazione fisica. Era amore. Lei era la mia bimba.

Fissavo la parete bianca della stanza dell’ospedale, non avevo il coraggio di andare nella sala mortuaria.

Nella mia mente, per me, era ancora li. Eravamo sempre noi, io e lei. La nostra storia sarebbe continuata per sempre.

Però quella notte mi feci una promessa. Non avrei mai più affidato la mia vita a nessuno. Perché Dio chiamandola al suo fianco, come l’angelo più bello del paradiso, aveva portato con se un pezzo di me. Anzi, ormai io ero lì solo fisicamente.



 

La stessa notte di otto mesi dopo la sognai. Otto mesi passati a piangere, a ricordare quelle giornate passate a giocare, scherzare e litigare con lei. Otto mesi passati in camera mia a fissare la finestra della sua stanza, mentre la vita andava avanti. Per tutti, ma non per me.

La sognai, eravamo al parco, avvolti da un bianco infinito.

-Amore mio- disse accarezzandomi la guancia. Era bellissima, i suoi occhioni azzurri guardavano i miei.

-Non piangere più, non posso vederti così-

-Questo dolore mi sta consumando Eva, non ce la faccio più-

-Amore devi andare avanti. La vita continua.. I miei genitori si stanno facendo forza, hanno Brad..-

-Io non ho più nessuno Eva, la mia vita eri tu-

Sentì ancora una volta le sue labbra premere contro le mie, sembrava tutto così vero.

-Ti starò sempre accanto Liam, ritroverai anche tu la felicità di una volta- si allontanò di nuovo dalle mia braccia, camminava all’indietro e mi sorrideva.

-Eva non andare di nuovo! Aspettami, voglio venire con te- corsi, ma lei si allontanava sempre di più.

-Liam il tuo destino è un altro… Mi raggiungerai quando sarai ormai vecchio, quando avrai vissuto tutte le cose belle che la vita ti regalerà-

-L’unica cosa bella eri tu, e la vita me l’ha tolta- Lei scosse la testa sorridendo.

-Ora devo andare, ti amerò per sempre Liam…-



 

Il destino volle che pochi giorni dopo il sogno incontrai un’altra ragazza. Bassina, bionda e con gli occhioni azzurri. La mia Eva? No, ma imparai ad amarla e lei amò me, come faceva la mia piccolina.

Quella ragazza con il passare degli anni, diventò  mia moglie e madre dei miei figli.

Ogni volta che la vedevo accanto a me, mi ricordavo di quella bellissima quindicenne che mi rubò il cuore. E sorridevo, consapevole che lei sarebbe sempre stata la mia nanetta e l’avrei sempre amata.

La mia prima bambina la chiamai proprio come lei, Eva.

Gli anni passavano, e sul mio viso si intravedevano le prime rughe, segno che ormai la mia giovinezza era passata. I miei nipotini passavano sempre la domenica a casa mia, i miei figli erano felici con le loro famiglie, era passata una vita intera.

E arrivò quel giorno d’estate, esattamente cinquantotto anni dopo la morte di Eva, in cui Dio decise di chiamare anche me.

E finalmente, dopo cinquantotto anni di distanza, la raggiunsi. Eravamo sempre noi, nel parco dove entrambi ci innamorammo per la prima volta. Quei due adolescenti. Ero di nuovo quel diciannovenne innamorato e lei la ragazzina quindicenne di sempre.

Non avevo potuto salvarle la vita, ma lei… si, lei la mia l’aveva salvata in tutti i sensi e in tutti i modi in cui una persona può essere salvata.

E il nostro amore, come mi disse lei nel sogno, fu eterno.



 

fine.

Spazio autrice:

Voi non potete capire come io stia piangendo. Avrei potuto decidere di far finire questa storia in modo diverso, perché in tutte le favole c’è il lieto fine. Ma il lieto fine questi due ragazzi l’ho hanno avuto. Staranno insieme per sempre, cosa c’è di più bello?

Voglio dirvi che a breve ritornerò con un'altra storia, e voglio anche ringraziare tutte le persone che hanno letto questa storia e mi hanno incitato a continuare. Grazie mille, davvero.

Angi.

  
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