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Autore: Scream_Out_Loud    29/06/2013    1 recensioni
One Shot del genere Fluff sull'amicizia.
Due amiche possono sempre litigare, ma non sempre si può curare una ferita profonda come un'anima sconfitta dalla delusione.
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Friend Of Mine.



" Sai, oggi ho pensato a te… come ieri. Come farò anche domani… e tu dove sei? Perché non mi sei accanto? Perché mi hai lasciato andare? Non mi avresti mai dovuto permettere di partire… ma l’hai fatto, hai lasciato che prendessi il largo e che naufragassi. Quello che sentivo non te l’ho detto mai, e mai a questo punto lo potrai sapere.

“Credo che sia giunto il momento di fare nuove esperienze, allargare gli orizzonti sai… Il mondo è così grande…” dicevo con gli occhi luccicanti, ma se luccicassero di gioia o di dolore tu non l’hai mai capito. Eri mia amica sul serio? Se lo fossi stata avresti compreso.

Ancora una volta Delusione si faceva spazio dentro di me, ostruendo ogni tentativo di Speranza e Fiducia.

“Se è questo che vuoi…” non dissi nient’altro, volevi che me ne andassi per sempre vero? Che lasciassi la tua vita senza cambiarla più, perché questi nostri anni passati insieme erano stati tutti artefatti dalla nostra natura egoista. Io volevo qualcuno che fosse sempre lì per me, tu non ci sei stata anche se ho sorvolato ogni tua mancanza. Io non ero perfetta come non lo sono e mai lo sarò, ma onestamente io c’ero, ogni volta che sprofondavi, solo io ero lì a tenerti su, a sorreggere i tuoi carichi che era come se fossero anche miei… ma tu… tu condividevi le tristezze e i dolori, la gioie più frivole, ma ti sei mai dilettata nel passare tempo con me. Così tanti dubbi mi assillano, gli stessi che mi turbavano la notte prima che partissi. Ora qua, beh arrivata dove sono arrivata il mio giro è terminato e scendo anch’io da questa frenetica giostra che fa salire e scendere i suoi passeggeri in un batter d’occhio. Le possibilità a questo mondo non mancano, ma sono tutte relative, come la nostra amicizia non credi?

Frequenti scosse, terremoti che sembravano destinati a far cedere il nostro rapporto che da così profondo si incrinava in qualcosa di superficiale e possessivo. Io ero solo tua, e tu solo mia. La gelosia consumava entrambe, di questo sono certa, ma i motivi delle nostre reciproche gelosie erano ben differenti. Ho sempre temuto di perderti, e l’unico momento in cui non l’ho fatto è perché avevo capito di averti già persa da tempo.

Il cuore è ingannevole si sa, ma non pensavo che tu con i tuoi occhi vispi, il tuo cervello fine e le tue azioni ben meditate poteste mai ridurmi a tal cosa. Pensavo che una minuscola, effimera parte del tuo organo vitale mi proteggesse, desse vita a emozioni e sentimenti che non potevano essere soffocate da odio, gelosia, contese…

“La porta è sempre aperta…”? No. Non stavolta. Lo è stata per tanto tempo, ma è ora di chiudere, arriva il diluvio. Le tue lacrime ti annegheranno ma stavolta non avrai su chi appoggiarti, hai scelto lei e le conseguenze sono quelle che già ti avevo elencato. Se ti parlavo di come fui ferita, di come fui umiliata e gettata come una pila scarica o un giocattolo vecchio tu non mi ascoltavi, o se l’hai fatto perché volevi provarlo poi sulla tua pelle? Le mie non erano cattiverie, le mie non erano trepidazioni temporanee, erano cicatrici che tu non hai avuto modo di comprendere, troppo presa dalle tue. Tue che ora si riversano come un fiume in piena, e lei dov’è? Ti ha abbandonata, io non l’avrei fatto no, ma non sono più lì. I tuoi mezzi sono le tue uniche speranze. Ricordo il dolore la notte prima di addormentarmi avvolta da brandelli di me, lo ricordo così chiaramente come il sole nella nostra estate, quella che tu mi hai fatto credere vera… Era finzione? No, era puro egoismo. Mea culpa, è colpa mia, io mi sono fidata di te e la mia fiducia, come i miei sentimenti erano nientemeno che uno stupido vomitevole gioco nel quale io ero la pedina e tu il giocatore. Ma non ho più voglia di farmi bacchettare, non ho più voglia di subire. Non ho più niente e basta.

Pensavo che queste distanze mi avrebbero fatto riflettere, e così è stato.

Non mi hai cercato, non mi hai chiamato, non mi hai spedito né mail né lettere fino a ieri, quando il mondo ha incominciato a tremare, quando le cicatrici hanno iniziato a pulsare. Perché? Perché tu ora hai bisogno di me, io non più di te.
Sono sola si ma non voglio fare la dura, sembrare forte, non sembro forte, sono forte. Lo sono per me e per quelle persone che forse un minimo di stima in me l’avevano. E tu ora? La tua scaltrezza dov’è? Il tuo ego? La tua fiducia in quelle persone banali?
Se permetti la risposta te la do io: sei anche tu ora cenere, distrutta con le tue stesse mani.

Vivi e lascia vivere... non ho più motivo di cercare te.

Un abbraccio, come che da lei non hai mai ricevuto,

La tua migliore amica per sempre. "



Mi accasciai sul letto, era sul serio finita.

No, era già finita da quando l’avevo lasciata partire, quando dalla sua telefonata pre-partenza non mi ero più fatta sentire.

Nessuno sapeva dove sarebbe andata, lei e quella sua valigia e quella voglia di vivere che con ciò che era successo le avevo tolto, involontariamente forse, o forse ero troppo cieca per accorgermi di averlo fatto

Aveva ragione su questo, mi ero fidata delle persone sbagliate. Ora non si poteva tornare indietro. Quando qualche tempo fa notai la vera natura di quella che avevo definito amica, ma che in realtà voleva solo farmi abbandonare la mia vera amica, chiamai e spedii mail a lei che ora era in giro per il mondo chissà dove, lei della che di me non ne voleva più sapere.

Mi asciugai le lacrime, le lacrime che non le avevo mai permesso di farle notare solcare il mio viso ma dopo qualche secondo i miei occhi erano già saturi di quell’amarezza che non potevo nascondere.
Chiedere il perdono non sarebbe stato abbastanza, non con lei.

Troppo tardi mi resi conto di averla ferita in modo irrimediabile,e non chiesi altro che per una volta fosse lei quella felice. Tutti quei ricordi, tutte quelle paure che grazie a lei erano svanite.

Tante volte dissi di conoscerla veramente, in realtà non sapevo cosa celava dietro a quell’anima sconfitta.
Non era lei quella che si mostrava dura, ero io. Io che mi vedevo riflessa in lei, perché in fondo lei era la mia metà. La metà buona di me. Non importava di chi fosse la colpa, sempre avevamo fasciato tante situazioni che se fosse stato solo per me non sarebbero mai state curate. Eppure lei con quel suo sorriso sincero riusciva a far cambiare umore anche nei giorni più scuri.

Mi era sempre stata accanto, non ricordo un momento nel quale lei non si fosse preoccupata, anche solo per qualche mio sguardo vacuo. E ora? Ora avevo buttato tutto via per un’amicizia troppo falsa per poter durare, un amicizia che anche io onestamente avevo scelto per tornaconto, per un giro di amicizie che lei aveva rifiutato perché troppo fasullo, troppo per la sua disarmante, odiosa sincerità.

Ed eccomi qui a tessere le sue lodi, lodi che non le avevo mai rivolto di persona e che invece avrei dovuto renderle più note.

Cinque anni sono tanti, troppo lunghi per far si che due persone si riavvicinino, ci avrei dovuto pensare prima.

“Mi manchi… Scusa” mormorai
 
I miei occhi iniziarono a gonfiarsi per il pianto, e il letto a inumidirsi fastidiosamente. Avevo quasi dimenticato come si sta male a piangere, da soli nella casa della tua infanzia, su quel letto che aveva sempre ospitato la gentilezza e le dolcezze che solo una vera migliore amica poteva dare e che invece non c'era più.

Iniziai a tirare su il muco e come una bambina piccola usai la manica per asciugarmi il viso dopo un po’ di singhiozzi. Feci per rialzarmi, dovevo farmi forza, ma ricaddi, stavolta sulla soffice moquette di camera mia.

Il campanello suonò, non mi mossi, suonò di nuovo e di nuovo e al terzo trillo mi costrinsi a rispondere. Aprii la porta ma non c’era nessuno.

Solo una valigia: quella valigia.

Mi sporsi per cercarne il proprietario con un abbagli di finta speranza negli occhi stanchi; fuori dalla soglia della porta e vidi una ragazza che cercava di capire dall’esterno se la casa fosse ancora abitata.

I capelli lunghi e mossi cadevano su un cappotto beige, era di media statura ma con delle gambe particolarmente familiari, non snelle, non grasse, come le sue.

Quando voltò lo sguardo nella mia direzione riconobbi ciò che mi pareva solo un brutto scherzo della mia immaginazione.

Allargò le braccia e ci venimmo incontro con tanta gioia quanta tristezza. Colmammo lo spazio che ci separava e serrammo le braccia dell’una alle spalle dell’altra.  Il suo profumo. 
Il suo abbraccio. Quell'abbraccio sincero. La sua inconfondibile sincerità. Lei.

“Per Sempre?” chiese, e sentii chiaramente la sua voce trattenere sforzatamente dei singhiozzi.

“Per sempre” Fremei.

Strinsi ulteriormente quell’abbraccio che significava tutto quello che questi cinque anni avevano portato via.
La strinsi e stavolta non l’avrei mai lasciata scivolare via dalla mia presa.


 


INANZITUTTO PERDONO INFINITO SE NON RISPONDO AI MESSAGGI E NON VADO AVANTI CON LE ALTRE STORIE MA SPIEGO PIU' TARDI.

scusate se fa schifo ma questa OS è uno dei miei sfoghi, una produzione su due piedi che non potevo trattenermi dallo scrivere.
 forse è un po' ispirata alla loro storia o forse un po' per i miei timori di questi ultimi tempi, ma so che sono più le mie paturnie che le minacce vere e proprie.......
Un'amicizia infranta l'abbiamo sperimentata tutti credo.... gli errori non sono mai di una persona sola, e per rimediare non è possibile una sola persona che fascia ogni incrinature. l'amicizia come l'amore e tutti i rapporti interpersonali penso che sia uno delle cose più belle di cui godiamo ma che non sappiamo sfruttare affatto. noi e la nostra natura imperfetta roviniamo sempre tutto. continuo a pensare che non esista la vera amicizia coem il vero amore ecc.. ma questo è solo il mio commento come autrice...
Mi dispiace se ci sono errori grossolani o se in realtà sono solo parole alla rinfusa ma questo è tutto ciò che passa nel mio cervello ora...


E passiamo alle spiegazioni...
ho iniziato a lavorare e tra poco avrò la patente da fare, tra le miriadi di cose che devo ma che non sempre riesco nemmeno a fare, scrivere e pensare a come mandare avanti la FF è l'ultima cosa a cui mi posso permettere di pensare.
Prometto che andrò avanti, ma ecco
Payphone è in una situazione di stallo che mi sta facendo impazzire e anche l'altra storia originale che ad alcune di voi avevo anticipato ma che non ho ancora postato è arrivata allo stesso punto. purtroppo devo chiedervi di sopportarmi, io e le mie lagne, la FF e anche la serie nuova (che sarà una supermaratona postata in un mese circa) che avevo rimandato all'estate, devono essere rimandate ulteriormente a questo settembre o forse anche ottobre.....purtroppo non dipende solo da me....
uff l'estate dovrebbe essere tutto relax e felicità ma mi sa tanto che per me quest'anno non va così...

chiedo un immenso scusa a tutte voi che leggete le altre mie storie e anche a quelle che aspettano le mie recensioni o risposte ai loro messaggi ma vi supplico in ginocchio di perdonarmi, non ho mai tempo per stare al pc. Proprio come mi aspettavo ora devo scappare quindi lascio a voi una richiesta di perdono e di non abbandonarmi così :/ so che molte di voi vorrebbero che aggiornassi più spesso ma ora come ora mi è davvero impossibile.

scusate ancora.
ci si sentirà presto, spero.
~ Giorgia. ♥

   
 
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