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Autore: LadyBracknell    30/06/2013    1 recensioni
E vedo figure. Figure, persone, voci, colori, nebbia, sole, buio, cipressi, corvi, grano, vento.
Tu.

[ Vincent van Gogh ]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: L'Ottocento, Il Novecento
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Vai via.
Via.
La solitudine mi fa paura. Ecco, vedo il cielo respirare.
E' nero. E vai via, via.
Cammini sotto il sole che brucia ogni contorno.
La piazza. La gente. Si è soli in mezzo alle persone.
E cammini.
Ti inseguo e i tuoi occhi lanciano saette che bruciano.
Ti vedo ancora camminare e la sedia è vuota.
Il manto nero della notte gira e turbina, le stelle illuminano la città con le loro spirali di luce.
La vedo, la sento.
Respira, respira.
Io non voglio respirare. Non voglio. Perché tu vai via, via.
Voglio solo nutrire il mio cuore. La gente ha paura del mio cuore e non vede che anche lui respira.
E va via.
Le persone che camminano: sui loro volti leggo ogni cosa. Il colore legge ogni cosa e la mette sulla tela con il pennello e la spatola.
Vedo turbinare. La notte? Nebbia, è la nebbia che turbina. Vedo colori, colori neri e sento grida.
Le grida escono dalla mia bocca? Le sento?
La mia voce.
Mi ovatta le orecchie, è come lontana. Solo il dolore, mentre ti vedo ancora camminare senza tornare.
Dolore.
Mi strazia, il dolore.
Fa male come una ferita. Forse. Sì. No.
E vedo figure. Figure, persone, voci, colori, nebbia, sole, buio, cipressi, corvi, grano, vento.
Tu.
Passi, sguardo, gente, silenzio.
Solo tu.
Non torni, la finestra è vuota. La piazza gremita di gente è vuota.
E' sera, la luna mi sorride.
La testa è piena di immagini. Fa male ogni cosa.
E la sedia è vuota.
E luccica un rasoio sul pavimento.
Luccica e acceca.
Mi vedo sulla lama. Io sono la lama. Sono la lama che taglia e che fa male. Che fa paura.
Recidi la mia carne, bevi il mio sangue.
Perché lui va via.
Va via nella luce di un buio straziante. Un buio solo mio.
E ora il buio è ovunque e lui non torna.
Senti il mio dolore, luccicante lama affilata. Suona le tue note stridenti.
La carne è morbida.
Il dolore. La solitudine.
Solo. Solo. Un pazzo. Solo.
A pezzi.
E il caldo che mi bagna è scarlatto. Piove sul mio orecchio morto.
Sento dolore Cancella il dolore col dolore.
Ma tu vai via, via.
Un pezzo di carne ha abbandonato il mio volto.
E tu hai abbandonato me.
In un lago rosso. In un lago nero.
Il silenzio assorda.

















Note.
Era da tempo che volevo scrivere qualcosa su Vincent van Gogh. E' un artista e un uomo che ammiro tantissimo e credo che nessun altro possa regalarmi le emozioni che i suoi quadri mi danno.
Vincent era molto legato alla figura di Gauguin e temeva che egli lo lasciasse tanto da svegliarsi di notte per vedere se il pittore si trovasse ancora nel letto.
Si dice che abbia seguito Gauguin che era andato a fare una passeggiata dopo pranzo, brandendo un rasoio; questi lo aveva rispedito a casa fulminandolo con lo sguardo. Là, Vincent -in preda a forti allucinazioni- si era reciso il lobo dell'orecchio sinistro.

La dedico a
Nemeryal. La guerra Angst è ancora in corso. 

  
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