Serie TV > Doctor Who
Ricorda la storia  |      
Autore: Patta97    30/06/2013    3 recensioni
- Perché ti costa tanto ammettere che avevo ragione? È così difficile per un capitano accettare che qualcun altro conosca la sua nave meglio di lui?
L’ultimo dei Signori del Tempo boccheggiò in cerca di una risposta, indicando la moglie come un bambino a cui hanno appena fatto un torto gravissimo.
Si fermò imbronciato di fronte a lei, che lo guardava dal basso con fare divertito.
- Per me non è difficile fare nulla – esclamò infine, come se la discussione si fosse conclusa così.
Ma quando scorse il lampo malizioso che brillò negli occhi della moglie, fu troppo tardi.
River passò con nonchalance una mano sulla coscia del Dottore, che si congelò sul posto.
- Proprio nulla…? – chiese.

Il Dottore chiede aiuto a River per riparare il TARDIS, ma la situazione prende una piega inaspettata...
Genere: Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 11, River Song
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Ciao! 
Sì, dopo nemmeno due giorni vi torno ad assillare con la mia quarta Rileven (li amo troppo), tuttavia questa volta mi sono distaccata leggermente dalla mia trama "tipo" (vale a dire depressiva, triste, angst ecc...), dedicandomi invece a una scena di ambito sessuale (?). Anche se il passaggio è descritto in maniera così vaga, con così tanti giri di parole e con così tanto fluff che potrei leggerlo alla mia cuginetta di tre anni e non rovinarle la crescita. Infatti non so neanche se sia propriamente un'arancione o più una gialla, ma dato che scrivere di scene del genere con Eleven (uguale un ragazzino di dieci anni) è difficile, mi sono concessa questa piccola licenza.
E dopo questo poema di note vi lascio alla storia. Spero vi piaccia.
Chiara





TARDIS console.



Il Dottore fece atterrare il TARDIS e si specchiò nello schermo buio che pendeva sulla console. 
Si sistemò il cravattino, tentò di fare stare fermo il ciuffo di capelli e fece una o due prove di sorrisetti ammiccanti; poi, soddisfatto, si appoggiò con le natiche ai comandi e incrociò le braccia, in attesa. 
Dopo neanche un minuto, si ritrovò a sorridere alla donna che aveva appena fatto il proprio ingresso dalla porta della cabina. 

- Da quando parcheggi direttamente nel mio salotto, Dottore? - chiese River, le mani sui fianchi. 

- Quel che è mio è tuo. E qualcosa mi dice che è anche viceversa. Quindi ho parcheggiato nel tuo-mio-nostro salotto, cara - spiegò l'uomo, tutto d'un fiato. 

- Vuoi fare un tour della mia-tua-nostra casa, allora? Sai, il letto che ho qui è migliore di quello a Stormcage... - buttò lì la donna, con una strizzata d'occhio, avvicinandosi all'altro. 

Il Dottore si passò le mano sui lembi della giacca, nel vano tentativo di dissimulare l'imbarazzo. 
- Sì. Cioè no. No. In realtà ti vorrei chiedere un favore... tecnico.

- Bé, dolcezza. Proprio non riesci ad avere a che fare con questa scatola senza il mio aiuto, eh? - si vantò River. - Dove è il problema?

Il Signore del Tempo si voltò verso i comandi e guardò in basso. 
- I tubi che collegano la console fino al Cuore, quelli che passano attraverso la grata...

- Intendi dire le bobine aerotemporali?
 
- Sì, le bobine. Ho detto “tubi” per farlo capire a te…
 
- Ah-ah, certo. Fammi dare un’occhiata – disse la donna, inginocchiandosi di fronte ai condotti trasparenti. – Cos’hanno che non va?
 
- Vanno su e giù troppo… stranamente – spiegò il Dottore, provando a mimare il movimento con le braccia e il corpo, riscuotendo scarso successo.
 
- Hai premuto due volte il pulsante dei freni? – domandò l’altra da sotto la console, capendo al volo il danno.
 
L’uomo ci pensò su e si rese conto che sì, lo aveva fatto. Solo per sapere che cosa sarebbe successo.
– No, certo che no. Ovviamente ed assolutamente no. Mi avevi detto di “non farlo mai” e io mai l’ho fatto – mentì malamente, mentre premeva ripetutamente il tasto verde dei freni per rimediare al danno.
 
- Non ti uccido mica se dici la verità. Non sarebbe la prima volta che non fai come ti dico e poi sono tua moglie, non tua madre… - borbottò River, facendo capolino da sotto i comandi e rimanendo in ginocchio, squadrando il marito dalla testa ai piedi.
 
Il Dottore girò tutte le leve della console verso destra e notò, dissimulando l’ammirazione, che il problema era stato proprio quello dei freni e che adesso le bobine andavano su e giù come al solito.
 
- Oh, guarda! Si è riparato da solo! Caro, vecchio TARDIS…
 
- Perché ti costa tanto ammettere che avevo ragione? È così difficile per un capitano accettare che qualcun altro conosca la sua nave meglio di lui?
 
L’ultimo dei Signori del Tempo boccheggiò in cerca di una risposta, indicando la moglie come un bambino a cui hanno appena fatto un torto gravissimo. 
Si fermò imbronciato di fronte a lei, che lo guardava dal basso con fare divertito.
- Per me non è difficile fare nulla – esclamò infine, come se la discussione si fosse conclusa così.
 
Ma quando scorse il lampo malizioso che brillò negli occhi della moglie, fu troppo tardi.
River passò con nonchalance una mano sulla coscia del Dottore, che si congelò sul posto.
- Proprio nulla…? – chiese, continuando il movimento, sempre più insistente sulla stoffa, ed inchiodando lo sguardo a quello dell’altro.
 
- River – deglutì l’uomo, cercando di concentrarsi su qualsiasi cosa non fosse la mano della moglie così vicina… - No. Non… non fare così. Non intendevo…
 
Le dita curiose della donna si bloccarono sul bottone e la cerniera dei pantaloni.
- Non intendevi, eh? Bé, per come la vedo io… hai mentito. E chi dice le bugie deve essere punito… - comunicò, sbottonando i calzoni ed abbassando la zip.
 
Il Dottore si lasciò scappare una risatina isterica.
- Somigli così tanto a Jack quando fai… ah – sobbalzò quando si sentì sfiorare l’elastico della biancheria. – Quando fai così.
 
- Data la fama del Capitano Harkness, vedrò di prenderlo come un complimento…
 
L’uomo le bloccò senza molta convinzione le mani con le proprie, proprio quando stavano per scoprirlo.
- Non fare così – ripeté, cercando di mantenere il controllo di sé. – È… altamente fuori luogo, qui.
 
- Strano… - River alzò un sopracciglio, con le mani che non accennavano a voler soprassedere. – È questa la tua prima volta, Dottore? Si concluderà sicuramente con successo dato lo zelo che hai mostrato un paio di settimane fa nel ripetere l’esperienza… - commentò, prendendolo in giro.
 
- Ehi! Non sarebbero “spoiler”, questi?! – esclamò oltraggiato, mentre le guance gli si tingevano di rosso.
 
- Posso usare parte dei miei spoiler quando e se lo ritengo più opportuno. E questo assolutamente lo è – lo zittì, per poi riprendere a parlare con voce più dolce e sensuale. - Posso dirti per esperienza che questa non sarà la prima ed ultima volta. Lasciati andare, Dottore…
 
E la “Tempesta Imminente” si arrese, abbandonando le mani di River per affondare le proprie fra i capelli ribelli di lei.
Assaporò a pieno la sensazione del tocco delicato delle dita sulla pelle bollente, si sorprese del piacevole attorcigliamento dello stomaco mentre si sentiva avvolgere dalla bocca accogliente.
Godette appieno dello sconquassante oblio che tutto quello gli provocò.
La schiena si inarcò e piegò sulla console del TARDIS, mentre le mani si aggrappavano instabili ai riccioli della moglie.
- River… - ansimò, aspirando il nome tra i denti, scosso dai brividi.
Si lasciò cadere accanto a lei, che, dopo un attimo di esitazione, gli avvolse le braccia intorno alle spalle e lo strinse a sé, fino a quando i loro battiti irregolari non risuonarono all’unisono.
 
Non passò molto prima che il Dottore alzasse lo sguardo su River, scostandosi un poco dal suo abbraccio caldo e profumato.
Deglutì rumorosamente quando le pulì gli angoli della bocca col pollice, accarezzandole poi le guance in cerchi concentrici. E lei sorrise, tra il sornione e l’appagato, prima di posargli un rumoroso bacio a stampo sulle labbra.
 
- Ho due considerazioni da fare – annunciò l’uomo, mentre River gli sistemava ed accarezzava cravattino e camicia, torturandone talvolta i bottoni e lanciandogli sorrisetti divertiti. – Prima di tutto, chissà cosa penserà Sexy di me, adesso – si lamentò, corrugando le sopracciglia e guadagnandosi uno sbuffo dalla moglie.
- Secondo… quando hai detto che ho fatto la mia ultima visita? Due settimane fa? – chiese, sinceramente interessato, mentre River scoppiava a ridere, facendo ampi cenni d’assenso col capo.
 
- Ti ho detto che ti sei dimostrato parecchio felice di fare quello che stavi facendo – lei si morse il labbro, ritornando improvvisamente - e fintamente - seria. – Ma sono un po’ gelosa della me passata… che ne dici di liberarmi da questa fastidiosa sensazione?
 
- E come potrei? – domandò il Dottore, impensierito, prima che River lo abbracciasse con rinnovata foga e lo zittisse con un numero imprecisato di baci. 
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: Patta97