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Autore: StelladelLeone    30/06/2013    13 recensioni
[storia ad oc, posti esauriti]
Duemila anni dopo la Grande Catastrofe avvenuta nel Regno di Fiore, nell'attuale Regno di Elmar, due giovani misteriosi ladri si lanceranno alla ricerca della leggendaria Fairy Heredity, in un viaggio pieno di pericoli, avventure, romanticismo e comicità!
Sei pronto a seguirli?
“E’ una leggenda per bambini, e comunque ho altro da fare.” Disse lei voltandosi, prendendo il mantello e facendo per andarsene.
“No, è reale e io lo troverò!"
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Yoooo minnaa! Ce l’ho fatta! Anche io inizio la mia storia ad oc! Non vedevo l’ora! *saltella tutta eccitata* Lo so che ho altre…due o tre long in corso, ma tranquilli: sono in scrittura XD Allora, ho deciso che accetterò per ora 12 oc, 6 maschi e 6 femmine, quindi controllate le altre recensioni prima di mandarmeli :D il “per ora” significa che se qualcuno, proprio ci tenesse quanto la sua stessa vita a partecipare ma non ci fossero più posti, allora aggiungerei anche il suo a patto che si procurasse un altro iscritto del sesso opposto…MA sappiate che mi complicate la vita!

Canzone consigliata come sottofondo per il capitolo: I need your love di Calvin Harris :D

Ora…buona lettura!

 

Un’ombra in viaggio!

 

Il sole non era ancora sorto nel cielo violetto e una leggera brezza faceva frusciare le foglie degli alberi del bosco; tutto ancora dormiva sereno, tranne un piccola figura ammantata che rapida e silenziosa scivolava lungo il grosso tronco di un pino centenario; i suoi passi sul terreno non si udivano nemmeno, l’unico suono era il frusciare del lungo mantello nero che la avvolgeva tra i fili d’erba.

L’ombra sottile camminò per alcuni minuti, fino ad arrivare in una piccola radura vicino al corso del fiume; lì cominciò a compiere flessuosi ed agili movimenti: le mani che stringevano qualcosa di appuntito e luccicante, prima descrivevano grandi cerchi poi infliggevano rapide e silenziose stoccate. Le gambe si muovevano rapide e i muscoli si tendevano guizzanti. Era una danza, una danza meravigliosa e attraente, una danza mortale.

Passato del tempo, la figura, con mano decisa, scaglio il pugnale a conficcarsi con mira precisa e velocità incredibile nel tronco di un abete. Corse leggiadra a riprendere l’arma, e, dopo averlo fatta saltare per qualche istante tra le mani, il pugnale si dissolse in una nuvola nera. Con soddisfazione si avvicinò alla superfice del fiume per ammirare il suo nero riflesso; nel fiume delle morbide labbra rosate sorrisero, di un sorriso felino, del sorriso che la pantera rivolge alla preda prima di balzare.

 

La città di Ninivel, capitale del Regno di Elmar, che duemila anni prima,  prima della Grande Catastrofe, era il Regno di Fiore, era già in fermento poiché scoccata la quinta ora*. Le ridanciane e chioccianti signore della città gironzolavano di qua e di là per il mercato, facendo frusciare tutte le loro gonne e sotto gonne e comprando l’occorrente per il pasto di mezzodì e per tutta la settimana; i robusti signori delle bancarelle urlavano a gran voce nella speranza di attirare le comari, mentre bambine e bambini correvano per il mercato, giocando felici in quel colorato caos. Il mercato era uno dei giorni più belli per i cittadini: i profumi delle spezie solleticavano il naso dei passanti, i colori sgargianti delle stoffe rapivano lo sguardo, il dolce sapore dei prodotti fatti in casa deliziava i palati.

Nessuno faceva caso alla piccola ombra che strisciava nell’oscurità lungo i muri delle case e lei lo sapeva, sapeva di essere invisibile per quegli occhi così indaffarati, e divertita si godeva anche lei il mercato, alleggerendo di tanto in tanto qualche incauto passante. Con un sorriso di sfida di avvicinò alla bancarella sgargiante del fruttivendolo e rapida afferrò una grande mela rossa, che morse con gusto prima di mescolarsi alla calca e sparire di nuovo. Come se non fosse mai passata. Non era forse quello il suo destino? Un’ombra tra le ombre, destinata all’oblio e all’oscurità…

Mentre guardava rilassata chi passava per il mercato, vide un gruppo di ragazzine camminare e ridacchiare e rimase incantata a guardarle: parlavano del loro primo bacio. Per una ragazza è uno dei momenti magici della vita. Un sorriso malinconico si disegnò sulle sue labbra, poi scosse la testa rimproverandosi a mezza voce e cambiò strada. Era lì per raccogliere informazioni non per perdersi in fantasie. Aveva rinunciato da tempo a quel mondo.

Cautamente si diresse verso l’ala nord del mercato, quella vicino alle caserma delle guardie e quindi quella più pericolosa; lentamente e mantenendosi nell’ombra si avvicinò ad un gruppo di guardie che nelle loro armature argentee chiacchieravano tenendo d’occhio il mercato.

“Quindi sta sera voi siete di guardia al Palazzo Valleir?” stava dicendo una di esse rivolta ai suoi compari.

“Già, e io che programmavo una bevuta in osteria!” sospirò l’altra, scocciata.

“Cosa che io invece farò!” disse con una risata la prima guardia che aveva parlato.

“Dannata Ladra!” proruppe l’ultimo, “Se non ci fosse lei potremmo fare dei turni più tranquilla, ma ora che è arrivata tutti i nobili richiedono la massima protezione perché hanno paura di lei”

“Come Valleir, teme che quel maledetto fantasma riesca a mettere fuori combattimento le sue venti guardie e rubi lo smeraldo! Come se potesse succedere! E quindi a noi ci tocca lavorare!”

“Vorrei tanto sapere chi si cela sotto quel mantello…” e si lanciarono in speculazione sulla vera identità della Ladra Nera, il nuovo terrore di Elmar. C’era chi sostenesse fosse un uomo, in realtà, chi una donna per la piccola statura, chi un demone, chi un fantasma; chi sosteneva fosse un antico mago oscuro, chi un ladro fortunato. Ma nessuno ad ora poteva dirlo con certezza.

Intanto l’ombra si allontanava con un ghigno divertito: ora sapeva tutto quello di cui aveva bisogno. Esultante ritornò al suo rifugio sul pino dove rilassandosi si preparò mentalmente per la serata di lavoro.

 

 

La figura ammantata si mosse quando ormai era scoccata la dodicesima ora e il cielo tendeva a lillà; camminò rilassata per le vie ormi quasi deserte della città, evitando con cura le varie pattuglie, fino a giungere in una vietta scura tra catapecchie pressoché disabitate; da lì si arrampicò sul tetto di una di queste ed iniziò una veloce ed entusiasmante corsa sui tetti al tramonto, così liberante che finalmente apparve un vero sorriso sul suo volto. Cosa c’era d meglio che sentire il vento, simbolo di libertà, sferzargli il volto, mentre dall’alto poteva ammirare quella distesa di case in pietra, che il sole tingeva d’arancio e di rosa?

Finalmente giunse davanti all’alta torre cittadina e dalla borsa in cuoio che portava a tracolla, dopo un lungo e difficile rimestare, estrasse un piccolo quadernetto. Rilesse velocemente le informazione sul suo cliente e fece una smorfia scocciata. Quei tipi li detestava: avrebbero venduto loro madre per soldi, figurarsi la sua identità. Doveva assicurarsi di spaventarlo talmente tanto da non fargli nemmeno pensare di poterla fregare.

Con un ghigno si avvicinò alla parete in ombra della torre e vi appoggiò una mano, dopodiché l’attraverso, risucchiata dall’oscurità.

Un’ombra tra le ombre...

 

Un uomo grasso e basso attendeva nervosamente in cima alla torre e si stava chiedendo se il suo uomo sarebbe mai arrivato, quando, improvvisamente, la sua stessa ombra proiettata sul pavimento iniziò a muoversi di vita propria, contorcendosi e allargandosi. Poi iniziò ad emergere dall’ombra, lentamente, una figura ammantata.

L’uomo lanciò un urlo e si rannicchiò su se stesso, mentre la figura lo guardava segretamente soddisfatta.

“Sbaglio o lei voleva vedermi per affidarmi un incarico?” disse l’ombra.

“Lui si alzò tremante stringendo al petto una borsa tintinnante e la guardò stupefatto.

“M-ma lei è davvero…” iniziò a balbettare, ma l’altro lo interruppe avvicinandosi un dito alle labbra.

“Non siamo qui per discutere la mi identità, le pare?” disse con un tono di minaccia, “Mi dia la borsa con le istruzione e metà dei bahal*, poi se ne vada. Il prossimo appuntamento è sempre qui, domani sera.”

L’uomo annuì e le porse la borsa.

“E mi raccomando, non faccia parola con nessuno di quest’incontro, altrimenti…” e lasciò la frase in sospeso, mentre l’altro deglutiva spaventato.

Dopodiché la figura salì sul parapetto e, sotto lo sguardo stupefatto del cliente, si lanciò giù dalla torre.

Sorrise, sentendo l’aria accarezzarle la faccia; a pochi metri da terra si concentrò e, invece di schiantarsi per terra, attraversò il pavimento in ombra e riemerse all’ombra del suo pino.

La figura lesse le istruzioni che c’erano nella borsa, nonostante sapesse già cosa dovesse fare: il cuore degli uomini è facile da comprendere; poi contò i bahal per controllare di non esser stata ingannata, anche se nessuno sano di mente ci avrebbe mai provato.

 

Dopo aver mangiato, ripartì coperta dall’oscurità della notte; destinazione: Palazzo Velleir. Obbiettivo: lo smeraldo.

Mentre l’adrenalina cominciava a pervaderla, giunse davanti al palazzo. Era un grosso e decorato palazzo in pietra, protetto da un muro di cinta, con un giardino curato, le persiane in legno e tante, tante guardie di ronda.

Tipico.

Silenziosa si appiattì lungo il muro della casa di fronte al palazzo e, dopo aver preso le misure, attraversò l’ombra e riemerse nel giardino. In un cespuglio di rose, per la precisione.

Con un gemito si districò dalle spine e corse a nascondersi dietro un quercia. Perché diavolo i nobili avevano la fissa delle rose!? Non potevano piantare margherite o pomodori?!

Sempre imprecando, iniziò ad analizzare la ronda: le guardie andavano a due a due. Il percorso era il perimetro del palazzo. L’incontro tra due gruppetti di guardie avveniva ogni trenta secondi all’angolo. Quindi aveva trenta secondi per stordire le guardie, entrare, prendere lo smeraldo e scappare.

La figura tese tutti i muscoli fino allo spasmo. L’adrenalina in circolazione. Un sorriso ferino sul volto.

Uno.

Le guardie si incontrano e un gruppo sparisce dietro l’angolo.

Quattro.

Corre silenziosa fino ad arrivare alle spalle delle due guardie.

Otto.

Condensa nella sua mano una frusta di ombra.

Dieci.

Strozza la prima guardia fino a farle perdere coscienza

Tredici.

La seconda guardia si accorge di lei e fa per dare l’allarme.

Quindici.

Colpisce con un calcio in pancia la guardia e mentre è piegata per il dolore, la colpisce nuovamente con un gomito a collo.

Diciotto.

La guardia stramazza la suolo e lei cerca la finestra della stanza affianco a quella dello smeraldo.

Venti.

Si arrampica fino al balcone del secondo piano ed entra nella stanza.

Ventidue.

Tre guardie bloccano la porta all’esterno; utilizza i suoi portali d’ombra si teletrasporta davanti a loro.

Ventiquattro.

Con un tentacolo d’ombra soffoca le tre guardie.

Ventisei.

Entra nella stanza della pietra, poi blocca e imbavaglia con l’ombra le sei guardie all’interno, infine le sbatte contro il muro per far perdere loro coscienza e magari anche la memoria.

Ventotto

Rompe la teca e infila lo smeraldo in borsa. Nella speranza poi di ritrovarlo.

Ventinove.

Apre la finestra pronta a gettarsi giù. Si odono urla nella casa. Devono aver sentito i colpi degli elmi contro le pareti.

Trenta.

Qualcosa la colpisce con forza alla testa e cade nell’incoscienza.

 

 

 

La prima cosa che vide fu il cielo stellato.

“Strano…” pensò, “Di solito le fronde mi coprono la visuale…”

Poi, in un drammatico istante, si ricordò del lavoro, dell’incursione nel palazzo, della villa…e della sua perdita di coscienza.

Di scatto si alzò, si rannicchiò su se stessa e nelle sue mani si condensarono due spade d’ombra, ricurve con l’impugnatura a forma di drago.

“Finalmente sei sveglia, cominciavo a pensare di averti ucciso!”

La figura si voltò di scatto e ritrovò a guardare un ragazzo appoggiato a braccia incrociate ad un tronco. Aveva un fisico asciutto e allenato, una muscolatura ben visibile nonostante la camicia bianca leggermente aperta, i pantaloni in pelle neri e il mantello marrone; i capelli erano biondo miele, mossi e scompigliati, sopra le spalle; gli occhi erano di una grigio incredibile, come il cielo nuvoloso, e il sorriso era il sorriso di un bastardo.

Questa fu l’analisi, per nulla condizionata dal fatto di essersi fatta fregare come una novellina, della figura.

Lentamente si raddrizzò, ma non fece scomparire le armi.

“Chi sei?” sibilò.

“Potremmo dire che sono un ladro anche io...” Disse lui passandosi una mano tra i capelli.

“Cosa vuoi da me?”

“Il tuo aiuto.” Disse tranquillamente.

La figura scoppiò in una risata cristallina.

“Non potevi chiedermi un incarico come fanno tutti? Dovevi per forza tramortirmi’!” iniziò a dire ironica, ma si ghiacciò pressoché subito, tornando in modalità difensiva: come aveva fatto a stordirla? Non era certo una ladra da quattro soldi!

Con un saltò indietreggiò dal ragazzo che le si stava avvicinando.

“ Come siamo diffidenti…Non potresti togliere quel mantello? Preferisco parlare con le persone guardandole in faccia, Ladra Nera.” La figura si bloccò e strinse le mani a pugno, tanto da far sbiancare le nocche.

“Tanto ho già dato un’occhiata mentre eri svenuta…” disse con un sorriso malizioso.

Un’imprecazione a dir poco colorita giunse dal mantello; come aveva osato, quel pervertito?! Alla prima occasione gli avrebbe rotto il naso!

Poi, lentamente la figura slacciò i lacci del mantello e lo fece scivolare a terra. In quel momento non era lei ad avere il coltello dalla parte del manico…

Il ragazzo la guardò, stupendosi ancora di chi si celasse sotto il mantello della Ladra Nera, colei che aveva messo in ginocchio tutto Elmar; era poco dire che la giovane ragazza, a occhio sedici anni, che aveva davanti era bella: i capelli biondi con sfumature ramate cadevano in morbidi boccoli lungo la schiena, mentre gli occhi blu come il mare gli lanciavano occhiate diffidenti e innervosite; sulle guance rosse d’imbarazzo per essere così scoperta erano impressi quelli che pensava fossero tatuaggi neri, come un rampicante sottile. Il busto era avvolto da una morbida camicia nera sopra cui indossava un corpetto nero con ricami rossi, mentre le gambe allenate erano fasciate in pantaloni di pelle nera. LA borsa a tracolla era in cuoio, come la cintura in vita a cui teneva appesi vari sacchettini.

“Hai finito di analizzarmi?” chiese infastidita arrossendo.

“Mmh… quasi” disse innervosendola e imbarazzandola ancora di più, “Sei una mezzelfo, vero?”

La Ladra lo fulminò e digrignò i denti. 

“Come lo sai?” Lo avrebbe definitivamente ucciso.

“Il modo in cui tieni i capelli: è ovvio che cerchi di coprire le orecchie leggermente a punta. Piuttosto raro, devo ammetterlo…”

La ragazza non aveva mi avuto tanta voglia di fare a pezzi qualcuno in vita sua, né si era mi sentita tanto indifesa e imbarazzata. Quanti anni erano che non si mostrava apertamente a qualcuno? E poi la guardava come se volesse mangiarla, quel maniaco!

“Comunque, tornando ai nostri affari,” la ragazza alzò gli occhi al cielo: da quando loro due avevano affari in comune?

“Ti ho stordito perché dubito che altrimenti mi avresti preso in considerazione: voglio arruolarti per compiere un viaggio alla ricerca della Fairy Heredity.”

La ragazza lo guardò perplessa, mentre ricordi affioravano nella sua memoria.

“Il tesoro della leggendaria gilda di maghi…Fairy Tail…la più forte al mondo prima della Grande Catastrofe…” mormorò ricordando le parole della sua vecchia tata.

“Esatto! Io lo sto cercando e ho bisogno del tuo aiuto!” disse il ragazzo.

“E’ una leggenda per bambini, e comunque ho altro da fare.” Disse lei voltandosi, prendendo il mantello e facendo per andarsene.

 “No, è reale e io lo troverò! Non verresti nemmeno se ti offrissi qualcosa in cambio?” disse il ragazzo, afferrandola per una spalla, bloccandola e voltandola.

“Potrebbe interessarti…” le sussurrò prendendole il mento tra le dita e avvicinandosi pericolosamente.

La ragazza arrossi di botto e lo scosto da sé apostrofandolo gentilmente; purtroppo, facendo ciò, la grande Ladra Nera inciampò in una radice e cadde leggiadramente a terra.

L ragazzo scoppiò a ridere.

“Non credo che tu abbia qualcosa mi interessi.” Disse scettica mentre si rialzava nel tentativo di mantenere una dignità, ma il rossore sulle guance la tradiva parecchio.

 “Io credo di sì: se prometti di aiutarmi non solo ti porterò fuori dalla foresta…” iniziò a dire, ma la ragazza lo interruppe, ferita nell’orgoglio.

“Credi che non sia capace di uscire da sola?” chiese mentre un brivido le scese lungo la schiena.

“No, assolutamente no. Ti ho osservato parecchio e mi sono accorto che il tuo orientamento è pessimo, motivo per cui disegni sempre delle mappe dei posti in cui viaggi. Mappe che io ho bruciato.” Disse con un ghigno.

La ladra si pietrificò: sia perché aveva appena scoperto che il tizio con cui stava parlando era uno stalker di prima categoria, sia perché se era vero ciò che aveva detto, lei era amabilmente fregata.

Poi iniziò a frugare come una forsennata nella borsa. Non c’era nessuna delle sue preziose mappe.

“Tu.” Disse gelida mentre le ombre tutto intorno cominciavano a contorcersi e a tendersi verso di lei,

“Come. Hai. Osato. Toccare. La. Mia. Roba?!”

“Devo dire che non avevo mai visto da vicino una borsa sottoposta ad un incanto di allargamento…” ciarlò lui senza nemmeno darle retta.

Iniziò ad avvicinarsi lentamente alla preda: lo avrebbe ucciso.

Il ragazzo non si mosse di un passo, per nulla intimorito, mentre osservava curioso i tatuaggi sulle guance della ragazza guizzare e muoversi come se fossero vivi.

“Io mi fermerei, fossi in te.” Disse poi ghignando, prima di estrarre da una tasca della camicia bianca un medaglione in argento.

“Il mio medaglione!” urlò la ragazza tastandosi il collo.

“Ladro!! Ridammelo subito!” urlò slanciandosi contro di lui.

“Detto da te!” si schernì lui balzando lontano dalla belva che aveva risvegliato.

Poi, con uno schiocco, il medaglione sparì.

“Nooo!” la ragazza balzò contro il suo nemico, tentando di colpirlo con un calcio in pancia; il ragazzo lo scansò abilmente e la ladra evocò le due spade cercando di squarciargli il petto, mentre una rabbia omicida l’assaliva; ma non fece in tempo ad agire che il ragazzi scomparve davanti a lei, per poi comparirle dietro.

“Ma cos..?”

“Silver rope!” Il pugnale d’argento che aveva in mano il ragazzo si sciolse e si ricondensò in una corda, che lui usò per bloccarla.

“Gnh..mollami maledetto!” urlò tentando di allontanare la corda dal suo collo, con scarsi successi.

“Ma come siamo focosi! Mi chiedo se lo sei anche in am…Argh!” la ragazza lo colpì negli attributi, arrossendo come non mai.

“PERVERTITOOOOOOOOO!”

Il ragazzo rantolò e imprecò per qualche secondo, ma non mollò la presa.

“Okay, questo è stato un colpo basso…comunque, datti una calmata, bellezza! Il tuo medaglione non l’ho distrutto!” la ragazza smise all’istante di muoversi.

“Sono un mago anche io, se non hai notato! Sono un silver claimer e un teletrasportatore, come te! Ho teletrasportato il tuo medaglio in un posto segreto e te lo ridarò solo dopo che avremo trovato la Fairy Heredity.” disse lasciandola andare e allentandosi il più possibile da lei. Non era ben sfidare troppo la sorte.

La ragazza si massaggiò il collo, guardandolo male.

“Io non sono una teletrasportatrice!” disse con astio.

“Oh, lo so. Magia del dominio delle ombre. Un’ombra tra le ombre…” iniziò a dire, ma un pugnale si conficco nel tronco a cui era appoggiato, ad un centimetro di distanza dal suo orecchio.

“Silenzio!” disse con voce gelida, mentre le sue mani venivano ricoperte da neri tatuaggi a rampicante che si muovevano e quelli sulle guance riprendevano vita.

“Immaginavo…e così sei tu, eh? Pensavo fossi una leggenda, principes…”

“Ho detto silenzio!” disse lei lanciando un altro pugnale d’ombra.

“Mi puoi far vedere il tatuag..” la ragazza lo afferrò per il colletto.

“STAI ZITTO!” gli urlò puntando la lama della sua spada alla gola, mentre la pupilla degli occhi le si restringeva e si allungava.

Lui la guardò sorpreso, per poi lanciarle uno sguardo di sfida.

“Altrimenti?”

Lei lo fulminò con quegli occhi felini.

“Non una parola di più.” Ansimò infine come sfinita, lasciandolo andare e allontanandosi. Non doveva perdere il controllo. O la bestia sarebbe tornata.

La pupilla tornò normale.

“Se è l’unico modo per riavere il mio medaglione, allora verrò a cercare la Fairy Heredity; ma guai a te se dici una sola parola riguardo a… me. Se lo fai…”

Il ragazzo alzò un sopracciglio.

“Ti uccido.” E lui capì che non stava scherzando.

Mentre un brivido gelido gli scendeva lungo la schiena, le sorrise.

“Benvenuta a bordo! Io sono Rey Leon.” disse tendendogli la mano, con un’occhiata maliziosa.

Lei la prese arrossendo.

“Miel, la Ladra Nera.”

“Come, niente cognome principessa?” chiese lui ridendo e allontanandosi dal pericolo imminente.

Lei strinse le nocche e lo fulminò.

“Idiota! Non chiamarmi così!”

Non ci poteva davvero credere, dopo anni di solitudine autoimposta vissuta nell’ombra, aveva accettato di stringere un patto con un cretino pervertito, che sapeva tutto di lei, per aiutarlo a cercare una cosa che nemmeno esisteva! Doveva essere impazzita.

“Allora, vieni principessa?” la chiamò lui sorridendo.

Lei sospirò, guardando il biondo farle cenno di seguirlo.

“Idiota…”

Chissà, forse non sarebbe stato così male…

 

 

 

 

*Quinta ora: equivale alle 11, le ore le si contano dalle sei.

*Bahal: moneta in uso, in oro

 

Scheda personaggio ( * segnala i campi obbligatori), ma solo se avete letto le altre recensioni! Siate dettagliati e prolissi! (guai a chi scrive due righe!)

 

Nome*

Cognome*

Soprannome

Sesso*: preparatevi ragazze: Rey, nonostante sembri un pervertito, non lasciatevi ingannare: è davvero un pervertito. (Rey: amante del gentil sesso, prego! – Miel: sì, certo, dicono tutti così…)

Età*: quel cavolo che vi pare; se però poi avete ottant’anni e siete delle cariatidi non mi chiedete la storia d’amore u.u Inoltre farei un po’ fatica a descrivere i pensieri di un trentenne perché ho solo sedici anni -.-‘’

Razza*: novità! *rullo di tamburi* potete essere quel che volete: umani, elfi, draghi, animali parlanti, mezz’elfi, gnomi, fate (ma siete alte al massimo 20 cm, se volete essere alte normali dovete tirarmi fuori un motivazione convincente XD), sirene (quindi vivete in acqua, a meno che non abbiate quella famosa spiegazione convincete…), troll, goblin, mannari, vampiri…tutto quel che vi pare (però vale come sopra: se siete un troll, poi non chiedetemi la storia romantica u.u non faccio miracoli)

Aspetto fisico*

Segni particolari

Abiti*: ragazzi, faccio presente che siamo in una società MEDIEVALE; quindi niente t-shirt con stampe, scarpe da ginnastica etc., etc.… avete seta, lino grezzo, cuoio, tutta roba non sintetica o prodotta in industria

Carattere*: scrivete tutto ciò che potete, anche abitudini, tic, manie (ex: quando è imbarazzata si stropiccia le mani/ quando vede una bella ragazza sbava), l’impressione che ne hanno gli altri…devo vederli i vostri oc!

Gusti/passioni*: non solo cibo XD

Odi/rancori/ cose che non piacciono*:

Paure* ingegnatevi che poi io mi diverto XD

Passato* prometto che affronterò il passato di tutti gli oc, quindi...sbizzarritevi!

Classe sociale

Occupazione*: anche qui a voi la scelta: maghi erranti, soldati (però ricordo che Rey e Miel sono ricercati), armaioli, apprendisti, viaggiatori, mercanti, assassini, ladri, contadini, studenti (ma ricordo che solo i nobili studiano), tessitori, commercianti, mercenari, cacciatori di taglie… anche qua, guai se ve ne uscite con: manager! O industriale! Vi uccido -.- Inoltre: siate vari! Accetto max. due pg per lavoro! Ah, tranquilli per l’età: si inizia a lavorare, se non siete nobili, a 15 anni per le ragazze 14 per i ragazzi :D

Poteri: non è obbligatorio perché la magia è un cosa poco conosciuta

Armi*: anche la fionda va bene XD se avete i poteri potete avere anche le armi.

Capacità: ex: combattimento corpo a copro, a distanza, nuotare, arrampicarsi, scappare (vigliacchi :P), correre, cacciare, pescare.., etc. etc.

Punti di forza

Punti deboli* (sì, è obbligatorio!!)

Obbiettivi:

Spirito animale:

Sogni:

Storia d’amore: se vi interessa un altro oc, fatemelo sapere; oppure descrivetemi il tipo di persona con cui andrebbe d’accordo (guai alla prima che mi fa la descrizione di un ragazzo che poi non è tra gli oc XD)

Amicizie/inimicizie:

Altro

 

Ok! Io ho finito!

Buon viaggio a tutti!

 

StelladelLeone

 

Ps: l’aggiornamento a quando torno dalla montagna :D

  
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