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Autore: Ade e Ares    01/07/2013    2 recensioni
C'era solo una cosa che legava Andrew a Spike: i fiori di cipolla fritti.
Tristi riflessioni sulla morte di Spike, parte seconda.
Andrew x Spike
Dawn xSpike
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Andrew Wells
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fiori di cipolla fritti

 

 

Cleveland. Estate 2003. 00:01 a.m.

 

Due giovani cacciatrici si erano lungamente battute con un vampiro dal passato di lottatore di wrestling, grande grosso e rabbioso; e non era il primo che incontravano a Cleveland. Andrew aveva registrato tutto dall'alto del tetto di una cripta, fino alla completa polverizzazione del macho. In un'altra vita aveva seguito con morbosa curiosità le lotte acrobatiche sul ring, sgranocchiando avidamente pop corn dolci.

Chiuse lo sportellino della telecamera e goffamente ridiscese sul manto erboso, dove lo attendevano le ragazze, apprendiste come lui, solo in un campo diverso. -Spuntino di mezzanotte?- propose sorridente. La lotta gli faceva sempre venire appetito.

Le ragazze si scambiarono un'occhiata e poi cominciarono a parlare della scuola che stava per ricominciare, estromettendolo. Non era ancora riuscito a far breccia nei loro cuoricini, ma Andrew non demordeva! Era cambiato tanto: da super cattivo a buono, da nerd a ricercatore dell'occulto. L'unica cosa rimasta invariata era il suo talento coi demoni... che purtroppo ancora non gli era tornato utile.

Nessuno sembrava voler capire la sua voglia di fare l'Osservatore o qualsiasi altra cosa lo riguardasse. L'unico con cui riusciva a sostenere una conversazione quasi normale era Xander, ma Andrew non s' ingannava: Xander in tal proposito, il carpentiere avrebbe presto raggiunto Buffy e Willow in Scozia e il povero Andrew l'Incompreso sarebbe rimasto in compagnia del sarcasmo di Faith e dello sguardo giudicante di Robin Wood. Detestava quell'uomo, era saccente e si credeva Batman!

Si separò dalle ragazze e intraprese la strada più lunga per il rientro a casa, camminare fra i negozi aperti di notte era interessante e poi aveva fame!

Scartò il mini market indiano e poi quello cinese, evitò l'unto del McDonald's e i miasmi del pub dei demoni. Finalmente trovò quel baretto anni '50 che aveva scoperto poco dopo il trasferimento: le cameriere erano in divisa azzurra e grembiulino bianco, le poltroncine erano imbottite e in fondo al salone c'era persino un juke box che suonava Elvis!

Si avvicinò con una certa sicurezza al bancone e la ragazza, stanca ma sorridente, afferrò d'istinto la caraffa del caffè.

-Cos'è questo buon odore?- chiese Andrew lasciandosi versare la bevanda calda.

-Credo che Alfred stia friggendo i fiori di cipolla-.

Andrew sgranò gli occhi e l'osservò come inebetito per qualche secondo. -Fiori di ...cipolla?- quasi balbettò.

Stupita, Annie la cameriera, annuì. -Ne vorresti?- chiese e si allontanò senza attendere la risposta, verso la porta della cucina. Ritornò con una ciotola di porcellana bianca colma di fiori. -Offro io- sorrise. In quel locale erano sempre tutti molto gentili e sorridenti. E ben curati, soprattutto.

Andrew guardò la ciotola e afferrò un fiore. L'osservò rigirandoselo tra le dita -un.... amico adorava questi fiori fritti-.

La cameriera sorrise ancora, più teneramente. -Sospettavo ci fosse qualcosa sotto-.

-Il turno di notte aiuta a comprendere meglio le cose, le persone... suppongo-.

Annie annuì. -Lo sai. Lavori la notte anche tu, eh? Arrivi sempre intorno a quest'ora, a volte anche più tardi-.

-Sì. Più o meno...- Assaggiò il fiore. -Un sera, in moto, mi spiegò come si preparano. E poi mi minacciò di aprirmi la gola se avessi mai riferito quella conversazione- sorrise triste.

-Un vero duro il tuo ragazzo- ammiccò.

-Oh...o..n..no...no... noi- scosse il capo -lui non era il mio ragazzo. Io non gli piacevo e poi aveva una storia con una ragazza bellissima. Buffy-.

-Buffy?- e che razza di nome era Buffy? Comunque il suo affezzionato cliente sembrava aver un disperato bisogno di lei, così Annie scambiò un'occhiata con la sua collega e scese dal bancone per sedersi al fianco di Andrew. -Gli sconosciuti sono sempre i migliori confidenti-.

-Forse... Suppongo tu sia abituata a...questo genere di cose-.

-A volte succede. Ma di solito sono uomini e donne con più rughe, e decisamente più inclini all'alcol che al caffè-.

Andrew annuì. -A me non piace l'alcool. Ha un saporaccio e mi fa venire caldo...-

-Com'è questo tipo?-

-Era un vero duro, come hai detto tu. Giacca di pelle e tutto il resto, compresa una cicatrice sopra l'occhio sinistro-.

Annie aggrottò la fronte. Era.

-Un paio mesi fa è...- deglutì -è morto. La sua ragazza era distrutta, soffriva... e anch'io soffrivo! Ma non potevo dire nulla, non potevo essere triste-. Fece una pausa -non ci pensavo da un po'- afferrò un altro fiore di zucca -a quella notte-.

-La notte in cui è...-

Scosse il capo. -La notte dei fiori di cipolla fritti. Correvamo sulla sua moto, verso una vigna, due giorni dopo è... successo, ma nessuno lo sospettava. Nessuno credeva che lui, che loro, sarebbero morti. Non è morto solo...- Fece una smorfia -l'inspiegabile esplosione di Sunnydale...-

Annie annuì -alieni e tutto il resto-.

Andrew fece un cenno col capo. -Non ho seguito i notiziari per due settimane, temevo d'impazzire... La mia città è svanita nel nulla, lui è morto, i miei amici più stretti anche...-

-Sei qui da solo?- Annie allungò la mano sulla sua spalla. -Cleveland è una bella città ma è... grande, troppo grande-.

-Mio fratello è da qualche parte nel deserto del Nevada e ho una zia in Florida- strinse le spalle. -Comunque non mi sono trasferito da solo, non preoccuparti... Solo che... non sono persone che mi apprezzano. Forse Dawn-.

-Dawn?-

-La sorellina della Sua ragazza. È carina, e ama le lingue come me... sai stiamo studiando un antico trattato turco, la traduzione corrente è pessima e... oh scusa, lascia stare-.

Annie tornò al banco, versò dell'altro caffè in un bicchiere d'asporto e trasferì i fiori di zucca in una scatola colorata col nome del negozio. -Portali a Dawn.-

 

Cleveland. Estate 2003. 02:01 a.m.

 

Andrew camminò fino a casa e il sudore gli incollò la maglia alla schiena. Cinque piani senza ascensore erano eccessivi!

Dawn era sveglia, rannicchiata sul divano a leggere la traduzione terrificante. Quell'appartamento era gigantesco ma anche orrido! Andrew ricordava bene casa Summers: persino con le finestre sfondate e i sacco a pelo disseminati sul pavimento era migliore di quella sistemazione.

-Bastava così poco per fare un buon lavoro!- si lamentò Dawn facendolo sorridere. -Fiori di cipolla?-

-Piacevano a Spike non a me- rispose senza sollevare lo sguardo. -Anche Passioni, gli piaceva- aggiunse giustificando il televisore accesso a volume minimo. Chiuse il libro di scatto facendo sobbalzare l'aspirante osservatore proprio mentre le sedeva accanto. -Mi aspetto ancora che compaia dal nulla con una battutaccia o la puzza di fumo o il sacchetto del macellaio pieno zeppo di buste di sangue-.

-Il rombo della Yamaha XJR400-.

Dawn sollevò lo sguardo su di lui. -Mi ha salvato da una branco di demoni Hell's Angels rubando quella moto-.

Il ragazzo fece un mezzo sorriso. -Il vigneto... L'unica volta che mi ha permesso di stargli vicino, non che lo volesse, naturalmente...-

-Andrew...-

-Lascia stare non importa, va tutto bene- recuperò lo zaino -ho filmato come solito...ah! sono già tornate?-

-Sì ma Andrew! Non sviare!-

-Io non svio!-

-Sì, svii! Piaceva anche a me Spike e posso capire come ti senti,come ti sei sentito-. Lanciò un rapido guardo alla Tv. -Mi faceva un po' da baby sitter, per lui ero una mocciosa invadente, ma per me lui era... figo. Era un vampiro, aveva visto tutto, aveva dei bei capelli e belle giacche di pelle...- sorrise -quando Buffy è morta, la sera, lui stava spesso come. Guardavamo Passioni, giocavamo a carte e... mangiavamo i dannati fiori di cipolla-. Afferrò la scatola e avvicinò al naso -non mi hanno mai fatta impazzire, adesso non mi piacciono proprio più- e gliela restituì con un movimento rapido e preciso.

Andrew appoggiò la scatola al tavolino ingombro di libri. -Già-. Scalciò le scarpe e si affossò nel divano. -Non l'ho mai detto a nessuno, Warren e Jonathan non avrebbe capito, forse Jonathan sì ma è morto... e sono stato io a ucciderlo- sospirò profondamente. -E a voi non importa nulla di me. Non che a lui importasse. Mi avrebbe volentieri azzannato, lo avrebbe fatto senza alcun dubbio se non mi fossi autoeletto domestica di casa Summers-.

-Oppure perchè aveva riconquistato l'anima-.

-Un vampiro con l'anima...-

-E se l'è guadagnata, non come Angel-.

Andrew sorrise. -Perchè non sei partita con Buffy?-

Dawn si volse e incrociò le gambe, fissò lo sguardo a lungo sui propri piedi. -Per lo stesso motivo tuo, suppongo. Non sopportavo di starle così vicino da vedere i suoi occhi sempre tristi, il suo viso sempre più tirato, sentire il dolore represso sfuggire al suo ferreo controllo nei momenti più impensati-.

-Il lancio delle frittelle?-
-La sera in cui ha chiamato Angel è stato peggio. Preferisco Faith e il liceo.-

Andrew annuì. -Un giorno dovremo partire, se vogliamo diventare Osservatori dovremo farlo.-

Dawn annuì -per allora Buffy starà bene-.

-E anche noi-.

-Non lo so. A noi non ha lasciato momenti indimenticabili da ricordare.-

Andrew tornò con lo sguardo al cartone del fritto. -Abbiamo i fiori di cipolla fritti-.

  
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