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Autore: _Atlas_    01/07/2013    7 recensioni
- 8 e 30 - annunciò Tony dopo un lungo silenzio.
- Cosa?
- L’orario della partenza. Partiamo domani mattina alle 8 e 30. Si vesta leggera, in Thailandia ci sono 40 gradi a Natale.

[Pre-Pepperony / Iron Man 2]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark, Virginia - Pepper - Potts
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Pepperony Holidays'
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Ritorno a Malibu



"E’ strano?" mormorò Tony steso di fianco a Pepper quando ormai la sveglia sul comodino indicava le due di notte.

"No…non è strano" rispose lei rannicchiata al suo petto e sorridendo.

Era stata una delle notti più belle della sua vita e anche se il problema di Tony continuava a preoccuparla, aveva ascoltato il suo consiglio e si era lasciata andare, rendendo quella serata assolutamente perfetta.
"Devo ammettere che sono colpita" gli disse guardandolo in viso.

"Da cosa, signorina Potts?"

"Sei riuscito finalmente a dividere il letto con me" spiegò accarezzandogli il pizzetto.

"Tecnicamente anche la prima sera ho dormito con te"

"Sì, ma io avevo acconsentito alla tua richiesta solo perché ero stanca morta".

"Dettagli. E poi Tony Stark ottiene sempre quello che vuole, dovresti saperlo".
Rimasero qualche minuto in silenzio, senza dirsi nulla; Tony le aveva circondato la vita con un braccio e l’aveva stretta a sé "Credo sia meglio dormire adesso, domani è l’ultimo giorno di vacanza e almeno quello vorrei che passasse senza intoppi" disse.

Pepper rise "Se non fosse stato per le tue manie di protagonismo, tutta la vacanza sarebbe stata senza intoppi".

"Ehi! Non sono stato io a mangiare un frutto esotico di cui ignoravo esistenza e provenienza" ribatté memore della disavventura che aveva avuto la giovane durante il giorno di natale.

"Ti ripeto che anche i migliori a volte possono sbagliare, e poi ero troppo impegnata a stare attenta che non ti schiantassi da qualche parte con quella moto d’acqua" si giustificò lei.

"Va bene, va bene…però domani si impara a nuotare, signorina Potts. E non ammetto repliche".

"No,Tony? No".

"Sì, Pepper? Sì".

Pepper sbuffò rumorosamente.

"E poi se dovesse succedere qualcosa adesso sei libera di aggrapparti a me senza rischiare di diventare viola".
A quell’osservazione Tony ricevette un pronto intervento da parte di Pepper che gli tirò una gomitata nello stomaco, ringraziando il buio che nascondeva totalmente il rossore che anche in quel momento le aveva raggiunto puntualmente le guance.

"Ehi! Non la facevo così violenta, signorina Potts"

"Buonanotte, Tony" rispose semplicemente lei.
 
 
La mattina seguente Tony e Pepper si erano alzati presto, avevano fatto colazione ed erano scesi in spiaggia con l’intento di passare al meglio quelle ultime ore di vacanza, il jet privato infatti li attendeva in aeroporto alle cinque e mezza del pomeriggio.
Ancora una volta Tony aveva indossato le improbabili vesti di insegnante di nuoto, ma solo per abbandonarli una volta per tutte dopo svariati tentativi falliti e rimbrotti stizziti di Pepper.
Ora lei era seduta comodamente sul bagnasciuga tentando di godersi un’ultima tintarella e nel frattempo lanciava qualche fugace occhiata a Tony che invece era occupato a nuotare.
Aveva appena deciso di chiudere un po’ gli occhi e rilassarsi portando lievemente la testa all’indietro quando qualcuno, con il corpo completamente bagnato, la abbracciò da dietro facendola sobbalzare.

"Tony!"

"Spaventata?" disse lui schioccandole un bacio su una guancia e gustandosi la sua reazione.

"Sei ghiacciato" constatò arrossendo fino alle orecchie per quella prima e inusuale manifestazione d’affetto.

"Sei tu che sei calda. Dai vieni a fare un bagno insieme a me…" la pregò "Prometto che non ci allontaneremo dalla riva" aggiunse appena notò la sua espressione contrariata.

"Sto così bene adesso…" obiettò lei che di immergersi nell’acqua fredda proprio non ne aveva voglia.

"Vuoi dire che fra le mie braccia non staresti altrettanto bene?"

Pepper rise a quella domanda e non la trovò per nulla sfacciata in quel momento.
Era vero che tutto era appena successo, ma conoscendolo avrebbe potuto dire quelle parole in qualsiasi altro momento, anche se fra di loro non fosse mai nato nulla.

"Voglio dire che mi è bastato il bagno di prima e che ora preferisco prendere un po’ di sole e magari…" disse voltandosi verso di lui "…in compagnia di qualcuno" aggiunse baciandolo brevemente sulle labbra per poi alzarsi e dirigersi verso il lettino sotto l’ombrellone.
Tony rimase qualche secondo fermo e  imbambolato, dopodiché, senza pensarci due volte, seguì la giovane verso la spiaggia.



Il resto della mattinata passò in fretta, il clima particolarmente caldo di quel giorno consentì loro di passare molte ore al mare e all’aria aperta, tant’è che verso le tre del pomeriggio era stata data ai turisti la possibilità di fare un breve giro in mongolfiera nei cieli della Thailandia.
Naturalmente la prospettiva di passare una mezz’ora su nel cielo era stata subito ben vista da Tony e decisamente malvista da Pepper che si era rifiutata categoricamente di salire su uno di quei palloni giganti.

"Dai Pepper! Non hai niente da temere, sei con Iron Man!" disse Tony con voce troppo alta.

"Abbassa la voce! Vuoi che ti scoprano?"

"Oh andiamo, lo sanno tutti che sono Tony Stark"

"A me non sembra".

"Fanno solo i timidi, ehi!" disse poi rivolgendosi a un turista a caso "Per caso vuole un autografo?"

"Tony!" lo rimproverò Pepper ringraziando il turista che lo aveva praticamente ignorato.

"Scherzavo…dai, un giro solo. Ho l’armatura dietro e se dovesse succedere qualcosa sarò pronto a intervenire" le garantì.

Pepper riuscì ad ascoltare solo la prima parte della frase di Tony, troppo impegnata ad analizzare scrupolosamente quello che le era appena saltato in testa.
Probabilmente Tony non ci aveva neanche pensato, o forse era solo bravo a nasconderlo, ma essendo la sua condizione abbastanza critica, stando a quel che era riuscita a capire lei, non aveva molte possibilità di “guarire” dall’avvelenamento e quella richiesta di salire sulla mongolfiera forse non era solo uno stupido e pericoloso capriccio.
Pepper lo guardò profondamente negli occhi e infine prese una decisione.

"Solo un giro" sospirò.

Inutile dire che i primi minuti di volo erano stati terribili per lei che vedeva quel mezzo di trasporto per niente sicuro e dovette ammettere che la valigetta di Tony posta in un angolo della mongolfiera la faceva stare più tranquilla.

"Va meglio?" chiese Tony posando le braccia sui suoi fianchi e attirandola a sé.

"No, ma posso sopportare. Credo di aver perso in tutto trent’anni di vita con questa vacanza…"

"Davvero?"

"A-ha" affermò Pepper poggiando le mani su quelle di lui che intanto le avevano circondato la vita da dietro.

"Ho un vago presentimento che la cosa mi riguardi un po’, signorina Potts"

"Ma non mi dica, soltanto un po’, signor Stark?"

"Ti ripeto che non sono stato io a mangiare un…"

"Ancora con questa storia?!" chiese lei voltandosi per guardarlo negli occhi.

"Mi hai fatto spaventare! Credevo che ti fosse successo qualcosa di grave, che ne so…"

"Qualcosa di grave?"

"Sì! Una reazione allergica"

"Sono allergica solo alle fragole, Tony".

"Davvero? Buono a sapersi…o magari uno shock anafilattico o…"

"Ma per favore..."

"Mi sono preoccupato davvero!"

"Talmente preoccupato da farmi una tisana e lasciarmi abbandonata sul divano"

Tony la guardò male "Stai scherzando, vero?"

Pepper sospirò e sorrise "Tu che ne dici?" si sporse poi per baciarlo.

Tony approfittò del momento per approfondire quel bacio e la strinse maggiormente a sé.
Era strano come tutto in quel momento venisse naturale, avevano avuto tanto tempo per scherzare fra di loro e rendere il loro rapporto più frizzante e divertente e adesso che le barriere, seppur minime, erano state abbattute, abbracciarla, baciarla o semplicemente sorriderle gli veniva spontaneo.
Quando si staccarono Tony guardò Pepper negli occhi e vi lesse un velo di tristezza, malgrado fosse evidente che si stava impegnando a mascherarlo.

"Tutto bene?"- le chiese.
"Certo" rispose lei tranquillamente.

"D’accordo…forse è ora di atterrare" disse infine Tony.
 
Le ore successive videro entrambi impegnati a risistemare le valigie e raccogliere le ultime cose sparse per la villa.
Tony aveva appena chiuso il suo borsone e aveva raggiunto Pepper che lo aspettava sul terrazzo.

"Sempre in ritardo, eh signor Stark,?" scherzò lei.

"Che ci vuoi fare, quando il lavoro chiama non mi piace mai arrivare puntuale…"

"Il mio lavoro, intendi?"

"Sì, anche quello" rispose lui sorridendo sotto i baffi "Allora?"

"Cosa?"

"Ti è piaciuta o no questa vacanza?"

Pepper roteò gli occhi al cielo "Te lo dico quando arriviamo a casa".

"Il motivo di tutta questa segretezza?"

"Il viaggio".

"Viaggio?"

"Per tornare a casa. Dipende come ti comporterai…"

"Ma non vale, la vac…"

"Certo che vale!"

"No, invece"

"Sì, invece".

"Invece no".

"Invece sì. Sta partendo con il piede sbagliato, signor Stark."

Tony sbuffò "E va bene…sarò un perfetto gentleman, te lo prometto".

"Ora va meglio" disse infine osservandolo chiudersi alle spalle le porte della villa.
Pepper sospirò dando un’ultima occhiata a quel paesaggio favoloso che chissà se avrebbe visto ancora, dopotutto era stata una vacanza meravigliosa, ormai poteva ammetterlo. Se non altro a se stesso.
Mezz’ora più tardi un taxi li aveva accompagnati al piccolo aeroporto dell’isola e in poco tempo sia Tony che Pepper si erano accomodati sui sedili.
 
Il viaggio fu più lungo del previsto e anche molto silenzioso, cosa che aveva fatto incuriosire non poco Tony.
Certo, anche il viaggio di partenza era stato lungo e noioso, soprattutto perché Pepper si era addormentata e lui non aveva potuto conversare con nessun altro se non la hostess che ogni tanto compariva nella cabina.
In quel momento però Pepper non stava dormendo anzi, con i suoi occhioni blu spalancati osservava il panorama dal suo finestrino.
Quando Tony la guardò meglio tuttavia notò lo stesso velo di tristezza che aveva notato poco prima di scendere dalla mongolfiera e per qualche minuto non spostò lo sguardo dal suo viso.
Era consapevole che quello che era successo la notte prima andava a cambiare radicalmente quella che era stata la loro vita prima della vacanza ed era maggiormente consapevole che la confessione che le aveva fatto circa il suo stato di salute la stavano preoccupando più di quanto fosse necessario e più di quanto lo fosse lui in quel preciso momento.
Ce l’avrebbe fatta, lo sapeva, anche se a volte era convinto del contrario e si lasciava andare a comportamenti decisamente non ortodossi come l’avventura a Monaco, ma ce l’avrebbe fatta.
Era sopravvissuto a un intervento senza anestesia, aveva nel petto un mucchio di schegge che miravano al suo cuore, non poteva morire per uno stupido avvelenamento da palladio.

Questi erano più o meno tutti i pensieri che gli attraversavano la mente nei momenti più tristi e cupi e che erano magicamente in grado di tirarlo su di morale.
La consapevolezza di non avere nessuno accanto che sapesse il suo “segreto” lo faceva sentire debole e allo stesso tempo forte.
Forte perché poteva dimostrare a se stesso quanto realmente fosse in grado di sopportare una situazione simile senza l’aiuto di nessuno, debole perché forse l’aiuto di qualcuno gli sarebbe stato gradito, suo malgrado.
Non avrebbe mai voluto realmente dirlo a Pepper, semplicemente perché non lo meritava.
Gli era stata accanto dieci anni nel bene e nel male e lo aveva sempre protetto e difeso senza scrupoli e senza timore, non era giusto arrecarle altre preoccupazioni più di quelle che era solito arrecarle tutti i giorni.
Ma Pepper lo conosceva come le sue tasche e si era accorta subito che c’era qualcosa che non andava e allora via, era partito con la confessione, per giunta nel momento sbagliato.
Adesso, mentre osservava il suo viso triste ma fiducioso, capì perfettamente quanto quella ragazza tenesse a lui e quanto sarebbe stata disposta ad aiutarlo e difenderlo ancora.
A un tratto Pepper si voltò e gli sorrise, questa volta allegra e serena più che mai e sorrise ancora di più non appena Tony ricambiò il gesto, vero e autentico solo per lei.
 
Arrivarono a Malibù verso sera e Happy li aveva gentilmente riportati alla villa.
Aveva insistito ad aspettare per accompagnare Pepper a casa, ma come al solito Tony l’aveva avuta vinta e si era trascinato appresso la giovane, la quale tuttavia non aveva fatto obiezioni di nessun genere.

"Fa uno strano effetto…" commentò Pepper voltandosi verso il soggiorno.

"Dici?"

"Sì, la casa ha sempre un aspetto diverso quando non la si vede per tanto tempo…"

"A ripensarci hai ragione, è vero. Ricordo quando sono tornato dall’Afghanistan…" commentò lui facendo spallucce e lasciando la frase a metà, non pensando di scatenare una brutta reazione interna alla giovane che adesso aveva nuovamente il volto colmo di tristezza.

"Pepper…mi dici cos’hai esattamente?" chiese a bruciapelo avvicinandosi piano a lei.

La giovane si voltò sorpresa e cercò di essere il più naturale possibile "Sono solo stanca…" rispose con dolcezza.

"Lo pensi ancora?"

"Che cosa?"

"Che non è strano…Noi, voglio dire..."

Pepper sorrise e non poté fare a meno di diventare rossa "Certo che lo penso ancora…" disse.

"Giusto, perché in effetti sarebbe curioso…dopo tutti questi anni…sapevamo entrambi che noi…insomma, prima o poi…no?" farfugliò Tony sicuro che sarebbe stato capito al volo.

"Già" rispose infatti Pepper, ridendo per il suo impaccio.

"Quindi deduco che questa espressione che ti ritrovi in volto non c’entri assolutamente nulla con quello che è successo fra di noi, né tantomeno con la stanchezza del viaggio, visto che ce l’hai da quando siamo partiti" chiese ancora Tony avvicinandosi sempre di più a lei.

Pepper si era appena resa conto che lui non era il solo ad essere un libro aperto, ma anzi, in quel momento sentì i suoi stessi pensieri completamente scoperti, pronti ad essere letti da Tony.
"No, infatti" ammise quindi.

"Pepper…" iniziò lui con dolcezza  poggiandosi con la schiena al divano e trascinandosi dietro la ragazza "Ne uscirò, te lo prometto" disse sicuro.

Pepper sospirò avendo ormai la conferma di esser stata capita da Tony "Non c’è bisogno di promettere…sono solo preoccupata, credo sia normale. Tutti lo sarebbero…"

"Io credo che anche se lo sapessero tutti tu li batteresti comunque" scherzò lui.

"Smettila, non sono così apprensiva!" rispose ridendo lei, cosa che fece tanto piacere a Tony, contento di vederla scherzare a sua volta "E poi è una cosa grave…ho tutto il diritto di esserlo".

"Riuscirò a trovare una soluzione, Pepper" la rassicurò lui "Adesso ho qualche motivo in più per farcela" aggiunse iniziando a stuzzicarle il collo con lievi baci.

Pepper stava per godersi quel momento di pace assoluta quando Tony decise bruscamente di interromperlo.

"Scusa…devo…devo fare una cosa" si giustificò Tony iniziando a guardarsi intorno.
Posò lo sguardo su ogni superficie possibile finché non lo trovò, una piccola scatola rettangolare posta sul tavolino di fianco al divano.

"Eccola!" esclamò afferrandola e porgendola a Pepper un po’ impacciato.

"Per me?" chiese lei sconcertata.

"Ehm…sì".

"Cosa sarebbe?"

"Beh…aprilo no?" disse lui sperando con tutto se stesso che Rhodey avesse eseguito alla lettera tutte le istruzioni che gli aveva dato.

"E’…un regalo?" azzardò Pepper notando la carta con la quale era avvolta la scatola.

"Dovrebbe, sì…di Natale".

"Natale?!"

"Beh, un po’ in ritardo…o in anticipo per il prossimo anno…fai come ti pare…" aggiunse aggrottando le sopracciglia.

Pepper iniziò a scartare il regalo incuriosita e appena riuscì a liberarsi della carta si ritrovò in mano un portafotografie ultima tecnologia, lo voltò e vide lo schermo illuminarsi mostrando al centro una foto di lei che sorrideva raggiante e che teneva in braccio il bambino che avevano incontrato in Thailandia qualche giorno prima, mentre si dimenava su di lei tutto felice.
"Oddio…" mormorò emozionata "Tony…" aggiunse guardandolo con dolcezza.

"Ve l’ho fatta quando eravate distratti" disse realmente imbarazzato "Ho pensato che fosse un buon rimedio a tutti i casini che ho combinato durante questa settimana".

"E’ un regalo bellissimo, grazie" disse lei sporgendosi per dargli un lungo bacio.

Nel momento in cui aveva deciso di portare Tony a fare una piccola gita in quel villaggio, aveva pensato che in fondo avesse avuto una pessima idea: i bambini lo avevano messo in difficoltà e oltretutto era anche riuscita a rievocare brutti e tristi ricordi, ma dopo quel gesto così semplice e disinteressato aveva capito finalmente di aver fatto la cosa giusta.

"Allora sono perdonato?" chiese lui tornando ad assumere la solita espressione beffarda che fece subito ridere Pepper.

"Direi di sì" gli concesse.

"Perfetto allora" disse prima di impossessarsi di nuovo delle sue labbra.

"Che ne dice di fermarsi qui questa notte, signorina Potts…?"

"Solo per stanotte?"

"E per domani notte e per dopodomani notte e per…"

"Va bene, signor Stark" rispose lei avvolgendogli le mani intorno al collo.

 
   
 
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