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Autore: IShallWearMidnight    22/09/2004    5 recensioni
Che succederebbe all'annoiato Kenren se conoscesse una ragazza ancora più annoiata di lui nel Tenkai? Sakura è una giovane dea, che si trascina nell'indifferenza. Almeno finchè il re-incontro con Tenpou, e il conseguente incontro con Kenren, non le cambia la vita. Una storiella ingenua e acerba, e , a posteriori, anche un pò OOC. Ma la posto ugualmente perchè è stata la prima fanfiction che abbia mai scritto...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kanzeon Bosatsu
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Simo è un caldo pomeriggio d’estate, gli uccellini cinguettano, i raggi del sole riscaldano la stanza, le ventole del condizionatore


Un posto per me

 Capitolo 1
~Meeting~

"I fiori sono bellissimi… anche le donne lo sono. Ma poter avere entrambi accompagnati da un buon sakè è ancora più bello". Così diceva abitualmente il generale Kenren Taisho. Era un ragazzo molto attraente, alto, con capelli rosso scuro, spettinati e ribelli, e occhi dello stesso colore. Indossava un soprabito nero con bordi oro, che lasciava scoperto il torace dai muscoli ben scolpiti, e pantaloni dello stesso colore.
In effetti, aveva molto successo con le donne, e ne aveva avute tantissime, avventure di una notte, due al massimo, se la tipa in questione era particolarmente eccitante. Donne consapevoli di avere solo il corpo di quell’uomo, ma che non chiedevano nulla di più, perché niente di più offrivano.
Di lui si dicevano peste e corna nel Tenkai, era un tipo molto intransigente, che amava la libertà e detestava le regole.
Quel giorno i ciliegi erano in fiore (come sempre, del resto, nel mondo celeste), e lui se ne stava tranquillamente seduto sul prato con la schiena appoggiata su un tronco di ciliegio, sorseggiando sakè da una fialetta che portava sempre con sé.
"Ahi!": e fu proprio un bicchiere di sakè che gli cadde sulla testa, bagnandogli i capelli e il viso e scottandolo. Il ragazzo scattò in piedi, imprecando: "Ma che diavolo…"
"Ahhh!", esclamò qualcuno dall’alto, "Scusa! Nooo! Quanto sakè sprecato!".
Kenren alzò gli occhi, giusto per vedere una ragazzina che, la veste svolazzante, scendeva dall’albero appigliandosi agilmente ai rami. Non aveva notato la figura appollaiata sul ciliegio, quando si era sdraiato.
"Ti sei fatto male? Scusa, mi sono trovata addosso un insetto enorme…E scusa anche se ti do del tu, ma mi fa sentire a disagio dare del lei ad una persona così giovane…", parlò a raffica la ragazzina.
Intontito dalla raffica di parole e sorpreso di aver incontrato casualmente un soggetto così diretto e spontaneo, come nel Tenkai non se ne trovavano, asciugandosi il sakè dal volto la divinità si limitò a chiedere: "E tu chi sei?".
Intanto la fugace apparizione stava già riarrampicandosi sull’albero, incurante del vestito che svolazzava qui e lì. Dopo che si fu velocemente sistemata su un ramo, si voltò e rispose, sorridendo: "Mi chiamo Sakura". E tornò a sorseggiare sakè, del quale aveva un vero e proprio arsenale in una borraccia con lei.
Il buonumore della giovane non poté che contagiare Kenren, che sorrise a sua volta, un sorriso dall’aria volutamente provocatoria che era abituato a sfoggiare alle donne. "Sai che sei proprio un tipo strano? Non conosco molte donne che si arrampicano come scoiattoli sugli alberi, e soprattutto che bevono sakè. Non sai che il sakè è roba da uomini?". Il ragazzo era abituato a parlare in maniera diretta. Desideroso di provocare quella nuova conoscenza, si arrampicò anche lui sull’albero e si sistemò su un ramo vicino a quello dove la ragazza sedeva tranquillamente. Appoggiò la schiena al tronco e si rilassò.
"E tu chi sei?", gli fece il verso Sakura, anche lei evidentemente abituata a parlare in maniera diretta. "Sono il generale Kenren Taisho. Mai sentito parlare di me?". La ragazza parve ricordare qualcosa, ma parve anche volere reprimere una risatina e scosse la testa.
"Cosa fai qui a bere sakè?". Sakura rispose: "Cosa ci trovi di strano? Forse non trovi piacevole e inebriante il senso di euforia che il sakè provoca? E poi, è così dolce…". La ragazza si voltò, guardando il panorama: "E i fiori sono bellissimi…".
Kenren: "Già… Sakura… anche il tuo nome è bellissimo
. Quanti anni hai?".
"Quasi diciassette…", rispose lei. Kenren si mise a ridere: "Ma davvero? Io non te ne avrei dati più di una quindicina!"
Lei sbuffò. "Mi trovi infantile? Dovrei forse essere come queste donne intorno", indicò verso il basso, dove un gruppo di ragazze stava passeggiando, ridacchiando, "…il cui unico scopo nella vita è imparare a come meglio soddisfare un uomo e a come curarsi le unghie?".
Lui smise di ridacchiare. "La penso come te, sulla gente di questo posto. Anche tu credi che il mondo celeste sia pieno di falsità e banalità, vero? Ma, visto che sono qui, cerco almeno di divertirmi", alzò il mignolo. "Non pensi che sia giusto così?".
"Ciò che cerco, qui, è il mio scopo. La mia ragione d’essere. Il sole si riposa alla fine della giornata, nel suo posto. Ecco: anch’io cerco il tramonto." . Si era fatta improvvisamente seria. "Mi piace osservare il sole tornare al suo posto. E i fiori, che un posto ce l’hanno sempre. E mi piace il sakè, che, se bevuto in giusta quantità, annulla le inibizioni, la falsità, svela l’essere di una persona".
Silenzio.
Guardarono entrambi il panorama.
"Trovi assurdo ciò che dico?", chiese la ragazza.
"No", rispose la divinità sinceramente. "Lo trovo interessante."
Si voltò e la guardò, mentre il sole tramontava. Il suo viso era grazioso, i lineamenti regolari, lunghi capelli castani che ondeggiavano al vento, e profondi occhi verdi. Era piuttosto bassa e minuta, ma non era eccessivamente magra. Indossava un vestitino verde pallido, allacciato sulla schiena.
Kenren saltò giù dal ramo, atterrando con un tonfo sul prato. "Beh, devo andare". Fece alcuni passi, mentre Sakura lo seguiva con lo sguardo. Poi lui si voltò nuovamente. "Sakura. Ti va se ci rivediamo domani, stesso posto e stessa ora?".
"Certo", rispose lei ritrovando in un attimo tutta la sua vitalità. Sorrise. "A domani, allora".

   
 
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