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Autore: mirco    02/07/2013    1 recensioni
Caterina e Matilde, due amiche separate dalla distanza.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Era un giorno caldo e afoso di agosto. Per qualsiasi persona normale poteva essere un semplice 18 agosto, ma per me era speciale. Perché? Beh, finalmente avrei incontrato la mia vita, Caterina.
 
Ci eravamo conosciute a settembre 2012 attraverso twitter e nessuna delle due avrebbe creduto che la nostra amicizia potesse resistere così tanto.
 
I poche parole ci siamo salvate la vita a vicenda. Lei mi ha sempre sostenuta, aiutata e consolata quando ne avevo bisogno.
 
Ci saremo viste per la prima volta alla stazione dei treni di Bari. Il nostro incontro era alle 10.25 ed io scesi dal treno alle 10.40. Maledissi il solito ritardo dei treni. Mi guardai intorno e pensai che se ne fosse già andata.
 
Affranta mi ero seduta per terra sul pavimento fresco della stazione. Quando la pelle scoperta entrò a contatto con il suolo rabbrividii. Gli occhi erano lucidi e le lacrime stavano per uscire dai miei occhi.
 
Alzai per un attimo la testa cercando di scacciare via le lacrime e fu in quel momento che la vidi. Mi stava cercando. Urlai il suo nome fregandomene degli sguardi dei presenti.
 
‘Cate!’
 
Quando si voltò, il mondo intorno a noi era fermo. Ci sorridemmo e senza pensarci ci corremmo incontro piangendo. Dopo undici mesi eravamo riuscite a vederci, ad abbracciarci.
 
Undici mesi di chiamate, messaggi, video chat e lettere, finalmente potevo tenerla stretta tra le mie braccia senza aver paura che mia mamma mi svegliasse da un sogno. Era tutto fottutamente reale.
 
Avevamo tutta la giornata per noi. Nessuno schermo che ci divideva. Appena mi prese la mano uscendo dalla stazione pensai ‘distanza, ho vinto io.’
 
Passammo una giornata magnifica. Girammo per le strade di Bari godendoci ogni ora, minuto, secondo insieme. Ogni momento veniva immortalato nei nostri cellulari e nelle nostre macchine fotografiche.
 
Erano le cinque del pomeriggio quando decidemmo di sederci su una panchina all’ombra di un pino.
 
‘Mati, lo sai che io darei la vita per te?’.
 
La guardai mentre osservava il sole, ancora infuocato.
 
‘Pure io, prenderei una pallottola in petto per te.’
 
Lei si voltò sorridendomi. Frugò per un po’ nella borsa e tirò fuori una collana.
 
‘Simboleggia la nostra amicizia. Io ne ho una uguale.’
 
La guardai attentamente. Una piccola C e una piccola M d’argento erano posate sul segno dell’infinito. Misi la collana al collo e tirai fuori dalla tasca due piccoli anelli argentati.
 
‘Per non dimenticare.’
 
Prese in mano l’anello e lo scrutò attentamente.
 
’18 settembre 2012.’ Lesse lei lentamente.
 
Ci guardammo con le lacrime che scorrevano veloci sulle nostre guance. Ci abbracciammo. Fu uno di quegli abbracci lunghi da cui no ti vorresti mai staccare, dove ci si stringe forte.
 
Sulle sette decidemmo di andare in spiaggia. Il sole si stava lentamente abbassando, ma faceva ancora molto caldo. Restammo in costume e ci stendemmo sulla sabbia.
 
‘Chi si butta per ultima è una babbana!’
 
Inaspettatamente Caterina iniziò a correre verso il mare, io la seguii. Ci buttammo in acqua ridendo come pazze.
 
Per quasi un’ora restammo in quel paradiso, poi decidemmo di tornare a riva.
Parlammo un sacco e io mi registravo mentalmente la sua voce, così, quando saremo state lontane, la avrei avuta comunque accanto a me.
 
Ci rivestimmo e andammo verso la stazione; mancava più o meno mezz’ora ai nostri treni. La malinconia si iniziava a leggere tra i nostri sguardi, le nostre parole, i nostri occhi e i nostri sorrisi stanchi.
 
Era arrivato il momento di salutarsi. Saremo ritornate ai messaggi e alle chiamate. Due minuti e quei più di 600 kilometri ci avrebbero ridivise.
 
‘Quindi ci salutiamo.’ La sua voce tremava e teneva la testa bassa.
 
L’abbracciai più forte che potei, le lacrime si liberarono dai miei e dai suoi occhi.
 
Non è un addio, è un arrivederci. Noi ci vedremo di nuovo, è una promessa, e io le mantengo tutte le promesse.’ La guardai negli occhi gonfi dal pianto.
 
‘Me lo hai promesso, eh?’ Ridemmo tutte e due.
 
‘Ciao, ci sentiamo più tardi.’
 
‘Ciao, sei la mia vita.’ Le sorrisi.
 
Prendemmo due direzioni opposte e in quel momento ripensai a tutto. Mi ricordai la prima volta che guardai il suo profilo su facebook. Ciccai sulla foto profilo: capelli castani, rasati da un lato e più lunghi dall’altro, sorriso contagioso e occhi splendidi.
 
Il viaggio di ritorno in treno fu il più triste e malinconico. Mi mancava già. La mia tasca vibrò e tirai fuori il cellulare, un nuovo messaggio.
 
Alla fine ti ho vista. Abbiamo distrutto la distanza che ci separava. Ricorda questo giorno, perché ce ne saranno altri.’
 
Non dovevo piangere, ma sorridere, perché era successo quello che aspettavo da troppo tempo. Mi toccai la collana che mi aveva regalato e guardai fuori , mentre Bari lentamente se ne andava.



-spazio autrice.-

Questa è una piccola OS dedicata alla mia amica a distanza, Caterina. Amore, questa è per te. Ho iniziato a scriverla il 18 giugno, quando erano nove mesi che ci conoscevamo. Non l'ho scritta a caso, perchè i miei genitori hanno deciso che quest'estate in vacanza verremo in Puglia, niente è ancora deciso,ma la meta è quella. Ciao, sei la mia vita.
  
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