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Autore: Rik Bisini    16/01/2008    6 recensioni
SPOILER su alcune circostanze significative di "Harry Potter and the Deathly Hallows".
Qualcosa di insospettabilmente rivoluzionario avviene nelle cucine della scuola di Hogwarts.
Questa fanfiction è dedicata ad Elfina
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Luna Lovegood, Neville Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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SPOILER su alcune circostanze significative di "Harry Potter and the Deathly Hallows".

Cara Elfie,
essere scelto con intenzione tra i tuoi numerosi lettori per la prima risposta dell'anno è stato un omaggio inatteso che mi ha commosso. L'unico modo che ho trovato per manifestare quando abbia gradito il tuo gesto è dedicarti la mia prima fanfiction dell'anno, una piccola storia pensata per vedere in una particolare luce un altro dei tuoi talenti.
Con vera ammirazione ed instancabile affetto,
Riccardo

Cucinando per Harry

Un ragazzo bruno e dal viso rotondo affrettò il passo lungo il corridoio, lanciando un rapido sguardo verso il basso, per controllare che i suoi piedi non stessero calpestando l'orlo della veste nera. Aveva una borsa a tracolla, semiaperta, in cui si intravedevano pesanti volumi ed all'altezza del cuore, cucito alla veste, uno stemma con un grifone, di color rosso ed oro.
« Eccomi, Ginny. » disse in fretta e senza voltarsi, quando raggiunse una ragazza dagli occhi nocciola ed i capelli rossi, con una veste simile ed il medesimo emblema su di essa.
« Allunghiamo un po' il passo, Neville. » gli raccomandò lei, « Luna ci aspetta nel corridoio di Incantesimi, ma non possiamo arrivare troppo in ritardo a Pozioni. Anche se il vecchio Lumacorno non condivide la linea del Preside, meglio non rischiare una punizione ».
Neville sospirò e, con una seconda occhiata all'orlo della sua veste, tenne dietro alla ragazza che accelerò con decisione. Dopo un corridoio ed una rampa di scala ed appena voltato un angolo, Ginny indicò una nicchia dentro la quale era collocata una imponente armatura destinata ad un uomo molto più alto della media. Estrasse da una tasca una bacchetta di legno e toccò con decisione l'armatura, pronciando la parola « Emeritus ».
L'armatura si inchino su di un ginocchio, offrendo il braccio in direzione di Ginny. Al centro della nicchia si era aperta una porta di pietra che, mentre era chiusa, poteva facilmente essere confusa con il muro.
Ginny mise un piede sul braccio di metallo e si issò sulle spalle dell'armatura. Da lì raggiunse la porta appena aperta. Neville la imitò, chinando la testa a causa dell'altezza del soffitto.
Oltre la porta c'era una stretta scala a chiocciola, illuminata dall'altro dalla tenue luce di una torcia. « Non conoscevo questo passaggio. » le confessò Neville.
« Me ne hanno parlato Fred e George anni fa, » ricordò Ginny, « ma neanche io lo avevo mai usato prima. È utile per spostarsi in fretta se hai Gazza alle calcagna. O per raggiungere il corridoio di Incantesimi dalla torre di Grifondoro, come stiamo facendo noi ».
Scesero prudentemente, Neville continuando a tenere il capo basso, tenendo una mano accostata al muro per non scivolare, ma senza fare pause tra un passo e l'altro. Pochi minuti dopo la discesa terminò in un angusto passaggio, apparentemente cieco. Ginny prese di nuovo la sua bacchetta e colpì la parete alla sua sinistra.
Alcuni mattoni ruotarono su se stessi, aprendo uno spiraglio da cui penetrava la luce. La ragazza si affacciò prudentemente e individuò subito una ragazza dai capelli biondi e grandi, sporgenti occhi azzurri, nessun altro era in vista. Ginny toccò di nuovo la parete con la bacchetta e fece un cenno a Neville. La disposizione dei mattoni di tutta la parete cambiò. Lo spiraglio si trasformò in una porticina ad arco e si formò una sottile scala che scendeva da un alto fregio fino al pavimento. Per la terza volta, Neville si assicurò di non inciampare mentre seguiva Ginny per quel passaggio, in cui i gradini avevano ciascuno lo spazio per uno dei suoi piedi.
« Buona giornata, Ginny. » li accolse la ragazza bionda, « Ed anche a te, Neville ».
« Ciao Luna. » ricambiò Ginny sorridendo. Neville accennò un sorridente saluto. Anche Luna era vestita con l'uniforme degli altri due ragazzi, ma al petto aveva un blasone di colore bronzo e blue, dominato da un rapace.
« Non abbiamo molto tempo, » puntualizzò Ginny, « quindi vengo subito al punto. C'è qualcosa di strano qui ad Hogwarts da una settimana a questa parte ».
Neville sgranò gli occhi, Luna guardò verso l'alto pensierosa.
« Non ho notato nulla. » osservò la ragazza con semplicità.
« Non riesco a capire di che cosa parli, Ginny. » sbottò Neville, « Nulla è normale ad Hogwarts dalla morte di Silente. Stai parlando del fatto che l'anatema Cruciatus è nel programma di Difesa contro le Arti Oscure? O ti riferisco alle nuove lezioni di Babbanologia? O al fatto che i figli di Babbani siano esclusi dalla scuola? »
Ginny lo liquidò con un gesto della mano.
« Dal momento che sappiamo che il Signore Oscuro ha il pieno controllo del Ministero della Magia, » riprese, « questi sono tutti fatti normali. No, la cosa strana di cui parlo non potrebbe essere causata da un Mangiamorte. È una cosa all'apparenza insignificante, eppure io non ho potuto fare a meno di notarla... »
« Dicci di che parli, Ginny. » la esortò Neville.
Ginny sospirò.
« È quello che mangiamo. » disse semplicemente.
Neville e Luna si guardarono con la medesima espressione perplessa.
« Credo che siano gli elfi domestici di Hogwarts a cucinare, » affermò Luna, « come è sempre stato ».
« Esattamente. » convenne Ginny, « Ma avete notato il pasticcio di rognone della settimana scorsa? E il pollo con le patate di ieri? E soprattutto il dolce di sabato sera? »
Neville agrottò le ciglia e scosse la testa.
Luna sorrise beatamente. « Uno dei miei dolci preferiti. » sottolineò.
« Non solo tuo. » precisò Ginny, « È uno dei favoriti di Harry ».
Neville si scosse.
« Che vuoi dire? » domandò sconcertato, « Che i Mangiamorte sperano di attirare Harry a scuola con i suoi piatti preferiti? »
« Certamente no. » replicò Ginny, « Non avrebbe senso. Ma è troppo strano per credere che sia una coincidenza, non trovate? Per questo ho bisogno di voi. Dobbiamo andare nelle cucine. Stanotte. Voglio capire che cosa sta succedendo. Siete con me? »

Neville e Luna si muovevano incerti nel corridoio che si allungava nel castello. Attenti ad ogni rumore, mentre Ginny avanzava con la medesima prudenza fermandosi di tanto in tanto lungo le pareti. Infine giunse al quadro di una natura morta. Il quadro che, solleticato al punto giusto, permise ai tre l'accesso alla cucine.
Due elfi, un maschio ed una femmina, si fecero subito vicini al trio con deferenti inchini. Bassi, magri, dalle grandi orecchie da pipistrello e gli occhi grandi e tondi come palle da tennis, domandarono subito con grande premura.
« Gradiscono mangiare qualche pasticcino, signori? »
« Non vorrebbero prendere anche del tè? »
« Nè l'uno nè l'altro, per ora, grazie. » rispose Neville, mentre Ginny e Luna si guardavano intorno cercando di individuare quale elfi fossero intenti alla cucina.
« I signori sono amici di Harry Potter! » esclamò un elfo allegramente.
Mentre gli altri avevano come unico vestimento uno strofinaccio con ricamati i simboli delle Case di Hogwarts, questo particolare elfo portava un maglione di lana e numerose paia di calzini infilati l'uno sull'altro.
« Dobby è felice di servire gli amici di Harry Potter! Cosa può fare Dobby per loro? » si avvicinò con irruenza, spostando quasi a forza i due elfi sopraggiunti prima, che non fecero molta resistenza e tornarono alle loro occupazioni.
« È l'elfo che è venuto ad avvisarci quando la Umbridge ha scoperto l'ES. » ricordò Luna.
« Ciao, Dobby. » disse Ginny, « Sei tu allora che prepari questi giorni i piatti preferiti di Harry! »
L'elfo fece un cenno di diniego.
« Dobby adorerebbe cucinare per Harry Potter! » sussurrò estasiato, « E davvero gli offrirebbe solo i suoi piatti preferitissimi. Ma Dobby non conosce i gusti di Harry Potter, perché Harry Potter non ha mai chiesto a Dobby di cucinare per lui! »
Fece un sospiro rammaricato.
« È lui che cucina. » spiegò indicando una direzione in cui si trovavano almeno una decina di elfi. « Da quando è tornato la settimana scorsa, sbuffa e scuote e controlla tutto quello che noi elfi cuciniamo. E guai a chi lo contraddice. Inizia un discorso sui doveri di un buon elfo di soddisfare il suo padrone ed essere fedele e va avanti all'infinito! ».
Luna e Neville guardarono in quella direzione smarriti. Ginny invece spalancò la bocca e impallidì.
« Non è possibile. Kreacher ».
Si mosse quasi ipotizzata, mentre Dobby si scostava in un deferente inchino per lasciarle il passo.
Raggiunse l'altro elfo, molto vecchio, ingobbito. Vestito anche egli con la divisa dei servitori di Hogwarts e con al collo un medaglione scintillante, lucidato con la massima cura.
« Kreacher, » esordì Ginny, « devo parlarti ».
Il suo tono era deciso e piuttosto minaccioso, aveva posto le mani ai fianchi e dominava con la sua statura sull'elfo ingobbito. Lentamente anche Luna, Dobby e Neville si avvicinarono alla ragazza.
« Come la signora vede Kreacher ha molto da lavorare, » obiettò Kreacher, « ma dica pure che cosa desidera ».
« Perché fai cucinare i piatti di Harry? » l'interrogò.
« Perché un elfo domestico serve al meglio il suo padrone. » rispose Kreacher alzando gli occhi al cielo, « Kreacher chiede perdono alla signora, ma non vuole mancare ai suoi doveri per rispondere a simili domande ». Fece per allontanarsi, ma Ginny riprese.
« Kreacher, ma chi è il tuo padrone? »
L'elfo non la degnò di una risposta.
« Ma il padrone di Kreacher è il signor Harry Potter! » squittì Dobby, « Harry Potter ha ordinato a Kreacher di seguire il signor Malfoy lo scorso anno. Così Kreacher e Dobby hanno scoperto che si nascondeva nella Stanza della Necessità! »
« Kreacher era l'elfo di Sirius, prima che lui... » Ginny non terminò la frase, il padrino di Harry era stato una delle prime vittime dei Mangiamorte, dopo che il Signore Oscuro li aveva riuniti.
« Dobby, » s'informò Neville, « hai detto che Kreacher non era qui fino alla settimana scorsa. Quindi potrebbe aver cucinato per Harry questa estate, fino ad allora ».
« Dobby pensa di sì. » confermò l'elfo.
« Harry era con noi. » sussurrò Ginny scuotendo la testa e sentendosi gli occhi lucidi, « Fino al giorno del matrimonio di Bill e Fleur. Poi... può essersi nascosto in un posto dove Kreacher ha cucinato per lui. Forse... Kreacher, hai visto Harry a casa di Sirius? »
Kreacher si voltò verso la ragazza, imitandone la posa. « Un elfo domestico non rivela le faccende del suo padrone ».
« È molto leale da parte tua questo, Kreacher, » si intromise Luna, « ma Harry putroppo non si trova qui. Noi siamo fortunati ad averti come cuoco e ti ringrazio per il dolce di sabato. Tuttavia credo che Harry gradirebbe che tu fossi con lui ».
Kreacher lanciò un'occhiataccia a Luna.
« Il mio padrone ha altro da fare. Lui finirà il lavoro che è stato cominciato. Kreacher aspetta che il padrone lo chiami, ma Kreacher crede che forse il padrone prima tornerà qui ».
« Perché? » lo interrogò Neville.
« Perché il padrone ha chiesto a Kreacher di cucinare per lui qui, un tempo. Mentre a casa... »
« A casa? » intervenne ansiosa Ginny, « Allora era davvero a casa di Sirius? Che cosa è successo a Grimmauld Place? Perché non è più lì? »
Kreacher storse la bocca.
« Kreacher stava cucinando per il padrone. » raccontò l'elfo, « Poi sono arrivati gli uomini incappucciati, con le bacchette in pugno. Vociando ed imprecando nella centenaria dimora dei Black. Se lo sapesse la mia povera padrona! Hanno girato tutte le stanze e fatto volare mobili e spostato quadri e strappato tende e rovesciato piatti e pentole ».
Ginny si inginocchiò ed afferrò l'elfo per le spalle.
« Hanno trovato Harry? » chiese con disperazione, « È riuscito a fuggire? Dimmi la verità! »
L'elfo diede un colpo al braccio di Ginny e la guardò torvo. La ragazza istintivamente ritrasse le mani.
« A te cosa hanno fatto, Kreacher? » s'incuriosì Luna, « Perché non ti hanno preso? »
Kreacher alzò le spalle.
« Gli uomini incappuciati non si sono curati di Kreacher. » continuò, « Erano solo molto eccitati quando sono entrati. E poi arrabbiati quando si sono accorti che il padrone non c'era ».
Ginny si portò la mano sul cuore e si concesse un respiro di sollievo.
« Kreacher è rimasto in cucina. » proseguì l'elfo, « Avrebbe voluto cavare gli occhi ai maghi che cercavano il padron Harry. Ma Kreacher sapeva che quei maghi erano tanti. Troppi. E sapeva che avrebbero messo le mani su di lui, forse gli avrebbero fatto bere la pozione che fa veder cose orribili. Così è fuggito. Ora Krecher vuole tornare a preparare da mangiare per il suo padrone ».
Questa volta l'elfo si allontanò a larghe falcate, lasciando sul posto Neville, Luna, Doby e Ginny, ancora inginocchiata.
« Ecco svelato il mistero. » concluse Neville, « L'elfo di Harry cucina per lui ».
« A dire il vero ci sono alcune cose che non tornano. » considerò Ginny, « Kreacher non è mai stato ossequioso verso Harry. E non mancava di sottolineare che tutti i membri della mia famiglia fossero "feccia" o "traditori del loro sangue". Non è certo simpatico neppure adesso, ma certamente è meno sgradevole ».
« La nobiltà di cuore del signor Harry Potter! » suggerì Dobby adorante, « Certamente mentre lo serviva ha conosciuto la sua magnanimità ed il suo coraggio! »
Neville scosse la testa.
« Un alleato di poca utilità, se sta semplicemente cucinando. » commentò.
« Ma non sta semplicemente cucinando. » lo contraddisse Luna, « Sta facendo quello che gli è stato richiesto al meglio delle sua possibilità. Se Harry fosse qui oggi, a noi non chiederebbe di cucinare, non trovate? Ma il nostro compito sarebbe adeguato a noi come lo è oggi il suo ».
Ginny si alzò in piedi e sorrise.
« Hai ragione, Luna. » convenne, « Quando domani mangeremo in Sala Grande, quei piatti ci siano di ispirazione. Chiediamoci cosa Harry vorrebbe che facessimo qui, quali sono le nostre possibilità di agire. E mettiamoci in azione. Siamo o non siamo l'Esercito di Silente? »
Luna sorrise. Neville annuì.
Dobby si fregò le mani.
« Anche Dobby allora cucinerà come Kreacher, per il signor Harry Potter! »
« Credo che Kreacher oggi ci abbia insegnato qualcosa, su come tenere viva la propria dedizione agli altri. » aggiunse Ginny. « Hey, Kreacher, grazie! » aggiuse in tono più alto.
Il vecchio elfo si voltò con aria scontrosa, poi allargò la bocca in un sorriso sdentato.

   
 
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