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Autore: Mon    02/07/2013    4 recensioni
[Seguito di Some Nights]
La ragazza rimase a fissare quella foto con gli occhi che le si velavano di lacrime; si chiese cosa fosse successo per far si che una storia d’amore bella, anche se un po’ complicata, si fosse ridotta come un palazzo a cui erano state minate le fondamenta. Bisognava intervenire al più presto per evitare il definitivo crollo, ma Laura non sapeva da dove cominciare e Nate non stava facendo niente per provare a salvare quel disastro.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nate Ruess, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Gambler'
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Laura scese dalla macchina, prese la sua borsa e corse verso l’entrata dell’aeroporto. Si fermò solamente quando arrivò davanti al tabellone degli arrivi. L’aereo di suo marito era già arrivato. Imprecò.
Si diresse velocemente verso la scala mobile e, una volta presa, si massaggiò entrambe le caviglie; correre sui tacchi non era certo una di quelle cose che il medico consiglia come cura. Arrivò al primo piano dell’aeroporto e guardò verso la porta scorrevole dove erano soliti uscire i passeggeri dei voli atterrati. Lo vide. Sorrise e non riuscì a trattenersi.
«Nate!» urlò.
Il ragazzo alzò lo sguardo dal suo cellulare giusto in tempo per afferrare Laura che gli stava per gettare le braccia al collo.
«Amore mio, quanto mi sei mancata!» disse Nate, affondando il viso nei capelli della ragazza. Si baciarono, era da troppo tempo che uno non assaporava le labbra dell’altro. Era passato più di un mese dall’ultima volta che si erano visti. Lui era in giro per l’Europa con la sua band, lei invece era rimasta a casa a lavorare per la rivista musicale per cui lavorava da più di dieci anni.
Laura e Nate stavano insieme da sei anni, erano però sposati solo da due. Nonostante entrambi continuassero a fare il loro lavoro, la loro relazione proseguiva senza grossi intoppi; riuscivano sempre a trovare il tempo da dedicare all’altro e la paura iniziale che le cose non potessero funzionare era stata piano piano superata.
Quando i due si allontanarono per prendere fiato, si girarono alla loro sinistra, sentendosi osservati. Jack sorrise loro e disse: «Io ancora non capisco come sia possibile che una come Laura abbia deciso di sposare uno come te! Guardatevi! Lei è perfetta, tacco alto, vestita alla moda, capelli mai fuori posto. Poi allungo lo sguardo su quello che la tiene per mano e vedo te, con una ammasso informe di capelli, felpe larghe e un discutibile gusto nell’abbinare i colori, e non solo. Non ci state a dire nulla insieme!»
Nate tirò Laura a sé e le diede un bacio sulla guancia; lei lasciò fare, appoggiandosi a lui.
«Su Jack, non fare il geloso. Lo so di essere stato fortunato a trovare una donna come lei!»
Laura sorrise, guardando Nate negli occhi. «Anche io sono stata fortunata...» disse.
«Avrei qualcosa da obbiettare, ma se sei contenta tu!» ribatté Jack.
Laura rise poi lei e Nate salutarono gli amici e si diressero così verso l’uscita dell’aeroporto, tenendosi per mano; una volta arrivati davanti all’auto, la ragazza cominciò a rovistare nella sua borsa in cerca delle chiavi della macchina. «Possibile che tu non trovi mai quelle maledette chiavi? Te lo dico sempre, invece di metterle nella borsa, non basterebbe metterle in tasca?» disse il ragazzo.
Laura sbuffò. «Lo so, me ne dimentico sempre, scusa!»
Quando finalmente la ragazza trovò quello che cercava, subito lo mostrò fiera al marito, che le sorrise. Caricarono i bagagli del ragazzo nel baule e Laura salì in macchina; Nate fermò la portiera dell’auto e disse: «Guido io?»
«Non ci penso nemmeno! Sali, tu la mia macchina non la tocchi. Non voglio pagare anche le tue multe!»
Il ragazzo sorrise. «Quante ne hai prese in questo mese in cui non c’ero?»
«Non lo so, forse un paio...»
«Pensavo peggio!» rispose, di rimando, Nate, sorridendo e chiudendo la portiera dell’auto di Laura e salendo dall’altro lato.
Si avviarono verso casa, una villa alla periferia di San Francisco, dove si erano trasferiti quattro anni prima, quando avevano deciso di andare a vivere insieme. Avevano deciso di vivere vicino alla grande metropoli americana per permettere a Laura di poter continuare a lavorare nella redazione del giornale per cui già lavorava da più di dieci anni. La loro casa si estendeva su due piani; al piano terra c’era un grande salone, la cucina e la stanza degli ospiti, mentre a quello superiore c’erano due stanze, una era quella di Nate e di Laura, l’altra era stata adibita a sala lettura. In più c’era un bagno, con una grande e rotonda vasca idromassaggio.
Nate appoggiò la testa sul sedile e la ragazza lo guardò con la coda dell’occhio. «Sei stanco?»
«Un po’. Il volo dalla Germania è stato abbastanza lungo, il fuso orario mi ucciderà per i prossimi giorni...»
«A casa prova a dormire un po’...»
Nate girò la testa verso Laura e la fissò; la ragazza fermò la macchina al semaforo rosso e ricambiò lo sguardo. «Amore, è un mese che non ci vediamo. Non ho intenzione di dormire...» disse lui, sorridendo. Laura ammiccò, appoggiando nuovamente lo sguardo sulla strada.
Dopo circa mezzora furono a casa; Nate scaricò le sue cose e Laura aprì la porta, dirigendosi immediatamente al tavolo della sala e accendendo il computer. Il ragazzo, appoggiò le sue valigie al centro della stanza e guardò la moglie seduta.
«Cosa fai?» chiese, perplesso.
«Devo controllare se mi è arrivata una mail di risposta. Ho un’intervista con i Mumford & Sons domani l’altro e attendevo orario e luogo dell’intervista...»
Nate alzò un sopracciglio. «Fammi capire, io torno a casa dopo un mese e tu, la prima cosa che fai quando mettiamo piede in casa nostra, è accendere il computer perché devi lavorare?»
«Controllo solo una e-mail! È importante!» ribatté Laura, leggermente spazientita.
«Si, certo. Come se non ti conoscessi! Da una semplice e-mail, diventeranno dieci! Ho capito, vado a farmi un bagno!»




Salve a tutte! Pensavate di esservi liberata di me, vero? Ebbene... no. Sono ancora qui. 
Allora, io spero che questa nuova storia vi piaccia, sapete chi sono i personaggi, sapete che sono legata a loro e quindi ho deciso di scrivere un seguito. Non credo che sarà mai bello come la prima parte, ma io ci voglio comunque provare. 
Grazie a chi ha ancora il coraggio di leggere i miei scleri.
A presto.
Mon.

  
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