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Autore: annies    02/07/2013    1 recensioni
Avevano passato tanti di quei momenti belli insieme, loro due. Si erano conosciuti quasi per caso, in una calda giornata d'agosto, davanti ad una gelateria del centro. Lui aveva un perfetto accento inglese che Lucy aveva amato sin da subito e lei era la classica francese con una baguette calda sotto il braccio e una gomma della bicicletta sgonfia. Di norma ricontrollava sempre le ruote prima di uscire, spinta dai rimproveri severi di suo Carl, suo padre, ma quella calda mattina presa dalla fretta di comprare il pane per il pranzo con i suoi nonni, non l'aveva fatto, e si era ritrovata in difficoltà davanti ad una delle gelaterie più famose di Parigi.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Oneshot



if I could, then I would,
I'll go wherever you will go
way up high or down low,
 I'll go wherever you will go

Lucienne smise di contare i noccioli delle ciliege sul piattino di porcellana nell'esatto istante in cui l'orologio a pendolo di sua nonna segnò le cinque del pomeriggio. Si alzò lentamente dalla sedia scricchiolante che si ostinavano tutti a chiamare d'antiquariato prezioso e si avvicinò alla finestra, scostando le tende color cipria e prendendo a guardare la luce tenue di Parigi che vi filtrava attraverso.
Ispirò profondamente, provando a lisciarsi le pieghe del vestito: quindici giorni, trecentosessanta ore, ventunomilaseicento minuti e un milioneduecentonovantaseimila secondi che non vedeva Harry e le mancavano tremendamente le sue fossette sulle guance, le sue mani lisce e grandi e la sua schiena, che Lucienne si divertiva ad analizzare, contando una ad una le sue vertebre ogni volta che dormivano insieme.
Accostò istintivamente le tende e appoggiò la fronte al muro freddo che le stava di fronte. Harry Styles era l'unica certezza della sua vita, l'unica persona che l'aveva ascoltata, le aveva sorriso nei momenti bui, le aveva preso la mano nell'oscurità e le aveva baciato una per una le nocche. Quante volte le aveva fatto i grattini sulle braccia e l'aveva vista addormentarsi dolcemente, con il sorriso sulle labbra? Quante volte Harry aveva visto l'espressione contenta di Lucienne davanti ad un frozen yoghurt con gli arachidi?
Avevano passato tanti di quei momenti belli insieme, loro due. Si erano conosciuti quasi per caso, in una calda giornata d'agosto, davanti ad una gelateria del centro. Lui aveva un perfetto accento inglese che Lucy aveva amato sin da subito e lei era la classica francese con una baguette calda sotto il braccio e una gomma della bicicletta sgonfia. Di norma ricontrollava sempre le ruote prima di uscire, spinta dai rimproveri severi di suo Carl, suo padre, ma quella calda mattina presa dalla fretta di comprare il pane per il pranzo con i suoi nonni, non l'aveva fatto, e si era ritrovata in difficoltà davanti ad una delle gelaterie più famose di Parigi. Purtroppo non abitava lì vicino e si sarebbe dovuta trasportare la bicicletta - quasi più pesante di lei - per tutta la città, se un inglesino del Cheshire, con un cappello molto alla Frank Sinatra e una camicia bianca con delle sottili righine azzurre non l'avesse fermata e aiutata.
«Hai bisogno di una mano?» aveva domandato con un francese stentato Harry, sfoderando un sorriso degno della copertina di un giornale di alta moda. Senza aspettare una risposta, il riccio le si era avvicinato e si era chinato sulla bici, cercando di analizzare il danno subito alla ruota.
«Non sei di qui, vero?» aveva chiesto Lucienne, arrossendo violentemente subito dopo, quando Harry l'aveva guardata e le aveva fatto l'occhiolino.
«Vengo dall'Inghilterra, sono qui in vacanza con mia sorella e mia madre» aveva spiegato subito, afferrando il centro del manubrio «dove la porto, signorina?»
«Su una stella!» Harry le aveva ricordato una famosa frase del suo film preferito, quello per cui piangeva ogni volta e quello che avrebbe visto dieci volte in una sola giornata: Titanic.
Avevano riso e scherzato per tutta la mattina, ed erano arrivati a casa di Lucy appena in tempo per il pranzo con i nonni. Dopodiché la mora l'aveva ringraziato e lui le aveva accennato un ennesimo sorriso, prima di sparire tra la folla della domenica mattina.
Sospirò, ricordando il loro primo incontro e si mise di nuovo a sedere, facendo scricchiolare per l'ennesima volta la sedia d'antiquariato: prese una ciliegia dalla ciotola e aggiunse un altro nocciolo ai cinque sul piattino. Harry mangiava sempre sei ciliegie prima del tramonto; era una strana tradizione che Lucienne aveva imparato a riconoscere come normale quando avevano cominciato a convivere. Si erano conosciuti quando entrambi avevano diciotto e diciannove anni e adesso che ne avevano ventidue e ventitré, Lucy non desiderava altro che ritornare a quei tempi in cui ancora non aveva l'incubo delle bollette da pagare ogni mese, del lavoro stressante e della spesa da fare ogni giorno. Lucy voleva tornare ai suoi diciotto anni per cancellare tutti quegli errori che avevano portato Harry a fare ritorno nel Cheshire, lontano da lei e dalla loro storia d'amore. Si, perché la loro era stata una reale storia d'amore, come quelle dei film, quelle che tu guardi dal divano di casa tua con in mano una ciotola di popcorn e dici che no, coppie come quelle non possono esistere realmente. Loro avevano corso come degli idioti sotto la pioggia e si erano rifugiati sotto la Torre Eiffel di venerdì notte, insieme erano andati al Moulin Rouge e avevano preso in giro quelle donnone vestite in maniera disparata, avevano guardato le stelle sdraiati sull'erba bagnata dalla rugiada e avevano mangiato tante fragole fino ad aver avuto una brutta indigestione che li aveva tenuti in casa per una settimana.
Harry e Lucienne si erano amati sinceramente e nessuno dei due avrebbe dimenticato l'altro per niente al mondo.
Lucy si ricordava ancora quando la sera, stretti nel letto singolo della sua casa vicino Montmartre, si raccontavano tutti i loro segreti, stringendosi addosso la coperta di lana e ridendo ogni qual volta uno dei due raccontasse di una cosa buffa. La maggior parte delle volte era lei a raccontare episodi divertenti, come quando durante il suo quinto compleanno un bambino le aveva buttato la torta addosso, rovinandole il vesitito con le rondini che tanto le piaceva.
«Ti piacevano le rondini?» aveva chiesto curioso Harry, avvolgendole un braccio intorno al collo e sfregandole il naso con la punta del suo.
«Le adoro tutt'ora» aveva risposto Lucienne, ignara del fatto che il giorno dopo Harry sarebbe andato a tatuarsi due rondini sul petto, in segno del loro amore.
Una lacrima le rigò improvvisamente il viso: le accadeva spesso di piangere senza neanche rendersene conto; anzi, a dire il vero le succedeva quasi ogni giorno, ogni volta che ricordava i momenti passati insieme e le promesse che si erano fatti.
Non sapeva più cosa diavolo facesse Harry, non sapeva dove era andato quando appena quindici giorni prima aveva sbattuto la porta del loro appartamento con solo un Eastpack aperto in spalla. Sapeva soltanto che un paio di giorni dopo era andato a trovare sua madre in Cheshire - e l'aveva saputo proprio da quest'ultima, che l'aveva chiamata di nascosto - ma nessuno si era poi più fatto sentire. Di Harry le restava solo un foglio spiegazzato con le loro iniziali intrecciate, un vecchio sopra di un pigiama e il tenero ricordo delle ciliegie del tramonto. Nient'altro.
Sorrise, eliminando le tracce delle sue lacrime dalle sue guance e guardando la sedia vuota di fronte a lei: la sedia dove Harry si sarebbe seduto, una volta ritornato da lavoro. A quest'ora sarebbe stato già lì, di fronte a lei da ben due ore e avrebbe cominciato a raccontare di quanto il suo capo fosse fastidioso e di quanto desiderasse formare un gruppo con i suoi amici, fare il cantante e portarla in giro per il mondo.
Quindici giorni non erano poi tanti, c'erano persone che avevano aspettato per molto più tempo di lei, ma Lucienne si sentiva il peso di quelle trecentosessanta ore addosso come un macigno, e non poteva far altro che aspettare, aspettare e aspettare seduta su quella sedia a fissare la porta di legno chiaro.

Harry adorava vedere Lucienne dormire: adorava la forma corrucciata che le sue labbra assumevano, come se stesse sognando qualcosa di fastidioso; adorava altrettanto le sue piccole rughe - Harry le diceva sempre che le erano spuntate perché sorrideva troppo, ma lei stentava sempre a crederci e aveva comprato quaranta creme Garnier Anti Age - attorno alla bocca e il leggero russo causato dalla posizione scomoda in cui si ostinava a stare. La pancia completamente attaccata al materasso, una mano sotto al cuscino, una gamba piegata e i piedi costantemente coperti per paura di non si sa quale mostro che abitava sotto il letto. Lucienne Delacroix era una ragazza strana, ma Harry era sicuro di non aver conosciuto una persona più bella e più sorprendente di lei.
Quindici giorni non erano tanti, pensandoci, non erano tanti neanche per lui, ma abituato com'era a vederla e a stringerla ogni secondo, quella distanza gli aveva lacerato il petto. Guardò il suo petto abbassarsi e rialzarsi regolarmente e si chinò su di lei, lasciandole un delicato bacio sulle labbra. Dopo aver capito che Lucy non si sarebbe svegliata, posò l'Eastpack patchwork sul termosifone, in cucina, e, dopo essersi tolto silenziosamente le scarpe, si infilò lentamente nel letto accanto a Lucienne, sicuro che quella volta sarebbe rimasto accanto a lei fino alla fine dei suoi giorni.

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Okay, non è che mi piaccia tantissimo com'è riuscita la oneshot, ma avevo davvero davvero bisogno di scrivere qualcosa di simile. Ho scritto di getto, non ho ricontrollato errori, non ho riletto né niente, vi prego di non giudicare questa mia scelta. Oggi non è stata una bella giornata e purtroppo non sono dell'umore per fare niente, avevo voglia di scrivere su Harry e, avendo un banner pronto e un'idea in cantiere da un paio di giorni ho scritto ... e basta. Spero vi piaccia almeno un po', vi prego di farmi sapere qualcosa :)
Un bacione,
Ari
ps. scusatemi se la gif è solo di Lily, ma non ho sbatta neanche di caricarne un'altra di Harry.


s


 
  
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